Garmin Rally RS210, il power meter con i Newton. Il test completo

Garmin Rally RS210, il power meter con i newton. Il test completo

13.12.2025
6 min
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Il nuovo Garmin Rally power meter non è un aggiornamento ed una rivisitazione del modello già esistente. E’ stato cambiato nel profondo, tantissimo nel cuore del sistema, molto anche nel corpo ed il risultato finale è super.

Ai fini della rilevazione, della ripetibilità dei dati e anche per quello che concerne la gestione del dispositivo, lo stesso Garmin Rally è più preciso e facile. Tra il resto ci sono da evidenziare due valori aggiunti. Il primo è legato al perno sostituibile/intercambiabile dove alloggia tutta l’elettronica. Il secondo è un plus delle metriche di potenza, ovvero la possibilità di quantificare la forza espressa in newton. L’ecosistema Garmin aggiunge un altro (utilissimo) tassello. Vediamo di cosa si tratta anche grazie al contributo di Michele Dalla Piazza ed entriamo nel dettaglio della prova.

Garmin Rally RS210, il power meter con i Newton. Il test completo
Come un pedale classico e anche molto robusto
Garmin Rally RS210, il power meter con i Newton. Il test completo
Come un pedale classico e anche molto robusto

Quantificare la forza quando si pedala

«Per misurare la forza, con tutta probabilità il sistema pedale è quello migliore – argomenta Dalla Piazza – o comunque tra i migliori. Riesce a far risaltare le reali differenze tra gamba destra e sinistra. Prendere in esame i newton, la forza espressa durante l’attività in bici è una pratica utilizzata da tempo da alcuni portali di analisi, ad esempio Intervals.icu, GoldenCheetah (ovviamente il portale Garmin Connect) e pochi altri.

«Il valore in Newton misurato da un power meter – prosegue – rappresenta la forza tangenziale, ovvero quella che potremmo categorizzare come forza davvero efficace per far avanzare la bicicletta. Semplificando, è quella perpendicolare alla pedivella. Ai fini della valutazione di un training di qualità è utile a quantificare lo stress muscolare, la fatica meccanica, utile a capire come un atleta genera watt. I newton danno un senso molto più preciso del profilo dell’atleta, identificando il range di cadenza preferita e quella con maggiore efficienza».

Garmin Rally RS210, il power meter con i Newton. Il test completo
Michele Dalla Piazza, studioso e profondo conoscitore delle tecnologie legate al training moderno
Garmin Rally RS210, il power meter con i Newton. Il test completo
Michele Dalla Piazza, studioso e profondo conoscitore delle tecnologie legate al training moderno

Garmin Rally RS210, l’aspetto tecnico

Molto bene il fattore di intercambiabilità del mandrino. E’ uno dei cardini di questo progetto Garmin, un valore aggiunto non banale a favore della precisione e della longevità. Tutta l’elettronica è inserita (e protetta) all’interno del perno, batteria ricaricabile inclusa. Ottimo il fattore Q del pedale, 53 millimetri, perfettamente in linea con i competitor e con i pedali medio/alto di gamma. Anche il valore dello stack (altezza complessiva del pedale) è buono con i suoi 12,2 millimetri.

Eccellente l’autonomia rilevata con una sola ricarica. Oltre le 80 ore di attività, anche se in questo caso è sempre bene considerare le variabili legate alle condizioni climatiche e alle eventuali attivazioni (non volute) a bici ferma. I pedali sono sensibili e talvolta, con un semplice spostamento della bici il sistema Rally si attiva.

Calibrare non è mai stato così facile

Molto bene a nostro parere il fattore calibrazione, che non è sempre necessaria ad ogni uscita (è comunque possibile farla a piacimento). Diciamo che è meglio eseguirla quando è richiesta dal dispositivo (può comparire una notifica sul device), potremmo dire obbligatoria quando si trasferiscono i pedali da una bici ad un’altra, quando si estrae il perno per manutenzione e pulizia.

Non serve mettere la pedivella in quella posizione oppure in un’altra. Non serve mantenere sempre il medesimo angolo ed inclinazione in modo da avere dati ripetibili e sovrapponibili da un’uscita a quella successiva. C’è una calibrazione di fabbrica impostata e quella resta. Ci piace.

Le nostre considerazioni

Il valore dei newton durante una prestazione è un campo che si aggiunge agli altri, va interpretato, capito ed analizzato. E’ uno strumento utilissimo per capire come si ottengono i watt, se attraverso una pedalata che predilige l’agilità, oppure una cadenza più bassa. Con il tempo e con i grafici la funzione dei newton aiuta ad interpretare il gesto, con le sue fasi di spinta e trazione (ci vuole anche un device che supporta le dinamiche della pedalata). Con metodo, tempo e pazienza è un vero e proprio strumento che aiuta a migliorare, sfruttando l’efficienza della pedalata (tutta).

I newton sono il plus dei nuovi pedali/power meter Garmin? Il quantificare la forza tangenziale è uno dei fiori all’occhiello di questa versione dei Rally, eppure se dovessimo puntare l’obiettivo sul vero punto di forza di questo sistema, l’attenzione si sposterebbe sulla semplificazione del prodotto. Proprio così: rispetto alla versione più anziana il nuovo power meter Rally è più facile, versatile e robusto (è molto sostanzioso), più immediato, tanto stabile e preciso. Un misuratore che si adatta a molte interpretazioni. Ci piace.

Garmin

Quattro grandi novità in casa Garmin, dagli Edge ai power meter

13.09.2025
5 min
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Li aspettavamo e puntualmente eccoli qui. Sono due i nuovi bike device GPS della famiglia Edge, 850 e 550, ma ci sono anche due nuovi power meter (uno road e uno off-road), sempre sviluppati tenendo fede al progetto di integrazione al pedale.

Edge 850 è di fatto il discendente diretto di Edge 1050, per tecnologia, funzioni, soluzioni mutuate, ma adotta dimensioni più compatte ed un peso ridotto. Garmin Edge 550 ha qualcosa in meno (ed ha un costo inferiore), pur sempre completo e molto ricco nelle funzioni. Non porta in dote lo schermo touchscreen. Nell’ambito dei misuratori di potenza invece è stato completamente rinnovato il perno che caratterizza entrambi i prodotti, per il settore strada e per il fuori strada. Entriamo nel dettaglio.

I nuovi Garmin Edge

Edge 850 ha dimensioni ridotte ed un valore alla bilancia più contenuto, rispetto all’Edge 1050. Concettualmente è il fratello di quest’ultimo e vuole abbracciare anche un pubblico di agonisti spinti che pensano alla riduzione dei pesi, ma hanno la necessità di quanti più dati possibili a portata di schermo. E’ alto poco più di 9 centimetri, largo circa 5,5, con uno spessore inferiore di 2 ed un peso dichiarato di 113 grammi: numeri davvero interessanti per questa categoria di strumenti. E’ dotato di schermo touchscreen abbinato ai tasti, a colori e con cristalli liquidi, proprio come il 1050. Eredita le medesime funzioni, funzionalità e caratteristiche di Edge 1050, tra le quali anche la configurazione per il pagamento con carta di credito. Non manca nulla in termini di protocolli di trasmissione Ant+ e Bluetooth, oltre ad una memoria interna di 64 GB. Il prezzo della versione con il solo dispositivo è di 549,99 euro.

Edge 550 ha le stesse dimensioni del modello 850, ma non è dotato di schermo touch. Il valore dichiarato alla bilancia è di 110 grammi. Si arricchisce con lo schermo a colori, a cristalli liquidi e nella modalità risparmio energetico può arrivare fino a 36 ore di utilizzo. Non manca nessuna funzione, molto ricco in considerazione della categoria alla quale appartiene e alla sua fascia di prezzo, ma non è munito della modalità di pagamento. 550 si rivolge a differenti fasce di utenza, dagli “smanettoni“ agonisti, fino ad arrivare al ciclista della domenica che cura in ogni caso i dettagli e utilizza i diversi sensori sulla bicicletta. Il prezzo del solo dispositivo scende a 449,99 euro.

Power meter rinnovati

Sotto il profilo commerciale i Garmin Rally sono tre, due stradali e uno per l’off-road. I due road adottano la piattaforma Shimano e quella Look Keo, mentre il Garmin Rally dedicato al gravel e alla mtb è Shimano SPD compatibile. Tecnicamente, se pur il rinnovamento è stato importante e ha riguardato tutti i componenti, il design e lo sviluppo, la stragrande maggioranza del lavoro ha interessato il perno. Integra completamente l’elettronica del misuratore, ha la batteria ricaricabile al suo interno e può essere trasportato da un pedale ad un altro della nuova serie Garmin. Dal lato pratico è possibile smontare (facilmente) il perno montato sui Rally da strada e portarlo sui pedali Garmin off-road. Sono sufficienti pochi minuti, giusto un paio di attrezzi e poca manualità meccanica.

Il dettaglio “nuovo” da considerare, una bella innovazione da parte di Garmin. La nuova famiglia Rally è la prima che rende disponibile la funzione di lettura dei Nm. E’ un dato che amplia la lettura ed analisi approfondita dei dati, con un maggiore focus sulla forza espressa durante lo sforzo. Il valore dei watt e della qualità della performance ha un altro alleato.

Garmin Rally sono disponibili con la doppia rilevazione (entrambi i pedali) a 1.099,99 euro, quelli da strada, mentre per il modello off-road ci vogliono 1.199,99 euro. C’è la disponibilità anche della versione con rilevazione singola ed il prezzo di listino scende a 649,99 euro (749,99 euro per il modello XC a rilevazione singola). Molto interessante la confezione Bundle, che include la doppia rilevazione con una piattaforma da strada (a scelta) ed il corpo del modello Rally XC off-road.

Garmin

Assioma Pro RS, il valore aggiunto è il power meter stesso

13.08.2025
7 min
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Il test completo dei nuovi pedali Favero Assioma Pro RS, ovvero il nuovo misuratore di potenza road dell’azienda veneta. Dopo il lancio ufficiale del modello specifico per l’off-road Pro MX, eravamo in attesa dell’evoluzione del segmento strada e puntuale ecco il nuovo strumento.

Rispetto alla versione precedente tutto è cambiato e alla base ci sono proprio il successo e la qualità del Pro MX. Corpo sviluppato su base Shimano ed elettronica completamente integrata nell’asse del pedale. Tutto nascosto, protetto e con la qualità dell’elettronica Favero. Di seguito le nostre considerazioni.

Leggero, robusto e anche piuttosto rigido
Leggero, robusto e anche piuttosto rigido

Come sono fatti i nuovi PRO RS

I nuovi pedali Assioma sono disponibili nella sola versione a sgancio rapido con predisposizione Shimano e nella confezione è inclusa la tacchetta gialla (quella con una maggiore libertà angolare). RS-2 è il modello che porta in dote la rilevazione su entrambi i pedali (il Pro RS-1 ha invece il potenziometro soltanto nel pedale sinistro). Ha una batteria ricaricabile interna con una durata dichiarata a 60 ore per singola ricarica (durante il test siamo andati ben oltre, ndr) e la ricarica avviene tramite i pod posizionati all’esterno del perno. Il corpo del pedale è in fibra di carbonio, rinforzato con polimeri. La tensione è regolabile grazie ad una vite a brugola.

Interessante sottolineare che il fattore Q è uguale a quello dei pedali Shimano Ultegra standard (53 millimetri, 52 per Shimano Dura Ace) ed ha un’altezza ridotta a soli 10,5 millimetri. Significa che la tacchetta è vicinissima al perno, sinonimo di efficienza della pedalata, ulteriore precisione della rilevazione ed una maggiore immediatezza che potrebbe fare rima con rigidità. Gli Assioma Pro RS sono dotati di protocolli di trasmissione Ant+ e Bluetooth (quest’ultimo ben tre canali differenti, unico nel suo genere), associabili alla app Favero Assioma.

Quali dati? Cadenza e giroscopio, il sensore di cadenza, così come il bilanciamento gamba destra e sinistra. Ovviamente la rilevazione della potenza, la funzione di power phase, uniformità del gesto ed efficienza di coppia. Non secondaria la funzione che permette di quantificare il tempo pedalato in piedi e da seduti, più in generale tutte le metriche avanzate, compresa la valutazione del punto di spinta (PCO), le metriche avanzate che Assioma PRO RS permette di rilevare e che si differenziano dalle metriche standard che il potenziometro riesce a rilevare. La funzione PCO può essere utilizzata anche per valutare il corretto posizionamento della tacchetta alla suola della calzatura. Pro RS-2 è dotato di compensazione termica automatica. Assioma diventa anche uno strumento di precisione e di analisi.

In comune con Assioma Pro MX

Fra la versione road e quella off road ci sono dei punti di contatto. Pro MX può essere facilmente e logicamente considerato come il padre di questa generazione Assioma e ci sono degli elementi in comune. C’è il design modulare e la totale integrazione di elettronica ed estensimetri all’interno del perno. Quest’ultimo è facile da smontare e da pulire (la manutenzione è ridottissima).

La batteria è ricaricabile e lo sviluppo è stato eseguito sulla piattaforma Shimano. E’ stata mutuata la tecnologia IAV. E’ l’acronimo di Instantaneous Angular Velocity-based, significa che il power meter rileva la velocità angolare istantanea, non fa una stima, non fa la media. Precisione assoluta e tanta qualità.

Il nostro test

Il sistema guarnitura/pedali/power meter è un pacchetto che adotta una guarnitura standard e prevede il misuratore Assioma Pro RS ed è molto leggero. I due pedali Asssioma hanno lo stesso valore alla bilancia di una coppia di Ultegra, il vantaggio è dunque quello di avere tutto integrato nel perno. Nell’ottica di una valutazione complessiva, è un punto di partenza non banale e da considerare.

Per quanto concerne la rilevazione dei watt e la gestione del power meter? Ad oggi il test ha previsto oltre 80 ore (ma l’utilizzo prosegue incessante), qualche uscita con la pioggia battente (in questa estate un po’ matta) e oltre 20.000 metri di dislivello positivo. Purtroppo solo in rare situazioni siamo saliti oltre i 2.000 metri di quota, ma l’ascesa totale accumulata è già un buon metro di valutazione per quanto riguarda l’affidabilità legata al cambio di contesto ambientale.

Questo power meter subisce le condizioni dell’ambiente esterno? Assolutamente no. Mai una perdita di segnale, mai una deformazione dei dati, legati anche al fatto che abbiamo ripetuto alcuni percorsi diverse volte. Significa avere dati ripetibili e sovrapponibili, significa avere un riferimento costante e preciso. Inoltre, aspetto per nulla secondario, pur essendo un power meter nel pedale, mantiene un’equilibrio eccellente della rilevazione anche nelle simulazioni degli sprint e durante i cambi di ritmo. Il perno è ben protetto e schermato dagli agenti esterni.

I plus di Assioma Pro RS

Il valore aggiunto di questo componente e il power meter stesso, con la sua costruzione. La qualità di ogni singola rilevazione e delle metriche. L’equilibrio della rilevazione anche in fase di simulazione degli sprint. Una durata ottima della batteria/autonomia, che tra un intervallo e quello successivo ha superato le 70 ore, anche se è sempre bene considerare la variabile legata all’ambiente esterno. E’ da considerare la totale e perfetta integrazione di tutta l’elettronica, con la batteria (ricaricabile) che non ha filtri e/o barriere da superare (i misuratori con le batterie sostituibili ed esterne, di tanto in tanto mostrano delle distorsioni, perdite di segnale e funzionano al massimo delle potenzialità con batterie di ottima qualità).

E’ uno strumento versatile che può essere portato da una bici ad un’altra, senza problemi, senza l’obbligo di voli pindarici per effettuare la calibrazione ed il montaggio. Non è necessario effettuare la calibrazione ad ogni uscita, è sufficiente una volta dopo l’aver montato i pedali sulle pedivelle. C’è anche un risparmio di peso da non sottovalutare, non si parla di chilogrammi, ma di grammi che tolti dalla bicicletta nel suo complesso non fanno male. Assioma è un power meter tutto Made in Italy. Non in ultimo il prezzo, perché 705,16 euro di listino (portale Favero) non sono molti se consideriamo l’alta qualità di questo misuratore con doppia rilevazione, il tutto integrato in un pedale.

Cycling.Favero

CoachPeaking, il software tutto italiano per analizzare il training

12.03.2025
5 min
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CoachPeaking è un portale, una app ed un software sviluppato completamente in Italia e gestito (ma anche utilizzato) da eccellenze nell’ambito dello sport service, dell’informatica e della nutrizione.

Con grande piacere chiudiamo la collana informativa con un soggetto italiano, approfondimenti che hanno argomentato alcuni dei portali di analisi dei dati più utilizzati. Intervals.icu e TrainingPeaks, Shimano Connect Lab e GoldenCheetah, usati da allenatori, ma anche da diverse tipologie di utenza. Per meglio contestualizzare CoachPeaking abbiamo chiesto a Fabrizio Tacchino, tecnico FCI, uno dei primissimi in Italia (se non il primo) ad avere utilizzato una piattaforma di analisi dei dati così come le conosciamo oggi (periodo 2007/2008 a ridosso delle Olimpiadi).

Un team di super esperti alla base di CoachPeaking
Un team di super esperti alla base di CoachPeaking

CoachPeaking, obiettivo gestione avanzata del training

L’obiettivo di CoachPeaking è fornire una gestione avanzata del training (non è specifico solo per il ciclismo), semplificare la lettura e le seguente interpretazione dell’allenamento, fornire analisi avanzate di semplice consultazione. CoachPeaking è uno strumento in evoluzione, flessibile ed intuitivo che si adatta alle diverse esigenze di atleti e allenatori di professione.

Un percorso lungo 30 anni

«Premetto che ho iniziato ad occuparmi di allenamenti e di come fare crescere gli atleti – racconta Tacchino – a partire dal 1995, anno in cui ho presentato la tesi di laurea. Con una lacrima, ma con tanta soddisfazione per quello che ho ottenuto sotto i profili umano e personale di professionista del settore, credo di essere uno dei preparatori in attività con un monte ore piuttosto importante. Ho visto crescere e cambiare il mondo del training, la categoria dei preparatori, in un periodo relativamente breve si è passati dall’era analogica a quella digitale.

«In quegli anni esisteva l’SRM – prosegue Tacchino – che nessuno sapeva usare e sfruttare, considerando inoltre che non c’erano strumenti per leggere quello che un SRM faceva. La tecnologia per captare l’allenamento era Polar e la piattaforma di atterraggio/esplosione dei dati era PrecisionPerformance. C’era il test Conconi, si faceva in pista e si basava su frequenza cardiaca e velocità rilevata. Cos’era un Garmin? I dati dei corridori si memorizzavano sul calendario di carta, che non di rado si rubava al parrucchiere, dal macellaio, dal negoziante di fiducia del paese. Tra il 1995 e il 2000 è iniziata un’evoluzione graduale».

Fabrizio Tacchino, piemontese, è da anni un tecnico formatore nell’orbita della Federazione
Fabrizio Tacchino, piemontese, è da anni un tecnico formatore nell’orbita della Federazione

«Si entra nell’era del ciclo-mulino e dei primi simulatori – prosegue Tacchino – dei primissimi rilevatori che non memorizzavano i dati, oltre a considerare i limiti dell’informatica di allora. C’erano a monte delle formule di calcolo pazzesche che davano comunque risultati corretti, se riportati ai contesti moderni. Compaiono i primi rulli con il power meter integrato, ma i calcoli dei watt erano indiretti e non consideravano i picchi potenza».

Quando si è iniziato realmente con i portali di analisi?

A ridosso delle Olimpiadi di Pechino, poco prima del 2008. In quel periodo entro in contatto con il sistema WKO. Aveva un costo importante e allora Training Peaks era semplicemente un piccolo aggregato di WKO. Cosa è diventato TrainingPeaks lo vediamo tutti. VKO ha migliorato sensibilmente la gestione degli atleti, ma c’erano delle limitazioni, c’era la necessità di essere più rapidi e precisi nell’accumulo dei dati e nelle analisi.

E’ facile pensare che all’epoca ci fossero dei limiti, è così?

Era possibile controllare in modo adeguato un numero massimo di 20 atleti. Si riportavano i dati a mano, non tutti avevano la casella di posta elettronica e gli strumenti di rilevazione erano per pochi. In pochi anni abbiamo visto cosa è successo ed i watt, con tutto quello che gli gira attorno, sono diventati alla base di tutto.

Il portale include anche una pagina blog informativa e di divulgazione, parecchio utile
Il portale include anche una pagina blog informativa e di divulgazione, parecchio utile
Diverse piattaforme a disposizione, perché usi CoachPeaking?

Dal 2021 uso CoachPeaking, un portale per atleti e coach, sviluppato per facilitare la traduzione degli allenamenti. Dal punto di vista del preparatore uno dei vantaggi di CoachPeaking è la gestione differenziata del training, che può essere individuale, molto usata nell’ambito del triathlon, oppure individuale e come team, più usata nel ciclismo.

Cosa significa?

Cercando di semplificare, significa che il portale isola gli allenamenti individuali e permette al tempo stesso di fare dei confronti tra più corridori, con una lettura facile e dall’interpretazione lampante. La facilità di avere tutti i dati sotto controllo per effettuare i confronti, è solo uno dei vantaggi e delle particolarità di CoachPeaking.

Sono diverse le occasioni in cui Tacchino tiene corsi di formazione
Sono diverse le occasioni in cui Tacchino tiene corsi di formazione
Altri vantaggi da sottolineare?

Uno dei passaggi più complicati, lunghi e laboriosi per un allenatore di mestiere è la creazione del database. Oggi impossibile fare senza. Ci vogliono anni quando si parte da zero ed anche quando si è esperti, mantenere adeguatamente aggiornato un archivio non è cosa semplice. CoachPeaking ha un database di semplice gestione, un dettaglio tutt’altro che secondario. Perdere i dati oggi è la cosa peggiore che può capitare ad un allenatore, ma anche ad un corridore.

E’ sviluppato da esperti italiani?

CoachPeaking si sviluppa sulla base di feedback di utenti esperti, ma si è evoluto ed è ancora in evoluzione perché utilizza i riscontri provenienti da più direzioni. E’ aggiornato con le tendenze di analisi e valutazioni più richieste. Al contrario di TrainingPeaks è adattato ad un contesto italiano, che ha richieste diverse rispetto agli anglosassoni, per lettura ed interpretazione. Mi piace definire CoachPeaking un’evoluzione di SelfLops, più moderno e meglio adattato.

Si crea una sorta di storico con i record prestazionali dell’atleta
Si crea una sorta di storico con i record prestazionali dell’atleta
I portali di analisi, una categoria che deve ancora raggiungere il suo picco evolutivo?

Direi di sì. Spero in un futuro dove l’analisi e la categorizzazione di ogni singolo allenamento sia ancora più facile e automatica. Non voglio dire che il programma deve sostituire le capacità del preparatore, ma alla possibilità di sfruttare una piattaforma come questa per costruire i programmi di training al pari di una struttura fatta con i Lego.

Cosa vuoi dire?

Ogni specificità si dovrà intersecarsi automaticamente con le altre, riducendo i margini di errore. Tradotto, un maggiore e migliore controllo per l’allenatore grazie a training classificati, ma anche una scaletta di allenamenti specifici adeguati alle caratteristiche e alla crescita degli atleti.

CoachPeaking

Alla scoperta dei portali di analisi. Scopriamo Intervals.icu

13.02.2025
5 min
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Cos’è Intervals.icu? E’ un portale e un motore di analisi dei dati del ciclista, è uno dei più utilizzati ad oggi ed ha avuto una crescita esponenziale negli ultimi 3/5 anni, periodo dove gli stessi misuratori di potenza sono entrati a fare parte della dotazione di base del ciclista. Non obbliga a pagare una quota.

Cerchiamo di capire, grazie al contributo di Michele Dalla Piazza, laureato in Scienze Motorie e figlio del conosciutissimo Alfiero (biomeccanico di tanti pro’) i pro ed i contro di Intervals.icu, a chi si rivolge e perché è sempre più utilizzato, da utenti veri e propri, ma anche dai professionisti della preparazione atletica.

Michele Dalla Piazza (foto Iens’Art content&agency)
Michele Dalla Piazza (foto Iens’Art content&agency)
Perché si usano portali come Intervals.icu?

I portali, o siti, o motori di sviluppo dei dati sono in realtà degli strumenti mentali/numerici che permettono di classificare e quantificare la realtà. Sotto un certo punto di vista gli si dà una forma, un volto sotto forma di numeri. Questi strumenti quantificano la fisiologia dell’esercizio e la rendono leggibile, analizzabile nel dettaglio.

Insieme ai power meter hanno cambiato il ciclismo?

Direi proprio di sì. Citando una frase dello scrittore Alessandro Baricco, gli strumenti sono le cose che stanno cambiando il mondo. I numeri con i loro strumenti hanno cambiato molto il ciclismo.

Il power meter è simbolo del ciclismo attuale
Il power meter è simbolo del ciclismo attuale
Quali strumenti usi per l’analisi dei dati?

La mia preferenza è sicuramente per Intervals.icu, che ho iniziato ad usare nel 2017, poi TrainingPeaks. Quest’ultimo ormai raramente e solo per una questione di relazione diretta con alcuni atleti che lo utilizzano per via dei team, sponsor e altro.

I due portali sono paragonabili?

Entrambi forniscono le analisi dei dati ed il preparatore può raggiungere lo stesso obiettivo, ma in modi molto differenti. Intervals.icu è dedicato anche a quei preparatori che masticano d’informatica, oppure agli stessi atleti che sono appassionati di informatica. Intervals.icu è un open-source ben fatto e mantiene un elevato grado di personalizzazione, per chi è capace di smanettare. TrainingPeaks è a pagamento, se si vuole ottenere veramente qualcosa di utile, non è personalizzabile a nessun livello ed è dedicato a chi vuole un format di analisi prestabilito. La versione gratuita è davvero basica.

Schermata personalizzata per osservare l’andamento della curva della potenza
Schermata personalizzata per osservare l’andamento della curva della potenza
Ritieni migliore Intervals.icu?

Sempre difficile categorizzare migliore o peggiore, a mio parere è più corretto chiedersi se uno strumento corrisponda alle proprie esigenze oppure no. Io sono anche appassionato di informatica e di creazione, personalizzazione di programmi che mi permettono di analizzare ancor più nel profondo i dati. Intervals.icu risponde in modo migliore alle mie esigenze, è facile da leggere ed interpretare a diverse tipologie di utenza. Posso condividere i grafici che creo con altri preparatori che usano il mio stesso metodo e viceversa.

Portali, numeri e power meter, il ciclismo moderno anche questo (foto Cyclingmedia Agency-Team Intermarché Wanty)
Portali, numeri e power meter, il ciclismo moderno anche questo (foto Cyclingmedia Agency-Team Intermarché Wanty)
Significa facilitare anche l’interpretazione da parte dell’atleta?

Esatto. I meccanismi di attuazione di Intervals.icu sono abbastanza complessi, invece le grafiche molto chiare semplificano la lettura anche a chi si limita ad interpretare l’allenamento, da eseguire o eseguito. Un’altra peculiarità è quella di un forum molto attivo ed un potenziale dello stesso portale che cresce grazie alle informazioni di utenti, allenatori e anche sviluppatori. Intervals.icu è dotato di API e non è un dettaglio.

Cosa sono?

E’ l’acronimo di Application Programming Interface, ovvero un’interfaccia di programmazione delle applicazioni. Oltre alla possibilità di personalizzare in base alle proprie esigenze, le API rendono molto flessibile il portale, oltre che adattabile a nuovi strumenti e prodotti.

Significa che ogni account può essere diverso?

Potrebbe essere che quello che uso io, personalizzato nei grafici, negli istogrammi eccetera è differente da quello di un altro utilizzatore che non ha le mie stesse necessità.

Tutto parte dal test del lattato (foto Iens’Art content&agency)
Tutto parte dal test del lattato (foto Iens’Art content&agency)
Quali sono i vantaggi di Intervals.icu, tangibili da parte dell’utilizzatore?

Ragionando con un punto di vista moderno può essere anche uno strumento di condivisione social grazie ad una serie di tag. E’ gratis anche se chiede un contributo, comunque non obbligatorio, si collega con la maggior parte dei portali social di ciclismo e grazie alla personalizzazione delle risorse, creazione dei programmi, permette ad esempio anche di anticipare l’overtraining. Il primo vantaggio rimane la grande customizzazione.

Ha dei punti deboli o difetti?

Non ha una app vera e propria (anche se è possibile connettere alla app sorella Dailytss.com, ndr), al contrario di TP. Ha molti grafici, che può essere un grande pregio, ma anche un difetto perché si può creare confusione.

Si trasporta sul dispositivo e offre riscontri già su strada
Si trasporta sul dispositivo e offre riscontri già su strada
Esiste il pericolo che strumenti del genere possano sostituire i preparatori?

Direi che questo processo è già in atto, non tanto per i preparatori atletici di alto livello, ma piuttosto per chi si è improvvisato qualche anno fa. Non credo che sparirà la figura del preparatore atletico, sicuramente ci sarà una selezione ancora più importante di quella attuale. Arriverà anche l’intelligenza artificiale e alcune metodologie cambieranno ulteriormente, di conseguenza il modo di allenare i corridori.

La preparazione invernale passa anche dal power meter

09.11.2024
8 min
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La preparazione invernale si fa anche grazie al power meter. Il motore dell’atleta viene mantenuto sempre caldo, magari a regimi ridotti, ma comunque attivo. L’utilizzo del misuratore di potenza offre dei vantaggi anche in questo momento della stagione, quando sarà terminata la fase di off-season e si ricomincerà a lavorare, sia pure a ritmi blandi.

Perché usarlo anche nei periodi lontani dalle gare? Quali sono i vantaggi legati all’impiego del power meter durante la preparazione invernale? Perché è utile il proprio misuratore (quello usato anche su strada/gravel) durante gli allenamenti indoor? E’ possibile passare da una disciplina ad un’altra usando gli stessi riferimenti?

Che l’obiettivo sia la qualità o il semplice divertimento, il power meter è uno strumento moderno
Che l’obiettivo sia la qualità o il semplice divertimento, il power meter è uno strumento moderno

Qualità e prestazione

Il power meter è uno strumento per misurare il carico esterno. Semplifica l’allenamento specifico e lo rende qualitativamente migliore, tanto su strada, nel gravel e nella mtb. Usare un misuratore di potenza ci fa capire come sfruttare al meglio i nostri watt, la nostra potenza e come avviene l’erogazione dell’energia, ancor di più in una fase della stagione dove si può essere lontani dall’agonismo e da picchi di forma.

Per entrare al meglio possibile nel tema abbiamo chiesto un approfondimento al dottor Andrea Giorgi, medico del VF Group-Bardiani, profondo conoscitore dei protocolli più moderni di allenamento, che assiste nella preparazione atletica diversi atleti di alto livello.

Il dottor Andrea Giorgi dal 2023 è parte dello staff del team dei Reverberi
Il dottor Andrea Giorgi dal 2023 è parte dello staff del team dei Reverberi

Fra strada e off-road

«Due attività con molte differenze – inizia Giorgi – soprattutto se consideriamo gli allenamenti specifici. Ogni disciplina ha delle caratteristiche ben precise che, stimolate, permettono di migliorare le prestazioni. Su strada c’è una grande componente legata all’endurance, invece nella mtb, nel gravel e nel ciclocross le componenti maggiori saranno i cambi di ritmo ad elevate intensità e l’irregolarità dell’ambiente. A prescindere, risulta fondamentale costruire una base solida di resistenza sulla quale lavorare, anche in quelle discipline che in qualche modo si discostano dall’endurance. Il corretto utilizzo del misuratore ci permette di rispettare le zone di lavoro.

«Il power meter è utile anche per costruite le fondamenta – continua Giorgi – a patto che sia uno strumento di qualità e che permetta di avere dati ripetibili. Lavoro con Favero Assioma da diverso tempo, gli atleti del team lo utilizzano. Un misuratore, meglio se permette di leggere i dati su entrambi i lati, soprattutto in ambito off-road, permette di avere valori immediati, rispetto alla frequenza cardiaca che ha sempre un ritardo fisiologico. Il power meter è lo strumento migliore quando si fanno le ripetute, le famose 30/30, 20/40 e 40/20, ancor di più per chi pratica gravel, mtb e cx, perché le oscillazioni dovute all’ambiente circostante influiscono non poco. Più il dato è accurato e meglio è. Più il power meter è immune alle sollecitazioni e più i dati saranno completi e semplici da tradurre (nel caso specifico, Assioma Pro MX è dotato di IAV Power System che analizzano e non subisce le pedalate irregolari, ndr)».

Sistema di misurazione IAV?

Acronimo di Istantaneous Angular Velocity, velocità angolare instantanea. E’ alla base del sistema di misurazione Assioma. Consiste nella rilevazione della variazione, anche minima, della pedalata. Il gesto che viene espresso gode di variabili soggettive (legate all’atleta e come pedala), ma anche all’ambiente circostante (su strada e a maggior ragione nell’ambiente sterrato) e diventa fondamentale integrare tutte le variabili possibili nel calcolo della potenza. Il wattaggio che vediamo sullo schermo, il suo calcolo, è il risultato della forza moltiplicata per la velocità angolare, due grandezze che quando si pedala variano in continuazione.

Assioma Pro MX utilizza il valore istantaneo della velocità angolare (non la media), aspetto tecnico che contribuisce ad azzerare gli errori, quando si tende a pedalare a stantuffo e/o in modo irregolare (ad esempio anche quando si è in fuorisella), quando si è stanchi, quando si pedala indoor e in caso di utilizzo delle corone ovali.

Perché Assioma Pro MX

Assioma Pro MX è un vero e proprio strumento di lavoro (adatto a tutti, perché è un pedale SPD a tutti gli effetti che integra un misuratore di potenza estremamente preciso). E’ sviluppato e prodotto per essere tanto affidabile, quanto robusto ed in grado di fornire una ripetibilità dei dati come pochi altri, soprattutto se consideriamo l’ambiente off-road con tutte le sue complicanze.

E’ pensato per durare nel tempo, grazie ad un corpo del pedale super robusto (la zona di aggancio della tacchetta è il lega di cromo-molibdeno con una durezza di 800HV, la maggiore in ambito pedali SPD), sostanzioso e compatibile, dove non è presente nessun componente elettronico. Infatti, tutto quello che riguarda la rilevazione dei dati è nascosto nel perno, ben protetta. E’ il power meter più leggero sul mercato.

Ai fini di un buon risultato il power meter è fondamentale anche nel gravel
Ai fini di un buon risultato il power meter è fondamentale anche nel gravel

I watt anche d’inverno?

«L’allenamento non è una scienza perfetta – dice Giorgi – è in costante evoluzione, così come gli strumenti creati per allenarsi. Un esempio: studi recenti hanno dimostrato che nei momenti considerati di off-season, delle ripetute di Vo2Max fatte secondo un protocollo specifico e due volte a settimana, aiutano l’atleta a mantenere un alto grado di efficienza e agevolano nel momento della ripresa vera e propria. L’atleta sarà meno affaticato e il suo fisico sarà meno stressato in vista della nuova stagione.

«Qualche stagione fa era impensabile un approccio del genere. Il power meter è indispensabile, va considerato il fulcro del training moderno. Grazie al power meter – conclude Giorgi – si entra sempre più nel dettaglio della pedalata, quanta forza viene impressa dall’atleta ed in che modo pedala. Si cerca di analizzare il gesto e migliorarlo dove è possibile per renderlo ancora più efficiente. Ci sono delle funzioni particolarmente utili a noi preparatori e non solo: la power phase, l’efficienza di coppia, l’uniformità della pedalata, funzioni ancor più utili se usate nel modo corretto durante le fasi lontano dalle competizioni».

Gesto corretto, performance migliore

In passato, quando non esistevano i power meter o presentavano dei limiti (legati anche ai device), la qualità del gesto era stimata o presunta. Si andava per sensazioni soggettive ed esperienza: non che fosse errato farlo, ma c’era ben poco di scientifico. Ora è possibile analizzare la pedalata, quantificarla e migliorarla grazie ad una serie di funzionalità alle quali si ha accesso tramite il power meter.

La funzione di bilanciamento tra arto destro e sinistro è visibile con Assioma Pro MX-2, ovvero il power meter con la rilevazione su entrambi i pedali. La Power Phase, citata dal Dottor Giorgi, cioè quanta forza forza viene espressa durante ogni singola rivoluzione e come, magari abbinandola a PCO (platform center off-set) ci fa capire le zone di spinta del pedale (funzione molto utile anche per posizionare le tacchette nel modo più corretto ed in base alle soggettività di spinta). Più la pedalata sarà uniforme, migliore sarà la qualità della prestazione, con una efficienza maggiorata e una stanchezza che arriverà più in la nel tempo.

Quali parametri considerare

«Nell’ottica della qualità e del miglioramento – spiega Giorgi – nulla deve essere escluso. Ritengo l’efficienza della pedalata, il valore di Vo2Max e la capacità di sostenerlo nel tempo, i tre parametri da mettere ai primi tre posti. Si guarda sempre più alla prestazione vera e propria. Si dà il giusto peso alla fisiologia. Per concludere è d’obbligo citare anche il ruolo che ricoprono oggi gli smart trainer, nell’ottica di una preparazione invernale di qualità.

«E’ consigliabile – conclude Giorgi – usare il medesimo strumento che verrà utilizzato anche all’esterno. Quando ci si allena al chiuso cambia leggermente la biomeccanica e la dinamica della pedalata ed il corridore non è influenzato da elementi esterni. Avere una sorta di punto fisso sul quale fare lavori di qualità, di alta intensità e intervallati, porta vantaggi non secondari».

La app Favero è di facile accesso
La app Favero è di facile accesso

In conclusione

Il power meter è cambiato molto nel corso dell’ultimo decennio. Da strumento esclusivo e con dei limiti evidenti, il misuratore è diventato un accessorio alla portata di molti, versatile, facile da usare ed interpretare, adatto all’impiego in diverse discipline (Assioma Pro MX è specifico per l’off-road, quindi gravel, ciclocross ed mtb xco, xcm).

Prima di tutto però, è lo strumento che permette di fare diversi passi in avanti quando si tratta di dare più qualità, specificità al training, nell’ottica del miglioramento e dell’analisi.

Favero Electronics

Usare il power meter anche nel gravel? Alcuni consigli utili

03.09.2024
7 min
Salva

Utilizzare un power meter di buona qualità, affidabile, robusto e con dati ripetibili anche in ambito gravel non è da contestualizzare nel solo agonismo. Gli aspetti ed i fattori da considerare sono diversi.

Un misuratore di potenza ci aiuta a gestire lo sforzo e la fatica (non è dedicato esclusivamente a chi sviluppa fiumi di watt). I numeri possono essere divertenti e proprio l’utilizzo dello stesso power meter può assumere contorni divertenti. Ci mette alla prova con noi stessi, uno stimolo ulteriore a migliorare (o confrontare) le performances soggettive. Il power meter è uno strumento moderno che è entrato a fare parte della dotazione base del ciclista, anche in ambito off-road e nel gravel.

Power meter nel pedale, facile e adatto a più tipologie di bici
Power meter nel pedale, facile e adatto a più tipologie di bici

Power meter e gravel stanno bene insieme

Il misuratore di potenza è parte di un ecosistema. Device gps ed eventuale piattaforma di analisi dei numeri, fascia di rilevazione cardiaca e power meter, ma anche quei terminali che analizzano le nostre ore di riposo e di sonno. Pensandoci bene è proprio il misuratore di potenza ad essere al centro di tutto questo. La percezione di un eventuale miglioramento dello stato di forma, oppure di un calo lo percepiamo quando affrontiamo uno sforzo attraverso la lettura dei dati che compaiono sullo schermo del computerino. I watt.

Il power meter è uno strumento di carico esterno che non mente (quando è ben fatto, i suoi dati sono sovrapponibili e ripetibili), che non lascia spazio al nostro stato emotivo, oppure alle variabili legate ad alimentazione, caldo etc. I freddi numeri sono il primo riferimento ed il più facile da interpretare.

I canoni giusti per la gravel

Robustezza e costruzione eseguita con materiali di primissima qualità. Rispetto alla categoria strada un misuratore di potenza utilizzato sullo sterrato è soggetto ad una maggiore usura, colpi proibiti che arrivano da oggetti esterni, polvere, fango, umidità e acqua. Deve resistere a shock continui.

Ripetibilità dei dati e rilevazione ad hoc. Quando si affrontano dei lavori specifici sulla bicicletta è fondamentale avere un sistema di qualità eccellente per quantificare, analizzare e costruire le successive tabelle di allenamento. E’ ovvio che il prodotto deve essere costruito a regola d’arte ed il wattaggio non deve essere stimato.

Come in altre occasioni prendiamo ad esempio i pedali Assioma Pro MX con power meter integrato nel perno. Significa uno strumento di lavoro che protegge le parti delicate e più sensibili (tutte le componenti elettroniche, gli estensimetri e le batterie ricaricabili), costruito da un’azienda, Favero Electronics che è leader della categoria.

Calibrazione con il device? Solo al primo montaggio o quando si sposta da una bici ad un’altra
Calibrazione con il device? Solo al primo montaggio o quando si sposta da una bici ad un’altra

Semplicità di utilizzo

Un misuratore di potenza che si indirizza alla categoria gravel/off-road deve essere facile da utilizzare e semplice da montare sulla bicicletta. Quale soluzione migliore se non un pedale e si può portare da una pedivella ad un’altra, da una bici gravel ad una mtb, da una ciclocross ad una e-mtb (anche sulla bici da strada) senza limiti di montaggio?

E poi, Assioma Pro MX è dotato della funzione di calibrazione automatica (zero off-set). E’ un algoritmo sofisticato che considera i vari aspetti nel tempo ed esegue in autonomia calibrazioni periodiche del power meter. La calibrazione manuale è necessaria dopo la prima installazione, oppure ogni volta che si spostano i pedali da una bici ad un’altra.

Facilità di pulizia e manutenzione

In generale un power meter ben fatto come Assioma Pro MX non richiede manutenzione, è stato disegnato e sviluppato anche in quest’ottica. E’ giusto considerare che l’utilizzo off-road è severo e lo strumento è soggetto alle incurie di utilizzo e dell’ambiente. Un altro segreto di questo pedale è l’estrema facilità in caso di intervento e smontaggio, non bisogna essere un meccanico professionista.

Due attrezzi ed un pedale. Una piattaforma di aggancio compatibile SPD con le molle dalla tensione regolabile. Un perno che è un blocco unico e due viti di chiusura con sede a brugola. Tutto qui, non serve altro se non un po’ di buon senso e un velo di grasso lubrificante. Non in ultimo una batteria ricaricabile con buona autonomia. Soprattutto nell’ambito dello sterrato una batteria ricaricabile e ben protetta è più affidabile (rispetto ad una usa e getta).

Senza limiti di montaggio per le pedivelle
Senza limiti di montaggio per le pedivelle

Compatibilità

Assioma Pro MX di Favero Electronics è dotato di Bluetooth e Ant+. Il primo è dedicato alla app Favero Favero Assioma e permette anche l’associazione ad app di terze parti, ad esempio quelle social cycling (Zwift e Rouvy solo per fare due esempi). Ant+ è dedicato all’associazione con i computerini e smart watch presenti in commercio che portano in dote questo stesso protocollo.

I valori aggiunti

Un power meter non deve essere troppo costoso, o per lo meno deve avere la giusta proporzione tra la qualità complessiva ed il valore in euro. Nel caso di Assioma Pro MX il valore aggiunto è lo sbilanciamento verso la qualità.

Oltre ai materiali che contribuiscono alla longevità dei pedali, ci sono una serie di finestre che allargano la qualità dei dati. Ad esempio l’RP, acronimo di rider position, che fa vedere quanto tempo è passato in piedi sui pedali e seduti. Oppure la PP (power phase) che ci aiuta ad analizzare per intero la nostra pedalata, arrivando a capire dove è possibile migliorare il gesto. O ancora la PCO (platform center offset) che può aiutare noi ed eventualmente anche un biomeccanico a posizionare correttamente le tacchette e sfruttare maggiormente il piatto di battuta del pedale.

Nel gravel race è uno strumento fondamentale
Nel gravel race è uno strumento fondamentale

In conclusione

Il power meter è stato e lo è tutt’ora una sorta di gamechanger che contribuisce a vedere il ciclismo con diverse ottiche, dalla più agonistica ed esasperata, fino ad arrivare a chi utilizza lo strumento semplicemente per diletto e per rimanere al pari con la modernità. Il misuratore non è il giusto o lo sbagliato. Arricchisce e completa la dotazione di chiunque ha ambizioni di miglioramento, ma non per forza affronta gare e competizioni.

E’ uno strumento sviluppato per chi si vuole allenare meglio sotto il profilo qualitativo o semplicemente vuole tenere sotto controllo le uscite in bici con l’ausilio dei numeri. Il gravel non è esente da questa chiave di lettura, anzi. Per natura e considerando l’ampio delta di utenza, proprio il gravel è stato complice nel totale sdoganamento dei power meter specifici per l’off-road.

Cycling.Favero

I watt passano dai pedali ed il misuratore si chiama Assioma

19.06.2024
6 min
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Assioma è diventato un simbolo ed un punto di riferimento per tutti quelli che vogliono un power meter. Lo è per chi utilizza costantemente un misuratore per il training specifico, lo è per quei ciclisti che entrano nella categoria dei misuratori di potenza sfruttando l’elettronica anche per la categoria off-road. Assioma di Favero Electronics è uno strumento tutto italiano.

Assioma Pro MX è il misuratore di potenza specifico per la mtb ed il gravel. L’off-road, una categoria che aveva necessità di uno strumento affidabile e preciso per la misurazione della potenza, che trova in Pro MX una base di lavoro eccellente. Entriamo nel dettaglio

Misurare i numeri anche nel gravel, fondamentale per il training specifico
Misurare i numeri anche nel gravel, fondamentale per il training specifico

Pro MX, semplice, intuitivo e preciso

Un misuratore di potenza integrato nei pedali, come nel caso di Pro MX, porta dei vantaggi non secondari. Il primo è legato al fatto di poter spostare gli stessi pedali da una bici ad un’altra, dalla mtb alla gravel e anche sulla bici da ciclocross. La compatibilità è universale e l’unica operazione necessaria è legata alla calibrazione (tramite la app Favero Assioma) del sistema dopo l’avvenuto montaggio. Per ingaggiare il pedale alla pedivella è sufficiente una chiave inglese da 15. Da sottolineare che i Pro MX hanno una calibrazione di fabbrica. Cosa significa? Non è necessario calibrare il misuratore di potenza ad ogni uscita, un bel vantaggio, sinonimo anche di ripetibilità dei dati.

Oltre ad una costruzione ad hoc, mirata a proteggere la tecnologia della rilevazione, che influisce anche sulla longevità di Assioma, il misuratore Pro MX è dotato di sistema IAV Power System (acronimo di Istant Angular Velocity). E’ una sorta di protocollo interno al pedale che va a calmierare tutte quelle irregolarità della pedalata (utile anche nel caso di utilizzo di corone ovali) tipiche e del tutto normali quando si pedala in particolare nel contesto off-road (e anche su strada).

Tutto integrato nel perno, tecnologia ed elettronica applicata ad un pedale off-road
Tutto integrato nel perno, tecnologia ed elettronica applicata ad un pedale off-road

Il wattaggio non è stimato

La rilevazione non è stimata. Se la potenza è il risultato della forza moltiplicata per la velocità, una lettura costante e precisa delle due variabili è fondamentale ai fini della precisione del dato finale. La forza e la sua variazione durante il gesto atletico sono misurate con la deformazione degli estensimetri (completamente integrati all’interno del perno). Il giroscopio invece ha il compito di leggere la velocità angolare istantanea e dunque reale (comprese le sue variazioni). Considerando che buona parte dei power meter presenti sul mercato basano la rilevazione sulla velocità angolare media, l’Assioma Pro MX è un chiaro passo avanti in fatto di precisione e ripetibilità dei numeri. Ripetibilità, una sorta di parole d’ordine per nulla scontata, ma necessaria quando il training diventa specifico.

Assioma Pro MX è dotato di protocollo Buletooth per il collegamento allo smartphone e di conseguenza alla app dedicata. Utilizza la trasmissione dati via Ant+ per collegarsi al device (Garmin, Wahoo, Hammerhead, Bryton e altri).

Elettronica e tecnologia, tutto nel perno

Il perno del pedale è il cuore ed il cervello, tutto è nascosto al suo interno. Al momento del lancio ufficiale di Assioma Pro MX, ci aveva colpito l’affermazione di Erika Martinazzo di Favero Electronics.

«Per la famiglia Assioma si può parlare di tecnologia avanzata applicata a un pedale per la bici».

Le parti elettroniche e la batteria sono racchiuse all’interno del perno. Inoltre la batteria ha una posizione dedicata che permette di essere ricaricata senza porte esterne, più delicate e soggette ad un degrado maggiore. Nei termini di longevità e affidabilità della rilevazione la batteria integrata offre dei vantaggi non secondari. Per la ricarica sono presenti i due punti di contatto con i pin specifici per la ricarica, una questione di affidabilità e durata, ma anche di salvaguardia dell’intero sistema.

Luce accesa, il power meter è ok
Luce accesa, il power meter è ok

Due versioni (più una)

Le versioni sono due, Pro MX-2 ovvero quella con il misuratore di potenza su entrambi i pedali (quella provata da noi) e Assioma Pro MX-1 con il power meter integrato solo nel pedale sinistro (opposto alla corona). E’ disponibile anche un upgrade che permette di trasformare MX-1 in MX-2. I prezzi di listino sono rispettivamente di 749, 449 euro e 430 euro per il kit di upgrade. C’è la compatibilità con le tacchette SPD, non un semplice dettaglio.

Tante ore di utilizzo

Risulta difficle quantificare le ore di utilizzo dei nostri Assioma Pro MX-2. Fango e detriti, polvere e pioggia (tanta), ma anche numerosi lavaggi. La bontà costruttiva e l’impiego di materiali di primissima qualità (e di uno strumento sviluppato per durare nel tempo) è confermata anche da questi dettagli che sono tutt’altro che piccoli. L’80% del tempo i pedali (e power meter) sono stati utilizzati nei contesti gravel, il restante 20% in ambito ciclocross.

Ottima l’autonomia della batteria (rilevata oltre le 60 ore per ogni singola ricarica) che non si è modificata con il passare dei mesi e non ha subito nessun calo di performance anche in ambiente con elevata percentuale di umidità. Eccellente l’ermeticità di tutto il perno passante (cuscinetti inclusi), facile da smontare e da controllare per l’eventuale lubrificazione.

Elettronica e sterrato, si può fare

Se pur accessibile sotto molti punti di vista, non in ultimo quello economico, l’Assioma Pro MX è dotato di un’elettronica eccellente, adatta anche all’ambiente del fango e della polvere. E’ uno strumento di precisione, di allenamento e dedicato a tutti quelli che vogliono monitorare il training specifico.

Attraverso alcune funzioni però, è possibile aumentare la qualità del training e valutare (insieme ad una persona esperta in biomeccanica e dinamica della pedalata) la posizione in bici e come performa il nostro corpo con quel setting. Significa che con le apposite funzioni, configurabili anche sul device, è possibile vedere (in tempo reale oppure nel post allenamento) il bilanciamento tra la gamba destra e quella sinistra, la posizione del ciclista sulla bici (funzione rider position) e tenere sotto controllo la power phase. Quest’ultima in particolare ci aiuta a valutare le percentuali tra la spinta e la trazione, permettendoci così di appianare alcune lacune e migliorare al tempo stesso la gestione della forza durante la pedalata (o magari monitorare le eventuali fasi di recupero dopo uno stop forzato).

Attraverso alcune schermate dedicate del Garmin (ma anche tramite la app Favero Assioma), è possibile utilizzare anche la funzione PCO (platform center offset), una novità molto utile anche ai fini del corretto posizionamento della tacchetta. Se la PP (power phase) ci permette di analizzare le fasi di trazione e spinta della gamba, la PCO identifica la distribuzione della forza sulla battuta del pedale. Non stiamo argomentando dei marginal gains, ma dei vantaggi offerti dall’elettronica (quella buona) utilizzabile facilmente nel ciclismo moderno.

cycling.favero.com

Look Keo Blade Power, il power meter è nel pedale

05.03.2024
5 min
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Dopo il lancio ufficiale del nuovo Keo Blade, Look ufficializza anche la versione con il power meter integrato. Due le versioni, quello classico da strada (che abbiamo testato in anteprima) e quello dedicato all’off-road, che si rivolge anche al mondo gravel da competizione.

La versione Power mutua le caratteristiche tecniche del pedale in fatto di piattaforma di appoggio e forma. Il misuratore è completamente integrato nell’asse e utilizza una batteria ricaricabile. C’è anche la versione singola, con la rilevazione/trasmissione sul pedale sinistro (non drive). Interessanti i prezzi, cosiderando che parliamo di un top brand quale è Look: 999 euro di listino per la versione Dual, 659 euro per la Single.

Perno quadro per la classica chiave da 15
Perno quadro per la classica chiave da 15

Power meter nel pedale

Il misuratore di potenza è sotto molti punti vista uno strumento tanto utile, considerando i canoni attuali di utilizzo della bicicletta, quanto invasivo e che talvolta condiziona l’utilizzatore. Lo è ancor di più nell’ottica di uno strumento che spesso è legato ad alcuni componenti della bicicletta (ad esempio i misuratori integrati nella guarnitura). Un misuratore, che è anche un pedale, è più facile sotto tanti punti di vista.

Si può spostare da una bici all’altra e la tecnologia attuale permette di avere uno strumento affidabile, robusto e non eccessivamente costoso, in grado di fornire una rilevazione/trasmissione stabile, con dati sovrapponibili nel tempo. Look Keo Blade Power è tutto diverso, rispetto ai modelli del passato e utilizza il corpo del nuovo Keo Blade. Stessa superficie di contatto, medesima altezza del pedale e stesso fattore Q (53 millimetri), del tutto paragonabile ai pedali standard.

Come è fatto

Il corpo è tutto in carbonio e come vuole la tecnologia Blade, anche la lama di tensione è in fibra (da 16 Nm). Può essere sostituita e/o cambiata con una lama (che è la medesima della versione standard) più dura, oppure con minore tensione. Anche per quanto concerne le tacchette nulla cambia rispetto alla versione Keo.

Se comparato con la versione standard, è invece differente il perno, in cui sono alloggiati la batteria e tutto il pacchetto di lettura e trasmissione del segnale. E’ in acciaio Inox di grado militare, con una filettatura tradizionale per l’inserimento nella pedivella e un quadro da 15 millimetri per la chiave inglese: non c’è la sede per la brugola. Al suo posto c’è una sorta di cappuccio in policarbonato da dove l’antenna trasmette il segnale. Buona parte dello spazio interno al perno è occupato dalla batteria, che ha una autonomia garantita di oltre 60 ore (l’utilizzo effettivo è di poco superiore, intorno alle 64/66 ore anche in condizioni di freddo e umido).

La misurazione della potenza avviene 100 volte al secondo, vale a dire che ad una frequenza di 90 rpm, un singolo giro di pedale viene valutato su 67 punti differenti. E’ praticamente infinito il range ottimale di analisi dei dati, da 30 a 180 pedalate al minuto, un ulteriore dettaglio (molto importante) che determina la cura e la precisione del nuovo Blade Power.

Durante la fase di test, l’applicazione è stata aggiornata 2 volte
Durante la fase di test, l’applicazione è stata aggiornata 2 volte

Il nostro test

E’ molto diverso dal modello Look Exakt e si parla di un sistema che fa parte di una generazione più avanzata, sviluppato con tecnologie diverse. Se entriamo nella categoria dei misuratori di potenza, oggi come oggi è difficile trovare un power meter che pecchi nella precisione, ma è fondamentale considerare la categoria del prodotto. Un misuratore con gli estensimetri all’interno dell’asse passante ha delle caratteristiche differenti da uno che rileva sullo spider, che a sua volta è diverso da un power meter integrato nel pedale. Il fattore più importante, per un utente che acquista e spende dei soldi per un misuratore è la ripetibilità dei dati. Il nuovo Keo Blade Power offre dei dati ripetibili e se volessimo fare un confronto è perfettamente comparabile con un power meter che adotta degli estensimetri interne alle pedivelle.

Anche nelle fasi di sprint e di cambi di ritmo perentori, pur rilevando il picco immediato (tipico dei power meter a pedale) è difficile rilevare uno scostamento anomalo e, di sicuro non c’è nessuna perdita del segnale. Quest’ultimo aspetto non è banale e porta il misuratore integrato nel pedale ad un livello superiore, del tutto paragonabile ad altre categorie già consolidate. Per l’analisi dei nostri dati abbiamo utilizzato la piattaforma Shimano Connect Lab.

Anche la app Look è tutta nuova, ricca di istruzioni e modalità
Anche la app Look è tutta nuova, ricca di istruzioni e modalità

C’è anche l’app

Oltre alle varie operazioni di gestione del power meter, il pedale fornisce i dati in tempo reale, che possono tornare utili quando si pedala indoor e (se necessario) avere un confronto diretto con la rilevazione dei watt dello smart trainer.

Look Cycle