Campagnolo ha da poco presentato Pista, la nuova versione delle sue ruote per l’attività in velodromo. Ma non si tratta di un semplice rinnovamento. Fino ad oggi infatti il modello Pista era pensato solo per l’allenamento. Da ora invece si tratta di un vero e proprio modello da competizione, con prestazioni di altissima gamma grazie al profilo da 65 mm in carbonio unidirezionale, raggi lamellari e cuscinetti ceramici. In più sono disponibili sia per tubolari che per tubeless, per la massima versatilità.
Il modello Pista fa il grande salto, da prodotto di seconda scelta ad uno pensato per le competizioni più importantiIl modello Pista fa il grande salto, da prodotto di seconda scelta ad uno pensato per le competizioni più importanti
Un tutt’uno di rigidità
Come appena accennato, la nuova Pista ha fatto il salto di qualità passando da un modello training ad uno capace di affrontare gare di alto livello. Una delle sue particolarità è che è molto maneggevole e versatile. Quindi, fanno sapere dall’azienda, è particolarmente indicata per discipline tattiche come per esempio il keirin.
Questo perché Pista è stata progettata per fare in modo che una volta lanciata i diversi componenti come mozzo, raggi e cerchio diventino un tutt’uno, offrendo la massima rigidità possibile. Anche il materiale utilizzato per il cerchio da 65 mm punta dritto in questa direzione. Questo grazie all’utilizzo della fibra di carbonio unidirezionale, la più rigida e performante.
Le Pista sono pensate per essere più economiche e versatili delle Ghibli, che invece puntano sulla massima aerodinamicaLe Pista sono pensate per essere più economiche e versatili delle Ghibli, che invece puntano sulla massima aerodinamica
Raggi lamellari e cuscinetti ceramici
Una ruota da pista – soprattutto se si chiama Pista – deve avere anche un’ottima aerodinamicità. Per questo i raggi sono lamellari da 2 mm di sezione (20 nella ruota anteriore e 24 nella posteriore), e con i nippli nascosti all’interno del cerchio, per limitare al massimo le turbolenze. Anche la scorrevolezza è stata curata nei dettagli, con l’introduzione dei cuscinetti ceramici Cult (Ceramic Ultimate Level Technology).
Più nel dettaglio sono realizzati in nitruro di silicio, un materiale che assicura il minimo attrito possibile tra quelli disponibili sul mercato. Da Campagnolo fanno sapere che nei test di laboratorio questi cuscinetti hanno il 40% in meno di coefficiente di attrito rispetto ai cuscinetti standard (al punto da riuscire a ruotare cinque volte e mezzo più a lungo).
Le nuove ruote Pista hanno un profilo da 65 mm e sono disponibili sia per tubolari che tubelessLe nuove ruote Pista hanno un profilo da 65 mm e sono disponibili sia per tubolari che tubeless
Una ruota, molte versioni
Abbiamo detto all’inizio della versatilità delle Pista. Sono state progettate in 4 diverse versioni per adattarsi alle diverse specialità del mondo indoor. Sono infatti proposte sia nella classica versione per tubolare che in quella chiamata 2-Way per tubeless.
Inoltre entrambe queste due versioni adottano due diverse configurazioni di mozzi. Con mozzo anteriore da 100 mm di larghezza e posteriore da 120, oppure il moderno standard con un mozzo anteriore di 65mm e da 100mm. La versione per tubolare pesa 1692 grammi la coppia ed è proposta al prezzo di 2510 euro, mentrequella 2-Way Fit ferma la bilancia a 1763 grammi la coppia al prezzo di 2710 euro.
MASSA MARITTIMA – C’è un paio di Campagnolo da 60 da provare, quelle con livrea team ed inizialmente destinate al Team Cofidis. La nostra giornata è iniziata in questo modo e meglio di così non poteva andare.
Campagnolo torna nel WorldTour come partner tecnico del Team Cofidis, una sponsorizzazione che ha i contorni anche di un ritorno dopo un anno lontano dalla Champions League del ciclismo (da italiani speriamo anche in un rilancio deciso dell’azienda). Ora ci concentriamo sui feedback delle WTO 60 con breve intervento di Federico Gardin, responsabile del prodotto e del marketing Campagnolo.
Difficile che la ruota vada in crisi e che metta in crisi la guida, ovvio è che è da 60 (foto MirrorMedia-BCA)Difficile che la ruota vada in crisi e che metta in crisi la guida, ovvio è che è da 60 (foto MirrorMedia-BCA)
Per il team le ruote da catalogo
«Non ci sono differenze tra i prodotti forniti al Team Cofidis – racconta Gardin – e quelli presenti nel catalogo a disposizione dell’acquirente comune. Le Bora Ultra WTO da 60 hanno gli stessi mozzi, sfere e raggi, lo stesso carico dei raggi e cerchio di una normale ruota. L’unica diversità è legata alle scritte ed i loghi, bianchi nella versione team, in modo che dalle immagini televisive il prodotto risalti in modo maggiore. Il ritorno nel WorldTour dopo un anno di assenza – conclude Gardin – è stato voluto, ci è stato chiesto e per Campagnolo è il primo passo verso un rilancio deciso».
Raggiatura G3 e cerchio non eccessivamente spanciato, elegante (foto MirrorMedia-BCA)Raggiatura G3 e cerchio non eccessivamente spanciato, elegante (foto MirrorMedia-BCA)
Le ruote che abbiamo provato
Per noi è stato un assaggio, anche se il feeling immediato che hanno mostrato queste “ruotone” da 60 è qualcosa che lascia di stucco. Poco più di 50 chilometri e poco oltre i 1.000 metri di dislivello positivo, su un percorso molto ondulato e qualche rampetta oltre il 10% di pendenza. Anche un po’ di vento laterale ha condito il nostro test.
Non abbiamo montato i tubeless Vittoria come quelli in dotazione agli atleti Cofidis, ma un tubeless Pirelli RS da 30 millimetri di sezione. Il binomio ruota/tubeless da 30? Perfetto, considerando il canale interno con l’abbondante larghezza di 23 millimetri.
Si tratta di una coppia di ruote 2Way-Fit (predisposta naturalmente al tubeless) che non necessita di tape interno al canale. Ha 21 raggi in acciaio per ruota e la predisposizione G3 con nipplo nascosto nel cerchio full carbon. Il mozzo anteriore ha il corpo in carbonio ed entrambi hanno i cuscinetti ceramici Cult con sistema cono/calotta da pre-carico regolabile esternamente. Il peso dichiarato della coppia scende sotto i 1400 grammi.
Sulle ruote Campagnolo non serve il tape per il tubeless (foto MirrorMedia-BCA)Sulle ruote Campagnolo non serve il tape per il tubeless (foto MirrorMedia-BCA)
Meno estreme di quanti sia lecito pensare
E’ ovvio che non si tratta di una ruota per andare a passeggio, ma quello che colpisce fin dalle prime pedalate è la facilità, ovviamente la fluidità e la scorrevolezza (caratteristiche da DNA Campagnolo). Il tubeless da 30 fa molto del lavoro (gonfiato a 4,2 sul posteriore e 4 sull’anteriore), ma non è solo questione di pneumatici. Soprattutto l’anteriore impegna il giusto quando in discesa si guadagna velocità, non tende a chiudere le traiettorie e non sbilancia l’avantreno quando arriva una folata inaspettata dai lati.
Sotto il punto di vista del sostegno, ad esempio quando ci si alza in piedi sui pedali, è davvero tanta roba. Super equilibrata e sostenuta, non mostra una rigidità che potrebbe risultare controproducente (e stancante).
Da rilanciare e da portare, se a velocità alta è meglio (foto MirrorMedia-BCA)Da rilanciare e da portare, se a velocità alta è meglio (foto MirrorMedia-BCA)
Non solo una ruota da sprinter
Non molto tempo addietro i profili da 60 erano da contestualizzare alle sole gare veloci ed a quella categoria di utilizzatori propensi a sprintare. Non è più così, o per lo meno, le ruote con i profili alti e altissimi fanno parte della dotazione di scalatori, grimpeur e amanti dei dislivelli importanti. Nel caso specifico delle Bora Ultra WTO 60, un peso inferiore a 1.400 grammi garantisce un resa ottimale anche quando il naso è all’insù.
Con pendenze al di sotto del 10% si può fare una buona andatura (anche per gente normale che si allena). Significa che una 60 come questa non pesa ed è pienamente sfruttabile quando è montata su bici non aero.
La nuova Shamal è una ruota adatta a tutti (foto MirrorMedia-BCA)Una 60 non potrà essere una ruota definitiva per tutti, ma sorprende per efficienza (foto MirrorMedia-BCA)La nuova Shamal è una ruota adatta a tutti (foto MirrorMedia-BCA)Una 60 non potrà essere una ruota definitiva per tutti, ma sorprende per efficienza (foto MirrorMedia-BCA)
In conclusione
Campagnolo Bora Ultra WTO 60è una ruota da usare, sfruttare e godere tutti i giorni. Super efficiente, per nulla estrema ed un gran bel vestito per la bici, che sia aero concept, oppure più magra ed esile, non è scomoda, non è un prodotto da cavallo pazzo.
Ha un prezzo importante (3.690 euro), ma come affermato in altre occasioni, una ruota Campy dura in eterno e non stufa neppure a distanza di anni. Volendo fare un confronto con una Shamal di ultima generazione, la WTO da 60 si pone su un livello superiore, sotto tutti i punti di vista (anche in fatto di prezzo di listino).
Le ruote perfette esistono e le nuove Campagnolo Hyperon Ultra rasentano la perfezione nell’impatto estetico e per quanto riguarda le prestazioni. Sono eleganti, ma al tempo stesso vestono la bicicletta. Si adattano ai diversi stili di guida, grazie alla reattività che mostrano in salita e nei rilanci, ma anche alle andature elevate in pianura. Eppure non sono mai eccessive, godibili anche quando si va piano. Sono oggettivamente belle da guardare, curate nel dettaglio più piccolo e nascosto.
Le abbiamo provate, le abbiamo messe alla frusta e le abbiamo configurate (senza il minimo problema) con una trasmissione che non fa parte della famiglia Campagnolo. Era il Giro d’Italia 2022quando le abbiamo viste per la prima volta. Entriamo nel dettaglio.
Ruote da salita e non soloRuote da salita e non solo
Gratificazione e prestazioni
Le ruote Campagnolo sono tra i componenti più ambiti. Sono una sorta di obiettivo e punto di arrivo per i ciclisti che cercano un upgrade della bicicletta, della resa tecnica del mezzo e anche nei termini di gratificazione personale. Nel corso degli anni hanno sempre fatto collimare al meglio i materiali d’eccellenza, estetica e quelle performances che le hanno rese celebri.
Le nuove Hyperon Ultra racchiudono tutto questo come vuole la tradizione e alzano ulteriormente l’asticella. Non solo, perché queste ruote rientrano in una rinnovata concezione di Campagnolo, dove è presente anche la trasmissione Super Record Wireless.
Un profilo medio che “riempie” la biciclettaOgni ruota ha una sorta di carta d’identitàIl canale interno da 21 millimetriL’innesto del raggio nel cerchio è pulito e supera brillantemente ogni test aerodinamicoUn profilo medio che “riempie” la biciclettaOgni ruota ha una sorta di carta d’identitàIl canale interno da 21 millimetriL’innesto del raggio nel cerchio è pulito e supera brillantemente ogni test aerodinamico
Come sono fatte
Fanno parte della categoria di ruote dal profilo medio, hanno un cerchio completamente in carbonio e con un profilo di 37 millimetri. La larghezza totale è di 26,7 millimetri, con una forma panciuta, ma non eccessivamente wide nella parte centrale. Il canale interno è largo 21 millimetri, moderno e adatto ad interfacciarsi con i tubeless da 28 in su. Inoltre la costruzione del cerchio elimina l’utilizzo del nastro tubeless. La metodologia di costruzione con una sola congiunzione per un bilanciamento eccellente, il carbonio, le resine e la finitura lucida, ma anche le scritte, fanno del cerchio delle nuove Hyperon una sorta di blocco unico.
I nipples sono interni al cerchio del tipo Aero Mo-Mag. Nonostante questa soluzione, la tensione dei raggi è regolabile dall’esterno. I profilati sono in acciaio, 21 per l’anteriore e 24 per la ruota dietro, con incrocio differenziato. Nel punto di incrocio i raggi si sfiorano, ma non si toccano.
Rispetto al passato i mozzi sono stati completamente rivisti e sono diversi da quelli in dotazione alla famiglia Campagnolo WTO. Sono in alluminio, hanno un disegno asciutto ed essenziale, hanno delle flange laterali totalmente riprogettate, con l’obiettivo di far lavorare la raggiatura, ma senza risvolti negativi. I cuscinetti sono CULT, acronimo di Ceramic Ultimate Level Technology, scorrevoli e silenziosi. I mozzi, come vuole la tradizione, permettono di regolare il precarico dall’esterno.
Il mozzo anteriore, sfinato e con ingombri ridottissimiLe sedi CenterLock per i dischiLa brugola esterna per il precarico dei cuscinetti e per estrarre l’asse in caso di manutenzioneIl design dei mozzi è completamente cambiato rispetto al passato, molto diverso dalla famiglia WTOLa ruota dentata interna e l’asse passante che è un blocco unicoIl corpetto è un’opera d’arte e utilizza il sistema d’ingaggio con le tre “palette”Il mozzo anteriore, sfinato e con ingombri ridottissimiLe sedi CenterLock per i dischiLa brugola esterna per il precarico dei cuscinetti e per estrarre l’asse in caso di manutenzioneIl design dei mozzi è completamente cambiato rispetto al passato, molto diverso dalla famiglia WTOLa ruota dentata interna e l’asse passante che è un blocco unicoIl corpetto è un’opera d’arte e utilizza il sistema d’ingaggio con le tre “palette”
Come vanno
Un paio di ruote possono cambiare le prestazioni dell’intera bicicletta? Si, le ruote cambiano completamente il carattere del mezzo meccanico e decisamente fanno la differenza. Nel caso delle nuove Campagnolo Hyperon Ultra, uno strumento dall’elevato tasso tecnico che rientra in un segmento hors categorie. Non si parla di un paio di ruote esagerate ed eccessive, cattive e “troppo” performanti. Le nuove Hyperon sono facili da guidare prima di tutto, prontissime a rispondere alle sollecitazioni e sempre incollate alla strada, adatte ad una tipologia di utenza diversa, per richieste, ambizioni e modo di guidare la bici.
E’ la salita il terreno ideale dove le Hyperon Ultra mostrano tutto il loro valore. Sempre scorrevoli a prescindere dalle coperture (le abbiamo utilizzate con i pneumatici tubeless da 28), molto fluide e per nulla stancanti anche nel lungo periodo.
In discesa e alle velocità elevate, ma anche nei tratti tecnici esprimono un valore quasi inaspettato, considerando il profilo medio del cerchio. Tengono la velocità per un tempo consecutivo molto lungo, al pari di una stabilità che può fare la differenza quando si sposta continuamente il peso del corpo: infondono sicurezza. Non sono esclusivamente le gomme, perché è il bilanciamento e la facilità di portare la ruota alla corda, due fattori che spostano il riferimento prestazionale verso l’alto.
In pianura e all’interno dei tracciati leggermente vallonati, mostrano una fluidità superiore alla media di questa categoria. Volendo fare un confronto, sono meno veloci delle Bora Ultra WTO 45 e 60, ma al tempo stesso (a nostro parere) sono più semplici da sfruttare da corridori con un peso leggero che usano i tratti pianeggianti come un trasferimento.
Nei tratti tecnici sono molto facili da guidareUna livrea unica nel suo genere, fatta per durare nel tempoNei tratti tecnici sono molto facili da guidareUna livrea unica nel suo genere, fatta per durare nel tempo
In conclusione
Le nuove Campagnolo Hyperon Ultranon sono paragonabili alle Hyperon con il cerchio dal profilo bassissimo che hanno fatto felici molti scalatori di un’epoca passata. Le nuove Hyperon (forse) sono ancora migliori. Sono il risultato di una serie di compromessi perfetti, ma il prodotto finale è tutt’altro che una via di mezzo.
Sono delle ruote d’elite, il prezzo di listino parte da 3.650 euro, di sicuro non economiche, che rientra nelle media della categoria. Anzi, se consideriamo i prezzi di alcuni competitors e la qualità delle nuove Hyperon, proprio il rapporto qualità/prezzo si alza in modo esponenziale.
La prima tappa del Giro con arrivo in salita, quella siciliana dell’Etna, è una ghiotta occasione per sbirciare tra le biciclette alla ricerca di qualche novità. La bici di Almeida si presenta con delle ruote Campagnolo differenti dagli standard, con un cerchio simile a quello della famiglia WTO e con dei mozzi mai visti in precedenza sulle ruote dell’azienda vicentina. Cerchiamo di analizzarle.
La ruota posteriore montata sulla bici di AlmeidaLa ruota posteriore montata sulla bici di Almeida
Le ruote Campagnolo e lo shape dei mozzi
Prima di tutto è necessario precisare che Almeida ha utilizzato la Conago V3Rs con i dischi. Concentrandosi sulle ruote e al di là della scritta sul cerchio dove non compare nessuna specifica, modello e altezza del cerchio, il componente più curioso è il mozzo, entrambi i mozzi a dir la verità.
Sono in alluminio, hanno entrambi un corpo dal volume ridotto e delle flange poco pronunciate. Quello posteriore non presenta la “classica” oversize che contraddistingue i modelli della gamma e nasconde quasi completamente l’innesto dei raggi. Questi ultimi sono 12 per lato e hanno un profilo piatto, aerodinamico e sono incrociati in seconda da ambo le parti. Dalla parte del cerchio il nipples non è esterno, ma è dentro il cerchio.
Il mozzo anteriore, sempre in alluminio ha dimensioni davvero ridotte, con la raggiatura incrociata in seconda dal lato del disco e radiale dall’altra parte. Il profilo laterale della flangia è minimo, praticamente inesistente, con i raggi che vanno dritti nelle piccole protuberanze.
Mozzo posteriore “asciutto” e in alluminio
Il mozzo anteriore senza flangia e il perno in titanio
Mozzo posteriore “asciutto” e in alluminio
Il mozzo anteriore senza flangia e il perno in titanio
Un richiamo alle Campagnolo Bora
Se volessimo fare un confronto con i modelli delle Bora che già conosciamo, su questa versione utilizzata da Almeida cambia la raggiatura posteriore, che non è la “classica” G3. Viene mantenuta la raggiatura radiale del mozzo anteriore (lato disco). Potrebbe essere un nuovo modello WTO con cerchio più largo?
Pirelli P Zero Race copertoncino e la valvola della camera in poliuretanoPirelli P Zero Race copertoncino e la valvola della camera in poliuretano
Il cerchio in fibra è panciuto
La fibra composita, quantomeno la finitura esterna, richiama da vicino la C-Lux usata per le versioni WTO. Il carbonio ha quella livrea unidirezionale e lucida. Il cerchio è tondeggiante, panciuto ed è montato con i Pirelli Race da 26, versione copertoncino e si vede la valvola delle camere d’aria Pirelli in poliuretano (quelle da 35 grammi a camera).
Il cerchio: non è la versione da 40 e non sembra neppure quella da 33. Sembra piuttosto una via di mezzo, 35 millimetri, oppure 38?
Clincher Pirelli, non è un tubolareClincher Pirelli, non è un tubolare
Perni passanti Carbon-Ti
I perni passanti sono della Carbon-Ti, azienda affidabile la cui produzione è davvero ben nota. Gli assi passanti per le ruote anteriori e posteriori Carbon-Ti nascono dalla collaborazione diretta con numerosi atleti professionisti e rispondo ai più scrupolosi test di laboratorio e su strada. La qualità dei materiali usati permette di soddisfare le esigenze di molti campioni impegnati nelle più severe competizioni internazionali.
Dopo 147 chilometri di fuga (28 da solo), Andrea Vendrame conquista Sappada. Una vittoria che parla di orgoglio e rivincita. Domani il Giro si decide sul Grappa
Campagnolo Levante è la nuova ruota gravel del marchio veneto, costruita senza compromessi per essere leggera e performante, durevole e sempre affidabile a prescindere dalle condizioni del terreno. C’è un cerchio in carbonio con una finitura mutuata dalle road Bora Ultra WTO. Il peso? Leggerissime, se consideriamo la categoria, con soli 1.485 grammi dichiarati e un prezzo di listino di 1.575 euro. Vediamo i dettagli principali.
Eleganti, ma con quel tocco race (@campagnolo)Eleganti, ma con quel tocco race (@campagnolo)
Campagnolo e l’arte di fare le ruote
Le ruote Campagnolo sono un punto di riferimento in tutte le categorie, lo sono per stile e design, lo sono per la qualità dei materiali e per la tecnica costruttiva, ma anche in fatto di prestazione. Non sono da meno le nuove Levante, ruote sviluppate per il gravel che hanno il compito di mettere insieme performances e versatilità, qualità sempre più ricercate proprio in ambito gravel. Tecnicamente di tratta di un prodotto con un cerchio alto 30 millimetri 2Way-Fit, con una canale interno da 25, per una larghezza totale di 30,6, ovvero con un design moderno. Ci sono i mozzi in alluminio con il sistema cono-sfera (quello classico Campagnolo), con la ruota libera perfettamente compatibile con Ekar a 13 velocità, Shimano e Sram.
I nipples sono esterni, manutenzione facilitata (@campagnolo)
Il profilo del cerchio delle Levante (@campagnolo)
I nipples sono esterni, manutenzione facilitata (@campagnolo)
Il profilo del cerchio delle Levante (@campagnolo)
Il cerchio
Viene adottata la grafica laserata C-Lux, che oltre ad aumentare il valore estetico, ha l’obiettivo di implementare il concetto di longevità del prodotto. Questa tecnica non richiede l’impiego della verniciatura, fattore che aiuta a risparmiare peso. Possiamo anche definirla una grafica a specchio, la stessa utilizzata per le stradali WTO. Ma non finisce qui, perché la tecnica C-Lux offre dei vantaggi nell’abbinamento tra cerchio e pneumatico tubeless.
Il cerchio è full carbon H.U.L.C. Con fibra unidirezionale, acronimo di Hand Made Ultra Light Carbon. E’ una matrice composita esclusiva, con un peso specifico molto ridotto e al tempo stesso robusto. La stessa fibra limita l’impiego delle resine, a tutto vantaggio del peso finale.
Il mozzo anteriore, sempre in alluminio (@campagnolo)
Il mozzo posteriore (@campagnolo)
Il mozzo anteriore, sempre in alluminio (@campagnolo)
Il mozzo posteriore (@campagnolo)
Mini-hook, zero problemi per gli pneumatici
Lo stesso cerchio utilizza la soluzione mini-hook per l’ingaggio della gomma e corrisponde agli standard di sicurezza ETRTO. Significa che la ruota può sostenere i copertoncino con la camera d’aria e anche i tubeless, a prescindere da marchio e predisposizione. Il cerchio così costruito, si pone come un’interfaccia ottimale per gomme da 38, fino a 76 millimetri di sezione (da 1,5, fino a 3 pollici): un range davvero ampio, che rimanda ad uno scenario futuro della categoria gravel.