Iker e Ainara, in rotta sull’Italia. Li manda Garzelli

22.10.2021
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Uno con Reverberi, l’altra con Fidanza. Iker Bonilla e Ainara Albert. Dalla Spagna stanno per arrivare due ragazzi cresciuti insieme nella zona di Valencia, che hanno scelto come proprio referente Stefano Garzelli. Non sono usciti dalla sua squadra, ma lo conoscono da così tanto tempo che a lui si sono affidati. Sono juniores e per andare avanti sulla loro strada hanno scelto l’Italia.

«Li conosco da quando avevano dieci anni – dice il varesino – correvano insieme da bambini. A volte lui batteva lei, a volte lei batteva lui. Non vengono fuori dalla mia scuola, hanno due anni più dei miei allievi. Spero di vedere qualcuno dei miei nei prossimi due anni. Nel 2022 avremo 10 juniores e 10 allievi. Non abbiamo i grossi nomi, anche se lo junior che ha vinto di più in Spagna nel 2021 ha scelto di rimanere con noi. Perché gli permettiamo di imparare a correre restando tranquilli e senza l’assillo del risultato. Gli squadroni vogliono le vittorie, per noi la più bella sarebbe vederli passare professionisti».

Duelli fra campioni

Il discorso prende il largo e scopri che una delle rivalità più accese vede i suoi ragazzi contrapposti a quelli della scuola di Valverde, che ha sponsor importanti e corridori dagli allievi agli under 23. Al Giro del Portogallo se le sono date di santa ragione, mentre Stefano ricorda una corsa in cui il primo era della sua scuola, il secondo di Valverde e il terzo di Samuel Sanchez. Il campione olimpico di Pechino ha una squadra che si chiama NMR Cycling Academy dal nome di un’azienda che fa bici e ha tutte le categorie dai 9 ai 18 anni.

Compagni di squadra nel 2013 a 10 anni, quando si dividevano le vittorie
Compagni di squadra nel 2013 a 10 anni, quando si dividevano le vittorie
Come ha fatto Iker ad arrivare con Reverberi?

A febbraio parlai con Alessandro Donati e con Rossato e così Iker fece il ritiro qui in Spagna insieme alla Bardiani. Reverberi ebbe modo di osservarlo e dato che avevano già in mente di fare il progetto giovani, a marzo abbiamo concluso l’accordo. E’ uno degli junior più forti di Spagna. E anche se non tutti sono d’accordo che passino così presto e non lo sono nemmeno io, penso che potrà crescere con le giuste tutele, perché mi fido di Donati e Rossato. Il calendario under 23 spagnolo non è come in Italia, poteva perdersi.

Per quanto tempo ha firmato?

Due anni, in cui potrà capire se è in grado di puntare più in alto. Li abbiamo visti crescere, ho una foto di Iker di quando correvo ancora con la maglia bianca dell’Acqua&Sapone. Ho anticipato i procuratori. Sono contrario che arrivino pro’ direttamente dagli juniores, ma se proprio qualcuno deve seguirlo, allora meglio che lo facciamo noi. Per ora si tratta solo di aiutarli, più avanti vedremo. Hanno la loro traiettoria già tracciata, ma avevano già persone che ruotavano attorno a loro. 

Certo però, da junior a professionista…

Un errore di tutto l’ambiente, che sto vivendo sulla mia pelle con gli allievi. Pensano tutti di essere Ayuso o Evenepoel, mentre secondo me sarebbero giusti due anni da under 23 prima di passare. Come glielo spieghi però? Ayuso lo conosco bene, è di queste parti anche lui. E’ ambizioso. Ha vinto il Giro U23 e forse era convinto di andare a vincere anche tra i pro’. Se fa fatica lui, agli altri cosa tocca?

Ainara Albert è campionessa spagnola juniores di inseguimento con record nazionale (foto Morales)
Ainara Albert è campionessa spagnola juniores di inseguimento con record nazionale (foto Morales)
Sono contenti di venire in Italia?

Contentissimi. Sarà un’esperienza che li farà crescere, con Donati da una parte e Fidanza dall’altra che li seguiranno bene. Iker potrebbe avere come obiettivo magari di fare il Giro U23, senza altre attese. Invece per Ainara le cose cambiano, perché il salto da junior a elite è alto. Perché non creare un calendario di corse U23 per le ragazze? Lei poi è caduta agli europei pista, cui è arrivata battendo il record spagnolo dell’inseguimento che resisteva da anni. Sbagliando, secondo me, subito dopo l’hanno portata agli europei strada di Trento, ma si è ritirata perché non si era ancora ripresa. Ha firmato con la Isolmant per un anno. Potrebbe avere nel mirino addirittura le Olimpiadi di Parigi.

Tanta roba per due ragazzi di 18 anni…

Sono atleti giovani che possono crescere. A 18 anni sei un ragazzino ed hai in mano il tuo futuro. Il ciclista è imprenditore di se stesso e investe 15 anni della sua vita nello sport. Venire in Italia per entrambi significa uscire dai loro standard, imparare un lavoro nuovo e capire se sono in grado di farlo. L’Italia è una sfida.

Con i piedi per terra?

Assolutamente, ma bisognerebbe fosse così per tutti. Anche quando vinci un mondiale da junior, bisognerebbe sottolineare che i mondiali veri vengono dopo. Il campione del mondo è Alaphilippe oppure Ganna, gli altri sono campioni del mondo giovanili. Invece si dimentica. In televisione si fanno dirette integrali, si usano gli stessi aggettivi per tutti, si fa confusione. E’ un attimo a 18 anni convincersi di essere campioni, la verità è che non hai neanche cominciato…

Stefano Garzelli Team, la scuola di ciclismo più grande di Spagna

31.07.2021
5 min
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Abbiamo spesso parlato di giovani e di squadre rivolte ai ragazzi. Ma lo abbiamo sempre fatto restando in Italia. Stavolta andiamo in Spagna, più precisamente a Valencia. Da quelle parti, infatti, c’è la Stefano Garzelli Team (un po’ d’Italia non manca mai!), che è anche una scuola di ciclismo.

La squadra nasce nel 2014 e oggi è una solida realtà. Tanto che lo scorso anno ha vinto la Coppa nazionale tra gli allievi e continua a vincere. Giusto ieri, Sergio Serrano, ha fatto sua la prima tappa della Volta a Portugal de Cadetes, il Giro del Portogallo per gli allievi. A dirigere il team c’è sì la maglia rosa del 2000, ma anche e soprattutto sua moglie Maria.

Serrano vince la 1ª tappa del Giro di Portogallo
Serrano vince la 1ª tappa del Giro di Portogallo

La scuola più grande di Spagna

«All’inizio – racconta con passione Maria Benimel – c’erano solo 6 bambini di cui 3 erano i nostri figli. Li avevamo aggiunti per sembrare che fosse una squadra più abbondante! Scherzi a parte, abbiamo creato la scuola perché nostro figlio maggiore voleva correre. Negli anni la società ha continuato a crescere e adesso è la scuola di ciclismo più grande di tutta la Spagna. Abbiamo quasi 100 ragazzi dai 4 ai 17 anni, tutti della zona di Valencia.

«Con la squadra allievi ci muoviamo in tutta la Nazione e facciamo anche qualche puntatina all’estero, come appunto la corsa in Portogallo di questi giorni. La squadra degli allievi è nata tre anni fa e il prossimo anno avremmo anche quella juniores. Vogliamo dare continuità a questo progetto. Tanto più che alcuni ragazzi sono dei talenti. Non sappiamo dove possiamo arrivare, ma vogliamo dargli la possibilità d’imparare… E dico che hanno un bel maestro di ciclismo!».

L’esperienza di Stefano

Maria racconta che Stefano li segue molto, almeno quando è in Spagna. E li segue soprattutto ad inizio stagione. Dà ai ragazzi molti consigli, anche sull’alimentazione, riporta molto le sue esperienze e spesso esce con loro.

Ma gli allievi del team, sanno chi è davvero Garzelli? Alla fine parliamo di gente che è nata anche dopo che Stefano aveva smesso di correre.

«Sì, sì – spiega Maria – sanno chi è Stefano. Si informano e soprattutto lo sanno perché Stefano insegna loro facendo molto ricorso all’esperienza, agli aneddoti, ai ricordi. Poi chiaramente si identificano di più con i nuovi campioni: Pogacar, Van Aert e Van der Poel visto che fanno anche cross.

«Io non sono stata una ciclista, ma è come se lo fossi stata, stando vicino a Stefano che ha corso tra i pro’ per 15 anni. Quindi ho imparato e ho visto abbastanza. Per questo noi vogliamo offrire ai ragazzi un ciclismo senza pressione. Vanno a scuola, devono studiare e se allenarsi diventa stressante finisce che non prendono più la bici».

Maria Benimel a lezione per i suoi ragazzi
Maria Benimel a lezione per i suoi ragazzi

Maria “direttora” e mamma

Ma se Stefano è un consigliere soprattutto per i più grandi, qual è il ruolo di Maria?
«Ho cominciato con bambini più piccoli di 4 e 5 anni, poi ho iniziato a formarmi e adesso sono una “direttora” (Maria è spagnola, ndr) di 3° livello. Seguo tutte le categorie. Mi piace soprattutto dare supporto psicologico ai ragazzi, perché alla fine sono bambini, alcuni un po’ più grandi, ma sempre bambini. Sono una direttrice-mamma! Mi piace tantissimo salire in ammiraglia, ma che stress! I ragazzi sono bravissimi a guidare la bici, ma non sempre sono abili a muoversi in corsa, nel gruppo e tra le ammiraglie. Devi essere attentissima.

«Non impongo mai delle tattiche. Prima del via chiedo ai ragazzi: cosa volete fare? Chi sta meglio? E vedi che loro iniziano a parlare, a prendere decisioni. Si crea una bella comunicazione tra di loro. Altra particolarità: noi non usiamo mai le radioline in corsa. Nelle gare nazionali potremmo farlo, ma niente. Per me i ragazzi devono avere creatività, saper decidere in gara, avere intuizione. E se queste qualità non le crei adesso poi è difficile».

Sponsor di alta qualità per la squadra di Garzelli
Sponsor di alta qualità per la squadra di Garzelli

Ragazze e rispetto

L’attività della Stefano Garzelli Team abbraccia tutti i fronti: non solo strada, ma anche Mtb, Ciclocross e per i più grandi c’è anche la pista.

«Abbiamo anche delle ragazze – riprende Maria – ma nella scuola e non nella categoria allievi. Alle fine sono poche e in zona ci sono già altri team femminili. Non vogliamo entrare in competizione con loro. Serve rispetto. Così quando arrivano a 14 anni, se vogliono continuare, passano in queste altre squadre. E poi che senso avrebbe fare tanti team piccoli? L’impegno, anche economico non è poco, se vuoi fare le cose fatte bene. E per questo dobbiamo ringraziare i nostri sponsor… e quelli che arriveranno! Per ora ci sono vicini Sidi, Level, Rudy, Alè… e una banca locale. Ma noi vogliamo arrivare lontano».