VIDEO / Dombrowski, il ritiro e l’amore per l’Italia

18.05.2021
2 min
Salva
Il giorno dopo il ritiro dal Giro d'Italia per la caduta di Cattolica, Joe Dombrowski, il vincitore della tappa di Sestola, fa un passaggio nella sede di Nimbl nelle Marche. L'americano risponde alle domande di bici.PRO mentre viene presa la forma del suo piede per realizzare degli scarpini su misura. Lo rivedremo in corsa al Delfinato.

Come Mohoric in Abruzzo, ma una settimana prima, Joe Dombrowski si è ritrovato sull’asfalto a 4 chilometri dall’arrivo di Cattolica. Mentre in testa al gruppo si volava verso la prima vittoria di Caleb Ewan, alcuni leader si erano lasciati sfilare, attendendo con ansia la neutralizzazione dei tre chilometri, dato che gli ultimi 25 erano stati un continuo schivare ostacoli. Purtroppo per Dombrowski e per Landa (che l’americano ha trascinato nella stessa caduta), l’ultimo spartitraffico e il motociclista che lo segnalava sono stati fatali. Non si capisce se perché distratto o se perché il corridore davanti si è spostato di colpo, il vincitore della tappa di Sestola ha travolto il malcapitato segnalatore e ha finito col travolgere anche Landa.

«Sono ripartito – dice – ma d’accordo con i medici, abbiamo stabilito di interrompere il mio Giro d’Italia. Per fortuna ho vinto e me ne sono andato con un buon sapore in bocca. Nel ciclismo è come nella vita: serve anche avere fortuna».

Il giorno dopo la caduta di Cattolica, Dombrowski in visita alla sede di Nimbl
Il giorno dopo la caduta di Cattolica, Dombrowski in visita alla sede di Nimbl

Ai piedi di Dombrowski

Il mattino successivo al ritiro, Dombrowski ha accettato l’invito di Francesco Sergio, Sport Marketing di Nimbl, e ha viaggiato con lui fino alla sede marchigiana dell’azienda calzaturiera. Scopo della visita, realizzare il calco con cui realizzare i suoi scarpini su misura.

«Offriamo un prodotto che è stato realizzato con passione – ci aveva già spiegato Sergio – impegno e dedizione. Ecco perché i corridori si dimostrano entusiasti. Se c’è la necessità di fare uno scarpino su misura fissiamo un appuntamento. Ci incontriamo di solito in laboratorio oppure alle corse. Prendiamo le misure necessarie per la realizzazione. E’ un metodo di lavoro che trasmette fiducia».

Verso il Delfinato

Dopo la visita nelle Marche, Dombrowski è stato raggiunto dalla moglie che lo ha riaccompagnato a casa. L’americano del Team Uae Emirates riprenderà presto la preparazione in vista del Delfinato. Dovendo fare il Giro, il suo nome non era fra quelli previsti per il Tour, ma chissà che il contrattempo e la sua ottima condizione non spingano la squadra a rimescolare le carte.

Gaviria infuriato, Molano l’ha fatta grossa

09.05.2021
3 min
Salva

Gaviria si avvicina alla transenna, con il fianco destro pelato. Viene dall’antidoping e non sembra per nulla contento. Chi ha visto bene la scena dice che Fernando è scivolato contro le transenne per dieci metri e che per questo si sia bruciato la pelle. Il replay delle immagini lo conferma. Per fortuna le transenne hanno fatto il loro dovere. Sarebbe bastato un ostacolo contro cui impuntarsi, una semplice sporgenza e si sarebbe innescata un’altra caduta rovinosa.

Rabbia silenziosa

La gamba pulsa ancora. Un rivolo di sangue viene giù dal gomito, uno dall’esterno del ginocchio. Il colombiano ha lo sguardo infuocato e da sotto la mascherina vengono fuori parole taglienti. L’unica cosa che si decifra è che vorrebbe ammazzare qualcuno. Lo soffia a denti stretti.

Era a ruota di Molano e Molano era a ruota di Consonni, con Viviani nella scia. Quando Consonni si è spostato, la logica era che Molano tirasse il suo e poi si spostasse. Invece il colombiano si è piantato e ha chiuso sulla destra Viviani e poi Gaviria. Elia ha avuto la prontezza di rialzarsi, girargli intorno e rilanciare il suo sprint. Gaviria si è trovato la strada chiusa e ha provato a infilarsi. Facile dire che avrebbe dovuto rialzarsi: quando senti profumo di riscatto dopo la sfortuna e l’arrivo è lì davanti, difficilmente freni.

A tirare la volata si è ritrovato Molano, velocista colombiano
A tirare la volata si è ritrovato Molano, velocista colombiano

Regolamento di conti

Non è bello quando è il tuo ultimo uomo a chiuderti contro le transenne. Non è dato di sapere se il suo risentimento fosse verso di lui, ma quando Gaviria si allontana, viene da pensare che sul pullman del Uae Team Emirates tremeranno i vetri.

«Sono situazioni di corsa che possono succedere – dice – domani ci riprovo. Per tutto il giorno ho avuto buone sensazioni, ma questo è il ciclismo. Sono finito contro le barriere, ma prima di dire qualsiasi cosa devo rivedere il finale con la squadra e analizzare la situazione. E’ chiaro che dobbiamo migliorare. Per fortuna non sono caduto, poteva finire molto male».

Richeze non c’era

Richeze non avrebbe commesso un errore così banale, ma l’argentino si è perso nel caos del finale e a tirare la volata a Gaviria si è ritrovato uno che in Colombia viene considerato l’astro nascente dello sprint. Fra i due non corre troppo buon sangue.

Quando Gaviria si allontana, parlottando con il massaggiatore che lo segue da vicino, dà sicuramente la sensazione di essere arrivato al Giro parecchio in palla. Ci riproverà di certo, ma probabilmente chiederà a Richeze di stargli accanto.

Risponde Boplan, ecco come sono nate le super barriere

29.04.2021
6 min
Salva

Le avevamo viste alla Scheldeprijs e ve le avevamo raccontate con un articolo e un video: mai più cadute come quelle di Fabio Jakobsen al Tour de Pologne. Ma dato che di queste transenne si è parlato, qualcuno ha ripreso il tema e altri come l’Accpi hanno raccontato di altri progetti tesi a superare le barriere metalliche, ci è venuta la curiosità di chiedere a Boplan come e perché abbiano avuto l’idea di investire nel ciclismo. E quello che ci hanno raccontato, soprattutto sul fronte commerciale, è stato molto interessante.

Il nostro interlocutore è Bram Robichez, Marketing ed E-commerce manager della sede Boplan di Morseele, paese vicino Courtrai nel cuore delle classiche delle Fiandre.

Il totem “introduce” le transenne, che possono anche essere unite a quelle in metallo
Il totem “introduce” le transenne, che possono anche essere unite a quelle in metallo
Ci piacerebbe sapere come mai vi sia venuto in mente di studiare dei dispositivi di sicurezza per il ciclismo.

Boplan è dal 1999 un’azienda di riferimento quando si tratta di soluzioni per la sicurezza industriale. In questi oltre 20 anni abbiamo acquisito una competenza unica in questo settore. Ci sono tre cause per le quali abbiamo deciso di mettere la nostra competenza al servizio del mondo del ciclismo e dello sport, semplicemente perché pensiamo di poter fare la differenza.

Quali sono?

La prima causa è la passione per il ciclismo del nostro Amministratore Delegato Xavier Ramon e di molti dei nostri dipendenti. Poi c’è il fatto che il Belgio è uno dei principali Paesi con un enorme interesse pubblico per la bicicletta. Infine purtroppo si verificano ancora incidenti terribili nel ciclismo, che possono essere evitati utilizzando i prodotti e la tecnologia giusti. 

Vi siete mossi su richiesta di qualche organizzatore amico?

Abbiamo sviluppato e introdotto il nostro primo prodotto, il Boplan Race Bumper, nel 2019. Il suo lancio è stato fatto in collaborazione con gli organizzatori della E3 BinckBank Classic (ora E3 SaxoBank Classic, ndr) che sono stati i primi ad applicarlo nella loro gara. Ma l’iniziativa è stata nostra.

In che modo avete determinato l’altezza e l’inclinazione delle transenne?

In realtà si tratta di una caratteristica di sicurezza. Ci siamo assicurati che la barriera fosse più alta del punto di articolazione di una persona adulta, del suo bacino. Così le persone non sarebbero state in grado di chinarsi sulle transenne e raggiungere l’area in cui passano i corridori. La pendenza di 70° è identica alle barriere metalliche inclinate attualmente in uso nelle zone di arrivo. Quindi se necessario i due tipi di barriera possono essere collegati. L’inclinazione, in combinazione con l’altezza di 140 cm, fa sì che il pubblico non sia in grado di entrare in contatto con i corridori.

Transenne Boplan 2021
Bram Robichez, Marketing ed E-commerce manager nella sede Boplan di Morseele
Bram Robichez, Marketing ed E-commerce manager nella sede Boplan
In che modo avete scelto il materiale?

Abbiamo attinto agli oltre 20 anni di esperienza nelle soluzioni con l’impiego di polimeri. I nostri prodotti per la sicurezza industriale possono sopportare impatti enormi da parte di carrelli elevatori che pesano diverse tonnellate. Abbiamo sviluppato un’intera gamma di soluzioni di protezione dalle collisioni, ciascuna con le sue proprietà specifiche e i suoi valori di resistenza agli urti. Da questa competenza ed esperienza abbiamo sviluppato una versione speciale del polimero specifica per la protezione durante le gare ciclistiche e gli eventi sportivi.

Avete fatto dei crash test?

Tutti i nostri prodotti per la sicurezza industriale sono ampiamente testati. Abbiamo utilizzato i risultati di questi test per lo sviluppo delle nostre soluzioni di sicurezza per le gare ciclistiche. Abbiamo anche utilizzato simulazioni di crash e altri test sono programmati nel prossimo futuro. Le barriere sono destinate ad assorbire l’energia dall’impatto. Ovviamente parliamo di impatto di biciclette e non di automobili.

Che tipo di servizio offrite agli organizzatori che decidono di scegliere le vostre transenne?

Al momento offriamo soltanto i nostri prodotti, in una formula di collaborazione che secondo noi è vincente. Ciò significa che gli organizzatori della gara possono disporre dei nostri prodotti gratuitamente, in cambio di visibilità mediatica e di marketing a nostro favore. Un po’ come se fossimo uno degli sponsor principali della gara. Usiamo la manifestazione come piattaforma per creare consapevolezza del marchio e visibilità sui media per Boplan, offrendo in cambio più sicurezza.

Il solo dubbio, avendole viste, è che il binario in cui scorrono i pannelli pubblicitari possa essere tagliente.

No, le guide sono in gomma flessibile e non sono per niente taglienti.

Quanto costano le vostre transenne?

Ebbene, sono costose da produrre e abbiamo investito parecchi euro nel loro sviluppo. Ma come detto, non le vendiamo come tali, quindi purtroppo non posso darvi un prezzo.

Vuole dire che qualunque organizzatore ve le chieda potrà averle in uso gratuito?

Finora è stato così, ma ora stiamo lavorando sulla migliore strategia per richieste di questo tipo. Le gestiremo singolarmente, caso per caso.

Dopo tanta visibilità, avete ricevuto richieste da parte di altri organizzatori?

Sì, abbiamo ricevuto moltissime richieste. Da Giappone, Canada, Australia, Stati Uniti, Italia, Svizzera, Germania, Paesi Bassi, Spagna, Norvegia, Francia. Abbiamo anche contatti con quasi tutti gli organizzatori di gare in Belgio, dalla piccola gara locale, a classiche di fama internazionale come il Giro delle Fiandre, Gent-Wevelgem, E3 e simili.

Chi vi ha contattato dall’Italia?

Ci sono state molte richieste di informazioni, ma dato che non ci sono stati accordi ufficiali, preferiremmo mantenere questa informazione confidenziale. Ma per ora non ci sono grandi nomi, come ad esempio il Giro.

Con Salvato continuiamo a parlare di transenne

17.04.2021
3 min
Salva

Cristian Salvato ha letto il pezzo di ieri sulle transenne del Belgio e si è ricordato di quando un’idea simile venne anche all’Accpi, che la passò al Cpa . A sua volta l’Associazione mondiale dei corridori se ne fece interprete nelle tante riunioni con l’Uci, inserendo l’argomento transenne nella dettagliata serie di richieste, purtroppo rimaste in parte disattese.

«I belgi sono stati più bravi a farle – dice il presidente del sindacato italiano dei corridori – come quelle di Boplan non le avevo mai viste. Però ricordo che ho fatto vari studi, per capire come siano fatte le transenne negli altri sport di velocità. Francamente trovo assurdo che nel 2021 ancora non ci sia un regolamento tecnico omogeneo per queste protezioni».

Cristian Salvato è presidente dell’Associazione italiana corridori professionisti
Cristian Salvato è il presidente dell’Accpi

Matteo Trentin lo ha scritto su Twitter, parlando dell’iniziativa di Harelbeke e Flanders Classics e rilanciando il nostro servizio: «I primi e finora unici organizzatori a pensare ad un miglioramento per la nostra sicurezza senza che a loro venisse chiesto. Dovrebbe essere sempre così, ma purtroppo la realtà è diversa!».

Ogni corsa ha i suoi standard. Gli organizzatori piuttosto che accogliere la novità, vanno in cerca del difetto. Qualcuno ha tenuto a dire che ad Harelbeke quelle transenne non iniziavano 300 metri prima…

Il Giro ha transenne verticali su cui si appoggiano pannelli inclinati
Il Giro ha transenne verticalil su cui si appoggiano pannelli inclinati
Salvato, cosa fanno negli altri sport?

Il pattinaggio di velocità ha un documento di tre pagine che spiega come vadano fatte transenne e protezioni. Idem lo sci alpino. Da noi si dice solo, appunto, che devono essere inclinate e iniziare 300 metri prima dell’arrivo e finire 100 metri dopo, senza interruzioni.

Le transenne di Boplan assorbono l’urto.

Questa dovrebbe essere la prima caratteristica. Nel pattinaggio usano una sorta di gomma piuma, che però non è immaginabile per il ciclismo, non fosse altro per il numero di camion necessari per il trasporto. E allora mi ero messo a lavorare con Jonny Mole, socio di Pozzato, immaginando una soluzione pneumatica. Ma qualunque sia la ricetta finale, sarebbe necessario un protocollo Uci che costringa gli organizzatori ad adottare lo stesso standard. Quelle del Tour sono le peggiori. Sono fatte a blocchi che ogni tot si interrompono, motivo per cui prima mettevano il poliziotto in piedi sull’arrivo. Poliziotti che facevano foto o provocavano cadute. Non ci può essere uno in piedi sul rettilineo. Così adesso ci mettono un cuscino (foto di apertura, sulla destra di Bennett, ndr), ma le transenne restano quelle di quando correvo io.

E queste invece sono le transenne utilizzate ad aprile in Belgio
E queste invece sono le transenne utilizzate ad aprile in Belgio
In Italia come siamo messi?

In Italia la maggior parte delle situazioni le gestisce Italtelo. Ha transenne verticali alte 1,50 su cui si applicano i pannelli inclinati. L’altezza è giusta, per impedire a qualsiasi tifoso, anche alto, di sporgersi per fare foto e toccare il corridore.

L’Uci cosa risponde?

Per ora nulla. Feci notare che le transenne dei mondiali di Harrogate erano pericolosissime. Basse, alte da terra che sotto poteva passarci chiunque. Per fortuna l’arrivo era in salita e non ci sarebbe mai stata una volatona, ma ugualmente andrebbe previsto un protocollo. Sono tanto precisi per le cose che riguardano i corridori, le borracce e la posizione in sella, ma sul resto sembra quasi che non vogliano vedere.

Sicurezza: in Belgio le transenne le fanno così

16.04.2021
4 min
Salva
Le abbiamo scoperte nei giorni del Fiandre. Le nuove transenne adottate per le classiche di primavera nelle Fiandre sono una svolta notevole sul fronte della sicurezza. La risposta migliore, fino ad ora, perché non si ripetano incidenti drammatici come quello di Jakobsen del 2020. Basta barriere di metallo, si sono adottate quelle realizzate da Boplan con un polimero ad alto assorbimento. Sono alte 1,40 e hanno inclinazione di 70 gradi, per impedire al pubblico di sporgersi, garantendo la sicurezza di tutti.

La storia si è ripetuta, fortunatamente senza troppi danni, sul traguardo della 4ª tappa del Presidential Tour of Turkey. Mentre davanti a tutti Cavendish sprintava per la terza vittoria in tre giorni, alle sue spalle una bici ha impattato con le transenne, le ha fatte volare e il gruppo si è fermato in un grande mucchio. Si pensava (e si sperava) che l’incidente dello scorso anno a Jakobsen avesse aperto gli occhi, ma così non è stato. Per fortuna però qualcuno si è mosso e dal Belgio arriva per tutti un interessante spunto, di quelli che cogli soltanto andando alle corse.

Nella 4ª tappa del Turchia, a Kemer, maxi caduta alle spalle di Cavendish
Nella 4ª tappa del Turchia, a Kemer, maxi caduta alle spalle di Cavendish

Modello Fiandre

Ci hanno pensato gli organizzatori di Flanders Classics, proprietari di quasi tutte le corse di primavera in Belgio. A febbraio, per Omloop Het Nieuwsblad e Kuurne, si era ancora con le vecchie transenne di metallo. Invece a partire dal Gp E3-Saxo Bank e poi nelle corse a seguire, le barriere nelle zone di arrivo hanno cambiato faccia e colore.

Abbiamo avuto tempo di farne la conoscenza all’arrivo di Scheldeprijs e abbiamo avuto anche il tempo di fermarci per osservarle, fare foto e anche video. Le nuove barriere sono state progettate appositamente per gli arrivi delle corse di ciclismo e sono realizzate in materiale plastico. Sono alte 1,40 e l’inclinazione di 70 gradi impedisce ai tifosi di sporgersi verso la strada e ai corridori di volare dall’altra parte.

Alto assorbimento

Il materiale impiegato è un polimero ad alto assorbimento, che si deforma in caso di impatto, senza trasformarsi in un trampolino o una catapulta. Viste dal punto di vista dei corridori, quindi dalla strada, le transenne mostrano una faccia liscia e omogenea, impossibile da penetrare per ruote e manubri. Gli elementi che le compongono si legano fra loro con un sistema maschio-femmina e riempiendole d’acqua si dà alla barriera la consistenza giusta.

Gli striscioni pubblicitari di cui sono rivestiti gli arrivi si infilano in un doppio binario – superiore e inferiore – conferendo alla… parete l’omogeneità giusta. Forse, ma siamo nel campo delle intuizioni personali, si potrebbe lavorare ancora sul raccordo dei pannelli sul lato corto. In ogni caso, il distacco del cartello in caso di caduta non comporta l’apertura delle barriere. Se il corridore si appoggia contro la transenna, non corre il rischio che la ruota o il manubrio si fermi bruscamente, sbalzandolo via.

I totem di Boplan riparano i corridori da sporgenze e altri ostacoli sulla strada
I totem di Boplan riparano i corridori da sporgenze e altri ostacoli sulla strada

Made in Boplan

Le produce Boplan, un’azienda belga che ha filiali anche in Gran Bretagna negli Usa e nel resto d’Europa. Oltre alle transenne, per quanto riguarda il ciclismo, produce anche totem da collocare a bordo strada o agli incroci per salvaguardare i corridori in gara da spartitraffico e ostacoli sulla strada. Per il resto delle sue attività, Boplan produce protezioni per magazzini, per spazi di lavoro e persino elementi per guardrail: tutto ciò che potrebbe andare incontro a urti e può trarre vantaggio dall’impatto con un materiale assorbente ed elastico.

Con questo tipo di transenne, probabilmente Jakobsen non avrebbe rischiato di morire. E anche se tutto è perfettibile e soluzioni diverse possono essere certamente trovate, è interessante rendersi conto di come l’urgenza del problema venga recepita diversamente nei vari Paesi. Nel Belgio che ha nel ciclismo lo sport nazionale, non hanno voluto correre altri rischi.