Bilancio dal Lunigiana: per Salvoldi serve più coraggio

07.09.2025
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La tappa finale del Giro della Lunigiana porta con sé le ultime risposte in merito alla classifica generale, con un rimescolamento di carte per quanto riguarda il terzo e ultimo gradino del podio (in apertura foto Ptzphotolab). Giacomo Rosato scalza il norvegese Kristian Haugetun, mentre il francese Johan Blanc bissa il successo di ieri nella tappa del pomeriggio portando a due il bottino nella Corsa dei Futuri Campioni. Come sempre sulle strade della Toscana e della Liguria non è mancata la presenza di Dino Salvoldi, tecnico della nazionale juniores. Il suo sguardo sulla corsa ci permette di avere una chiave di lettura legata all’ultimo impegno della stagione che lancia i mondiali di Kigali. 

«Il Lunigiana – dice il cittì mentre rientra verso casa – ha insegnato a noi italiani che dobbiamo rimanere con i piedi per terra. Quando si hanno le gambe non si deve correre con in testa il piazzamento, correre per vincere è una cosa totalmente differente. E’ una sensazione che mi porto a casa, non legata a qualcuno, ma a un atteggiamento generico di volersi accontentare. Accetto che possa arrivare un piazzamento, ma se arriva dopo che si è dato tutto per provare a vincere. A mio avviso è mancata questa cosa in alcune occasioni».

Il cittì Salvoldi cerca maggiore coraggio nei suoi ragazzi in vista del mondiale in Rwanda (foto Ptzphotolab)
Il cittì Salvoldi cerca maggiore coraggio nei suoi ragazzi in vista del mondiale in Rwanda (foto Ptzphotolab)
Che bilancio fai di questo Lunigiana?

Il livello medio si è alzato, ma anche i nostri ragazzi sono più forti. Non ci sono più le eccellenze di questi ultimi due anni, serve maggiore caparbietà e lettura tattica, in particolare chi ha le gambe per cercare di vincere deve imparare a provarci. 

Ti aspettavi qualcosa di più dopo il lavoro in altura con i cinque ragazzi selezionati?

No, questo no. Le scelte di preparazione sono prioritarie al risultato. In altura a Livigno abbiamo lavorato per il mondiale in Rwanda, quindi è normale che alcune scelte non siano state funzionali al Lunigiana. Dai cinque ragazzi portati a Livigno (Davide Frigo, Roberto Capello, Giacomo Rosato, Mattia Proietti Gagliardoni e Mattia Agostinacchio, ndr) non mi aspettavo nulla di più. 

Il Giro della Lunigiana quest’anno è partito da Piazza de Ferrari a Genova (foto Ptzphotolab)
Il Giro della Lunigiana quest’anno è partito da Piazza de Ferrari a Genova (foto Ptzphotolab)
Avevi in mente di cercare i tre nomi del mondiale da questi cinque?

Avrei deciso la formazione del mondiale dopo il Lunigiana, e i nomi per l’europeo sarebbero usciti dopo il Buffoni (che si correrà domenica 15 settembre, ndr). I ragazzi lo sapevano, e il passato lo conferma. Lo scorso anno Consolidani e Remelli non sono venuti in altura a Livigno ma poi li ho portati a Zurigo. Anche perché la categoria juniores a breve scadenza propone nomi nuovi.

Però dei nomi li avevi?

Sicuramente Roberto Capello e Mattia Agostinacchio erano già due nomi che avevo in testa, per diversi motivi. Un posto libero c’era, vero che è poco ma andremo in Rwanda a ranghi ridotti. Tutti i ragazzi sapevano di potersi giocare una chance, ma ho visto ragazzi con gambe per poter vincere accontentarsi di un piazzamento. Le corse nel ciclismo moderno iniziano al chilometro zero e finiscono dopo la linea d’arrivo. 

Ti è dispiaciuto non riuscire a vedere Agostinacchio?

Sì ma l’ho sentito e ho visto che in questi due giorni ha raccolto due ottime prestazioni. Anche senza vederlo sono sicuro abbia dato tutto per fare del suo meglio. 

Da Capello ti saresti aspettato qualcosa in più?

No, anche perché è rimasto coinvolto in una caduta nella prima tappa del Lunigiana. Ha preso un distacco importante e il giorno dopo era parecchio nervoso. Però poi si è ripreso e nella tappa di oggi è stato tra i primi a muoversi

Johan Blanc oggi a Terre di Luni ha firmato il suo secondo successo di tappa (foto Ptzphotolab)
Johan Blanc oggi a Terre di Luni ha firmato il suo secondo successo di tappa (foto Ptzphotolab)
Questo posto libero per il mondiale chi lo prende?

Giacomo Rosato. Sia per la prestazione al Lunigiana, dalla quale è nato il terzo posto finale, ma anche per la continuità mostrata durante l’anno. Da lui mi aspetto tutto quello che abbiamo detto in precedenza, deve correre per provare a vincere, come ha fatto a Vezzano Ligure nella seconda tappa. 

Dei nostri avversari cosa dici?

L’Austria ha dimostrato di avere una squadra forte, oltre a tante individualità di spicco (uno su tutti è Anatol Friedl, ndr). Mentre la Francia non ha brillato molto durante l’anno, ma al Lunigiana ha ritrovato il suo modo di correre. Il Belgio, che ha vinto la corsa con Seff Van Kerckhove, si è mosso bene. 

Che mondiale ti aspetti?

Di difficile interpretazione. Ho qualche perplessità sul fatto che possa essere davvero duro, il dislivello c’è ma dipende sempre da come si distribuisce. Sicuramente non sarà una gara aperta alle sorprese. Credo che i nostri tre ragazzi possano provare a fare la corsa. Mentre l’europeo è impegnativo e molto vicino alle caratteristiche di uno scalatore puro. Ma per dire dei nomi voglio prima capire quanti corridori potrò portare.

Lunigiana, il vichingo Haugetun beffa Morlino sull’arrivo

05.09.2025
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VEZZANO LIGURE – «Yaaah, yaaah». Centocinquanta metri dopo il traguardo Kristian Haugetun si lascia andare tutto solo ad un urlo liberatorio che squarcia il tranquillo e piccolo centro abitato di Vezzano Ligure. La seconda frazione del Giro di Lunigiana ha un finale thrilling che giustifica l’emozione del norvegese e parallelamente mostra il rimpianto del piemontese Luca Morlino, superato in rimonta proprio sulla linea d’arrivo.

Gli stessi diametrali umori li vivono altri due protagonisti. Seff Van Kerckhove col terzo posto di tappa sfila la maglia verde di leader della generale ad Anatol Friedl (ottavo) per soli tre secondi. La giornata ha quindi mantenuto e forse superato le attese, complice un caldo intenso che ha acuito le difficoltà di un percorso duro e tecnicamente selettivo. Cinque “gpm”, di cui due passaggi dal traguardo (prima dell’ultima scalata) nei quali i ragazzi hanno potuto prendere punti di riferimento, come nelle relative discese. Tutto però si risolve negli ultimissimi metri, come racconteranno alcuni protagonisti.

Vichingo di Bergen

Già nella prima tappa Kristian Haugetun si era fatto vedere andando a conquistare la maglia a pois dei “gpm” prima di chiudere nel primo gruppo inseguitore ad una dozzina di secondi. Quel risultato deve avergli dato delle consapevolezze e con la spavalderia tipica della sua età (compirà 17 anni il prossimo 5 ottobre ed abita a Bergen, città dei mondiali 2017) nelle interviste prima del via aveva dichiarato che puntava al successo, non solo a rafforzare la maglia degli scalatori. Detto, fatto e come dice un vecchio adagio ciclistico, la vittoria dichiarata vale doppio.

«Questa è la prima vittoria dell’anno – ci dice Haugetun appena dopo aver abbracciato alcuni suoi compagni – e significa tutto per me. Stamattina avevo detto che avrei voluto fare una grande tappa perché mi sentivo molto bene, ma non è mai semplice mantenere le attese. In corsa ho cercato di stare calmo, senza strafare, poi sull’ultima salita ho aspettato gli ultimi trecento metri per attaccare. Finora è stata una stagione lunga e ho sempre cercato di fare un passo avanti. Devo ringraziare la squadra che è stata fantastica».

Per Hagetun è il primo successo stagionale e gran merito lo tributa ai suoi compagni di nazionale
Per Hagetun è il primo successo stagionale e gran merito lo tributa ai suoi compagni di nazionale

Presente e futuro

Il nome di Haugetun è uno dei più gettonati nella categoria, a maggior ragione essendo al primo anno nella categoria. La scuola norvegese sta sfornando talenti, quasi tutti destinati a ritagliarsi spazio e considerazione tra U23 e pro’. Kristian durante la stagione difende i colori della Jegg-Skil-Djr, società satellite olandese della Visma | Lease a Bike, e corre con una Cervelo. Oggi al Lunigiana ha usato una Ridley della Uno-X. Anche in questo caso, i rumors di ciclo-mercato dicono che ci sia già un braccio di ferro tra le due formazioni per prenderlo. L’impressione è che possa passare alla squadre del suo Paese, ma intanto lui ci dice che deve fare ancora un anno da juniores e tutto può succedere.

«Oltre al ciclismo – ci racconta Haugetun mentre mangia un panino prima delle premiazioni – ho fatto triathlon per tanti anni e in inverno faccio sci di fondo per tenermi in allenamento. Non ho un vero e proprio idolo, ma mi piace tantissimo Tobias Johannessen (vincitore dell’Avenir nel 2021 e quest’anno sesto al Tour de France, ndr). Mi piace la salita e voglio migliorare a crono, soprattutto perché mi sento un uomo da corse a tappe. Ora al Lunigiana indosso la maglia dei “gpm”, però non è lontana nemmeno quella verde della generale (terzo a 14”, ndr). Nelle prossime tappe farò come oggi. Se vedrò un’opportunità, cercherò di sfruttarla al massimo».

Hagetun forza il ritmo in salita al penultimo passaggio. Una prova generale per quello successivo in cui fa l’allungo decisivo
Hagetun forza il ritmo in salita al penultimo passaggio. Una prova generale per quello successivo in cui fa l’allungo decisivo

Vetrina per Morlino

Fino sulla riga ha accarezzato la vittoria che gli manca dal 2022 quando era allievo, ma Luca Morlino nonostante tutto può essere soddisfatto del suo secondo posto, il più importante dei tre ottenuti in stagione. Con questo piazzamento sale quarto in classifica (a 18”) diventando per il momento il capitano della rappresentativa del Piemonte, dove Capello sta ancora cercando di trovare la giusta brillantezza dopo essere sceso da tre settimane di altura a Livigno con la nazionale in vista del mondiale. Con Morlino riviviamo l’ultimo giro, buttando uno sguardo al salto tra gli U23.

«C’era in fuga il ceco Matejek – spiega il novarese che corre da sempre col GB Team Pool Cantù – e in discesa Frigo, Pascarella ed io ci siamo riportati su di lui, solo che eravamo tutti un po’ stanchi. Avevamo ancora una quindicina di secondi di vantaggio, ma ad un chilometro e mezzo dalla fine sono rientrati altri 5/6 corridori. Ai 300 metri, prima della strettoia, sono partito e fino ai 100 metri ero ancora tutto solo. Peccato perché sapevo di essere abbastanza veloce, ma mi sono mancate le gambe per resistere e non farlo passare. Però sono stato battuto da uno molto forte e va bene così».

«Le discese – prosegue – hanno fatto selezione quanto le salite, tanto che ad inizio tappa ci sono state diverse cadute. Personalmente ho cercato di non prendere rischi, tuttavia restando davanti in ogni frangente. Non voglio correre rischi nemmeno nella semitappa pianeggiante di domani, mentre in quella mossa del pomeriggio bisognerà attaccare subito visto che è una tappa molto corta».

Adesso c’è una generale da curare e dopo il Lunigiana correrà il Trofeo Buffoni per mirare poi ad altri obiettivi. «Mi sto sentendo con qualche team continental – conclude speranzoso Morlino – anche se di concreto non c’è nulla. Visto che l’anno prossimo salgo di categoria, spero che il secondo posto di oggi possa essere un buon biglietto da visita per me».

La terza giornata del Giro della Lunigiana, come anticipato, si dividerà in due. Al mattino semitappa da Equi Terme a Marina di Massa di 54,4 chilometri per una probabile volata. Al pomeriggio si va da Pontremoli a Fivizzano per 52,1 chilometri con un finale in circuito ed in leggera ascesa che chiamerà allo scoperto passisti e uomini di classifica. Non c’è da stupirsi se dovessimo assistere ad un colpo gobbo di qualche corridore.

Friedl detta la sua legge anche nella prima tappa del Lunigiana

04.09.2025
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CHIAVARI – Pronti, via e già il Giro di Lunigiana mette in mostra uno dei talenti più pronosticati alla vigilia. L’austriaco Anatol Friedl conquista la prima tappa grazie ad uno sprint ristretto sul belga Seff Van Kerckhove e Riccardo Del Cucina del Casano (in apertura foto Ptzphotolab), confermando il suo ottimo momento di forma dopo aver vinto la prima prova e la classifica finale della Due Giorni Internazionale di Vertova lo scorso weekend.

In una frazione partita da Genova e corsa a grande velocità, senza che nessun plotoncino riuscisse ad avere spazio per evadere, l’azione decisiva arriva sull’ultima salita di giornata posizionata a 6 chilometri dal traguardo. Tutti i favoriti ci provano e qualcuno invece fa i conti con la sfortuna. Il polacco Jackowiak attacca, ma viene ripreso, mentre Capello viene estromesso dalla contesa da una caduta causata da un francese.

Dopo un altro tentativo a vuoto, l’accelerazione giusta la piazzano Friedl e Del Cucina. Il loro vantaggio è minimo, ma buono per tenere a debita distanza il gruppo tranne Van Kerckhove che rientra sui battistrada proprio al triangolo rosso. Dietro i tre, a dodici secondi chiude la prima parte del gruppo regolato da Magagnotti.

Dietro all’austriaco Friedl (al quarto successo stagionale) si sono piazzati il belga Van Kerckhove e Del Cucina (Casano)
Dietro all’austriaco Friedl (al quarto successo stagionale) si sono piazzati il belga Van Kerckhove e Del Cucina (Casano)

Grande inizio

La salita di Bocco è stata un perfetto trampolino di lancio per Friedl. Lui rompe gli indugi chiamando allo scoperto tutti i più diretti rivali ed il finale sappiamo com’è andato. Per il 18enne in forza al Team Grenke-Auto Eder si tratta del quarto successo stagionale ed anche il primo austriaco della storia a conquistare una tappa al Giro di Lunigiana. Il mirino ora è già puntato sulla generale.

«Oggi – racconta Anatol dopo aver firmato un paio di autografi ad alcuni bambini – sentivo di avere una buona gamba ed una pedalata facile. Fino all’ultima salita non è stata una gara troppo complicata, poi lì ho attaccato ed è diventata molto dura. Ho visto che in due avevamo fatto la differenza e a quel punto abbiamo cercato di resistere fino in fondo alla discesa e quindi sull’arrivo. Sono molto felice della vittoria, non poteva andare meglio di così. Speravo infatti di avere lo stesso livello di Vertova. Nelle prossime tappe voglio provare a conservare la maglia di leader e magari cercare di essere ancora protagonista. So però che non sarà semplice».

Conoscendo Anatol

Friedl confessa ad una televisione locale di non essere mai stato in Liguria e di sicuro non si dimenticherà questa giornata. E’ un ragazzo di poche parole con le idee molto chiare, lo si intravede dallo sguardo. Le voci di mercato per il 2026 lo danno ancora nel gruppo Red Bull nella formazione “Rookies”. Lui intanto ci dice qualcosa in più di lui, indicandoci i prossimi importanti obiettivi stagionali.

«Ho sempre fatto solo ciclismo – spiega – ed ho iniziato a correre a sette anni. Oltre alla strada faccio anche Mtb, dove ho vinto qualche settimana fa il mio secondo campionato nazionale e il campionato europeo in Portogallo. Ho uno buono spunto veloce, vado bene in salita e penso di essere abbastanza completo per il momento. Il mio idolo è Tom Pidcock, mi ispiro a lui. Dopo il Giro di Lunigiana mi concentrerò sul mondiale di Mtb in Svizzera (il 12 settembre, ndr) e poi sull’europeo su strada in Ardeche (il 3 ottobre, ndr). A quel punto sarà tempo di off-season».

Seff Van Kerckhove ama salite e crono, ma sta ancora scoprendo le sue caratteristiche
Seff Van Kerckhove ama salite e crono, ma sta ancora scoprendo le sue caratteristiche

Van Kerckhove, giovane interessante

Secondo sul traguardo di Viale Arata a Chiavari è Seff Van Kerckhove, fratello minore di Matisse visto all’opera all’ultimo Giro NextGen con la Visma | Lease a Bike Development e maglia azzurra nelle prime tappe. Seff durante la stagione corre nella Decathlon AG2R La Mondiale U19 ed è un “primo anno” da seguire con attenzione.

«La tappa di oggi – ci risponde soddisfatto della maglia di miglior giovane – è stata dura, soprattutto per il grande ritmo fin dalle prime salite. Poi sull’ultima ho fatto un grande sforzo per tornare su Friedl e Del Cucina in discesa. Quando li ho ripresi potevo respirare un attimo, ma ho lanciato la volata troppo presto e sono stato superato negli ultimi metri. Sono comunque molto contento di questo secondo posto.

«Ancora non so che tipo di corridore sono – ci dice con una battuta – ma di sicuro non uno che ha uno spunto veloce. Mi piacciono le salite e le cronometro, un po’ come mio fratello (che è stato bronzo iridato a crono nel 2024, ndr), però lui è più forte di me. Sto crescendo step by step. Qua al Lunigiana non ho particolari ambizioni, anche se cercherò di curare la generale. Di base però sono qua per lavorare per la squadra. Dopo di ché preparerò sia il mondiale in Rwanda che l’europeo».

La seconda tappa del Giro di Lunigiana prevede un menù che promette spettacolo. Si parte da Luni e si arriva a Vezzano Ligure, dove la salita che porta al traguardo si affronterà altre due volte, per un totale di 96,3 chilomentri. Con gli juniores non c’è mai nulla di scontato e il terreno per stravolgere tutto non manca.