Da Glasgow a Plouay, tre europei a confronto: parla Garzelli

03.09.2021
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L’Italia correrà in casa i prossimi campionati europei. Il 12 settembre, a Trento gli azzurri saranno chiamati a difendere il titolo conquistato lo scorso anno a Plouay da Giacomo Nizzolo, che ha regolato in volata Demare e Ackermann. Una storia di amore e passione quella tra i colori azzurri e la maglia di campione europeo, sono tre anni di fila che il tricolore svetta sul gradino più alto del podio. Il primo fu Matteo Trentin, nel 2018 a Glasgow ad aggiudicarsi la prima maglia stellata per gli azzurri (foto di apertura), a cui seguirono Elia Viviani ad Alkmaar e, appunto, Nizzolo in terra francese.

Abbiamo chiesto a Stefano Garzelli di ripercorrere con noi i trionfi azzurri per analizzarli fino in fondo e capire come abbia fatto l’Italia ad aggiudicarsi questo favoloso tris.

Nel 2019 ad Alkmaar, Viviani arriva da solo: soluzione inattesa
Nel 2019 ad Alkmaar, Viviani arriva da solo: soluzione inattesa
Il campionato europeo è nato nel 2016 ti piace come corsa?

Sono pochi anni che si corre, ma ha pienamente colto nel segno dal mio punto di vista, c’era già il mondiale come corsa lunga ad “esaurimento”. L’europeo invece, è una corsa moderna, corta, dove conta tanto la tattica. Un chilometraggio breve, si parte subito forte e questo giova allo spettacolo e alla vivacità della gara.

Com’è vista dai corridori?

A loro piace, quando è stato introdotto gli addetti ai lavori erano un po’ scettici, ma direi che ha fatto centro, anche per quando riguarda i commissari tecnici. Con questa corsa così diversa e non lontana dal mondiale, possono giostrare in modo diverso i corridori, è anche un banco di prova importante per qualche ragazzo giovane.

Così magari emergono anche altri tipi di corridori, come i nostri.

Dopo i 200 chilometri avviene una selezione naturale, mentre per vincere una corsa più corta serve più organizzazione tattica, per mettere nel sacco gli avversari. Emerge quindi la capacità di correre come squadra e di essere un gruppo coeso. Mentre in una gara più lunga come un mondiale ci si può nascondere, al campionato europeo bisogna correre in prima linea.

Giacomo Nizzolo, Arnaud Demare, Campionato europeo, Plouay, 2020
Lo scorso anno terza vittoria consecutiva: Nizzolo a Plouay piega. il padrone di casa Demare
Giacomo Nizzolo, Arnaud Demare, Campionato europeo, Plouay, 2020
Lo scorso anno terza vittoria consecutiva: Nizzolo a Plouay piega. il padrone di casa Demare
L’Italia ha sempre saputo leggere molto bene la corsa, dove la tattica la fa da padrona.

Noi abbiamo dominato le precedenti edizioni! Questo vuol dire che corriamo bene e sappiamo cosa fare per essere sempre protagonisti. Questo lo testimoniano i tre successi di fila. Quello che personalmente mi ha colpito di più è stato quello di Viviani nel 2019 (Alkmaar ndr).

C’era tanto vento…

Sono stati bravi a portarlo fuori nel momento migliore e hanno gestito i ventagli in maniera egregia, poi la sua grande condizione è uscita ed ha vinto in solitaria. Elia quel giorno volava, letteralmente.

Matteo Trentin aprì le danze.

Matteo è un corridore che con percorsi mossi ed ondulati emerge e si esalta, anche quando il clima è avverso non si fa fermare. In una giornata da tregenda mise dietro di sé Van Aert e Van Der Poel, questo vuol dire che sei forte. 

Se a Trento Colbrelli avrà la forma del tricolore e poi del Tour, alla sua portata c’è un grande risultato agli europei
Se a Trento Colbrelli avrà la forma del tricolore e poi del Tour, alla sua portata c’è un grande risultato agli europei
L’ultimo è stato Giacomo Nizzolo, in un’edizione un po’ particolare

Quello dello scorso anno è stato un europeo differente, a causa del Covid si è gareggiato in piena stagione, questo cambiava le carte in tavola. Giacomo era pronto per fare bene la prima parte di stagione dopo il nuovo inizio, infatti, in una settimana ha vinto il titolo italiano e quello europeo.

Un peccato che non possa difendere il suo titolo

Un peccato, ma non avrebbe potuto difenderlo al meglio delle sue possibilità. Quello di Trento è un percorso troppo duro per lui, la scelta è dolorosa ma corretta, lo vedo meglio al mondiale, nelle Fiandre.

Ci saranno altri dei “nostri” pronti a difendere il titolo, chi credi possa fare bene?

Trentin è il nostro uomo di punta secondo me, il terreno è adatto a lui, ormai siamo a livelli in cui anche corridori come Matteo reggono bene in salite di media percorrenza. Alla Vuelta sta andando forte, non ha vinto ma si è piazzato sempre bene. Sta andando forte anche in salita. Un altro è Sonny Colbrelli, campione italiano, che ha fatto un Tour de France molto forte (non ha vinto ma ha trovato due volte il podio, ndr).

Nonostante la stagione a corrente alternata per varie sfortune, agli europei Bagioli potrà dire la sua
Nonostante la stagione a corrente alternata per varie sfortune, agli europei Bagioli potrà dire la sua
Anche Bagioli sta andando bene, potrebbe correre l’europeo secondo te?

Assolutamente, è il suo terreno, va forte in salita ed anche molto molto veloce. Ha sfiorato più volte la vittoria alla Vuelta quest’anno. Mi aspettavo qualcosa in più in salita, ma nelle corse di un giorno la storia è differente. Penso possa essere una bella esperienza per lui e che possa dire la sua.