Gualdi lascia il nido: pronta per lui una maglia in Belgio

10.07.2023
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Il titolo italiano juniores di Simone Gualdi, vinto a Pieve del Grappa, ha chiuso il periodo dedicato al tricolore (in apertura con un commosso Beppe Maffeis, presidente onorario e fondatore della Scuola Ciclismo Cene). Si tratta del secondo tricolore vinto da un ragazzo con la valigia in mano, Gualdi infatti è promesso sposo della Circus-ReUz, team development della Intermarché-Circus-Wanty. L’anno scorso era toccato a Belletta, poi passato al team development della Jumbo-Visma. Il corridore bergamasco ha trascorso i suoi ultimi quattro anni alla Scuola Ciclismo Cene, a due passi da casa. Cresciuto sotto l’occhio vigile di Marco Valoti e dello staff. 

Simone Gualdi, al centro, con Andrea Bessega a sinistra ed Enea Sambinello a completare il podio
Simone Gualdi, al centro, con Andrea Bessega a sinistra ed Enea Sambinello a completare il podio

Tutti in trasferta

Gualdi a Pieve del Grappa ha messo a segno un piccolo grande capolavoro, con un’azione che ha fatto vedere le qualità del ragazzo. Un corridore cresciuto enormemente nei quattro anni a Cene, grazie anche al bastone ed alla carota utilizzata da Valoti. 

«Erano in quattro i nostri ragazzi al campionato italiano – racconta Valoti – Simone ha corso con la rappresentativa della Lombardia. Ho accompagnato i miei ragazzi venerdì all’hotel ed abbiamo provato il percorso tutti insieme. Sono ritornato sabato per salutarlo e l’ho visto poco prima della partenza domenica, gli ho dato qualche piccolo consiglio e poi è partito.

Una trasferta in massa per i ragazzi di Cene, la vittoria era nell’aria
Una trasferta in massa per i ragazzi di Cene, la vittoria era nell’aria
Cosa gli hai detto?

Di non fare il matto come al suo solito – ride – la gara era lunga, ben 137 chilometri, in più faceva davvero caldo. Alla gara di domenica sono venuti su anche i ragazzi che non hanno corso e ci siamo piazzati lungo il percorso per dare supporto. Avevamo il presentimento che potesse andare bene.

Così è stato, vista la vittoria e la festa conseguente.

Gualdi per noi è stato il primo in tante cose – racconta con orgoglio – è stato il primo campione italiano ed il primo a partecipare ad un mondiale, quello di Wollongong dello scorso anno. Sono piccole cose che sommate fanno un piacere immenso, soprattutto a chi dà tanto per questa squadra. A Pieve del Grappa c’erano anche presidente e vice presidente Maffeis e tutto lo staff. Non è scontato avere così tante persone al seguito e che ci diano una mano. 

Gualdi è cresciuto da voi per quattro anni, che maturazione hai visto?

Gli ultimi due anni ha fatto un cambio di mentalità importante, da ragazzino vinceva spesso e faceva un po’ come voleva, d’altronde aveva una marcia in più. Da allievo ha avuto le prime titubanze e io gli sono stato molto dietro. Gli ho sempre detto che non lo facevo per me, ma per lui. 

E Simone ha capito l’antifona?

Sì, tant’è che poi ha fatto quello che avete visto tutti in questi due anni da juniores. Lui stesso me lo ha detto più volte: «Grazie per avermi fatto capire tante cose».

Da sinistra Eddy Maffeis vice presidente, Simone Gualdi e Marco Valoti
Come carattere com’è?
Da sinistra Eddy Maffeis vice presidente, Simone Gualdi e Marco Valoti

Un bravissimo ragazzo. A causa del lavoro non ho molto tempo per curare l’attività, ma lui mi chiama tutti i giorni e ci confrontiamo spesso. Dopo l’italiano è partito per Barcellona con degli amici, era il suo regalo per i 18 anni. Di ritorno mi ha chiamato per chiedermi qualcosa sugli allenamenti ed è passato a salutarmi in ufficio. Lui è fatto così, ha una grande umanità. 

In queste categorie il diesse è spesso tecnico e genitore. 

Vero, ma ne vale la pena se poi le soddisfazioni sono queste. Non serve essere un supereroe per fare bene, bisogna avere la mentalità giusta. Si deve parlare con i ragazzi e farli crescere senza stress, spiegando loro il perché di tutte le scelte. In queste categorie sai che non tutti faranno i ciclisti, quello che vogliamo fare noi è dare la giusta mentalità per crescere. 

Gualdi però il prossimo anno farà un salto importante, passando alla Circus-ReUz, andrà in un ambiente tanto diverso dal vostro. 

In Italia aveva tante offerte ma lui ha deciso così. Però parlando con i vari corridori e meccanici abbiamo capito che non è troppo diverso. Avrebbe il modo di ambientarsi e capire tante cose. Anche alla Circus-ReUz fanno crescere i ragazzi con calma. Poi devo ammettere che ora come ora ha la mentalità giusta per affrontare un cambio del genere. 

Chiudiamo con una domanda da “genitore”: il momento più bello con Simone?

Mentirei se non dicessi il titolo italiano, ma anche il mondiale delle scorso anno è stata una grande emozione. Insieme alla squadra abbiamo organizzato una serata all’oratorio di Nembro per vedere la gara. Abbiamo cenato lì ed abbiamo guardato la corsa sul maxi schermo. La cosa più bella? La videochiamata di Simone un’ora prima della gara, si è ricordato di noi. L’ho detto che ha una grande umanità.

Asciugaci le lacrime, quello dove ti ha fatto girare le scatole?

In questi due anni da junior non ce ne sono stati. Ne ricordo uno da allievo, ma non ve lo dico. Simone lo sa di cosa sto parlando e quando leggerà l’intervista gli verrà in mente. 

Un’ora a curiosare nel mondo di Gualdi

29.04.2023
8 min
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CAZZANO SANT’ANDREA – Le montagne che contornano la Val Seriana si fanno più aguzze man mano che procede. Sembrano quasi pronte a mordere il cielo, come tanti canini affilati. Per salire a Casnigo la strada prende una svolta a destra e si inerpica subito. Un dentello di un chilometro e mezzo con un paio di tornanti che metterebbero in difficoltà più di qualche corridore. Simone Gualdi ci dà appuntamento qui, su queste rampe. Mentre lo aspettiamo, poco lontano dal cartello di benvenuto, i rumori di una fabbrica interrompono la pace del paesino. 

Gualdi ha partecipato all’Eroica Juniores con la nazionale, ottenendo il secondo posto (foto FCI)
Gualdi ha partecipato all’Eroica Juniores con la nazionale, ottenendo il secondo posto (foto FCI)

Tra calcio e ciclismo

In realtà Simone abita un paio di chilometri dopo Casnigo, il paese si chiama Cazzano Sant’Andrea. Poco più di 1.600 abitanti, la casa si trova in una zona un po’ più isolata, una palazzina di pochi piani. Saliamo le scale e ci apre la porta papà Marco, pochi istanti dopo entra anche sua mamma Chiara, con le borse della spesa in mano. 

Simone si fionda sotto la doccia e intanto noi parliamo con i genitori. Marco è un cuoco e lavora a Dalmine, a una mezz’oretta da casa, traffico permettendo. Sua moglie Chiara, invece, è un’infermiera nella casa di riposo di Gandino, a pochi chilometri da casa. 

«Anche se con il lavoro facciamo fatica ad avere molti giorni liberi – racconta il papà – abbiamo seguito molto le gare di Simone, fin da piccolo. Durante la settimana è autonomo, anche se devo ammettere che quando è fuori in allenamento un po’ di ansia c’è».

«Io alle gare non sono mai andata – replica la madre con una risata – ed è meglio così, mi viene l’ansia. Davide, il fratello piccolo, gioca a calcio a Vertova, non lontano da qui. Abbiamo provato a farlo andare in bici, ma ha prevalso l’amore per il pallone».

Una doccia veloce ed il giovane bergamasco è pronto a raccontarsi
Una doccia veloce ed il giovane bergamasco è pronto a raccontarsi

Cresciuto in “casa”

Simone Gualdi ha lo sguardo deciso e una buona parlantina, non serve molto tempo per prendere confidenza. Il corridore della Scuola Ciclismo Cene va in bici da tanti anni e lo ha sempre fatto vicino a casa. 

«Ho iniziato quando ero in terza elementare – racconta seduto al tavolo del soggiorno – già pedalavo da solo su una mountain bike, così, per piacere personale. Poi in terza elementare dei miei amici mi hanno coinvolto e sono andato a provare. La squadra era la Gazzanighese. I primi tre anni faticavo a finire le corse, ero uno dei più piccoli e fisicamente soffrivo. Ho avuto anche la tentazione di lasciare ma non ho desistito, mi piaceva troppo la bici.

«Poi tutto ad un tratto sono cresciuto e sono arrivato a vincere, la cosa bella è che tra Gazzanighese e Scuola Ciclismo Cene c’è un legame profondo. La maggior parte dei ragazzi con i quali corro ora li conosco da quando avevo 8 anni. Sono contento di come è andato e come sta andando il mio percorso di crescita. Alla fine mi alleno molto, ma senza finirmi».

Il presente e il passato recente

Il corridore bergamasco, classe 2005, è uno dei volti del ciclismo nazionale. Nella seconda metà della scorsa stagione si è affermato tra Giro della Lunigiana e la convocazione ai mondiali di Wollongong. Nel 2023, invece, ha già corso con la maglia azzurra alla Gand-Wevelgem e alla Eroica Internazionale Juniores Coppa delle Nazioni, corsa a tappe di tre giorni chiusa al secondo posto in classifica generale. 

«Questi primi mesi della nuova stagione – riprende mentre finisce di sorseggiare la bevanda per il recupero – sono andati bene. Ho aggiunto molte gare internazionali al calendario. La Gand-Wevelgem non è andata benissimo, il clima non ha aiutato. Mentre l’Eroica è stata molto più positiva, il livello era alto e confrontarsi con certe realtà fa sempre bene. Ora mi aspetta un’altra tappa di Coppa delle Nazioni, sempre con la nazionale, questa volta in Repubblica Ceca. Le salite, il mio terreno preferito, saranno una bella incognita, ma non vedo l’ora di mettermi alla prova. Sono contento di aver trovato continuità con l’Italia, Salvoldi organizza ogni mese tre giorni di ritiro. E’ un modo di lavorare che mi piace, si crea un bel gruppo e ci abituiamo a correre insieme.

«Le esperienze in campo internazionale – continua Gualdi – sono iniziate con il Giro della Lunigiana. Una gara che mi ha lasciato molto, ma anche un po’ di amaro in bocca, perché il podio mi è sfuggito di pochi secondi a causa di un problema meccanico (il bergamasco ha comunque vinto la maglia della classifica dei giovani, ndr)».

Durante la pausa dal ciclismo c’è tempo per seguire l’Atalanta, sua squadra del cuore, qui in trasferta a Zagabria
Durante la pausa dal ciclismo c’è tempo per seguire l’Atalanta, sua squadra del cuore, qui in trasferta a Zagabria

Neroazzurro

I colori del cuore di Simone sono due: il nero e l’azzurro, gli stessi che si incontrano sulla maglia dell’Atalanta, della quale è tifoso. Il suo amore per il calcio arriva da lontano e glielo ha regalato un suo ex allenatore. 

«Il calcio è uno sport che conosci per forza – dice con una risata – anche se non ti interessa davvero. Nel mio caso i miei amici ne parlano e lo seguono molto, la passione per la Dea (l’Atalanta, ndr) deriva dall’amore per la mia terra. Dello stadio mi piace l’atmosfera che si respira, sia nel pre partita che durante i 90 minuti. Con il fatto che si gioca molto in inverno riesco andare qualche volta allo stadio a vedere le partite. Rigorosamente in curva, nella parte calda del tifo! Mi sono divertito a fare anche qualche trasferta, una delle più belle è stata quella di Zagabria per i gironi di Champions League. Dodici ore di pullman, insieme ai tifosi, una gran bella giornata. Siamo partiti da casa la mattina e siamo tornati il giorno seguente.

«Mio fratello gioca a calcio, ma non possiamo andare insieme allo stadio – confida con una risatina – è interista. Qualche volta è venuto con me a vedere l’Atalanta ma è si è trattata di una scelta di compagnia, non di tifo».

Gli amici sono sempre pronti a seguirlo e sono tra i primi ad interessarsi dei risultati di Gualdi
Gli amici sono sempre pronti a seguirlo e sono tra i primi ad interessarsi dei risultati di Gualdi

Futuro? Praticamente scritto

Con i suoi 18 anni appena compiuti Gualdi apre gli occhi al futuro con grande interesse. Nel prossimo futuro qualcosa è già scritto, altro è da scrivere e proverà a farlo nel migliore dei modi. 

«Il prossimo anno – racconta – sarò con la Circus ReUz (il devo team della Intermarché-Circus-Wanty, ndr). E’ un contatto nato abbastanza recentemente, si parla di un paio di mesi fa. Ho parlato con i diesse Visbeek e Tamouridis, la scelta è presto fatta, l’opportunità è unica. Mi hanno cercato anche delle squadre italiane, ma l’esperienza all’estero mi permette di avere più continuità nella crescita. Seguirò un programma più delineato, con allenamenti e recuperi programmati. Avrò modo di correre tante gare internazionali, per aumentare a mano a mano il livello. In più dal 2026 sarò nella formazione WorldTour.

«Gli obiettivi per questa stagione sono altri – conclude – mi piacerebbe fare bene alla Due Giorni di Vertova, la corsa di casa. L’anno scorso sono arrivato terzo nella gara del sabato, mentre la domenica mi sono ritirato. In gara si affronta la salita di Casnigo, quella dove ci siamo incontrati oggi, lì mi aspetteranno i miei amici. L’anno scorso hanno fatto un tifo infernale. Mi piacerebbe migliorarmi anche al Giro della Lunigiana e provare a vincere il campionato italiano, tra qualche giorno andrò a vedere il percorso».

Scuola e amici

Gualdi si trova al quarto anno dell’Istituto Valle Seriana perito meccanico, a Gazzaniga. La scuola va bene, ci dice, il Piano Formativo Personalizzato lo aiuta a rimanere al passo

«I professori sono molto comprensivi – spiega – e anche i compagni mi aiutano tanto. Riesco a rimanere al passo con lo studio e questo è importante, non nascondo che a volte porto i libri anche in trasferta, ma fatico a studiare. Dopo le gare mi riposo e la testa va subito alla tappa successiva. Quando sono a casa, invece, mi organizzo bene, la prossima settimana ci sono delle verifiche che dovrò saltare per andare con la nazionale in Repubblica Ceca. Ho già concordato con i professori quando recuperare le verifiche e le interrogazioni.

«Gli amici sono una parte importante della mia vita – finisce di raccontare – siamo molto uniti. Mi chiedono spesso come vanno le corse e quando non esco per preparare una gara o per allenarmi capiscono. In inverno riesco a godermi di più la loro compagnia, ci piace fare le cose che fanno tutti. Divertirsi è importante, la categoria juniores aumenta di importanza, ma siamo comunque ragazzi».

Ceratizit: continua il progetto ciclismo e lavoro

16.10.2022
5 min
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Il progetto “Machining meets cycling by Ceratizit” prosegue spedito ed è giusto così. Le iniziative belle devono procedere, creando una continuità di progetto e con la voglia di guardare al futuro. Il 1° Giro Totale, organizzato da Ceratizit con il supporto organizzativo di Kirolife, è la testimonianza di tutto ciò. Un punto da cui partire e dal quale trarre nuovi spunti per dare subito slancio a questa iniziativa. 

L’incontro di cui vi parliamo, al quale abbiamo avuto la fortuna di assistere, si è svolto a Tirano. Nel teatro delle splendide strade della Valtellina, che dal lago di Como conducono fino alla cima del Passo dello Stelvio. Un luogo dove la bici, in qualsiasi salsa, la deve fare da padrona, in barba ai motori che poco si armonizzano con lo spettacolo di queste montagne. 

Un anno di vita

Il progetto, come abbiamo avuto modo di raccontarvi, si chiama “Machining” meets cycling by Ceratizit”. L’obiettivo è quello di trasportare i valori dello sport: passione, entusiasmo e volontà, all’interno del mondo del lavoro. Ceratizit si pone come tramite coinvolgendo le aziende del territorio e poi i ragazzi delle scuole di ciclismo. Tutto questo per dimostrare che fare sport non è solo un’attività sana, ma un modo di vivere il territorio, partendo anche, ma non solo, dal mondo del lavoro.

La passione per la bici è il filo conduttore di questo progetto. Perché anche se non tutti i ragazzi avranno una carriera sportiva, è altrettanto vero che i valori che la bici trasmette si integrano perfettamente nella vita di tutti i giorni.

Il parere delle squadre

A Tirano non è stato solo il momento di raccontare una bella esperienza, ma anche quello di dare una vera e propria testimonianza. Al 1° Giro Totale erano presenti i dirigenti delle squadre coinvolte, insieme ai ragazzi che, nella giornata di sabato, hanno pedalato con noi sul Sentiero Valtellina. Approfittando della giornata trascorsa insieme, abbiamo così indagato su questo primo anno del progetto “Machining meets cycling by Ceratizit”.

«Abbiamo avuto i primi contatti con Ceratizit durante l’inverno 2021 – ci racconta Edoardo Maffeis, vicepresidente della Scuola Ciclismo Cene – siamo stati coinvolti dalla Sc Gazzanighese, una squadra bergamasca con la quale collaboriamo. Essendo molto vicini (i due paesi sono confinanti, ndr) abbiamo sempre avuto un ottimo rapporto. In più loro hanno ragazzi che vanno dai giovanissimi agli esordienti, mentre noi allievi e juniores. Per avere una bella collaborazione a livello di sport e territorio. Noi siamo stati affiancati in questo progetto dall’azienda PMP che lavora nella meccanica di precisione».

I valori del ciclismo

«E’ un progetto che abbiamo ritenuto molto interessante ed innovativo – continua – perché i ragazzi che sono in prima e seconda superiore iniziano a vedere il mondo del lavoro e a capire certi valori e priorità. Che sono poi trasversali con il mondo dello sport. Il titolare dell’azienda PMP negli anni aveva già avuto tra i suoi dipendenti ragazzi dal mondo del ciclismo. Una delle differenze che aveva subito notato era che i ragazzi che corrono in bici hanno un certo tipo di disciplina ed attitudine rispetto a chi non hai mai praticato sport.

«A Gazzaniga c’è l’istituto tecnico industriale che ha nei suoi indirizzi anche quello meccatronico. Si crea quella che è anche una sincronia tripla: scuola, sport e lavoro. Quando apriranno gli stage scolastici scuola-lavoro i ragazzi potrebbero finire proprio nelle aziende coinvolte nel progetto trovando una bella continuità».

I ragazzi intervistati si sono detti contenti di questo progetto che li avvicina alle realtà del loro territorio
I ragazzi intervistati si sono detti contenti di questo progetto che li avvicina alle realtà del loro territorio

Il parere dei ragazzi

Il progetto, però, vede al centro i ragazzi, sono loro i protagonisti di questa storia, allora approfittiamo della disponibilità e chiediamo loro come si sono trovati.

«Inizialmente ci hanno fatto una presentazione della fabbrica – ci dice uno dei ragazzi che ha visitato la sede di PMP – spiegandoci cosa fanno e in quale campo lavorano. Successivamente abbiamo fatto un tour più specifico dove abbiamo visto le macchine, vedendo anche il funzionamento. Nella seconda parte della visita ci hanno fatto vedere altre macchine più specifiche. Ci hanno spiegato anche il lavoro che facevano per le componenti delle biciclette (dal 2022 PMP non produce più componenti per le bici, ndr). Questa è un’opportunità in più per scoprire quello che il mio territorio mi può offrire e calare nella realtà quello che impariamo a scuola».