Tra un salto e una spallata, la strada di Fantoni fino a Tokyo

08.07.2021
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Giacomo Fantoni sarà l’unico atleta italiano della Bmx a Tokyo, poi si ritirerà. Di lui avevamo parlato con il cittì Tommaso Lupi, traendo la sensazione (già provata quando li incontrammo in pista a Montichiari) che della specialità importi soltanto a chi la pratica e pochi altri. Non è bello allenarsi ogni santo giorno e approdare alle Olimpiadi, pensando che là fuori nessuno sa che esisti. Perché poi alla fine le Olimpiadi sono le stesse per tutti e l’oro delle medaglie viene fuso nello stesso crogiolo. Che tu sia Justin Gatlin, appunto, o Giacomo Fantoni. Perciò andiamo a vedere che cosa sta facendo il veronese di Zevio, classe 1991, e in che modo si sta preparando, dato che a Tokyo manca ormai veramente poco.

La convocazione per Tokyo 2020 nel miglior momento della carriera
La convocazione per Tokyo 2020 nel miglior momento della carriera

L’appuntamento è per le 8,30 del mattino, lungo il tragitto che da casa lo porta in palestra. Altri buchi dice che non ne troverebbe. 

Che cosa stai facendo in questo periodo?

Stiamo rifacendo in piccolo quello che abbiamo fatto quest’inverno. Un ciclo di forza per spingere nel modo giusto e per adattarci alla pista, che sarà lunga e insolita. Non c’è il minimo dislivello, che a volte aiuta. La gara del Test Event nel 2019 durò 42 secondi, quasi 7 più del solito. Si rischia di arrivare a 45 secondi. Sembra poco, non lo è.

Siete come i velocisti della pista, in fondo, per cui allungare una gara di 7 secondi non è così banale…

Esatto. La velocità su pista è la specialità del ciclismo classico che si avvicina più alla nostra. Non tanto la velocità individuale, quando il Team Sprint. Il velocista che fa il giro di lancio, ha lo stesso tipo di impegno o comunque molto simile. Noi abbiamo una frequenza di pedalata superiore e anche per noi la partenza è una fase decisiva.

Perdona la domanda in apparenza ingenua, ma… è comoda la posizione sulla Bmx?

E’ una delle cose più scomode che ci sia. Non puoi stare seduto e in piedi non sei centrato come su una bici da strada. Però è perfetta per quello che dobbiamo fare. Anche sul fronte dei materiali, non siamo al livello delle bici da strada o le mountain bike, in compenso però si lavora tantissimo sulla tecnica individuale. Salti, partenze, curve, contatto fisico

Contatto fisico?

In nessun’altra disciplina ciclistica è previsto. La spallata, la spinta fanno parte del gioco, ma in base all’intensità possono valere una squalifica. Si lavora di spalla e di gomito a 55 all’ora, su gobbe sterrate. Il sistema nervoso rifiuta certe cose, ma se non ti adegui, ti passano sopra. Devi essere cattivo e pronto, perché la gara dura così poco che se ti metti a pensarci, è già finita.

Come sono fatte le vostre bici?

Si lavora tanto. Ora la sfida è fra telai in carbonio e in alluminio, ma alla fine è una scelta molto personale, dipende da come giri. Il carbonio è più performante. Per le ruote abbiamo cuscinetti chiusi, di serie. Mi faccio sempre il mio tuning, ma per le Olimpiadi ne faremo uno speciale con l’aiuto del mio allenatore Francesco Gargaglia.

Tutto pronto per volare in Giappone: Giacomo Fantoni, Italy
Tutto pronto per volare in Giappone: Giacomo Fantoni, Italy
Siete come discesisti e dovete mandare a memoria il percorso?

Ho una buona memoria fotografica, per cui quando è possibile faccio un giro con la GoPro sul casco e poi in camera guardo e riguardo il video. Quando arrivo in gara, devo già averlo in testa. E visto che nel 2019 non ho partecipato alla gara di Tokyo, in questi giorni sto guardando tutti i video di chi c’era.

In che modo hai cominciato a correre?

Il mio primo sport fu lo snowboard, mentre a 6 anni ebbi la prima bici. Mia madre aveva corso in mountain bike e un giorno per caso arrivammo alla pista di Montorio Veronese. Fu amore a prima vista, un classico. Il bambino vede le gobbe e le curve e si innamora.

Come mai arrivi alle Olimpiadi solo a 30 anni?

E’ stato un cammino molto lungo. Volevo arrivarci prima, ma non ero nelle condizioni di riuscirci. Nel 2016 provai, ma non lavorai a sufficienza. Sono tanti anni che ci vado dietro e che lo sogno, ma so che ora è il momento giusto. Prima non avrei avuto forma e testa, ora sono al mio picco.

In pista a Montichiari, in una fase diversa della preparazione
In pista a Montichiari, in una fase diversa della preparazione
E come la vivi?

E’ un sogno, sono troppo felice.

Altra domanda ingenua: si guadagna a fare l’atleta nella Bmx?

Per niente ingenua, mi viene fatta spesso e la risposta è che il mio lavoro è un altro. Faccio l’allenatore della mia squadra. Domenica scorsa il nostro Leonardo Cantiero ha vinto il tricolore juniores a Padova. La Bmx non mi dà da vivere e non ci sono corpi militari interessati. Ci fu qualche avvicinamento, ma la risposta non è mai arrivata. Io comunque non posso farci più niente, perciò questo è il mio ultimo anno. Non avendo uno stipendio, non posso crearmi una famiglia e a 30 anni è arrivato il momento di dare una svolta.

Quanto è rigida la disciplina in fase di preparazione?

Tornato dalla Coppa del mondo in Colombia, la mia vita è piena di allenamenti e non faccio praticamente altro. Vita monastica, insomma. Per fortuna però da un paio di giorni abbiamo mollato con i carichi di lavoro e sto iniziando a riposare per avere il giusto recupero. Però si lavora sul vestiario, sulla bicicletta…

Fantoni memorizza i tracciati dalla sera prima: dalla partenza alle singole curve (foto Bmx Pro Race)
Fantoni memorizza i tracciati dalla sera prima: dalla partenza alle singole curve (foto Bmx Pro Race)
Quando parti?

Il 21 luglio, per gareggiare il 29 e 30.

Che effetto fa pensare che andrai alle Olimpiadi?

Non sono ancora del tutto sicuro di quello che mi sta succedendo. Sembra ancora una favola. La qualificazione in Colombia è stata fuori da ogni schema. Prima volta in una finale di Coppa del mondo nell’ultima prova disponibile e per due giorni di fila. E alla fine abbiamo strappato il pass olimpico. I sogni di una vita in un solo weekend. Si fa fatica a credere che sia tutto vero e tutto sommato mi piace che sia così…

A Tokyo faremo il tifo anche per la Bmx azzurra

03.07.2021
4 min
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Per la seconda volta in pochi mesi, torniamo ad occuparci su queste pagine di Bmx. Nella prima occasione, a Montichiari, quando i ragazzi si misero alla prova con la velocità su pista, la qualificazione olimpica era un timido auspicio. Invece adesso Fantoni l’ha centrata e parlare con il cittì Lupi ha un altro sapore. Sono giorni di preparativi e gare. Domenica si corre il tricolore a Padova, sulla pista di casa, mentre la settimana successiva (9-11 luglio) la nazionale sarà a Zolder per gli europei.

Lo studio del percorso è decisivo, vista la velocità delle prove. DI spalle Giacomo “Jack” Fantoni
Lo studio del percorso è decisivo, vista la velocità delle prove. Di spalle Fantoni
Come va?

Tutto molto bene, visti i risultati. Ma se posso dire la verità, me l’aspettavo, anche se per la comunicazione mi avevano chiesto di tenere un basso profilo e di conseguenza non mi sono esposto più di tanto. Di fatto, siamo arrivati alla Coppa del mondo a Bogotà, in Colombia, che eravamo già qualificati, ma quella domenica sera abbiamo praticamente ottenuto il… timbro sul passaporto.

Il posto olimpico è di Fantoni, di cui si era già parlato come dell’uomo di riferimento…

Ma la qualificazione è il risultato di tutta la squadra. Certo Fantoni con due finali di World Cup ha ottenuto un bel risultato e quello davvero mi ha stupito. Risultati che si è meritato, infilandosi dove doveva e soprattutto ripetendosi il giorno dopo, facendo 6° e 7° il 29 e 30 maggio a Bogotà. Sono pochi quelli che sono riusciti a ripetersi nella storia della Bmx.

Foto di una partenza in Coppa Europa a Verona, nel maggio 2021
Foto di una partenza in Coppa Europa a Verona, nel maggio 2021
Perché?

Perché è una disciplina molto tecnica e veloce, che sta alla base di tutte le altre: questo non mi stancherò mai di ripeterlo. Ha caratteristiche tecniche e di prestazione in cui non puoi sbagliare nulla. Una gara dura 35”-37”, il minimo errore è fatale. Per cui Fantoni andrà a Tokyo e Furlan sarà la riserva, anche se non potrà volare laggiù. Il terzo uomo invece è Sciortino, che è più giovane e ha lavorato davvero bene.

Credi che vedere in diretta televisiva le prove di Bmx aiuterà a diffondere lo sport?

So che Eurosport le trasmetterà con il commento di Ilenia Lazzaro, padovana come me. Un’Olimpiade come la nostra ha bisogno di visibilità. Serve al movimento e serve per i ragazzi che si spaccano la schiena e spesso non li vede nessuno. E comunque già qualcosa sta cambiando.

Che cosa?

C’è un’aria più serena. La gente mi ferma e fa i complimenti, gli atleti hanno ritrovato nuovo orgoglio nel fare parte del movimento. Puoi fare altre scelte se c’è in ballo il Tour de France e perché entrano altre cose in ballo, ma anche noi abbiamo un dignità.

Fase di volo in allenamento per Fantoni in Colombia. La Bmx esige resistenza, esplosività e grande lucidità
Fase di volo in allenamento per Fantoni in Colombia. La Bmx esige resistenza, esplosività e grande lucidità
Perché Fantoni è arrivato alle Olimpiadi solo adesso?

Ha 30 anni e non sarà il più anziano, perché Graf gareggerà a 32 anni e poi si ritirerà, come del resto ha già annunciato anche Fantoni. Jack è un grande a livello tecnico ed è fortissimo fisicamente, ma forse in passato non è riuscito a metterci la freddezza che invece ha tirato fuori in Coppa del mondo. Arriva a Tokyo con grande esperienza e forte dei risultati ottenuti. Ho sempre detto che alle Olimpiadi sarebbe andato chi avesse concretizzato gli sforzi con qualche risultato.

Fantoni entrerà poi nello staff azzurro?

Non so dirlo, non se ne è parlato, anche perché tutti noi tecnici delle nazionali dovremo ridiscutere le nostre posizioni con la nuova dirigenza federale. Io ho il mio progetto, ma sarà da valutare. Fra le idee, senza far nomi, c’è quella di far entrare nel giro anche un ex atleta che abbia smesso da poco, che possa dare una marcia in più al lavoro.

Foto della spedizione in Colombia. Da sinistra Fantoni, Sciortino, Furlan. Dietro Quintero (collaboratore) e il Ct Lupi
Foto della spedizione in Colombia. Da sinistra Fantoni, Sciortino, Furlan. Dietro Quintero (collaboratore) e il Ct Lupi
Cosa farà Fantoni da qui a Tokyo?

Non gareggerà. Può essere un rischio, ma la gara di Tokyo sarà insolitamente lunga, fra 42” e 43”, per cui d’accordo con il suo preparatore si è deciso di fare un altro blocco di lavoro. E il 21 luglio partiremo.

Per gareggiare quando?

Il 29 e 30 luglio. La fortuna è che nei giorni precedenti potremo girare sul percorso. E’ un bene, perché Fantoni non venne al Test Event del 2019 e al momento sta anche vedendo i video delle gare precedenti. Siamo nel pieno. E fra poco si parte.

Montichiari: interessante incontro con il mondo Bmx

28.02.2021
6 min
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La nazionale di Bmx sulla pista di Montichiari: benvenuti in una stanza un po’ particolare. Il fatto è che se ne era parlato così tanto (ragionando del settore velocità), che la tentazione di seguirli è stata troppo forte. Cosa ci fanno questi ragazzi, abituati al manubrio alto e le ruote tassellate, sul parquet di Montichiari?

L’occhio di Villa

Scherzando, ma fino a un certo punto, nei giorni scorsi il cittì della pista Marco Villa aveva fatto notare un dettaglio nulla affatto trascurabile.

«Quando partono da fermi – aveva detto – scaricano così tanta forza, che la bici sgomma. I nostri non lo hanno mai fatto. Andate a vedere, ci sono i segni di gomma sulla riga. Poi però calano, gli manca la resistenza…».

Il dato sulla potenza è estremamente interessante, perché i ragazzi partivano con il 54×14-15 e i segni sul legno c’erano davvero.

Le istruzioni di Lupi: tre giri per lanciarsi e poi un giro a tutta
Le istruzioni di Lupi: tre giri per lanciarsi e poi un giro a tutta

Centro Studi e Bmx

L’idea di venire in pista per fare qualche allenamento diverso dal solito è stata concepita a sei mani dal cittì azzurro Tommaso Lupi, Marco Compri e Diego Bragato del Centro Studi Federale. La sessione di febbraio è stata la terza, con feedback interessanti da arte degli atleti. Chiaramente, vista la tipologia delle loro gare, i ragazzi non hanno allenato minimamente le qualità di endurance e hanno lasciato che la Fci entrasse nella loro preparazione. 

«A qualcuno sono venute delle perplessità – spiega Lupi – qualche problema di preparazione, ma comunque hanno lasciato una finestra aperta. Le nostre gare durano 30-35 secondi a tutta, quindi esplosività e tanta tecnica. Per questo la preparazione è improntata sui lavori di forza. Rispetto ai ragazzi che fanno velocità in pista, uno della Bmx è molto più avanti per quel che riguarda l’approccio al lavoro. Andare in palestra 2-3 volte a settimana è normale e persino uno stimolo. Un elite ha un picco di 2.300 watt e di solito si corre con rapporti che sviluppano 4,3 metri, con una cadenza di 150 pedalate raggiunta in 30-40 metri».

Marco Compri, Diego Bragato, Tommaso Lupi: staff tecnico a confronto
Compri, Bragato, Lupi: staff tecnico a confronto

Velocisti di fatto, insomma, sia pure sulla Bmx. I ragazzi di Lupi occupavano il lato sinistro del velodromo. Cappello in testa, musica di tanti bassi e i pugni a ruotare in alto per scandire il tempo. Una mezza discoteca nel tempio del ciclismo silenzioso.

Come si allena in pista un atleta della Bmx?

Qui facciamo lavori di forza sui 125 metri e solo oggi abbiamo inserito i 250 metri lanciati per avviare un confronto con il gruppo di Villa. Però intendiamoci, non c’è ancora alcuna forma di collaborazione, anche se non è vero che li tengo con il guinzaglio corto. Li ho visti crescere, ma come tecnico voglio al 110 per cento che un mio atleta abbia le sue soddisfazioni. E se anche non fosse in Bmx, perché dovrei impedirglielo?

Può esserci fra loro qualcuno che proverebbe la velocità su pista?

Sì.

Un atteggiamento onesto.

Per la Fci siamo una risorsa in più, la chance di avere più medaglie.

Europei 2018, in azione Kyle Evans (Gran Bretagna)
Europei 2018, in azione Kyle Evans (Gran Bretagna)
Sa che in Olanda i velocisti della pista vengono dalla Bmx?

Gli olandesi ci sanno fare, sfruttano gli atleti a 360 gradi. Se uno ha un buon pacchetto fisico e tecnico, lo tengono nella Bmx. Invece quelli che non hanno ottenuto risultati li mandano in pista, trovando ragazzi pronti fisicamente e dotati di grande abilità tecnica. Sono giovani, ma lavorano duro tutto il giorno.

Ci fa l’identikit del suo azzurro tipo?

Hanno scoperto la bici passando vicino a una pista oppure a un parco. A quel punto hanno chiesto ai genitori di portarli da Decathlon, dove hanno comprato una Bmx pesantissima con i pegs, le pedane sulla ruota posteriore. Di sicuro nessuno l’ha scoperto da un canale mediatico, perché su Youtube trovi semmai le cadute, ma non certo il lavoro che c’è dietro. Bisognerebbe inventare dei format più comprensibili, anche per rendere più fruibili le gare. Al momento abbiamo la nazionale di freestyle che è molto più commerciale e poi ci siamo noi. Abbinare i due tipi di eventi sarebbe una grande manna dal cielo. Avremmo eventi con una marea di gente, quando si potrà nuovamente…

E adesso l’indentikit del cittì: chi è Tommaso Lupi?

Ho 29 anni e sono un grande appassionato di sport, delle due ruote in particolare. La Bmx la scoprii passando in macchina con i miei genitori davanti a una pista e chiamando il numero affisso nella bacheca. Ho cominciato ad andare al Centro Filippo Raciti di Padova. A 16 anni ho iniziato ad allenare i bambini e poi sono andato in Francia a lavorare e imparare da Pierre Henri Sauze, un tecnico francese cui devo davvero molto. Per il resto ho sempre fatto ciclismo, amo la bici a 360 gradi.

Il pomeriggio annuncia la sera, prossimo step tornare in gara
Il pomeriggio annuncia la sera, prossimo step tornare in gara
Come si svolgerà la vostra stagione?

Voglio essere ottimista. Dovremmo iniziare dalla Coppa Europa a Verona. Poi ci sarà Creazzo a metà marzo. A maggio la Coppa del mondo a Stoccarda e Bogotà, con Verona che si è candidata per sostituire la data colombiana se ci fossero problemi di Covid. Le gare di Coppa qualificano ancora per le Olimpiadi, ma purtroppo ci mancano i punti del mondiale.

Non sarà che anche venire qui è un modo per trovare nuovi stimoli?

Abbiamo fatto di tutto, anche organizzato gare tra noi, ma non è mai come correre davvero. Montichiari è lo stimolo di qualcosa di nuovo, dopo gli ultimi mesi senza gareggiare, a causa della cancellazione di quasi tutti gli eventi.