«Speravo di diventare allenatore della nazionale di ciclismo su strada – scrive Gilbert – per poter condividere la mia esperienza e la mia passione con la generazione attuale. Tuttavia, il posto non è mai stato pubblicizzato e gli accordi interni al ciclismo belga mi hanno impedito di candidarmi. Vorrei ringraziare i tanti corridori che hanno dimostrato il loro entusiasmo e le innumerevoli persone che mi hanno sostenuto».
Con queste poche righe su Instagram, Philippe Gilbert ha annunciato non senza amarezza che il suo progetto non è andato in porto. La sua candidatura a diventare tecnico della nazionale belga dei professionisti era emersa subito dopo l’annuncio delle dimissioni da parte di Sven Vantourenhout, ma era parso insolito che da parte della Federazione non fossero venute reazioni di alcun tipo. Il presidente Tom Van Damme aveva avuto un colloquio a suo dire costruttivo con Gilbert che vive a Monaco, ma nulla più di questo.
La scelta interna
A distanza di poche settimane, il motivo è stato chiaro: per la successione al tecnico plurimedagliato, si è scelta la soluzione interna, con la scelta di Serge Pauwels (in apertura con Koen Pelgrim e Remco Evenepoel). Se quanto a carisma non c’è storia, sul piano dell’esperienza il suo essere da anni nei meccanismi federali ha giocato certamente in suo favore.
«La visione della Federazione – ha spiegato il presidente – è più vicina a quella di Serge. Ci sono stati diversi colloqui, ma i candidati stessi erano piuttosto vaghi. Spesso non sapevano esattamente quale percorso volessero intraprendere, mentre internamente avevamo un candidato a pieno titolo. Il legame tra giovani e professionisti è diventato così importante che è necessario progredire. Abbiamo mantenuto questa linea».
Continuità tecnica
Serge Pauwels, classe 1983, è stato professionista dal 2010 al 2020 con le maglie del Team Sky, poi Omega Pharma-Quick Step, quindi Dimension Data e CCC. Il tempo di ritirarsi e già dal 2021 è entrato fra i tecnici federali. Inizialmente è stato collaboratore di Carlo Bomans e poi, quando questi è andato in pensione, è diventato il tecnico degli juniores, affiancando anche Vanthourenhout con gli U23 e i professionisti. La sua scelta suona come una promozione e la valorizzazione di una risorsa interna, che probabilmente alla fine risulterà anche meno onerosa per la federazione.
«Sono ovviamente felice e onorato di poter continuare a crescere – ha detto Pauwels nella conferenza stampa del suo annuncio – e lavorare con una delle generazioni più forti che abbiamo mai conosciuto. Inoltre è fantastico poter crescere con i ragazzi con cui ho lavorato nell’ultimo anno. Molti di loro nel 2025 saranno under 23 e anche io voglio rimanere coinvolto nel processo della loro crescita. Negli ultimi anni è stato fatto un ottimo lavoro lì. Dopo Remco Evenepoel, Wout Van Aert e Lotte Kopecky, c’è ancora tanto potenziale talento in sala d’attesa e voglio continuare a dare il massimo per questo. Voglio creare l’ambiente ottimale per quando saranno professionisti. Sono convinto che creeremo una squadra molto forte. Non solo in termini di corridori, ma anche di staff. In questo modo spero di continuare il lavoro di Vanthourenhout».
Il tocco di Pauwels
In effetti l’ondata di talenti belgi in arrivo è piuttosto consistente. Alle spalle di Evenepoel, Van Aert, Philipsen e Merlier, bussano nomi come Uijtdebroeks, De Lie, Segaert, Van Eetvelt, Verstrynge, Orins e altri come Widar, Schoofs e Van Kerkhove sono in arrivo. Mentre gli europei hanno segnalato le buone prove di Van Strijthem e Vandevorst.
«Quando a settembre, proprio in prossimità degli Europei – ha detto ancora Pauwels – si è saputo che Vanthourenhout non avrebbe continuato ad allenare la nazionale, ho subito espresso la mia ambizione. Sono stato anche il primo con cui ha parlato la federazione. Ero fiducioso che alla fine sarebbe stata presa la decisione giusta. La condizione che ho posto era che potessi continuare a lavorare con i giovani, è fantastico combinare entrambi i settori. Questo rende questo lavoro un sogno. Cosa voglio portare con me? Sven è stato un ottimo manager, sia per i corridori che per lo staff. Io voglio portare avanti il suo lavoro e portare il mio contributo. Conosco molto bene i giovani e mi piacerebbe guidare quei ragazzi».