EDITORIALE / Se vivo a San Marino, posso allenarmi in Italia?

17.01.2022
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La voce ha iniziato a spargersi la scorsa primavera, allorché un corridore di gran nome che fino a quel momento aveva vissuto a Monaco, scelse di spostare la residenza a San Marino. Scherzando si disse che con l’affitto di un mese a Monaco si sarebbe pagato un anno nel piccolo Stato al confine con la Romagna. E di certo con una metratura superiore.

Da allora i numeri sono esplosi, tanto che qualche giorno fa qualcuno ha scritto su Facebook: «Montecarlo day two… Qui è un viavai continuo di ciclisti professionisti, stamattina maglie Astana, poi la nuova della Cofidis e via via la squadra Valcar, tutte donne, finalmente…».

Il tema è noto, al pari della necessità di tanti corridori di cercare casa in luoghi dal fisco più leggero che in Italia. Monaco. Lugano. Andorra. Cipro. E adesso San Marino, la piccola Repubblica che rispetto ad alcune fra le località precedenti ha una convenzione con l’Italia, diventata legge il 19 luglio del 2013, per evitare le doppie imposizioni in materia di imposte sul reddito e per prevenire le frodi fiscali.

Ciccone è stato uno dei primi a cogliere l’occasione (foto Trek-Segafredo)
Ciccone è stato uno dei primi a cogliere l’occasione (foto Trek-Segafredo)

Tasse e servizi

Perché andare all’estero? La carriera di un atleta professionista è breve: 15 anni quando va bene. Con quello che si guadagna, si deve inventare una vita per quando si sarà smesso. Gli ingaggi netti di cui si favoleggia, ma anche quelli medi sarebbero impossibili se la squadra dovesse prevedere il lordo derivante dall’imposizione fiscale italiana, per cui l’atleta deve rassegnarsi a guadagnare di meno oppure su intuizione di qualche procuratore va all’estero, in modo che la squadra possa pagare meno imposte sullo stipendio che versa. Chi si è trasferito in Svizzera ha scoperto a sue spese che paga parecchie tasse, poche meno che in Italia, ma in cambio di servizi eccellenti. A Monaco il risparmio è ingente, in cambio però di costi vivi altissimi.

Tutto questo è etico? No, se la residenza è fittizia, altrimenti non sussistono problemi, dato che andando all’estero si diventa contribuenti del Paese prescelto e non si gode di alcun servizio in Italia: dalla sanità pubblica all’istruzione. Dire che la loro assenza costringe noi a pagare più tasse sarebbe giusto se loro vivessero in Italia godendo e non pagando i servizi dello Stato. Altrimenti sono chiacchiere.

Tra i nuovi residenti di San Marino c’è anche il bolognese Fortunato
Tra i residenti di San Marino c’è anche Fortunato

Solo per single

La nuova legge varata il 23 dicembre 2020 a San Marino in tema di residenze atipiche a regime fiscale agevolato propone un interessante risparmio fiscale ai nuovi residenti, ma pone ai corridori più esperti una serie di dubbi. 

Stava per… cedere anche Damiano Caruso, che aveva sempre professato e ha infine mantenuto la sua intenzione di rimanere ancorato alle origini siciliane, soprattutto per la moglie e i figli che, trapiantati altrove, non avrebbero vissuto bene come a Ragusa.

L’elenco è vasto ed è stato pubblicato un po’ ovunque. Da Ciccone ad Albanese, Leonardo Basso, Baroncini e Conci, Konychev e Malucelli, Velasco e Carboni, Canaveral e Rivera, Fortunato, Fabbro e Boaro.

San Marino non nuota in acque tranquillissime, il bilancio è sofferente, tanto che nella stessa legge che ha disposto l’apertura alle residenze atipiche sono stati varati interventi per il rafforzamento del sistema finanziario.

L’imposta generale prevista sui redditi delle persone fisiche che aderiranno a questa modalità di residenza è pari al 7 per cento sul “netto frontiera” con un importo minimo di 10.000 euro e un massimo di 100.000 per ogni esercizio fiscale del periodo di validità della residenza.

Anche Baroncini, romagnolo di Massa Lombarda, si è spostato nella piccola Repubblica
Anche Baroncini è arrivato a San Marino

Il risvolto turistico

L’arrivo degli sportivi potrebbe rappresentare una risorsa. Per la Repubblica, che vedrebbe aumentare le entrate fiscali, e per gli operatori turistici della vicina costa romagnola, stuzzicati dall’ipotesi che, al pari di quelle spagnole, le strade di San Marino offrano l’occasione di allenarsi con i professionisti.

Ovviamente si dovrà trattare di residenze vere. Per questo motivo ad ora hanno aderito soltanto atleti single, che non hanno da spostare la famiglia. Controlli ci saranno, ma rientreranno nell’ambito di quanto previsto dalla convenzione del 2013. La condizione minima è che il richiedente abbia una residenza effettiva a San Marino e che, qualora abbia casa anche altrove, siano superiori i giorni che trascorre nella Repubblica. Il vantaggio della convenzione è che esistono anche i necessari stumenti di legge per dirimere eventuali controversie e l’onere della prova non spetta al contribuente. E qui qualcuno dei corridori più… esperti ha storto il naso.

Entrare e uscire da San Marino sarà un problema per i corridori?
Entrare e uscire da San Marino sarà un problema per i corridori?

Lavoro in Italia

Passino le trasferte all’estero per motivi di lavoro, più di qualcuno ha chiesto al proprio commercialista di informarsi se i giorni di corsa in Italia possano costituire una complicazione. Il Giro d’Italia potrebbe essere un problema?

Allo stesso modo in cui, essendo la superficie sanmarinese piuttosto esigua, i giorni di allenamento sulle contigue strade romagnole potrebbero rappresentare un problema: residenza a San Marino, lavoro in Italia?

Alcuni citano il periodo in cui la Finanza, prima che si intervenisse per la privacy, si appostò a Chiasso con un furgone dotato di telecamere per verificare l’andirivieni delle targhe italiane avanti e indietro dalla Svizzera.

Il segretario di Stato allo Sport di San Marino, Teodoro Lonfernini non vuole sentir parlare di paradisi fiscali (foto RTV)
Il segretario di Stato allo Sport, Teodoro Lonfernini (foto RTV)

Monta la polemica

E mentre i corridori in questione hanno evidentemente ottenuto le risposte che cercavano e da parte degli estensori della legge arriva il richiamo a gestire correttamente tali residenze, proprio oggi nella piccola Repubblica esplode una polemica.

«Da noi – ha detto il segretario di Stato allo Sport di San Marino, Teodoro Lonfernini – arrivano tanti ciclisti perché scelgono aree territoriali che possano essere adatte agli allenamenti in un territorio sicuro e tranquillo. Quando non sono in giro per il mondo questi sportivi vivono la nostra comunità. Se poi c’è anche un vantaggio fiscale, perché no. Ma non sono arrivati a San Marino alla ricerca di un paradiso fiscale. Nessuno che a San Marino rivesta un ruolo istituzionale, amministrativo o professionale ha invitato alcun atleta a fare una scelta di vita. Quella legge esiste. Punto. E si promuove da sola. Non ci sono dunque né procacciatori, né tantomeno intermediari o promoter».

Il continuo sentir parlare di risparmio fiscale ha fatto drizzare le orecchie giusto stamattina all’opposizione di Repubblica Futura, che sul Corriere di Romagna è partita all’attacco dell’attuale gestione. Chissà se la storia andrà avanti. Per ora è certo. Allenandosi sulle strade di Romagna in direzione di San Marino si possono davvero incontrare tantissimi professionisti. E i procacciatori ci sono, ma spesso si tratta degli stessi procuratori degli atleti.