Il Belgio a Pauwels, Gilbert mastica amaro

14.11.2024
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«Speravo di diventare allenatore della nazionale di ciclismo su strada – scrive Gilbert – per poter condividere la mia esperienza e la mia passione con la generazione attuale. Tuttavia, il posto non è mai stato pubblicizzato e gli accordi interni al ciclismo belga mi hanno impedito di candidarmi. Vorrei ringraziare i tanti corridori che hanno dimostrato il loro entusiasmo e le innumerevoli persone che mi hanno sostenuto».

Con queste poche righe su Instagram, Philippe Gilbert ha annunciato non senza amarezza che il suo progetto non è andato in porto. La sua candidatura a diventare tecnico della nazionale belga dei professionisti era emersa subito dopo l’annuncio delle dimissioni da parte di Sven Vantourenhout, ma era parso insolito che da parte della Federazione non fossero venute reazioni di alcun tipo. Il presidente Tom Van Damme aveva avuto un colloquio a suo dire costruttivo con Gilbert che vive a Monaco, ma nulla più di questo.

Negli ultimi anni Gilbert ha lavorato come commentatore di Eurosport
Negli ultimi anni Gilbert ha lavorato come commentatore di Eurosport

La scelta interna

A distanza di poche settimane, il motivo è stato chiaro: per la successione al tecnico plurimedagliato, si è scelta la soluzione interna, con la scelta di Serge Pauwels (in apertura con Koen Pelgrim e Remco Evenepoel). Se quanto a carisma non c’è storia, sul piano dell’esperienza il suo essere da anni nei meccanismi federali ha giocato certamente in suo favore.

«La visione della Federazione – ha spiegato il presidente – è più vicina a quella di Serge. Ci sono stati diversi colloqui, ma i candidati stessi erano piuttosto vaghi. Spesso non sapevano esattamente quale percorso volessero intraprendere, mentre internamente avevamo un candidato a pieno titolo. Il legame tra giovani e professionisti è diventato così importante che è necessario progredire. Abbiamo mantenuto questa linea».

Remco Evenepoel e il cittì Vanthourenhout dopo la vittoria di Wollongong 2022
Remco Evenepoel e il cittì Vanthourenhout dopo la vittoria di Wollongong 2022

Continuità tecnica

Serge Pauwels, classe 1983, è stato professionista dal 2010 al 2020 con le maglie del Team Sky, poi Omega Pharma-Quick Step, quindi Dimension Data e CCC. Il tempo di ritirarsi e già dal 2021 è entrato fra i tecnici federali. Inizialmente è stato collaboratore di Carlo Bomans e poi, quando questi è andato in pensione, è diventato il tecnico degli juniores, affiancando anche Vanthourenhout con gli U23 e i professionisti. La sua scelta suona come una promozione e la valorizzazione di una risorsa interna, che probabilmente alla fine risulterà anche meno onerosa per la federazione.

«Sono ovviamente felice e onorato di poter continuare a crescere – ha detto Pauwels nella conferenza stampa del suo annuncio – e lavorare con una delle generazioni più forti che abbiamo mai conosciuto. Inoltre è fantastico poter crescere con i ragazzi con cui ho lavorato nell’ultimo anno. Molti di loro nel 2025 saranno under 23 e anche io voglio rimanere coinvolto nel processo della loro crescita. Negli ultimi anni è stato fatto un ottimo lavoro lì. Dopo Remco Evenepoel, Wout Van Aert e Lotte Kopecky, c’è ancora tanto potenziale talento in sala d’attesa e voglio continuare a dare il massimo per questo. Voglio creare l’ambiente ottimale per quando saranno professionisti. Sono convinto che creeremo una squadra molto forte. Non solo in termini di corridori, ma anche di staff. In questo modo spero di continuare il lavoro di Vanthourenhout».

Campionati belgi a crono del 2023, Segaert in rampa di lancio: davanti a lui solo Van Aert
Campionati belgi a crono del 2023, Segaert in rampa di lancio: davanti a lui solo Van Aert

Il tocco di Pauwels

In effetti l’ondata di talenti belgi in arrivo è piuttosto consistente. Alle spalle di Evenepoel, Van Aert, Philipsen e Merlier, bussano nomi come Uijtdebroeks, De Lie, Segaert, Van Eetvelt, Verstrynge, Orins e altri come Widar, Schoofs e Van Kerkhove sono in arrivo. Mentre gli europei hanno segnalato le buone prove di Van Strijthem e Vandevorst.

«Quando a settembre, proprio in prossimità degli Europei – ha detto ancora Pauwels – si è saputo che Vanthourenhout non avrebbe continuato ad allenare la nazionale, ho subito espresso la mia ambizione. Sono stato anche il primo con cui ha parlato la federazione. Ero fiducioso che alla fine sarebbe stata presa la decisione giusta. La condizione che ho posto era che potessi continuare a lavorare con i giovani, è fantastico combinare entrambi i settori. Questo rende questo lavoro un sogno. Cosa voglio portare con me? Sven è stato un ottimo manager, sia per i corridori che per lo staff. Io voglio portare avanti il suo lavoro e portare il mio contributo. Conosco molto bene i giovani e mi piacerebbe guidare quei ragazzi».

Un punto sui mondiali juniores. Che dicono gli stranieri?

22.09.2024
5 min
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Le quattro tappe del Giro della Lunigiana hanno evidenziato due protagonisti assoluti: Paul Seixas e Lorenzo Finn. Abbiamo scritto tanto dei due giovani che si sono messi in evidenza sulle strade di Liguria e Toscana. Un francese e un italiano che, con grande probabilità, saranno tra le figure principali dei mondiali juniores di Zurigo. In tanti lo hanno detto, dal cittì Salvoldi agli stessi avversari che contro Finn e Seixas hanno lottato, finché le gambe hanno retto. Ora si tratta di prendere la corsia giusta per arrivare all’appuntamento iridato nella migliore condizione. Ma gli ostacoli verso la maglia iridata hanno nomi e cognomi: il più gettonato è Albert Philipsen. 

Sumpik in rampa di lancio

Dino Salvoldi ha definito l’affare di Zurigo una corsa a tre, anche se gli outsider sono diversi a partire da chi ha completato il podio della Corsa dei Futuri Campioni: Pavel Sumpik. Il ragazzo della Repubblica Ceca cresciuto alla Roman Kreuziger Cycling Academy rimanda però le considerazioni al mittente. 

«Il percorso mi si addice abbastanza – analizza Sumpik – ma bisogna stare attenti. L’esperienza dell’anno scorso mi ha insegnato a essere calmo, ci sono tanti ragazzi che vogliono vincere. Albert Philipsen sarà l’uomo da seguire. Potrebbe vincere ancora, in questa stagione ha dimostrato di essere molto forte. Le salite di Zurigo gli si addicono perfettamente». 

Il nuovo piano sloveno

Altri erano gli iscritti alla lista dei pretendenti, ma la sfortuna li ha colpiti in maniera differente. Tra di loro c’era Jacob Ormzel, lo sloveno vincitore della Parigi-Roubaix juniores è stato messo fuori gioco in una caduta nella prima tappa del Lunigiana. I piani della Slovenia cambiano radicalmente, dall’essere una delle favorite passano a dover inventare nuovamente la corsa. 

«L’incidente ha causato un grande spavento – dice il cittì sloveno – ma siamo felici che Omrzel stia bene. Chiaro che era il nostro capitano per il mondiale, abbiamo altri corridori forti ma dovremo cambiare modo di gareggiare. Ci saranno tante occasioni per provare ad anticipare i favoriti, come entrare in una fuga fin da subito. Il percorso è duro, davanti si spende tanto quanto in gruppo. Valjavec è altrettanto forte in salite brevi ed esplosive. Sarà una battaglia tra i migliori scalatori a mio modo di vedere.

Paul Seixas è il nome sulla bocca di tutti dopo il Giro della Lunigiana e la Francia correrà tutta per lui (foto Duz Image / Michele Bertoloni)
Paul Seixas è il nome sulla bocca di tutti dopo il Giro della Lunigiana e la Francia correrà tutta per lui (foto Duz Image / Michele Bertoloni)

Francia all-in

I giovani galletti punteranno tutto sulle qualità di Paul Seixas, vincitore del Giro della Lunigiana e autore di una stagione di primo piano. Ha vinto dappertutto, a partire dalla Liegi fino alle corse a tappe più impegnative. 

«Il Lunigiana – racconta il cittì – era un passo in preparazione alla rincorsa verso il mondiale, le risposte direi che sono state positive. Abbiamo lavorato bene in precedenza, con un training camp sulle Alpi nella settimana prima del Lunigiana. Naturalmente per il mondiale il nostro leader unico sarà Paul Seixas, abbiamo visto come su salite brevi sia pienamente a suo agio. Certo non sarà semplice, perché è una corsa di un giorno che si prepara in un mese».

ll cittì belga crede nella forza della sua squadra, nessuna punta ma tante frecce (Foto Duz Image / Michele Bertoloni)
ll cittì belga crede nella forza della sua squadra, nessuna punta ma tante frecce (Foto Duz Image / Michele Bertoloni)

Belgio all’arrembaggio

La squadra guidata da Serge Pauwels ha tante frecce nel proprio arco. Una delle più interessanti sarebbe stata quella che porta il nome di Aldo Tailleu, ma anche lui è stato vittima di una caduta e sarà fuori dai giochi. 

«La selezione non è stata semplice – spiega – però avremo tanti corridori validi, nessun capitano designato probabilmente. A Zurigo l’ultima scalata sarà lontana dall’arrivo, una ventina di chilometri. Non è detto che vincerà il miglior scalatore, potrebbe esserci spazio per un passista. Abbiamo delle buone alternative come Jasper Schoofs o Matijs Van Strijthem. Staremo a vedere, perché la squadra conterà abbastanza a mio modo di vedere, quei venti chilometri finali pianeggianti aprono a scenari diversi».