Per Liotto, storico marchio vicentino specializzato nella realizzazione di bici di alta qualità, il 2022 è davvero un anno importante. Coincide infatti con i 100 anni dalla sua fondazione avvenuta nel lontano 1922 per iniziativa di Luigi Liotto. Oggi l’azienda è guidata da Pierangelo, Luigina e Doretta Liotto che hanno saputo fare tesoro della lunga esperienza accumulata in un secolo di vita dall’azienda di famiglia e proiettarla verso nuovi traguardi al passo con i tempi.
Questa è la Liotto Gravel Cross Carbon che ha fatto il suo debutto alla Nova Eroica Questa è la Liotto Gravel Cross Carbon che ha fatto il suo debutto alla Nova Eroica
Arriva il gravel
Ecco quindi arrivare una linea di modelli gravel la cui presentazione ufficiale è avvenuta in occasione dell’ultima edizione di Nova Eroica a Buonconvento, evento che ha visto quest’anno ai nastri di partenza ben 1.500 ciclisti desiderosi di cimentarsi sulle strade bianche del senese.
Come ogni evento che si rispetti, anche a Buonconvento era prevista un’area expo. Per Liotto è stata l’occasione per presentare in anteprima le novità gravel ed in particolare il modello “Gravel Cross Carbon”, dotato di forcella ammortizzata.
Allo stand era esposta anche la “Gino ’60”, una bicicletta in acciaio che per Pierangelo e le sorelle Luigina e Doretta ha un valore davvero speciale. E’ stata infatti realizzata in ricordo del loro padre Gino, grande uomo dotato di un formidabile spirito imprenditoriale. Si tratta di un modello che racchiude il meglio della capacità di Liotto nel realizzare veri gioielli artigianali.
Allo stand era presente anche il modello Gino ’60, dedicata a Gino Liotto dai figli Pierangelo, Luigina e Doretta Allo stand era presente anche il modello Gino ’60, dedicata a Gino Liotto dai figli Pierangelo, Luigina e Doretta
Il contatto con il cliente
La scelta di essere presenti ad un evento come Nova Eroica non è affatto casuale. L’evento di Buonconvento ha infatti rappresentato per Liotto un ‘occasione di contatto diretto con il cliente finale, curioso di conoscere le ultime novità dell’azienda vicentina direttamente da chi la guida da anni con passione. E’ lo stesso Pierangelo Liotto a raccontarlo.
«E’ essenziale, per chi costruisce biciclette – ha detto – partecipare in prima persona alle gare e agli eventi cicloturistici per incontrare gli amatori, ascoltare le loro esigenze, scambiare opinioni e raccogliere tutte le informazioni, per poi trasferirle nella progettazione di una nuova bici. Noi ci alleniamo sui Colli Berici e pedaliamo alle gran fondo – ha aggiunto – così focalizziamo perfettamente le necessità degli utenti, anche in termini di rapporti da consigliare, tecniche o strategie da adottare sotto sforzo, posture e problematiche cui si può andare incontro se non si usa la bici giusta per le proprie peculiarità».
Pierangelo Liotto ed Emiliano Borgna, presidente di Acsi Ciclismo, prima della partenza delle Nova EroicaPierangelo Liotto ed Emiliano Borgna, presidente di Acsi Ciclismo, prima della partenza delle Nova Eroica
Il legame con ACSI
Uno dei primi a poter pedalare sulla nuova “Gravel Cross Carbon” è stato Emiliano Borgna, vicepresidente ACSI, da sempre legato alla famiglia Liotto. Ecco il suo primo commento al termine della Nova Eroica.
«E’ stato bello pedalare a Buonconvento per Nova Eroica – ha detto – manifestazione dall’alto profilo organizzativo, in un contesto paesaggistico di una bellezza e di una tipicità difficili da descrivere. Ho avuto il privilegio di poterlo fare, pedalando con un mezzo meccanico fornitomi per l’occasione da Liotto con cui ACSI collabora da diversi anni. Il modello era la Gravel Cross Carbon.
«Ha destato molta attenzione perché la gravel era fornita di una forcella ammortizzata. Ringrazio i fratelli Liotto – ha concluso – per l’opportunità che mi è stata data. E’ bello pedalare su biciclette non commerciali. Un modo per distinguersi ulteriormente in mezzo al gruppo. Perché la bicicletta prima di tutto deve essere adatta alle proprie caratteristiche ed esigenze. Ma deve anche saper appagare i sensi di chi ha la fortuna di poterla utilizzare».
Il prossimo appuntamento per ammirare dal vivo le novità gravel firmate Liotto è fissato per settembre in occasione di Italian Bike Festival. Qui sarà possibile vedere in anteprima la “Limited Edition”, un nuovo modello corsa realizzato per festeggiare i 100 anni dalla nascita del marchio.
Allegra si presenta col papà Giuseppe al gazebo delle iscrizioni: «Ma se mi perdo?», chiede. «Tesoro non puoi perderti – le risponde la ragazza dello staff – siete in tanti, tutti dietro la macchina. E se proprio ti perdi chiama forte: Papààà». Allegra ha quasi dieci anni ed è una dei piccoli partecipanti alla Nova Eroica Family, la ciclopedalata per famiglie, su strade chiuse al traffico, che segue di un giorno l’evento principale di Buonconvento (Siena).
Allegra e il suo papà, quando la paura è perdersi nel gruppoAllegra e il suo papà, quando la paura è perdersi nel gruppo
«L’anno scorso ho fatto la Nova Eroica – dice il papà – quest’anno mi sono infortunato ad una gamba a febbraio e allora abbiamo deciso di fare la Family di 28 chilometri».
Cosa ti piace di più dell’andare in bici, Allegra?
Ci pensa un po’ e poi risponde: «Fare fatica!».
Nonno Giancarlo
Anche Giancarlo Brocci ha come tutti il dorsale col proprio nome scritto in corsivo scolastico, un tocco di colore che denota la cura dei particolari degli organizzatori. E anche lui è ai nastri di partenza.
«Mi hanno dato del vecchio? Ho una nipote di 10 anni ed una di 5 qui in prima fila – dice – quindi la nozione di vecchio mi spetta di diritto».
Giancarlo Brocci detta le regole del gioco, poi si butta nella mischiaGiancarlo Brocci detta le regole del gioco, poi si butta nella mischia
Lo sguardo privilegiato
Juan José è con la mamma, il papà, la sorellina e la nonna, in pieno stile Eroica Family insomma. Sebastian, dalla Polonia, al sabato ha fatto la 130 chilometri.
«Ad un certo punto -dice – il ciclocomputer mi segnava 43 gradi, oggi la prendo come relax».
Infatti è con la compagna che trasporta il figlio sul seggiolino posteriore: per lui è ancora presto anche per questa mini-avventura, ma non così presto per iniziare a vedere il mondo da un punto privilegiato che non sia l’abitacolo di un’auto.
Dopo i 43 gradi del sabato, la passeggiata per Sebastian dalla Polonia è un bel recuperoDopo i 43 gradi del sabato, la passeggiata per Sebastian dalla Polonia è un bel recupero
Piccoli eroici crescono
Qualche casco storto di troppo, qualche occhiale lento, ma la curiosità nei loro occhi piccoli è grande. La tensione in griglia, poi, è come quella di una vera gara, anche se la prima pedalata viene data solo dopo quella del genitore che li accompagna.
Leonardo, cosa ti aspetti dalla giornata di oggi? «Un po’ di fatica», risponde. Beh, per fortuna c’è anche il ristoro, presso la Fattoria La Piana, ad un tiro di schioppo da Buonconvento, proprio sullo sterrato della Via Francigena.
Hanno seguito con occhio attento la prova del sabato: ora tocca a loro
Un papà e un soldo di cacio: la magia di Nova Eroica Family
Dopo un po’, adulti da una parte e ragazzi dall’altra
Alla fine, un diploma da appendere in cameretta e mostrare agli amici
Hanno seguito con occhio attento la prova del sabato: ora tocca a loro
Dopo un po’, adulti da una parte e ragazzi dall’altra
Un papà e un soldo di cacio: la magia di Nova Eroica Family
Alla fine, un diploma da appendere in cameretta e mostrare agli amici
Il seme della passione
E’ qui, all’ombra di due grossi pini, che attendiamo i piccoli che un giorno, se la passione delle due ruote avrà fatto breccia nel loro cuore, forse parteciperanno ai percorsi che 24 ore prima hanno fatto sudare le mamme e i papà, e magari tanti altri in giro per il mondo.
Eccoli che arrivano alla spicciolata dalla lunga strada bianca, rossi in volto anche per via del caldo.
Prisca ieri ha fatto la 60 chilometri e oggi accompagna Mia, la figlia di una sua amica. Stanno addentando un panino sedute a gambe incrociate sopra una balla di fieno.
Mia, cosa ti è piaciuto di più oggi?
Tutto!
Prisca il giorno prima ha fatto la 60 km e qui accompagna Mia, figlia di un’amicaPrisca il giorno prima ha fatto la 60 km e qui accompagna Mia, figlia di un’amica
Cioccolata no limits
Arriva Juan José, tra i più piccoli, a… tirare il gruppetto. Poi lo ritroviamo con un sacchetto in mano: «Mi sono rubato dei taralli», non sapendo che erano lì a loro disposizione.
Il clima di festa contagia anche i genitori. Andare in bici, si sa, già di suo allevia le tensioni quotidiane, ma qui vediamo proprio dei volti contenti, alcuni orgogliosi, vuoi per le piccole imprese, vuoi per ritagliarsi una giornata con tutta la famiglia su due ruote. E per chi è proprio digiuno di bici c’è sempre la e-bike.
«Bambini, una grande notizia – urla un papà – non c’è limite alla quantità di pane e Nutella che potete mangiare!».
E infatti il vassoio di crema di nocciola spalmata sulle fette è quello più gettonato.
Nessun limite allo svago, nessun limite alla cioccolata
Lui è Jona, prova conquistata con tanti sorrisi
E’ caldo, bisogna bere per idratarsi bene. Se è un succo, meglio ancora
La gara è finita. Il campione si ristora, il meccanico porta via la bici
Nessun limite allo svago, nessun limite alla cioccolata
Lui è Jona, prova conquistata con tanti sorrisi
E’ caldo, bisogna bere per idratarsi bene. Se è un succo, meglio ancora
La gara è finita. Il campione si ristora, il meccanico porta via la bici
Formula da ripetere
Scambiamo due chiacchiere anche con l’organizzatore Franco Rossi, ciuffo biondo sotto il cappellino da ciclista firmato Vittoria (a testimonianza del legame tra Eroica e il marchio lombardo), pantaloni bianchi e una scarpa nera ed una amaranto in onore dei colori eroici della sua maglia.
«Abbiamo avuto oltre 200 partecipanti tra bambini ed accompagnatori – dice – e abbiamo scommesso su questa formula di fare la Nova Eroica al sabato e l’evento di contorno per famiglie la domenica, perché volevamo generare un festival che desse seguito alla manifestazione principale. Sicuramente la riproporremo perché la riteniamo valida per condividere la passione della bici con tutta la famiglia».
Che riscontri hai ricevuto? «La cosa che più mi ha colpito stamattina è sentire tanti genitori che mi dicevano che ieri i ragazzi seguivano l’evento con attenzione sapendo che oggi sarebbero stati loro i protagonisti».
Per Franco Rossi il bilancio della prova per famiglie è un trionfo: si ripeteràPer Franco Rossi il bilancio della prova per famiglie è un trionfo: si ripeterà
Il gusto della fatica
Ritorniamo a Buonconvento all’arrivo di questa Eroica “a pane e cioccolato”. Per tutti c’è una medaglia ed una piccola targa da mettere in cameretta e da fare vedere agli amici. Mark viene da Varese ed ha convinto sua moglie Paola ad inforcare la bici apposta per la Nova Eroica Family («E’ solo da marzo che pedalo», si schermisce lei) e per scortare loro figlio Jona che taglia il traguardo a braccia alzate. E’ tutto un sorriso. «Ho faticato un po’ sulla salita», dice. E papà Mark è felice: «Ha avuto un momento di difficoltà, ma ha tenuto duro. Come un vero eroico».
Paris-Roubaix 2022, tanta tecnica nelle biciclette e nelle scelte dei corridori. Vince una Pinarello, vincono ancora i tubeless e noi abbiamo sbirciato in giro
IL PORTALE DEDICATO AL CICLISMO PROFESSIONISTICO SI ESTENDE A TUTTI GLI APPASSIONATI DELLE DUE RUOTE:
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La Nova Eroica è la versione della famosa cicloturistica d’epoca senese aperta alle moderne bici gravel e noi l’abbiamo seguita da un punto di vista particolare, ovvero dall’interno dell’ammiraglia Vittoria. Ma non chiamatelo solo “cambio ruote”.
«In realtà è molto di più – dice infatti Daniele Callegarin, che cura lo sviluppo degli eventi del brand e avevamo conosciuto per il suo viaggio in Ucraina – dato che forniamo assistenza a 360 gradi, anche intervenendo sulla componentistica della bici e non solo: stamattina ho dato via parecchie barrette energetiche».
Vittoria è a Buonconvento perché dallo scorso anno è partner degli eventi Eroica e Nova Eroica in tutto il mondo, fornendo supporto a tutti i partecipanti e al contempo investendo su questi eventi. Non ultimo con la realizzazione di un tubolare celebrativo in onore della prova sulle strade bianche.
Cosa significa assistere corridori in una gara gravel? Capirlo è lo scopo di questo servizio
Le stesse strade bianche di Erooica: un ecosistema a misura di bici
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1.500 alla partenza
Siamo già in macchina poco dopo la linea di partenza per questa edizione 2022 che prende il via da Buonconvento e alle nostre spalle ci sono 1.500 iscritti pronti a divertirsi sugli sterrati delle crete senesi, scegliendo tra tre vari percorsi di 130, 90 e 60 chilometri.
In primissima fila ci sono gli ex professionisti Nicolas Roche, Giovanni Visconti e Mattia Viel ed è proprio quest’ultimo a richiedere la nostra assistenza pochissimi chilometri dopo il via, a causa di una foratura. In macchina con noi c’è anche il meccanico Edoardo Fedre, che gravita nel team della nazionale italiana fornendo assistenza alla squadra juniores di Salvoldi e che scatta per il primo di tanti interventi.
«Ecco i nostri angeli custodi», dice qualcuno nel plotoncino che evidentemente ha già beneficiato in passato dell’assistenza di Vittoria, mentre Mattia riparte.
Mattia Viel è il primo a bucare: un pro’ vittima dello sterrato
Sull’ammiraglia che ci accoglie, opera Edoardo Fedre, meccanico di grande esperienza
L’assistenza si estende a ogni tipo di intervento meccanico
Con i pro’ è più facile, hanno componenti più uniformi: a Nova Eroica si deve anche improvvisare
Mattia Viel è il primo a bucare: un pro’ vittima dello sterrato
Sull’ammiraglia che ci accoglie, opera Edoardo Fedre, meccanico di grande esperienza
L’assistenza si estende a ogni tipo di intervento meccanico
Con i pro’ è più facile, hanno componenti più uniformi: a Nova Eroica si deve anche improvvisare
Con i pro’ è più facile
Scivolati in coda al gruppo, recuperiamo i ciclisti sugli sterrati verso Asciano: Gonzalo viene dal Cile ed ha rotto la catena e, essendo sprovvisto di falsa maglia, Edoardo ha dovuto accorciarla.
«Paradossalmente – dice dopo essere risalito in ammiraglia – con i professionisti è più facile, poiché i gruppi sono quelli principali di Shimano, Campagnolo e Sram e poi ogni squadra ha i suoi meccanici. In un evento come la Nova Eroica, invece, hai molte più variabili, enfatizzate soprattutto dalle varie tipologie di bici e dalla dimensione delle gomme, per cui devi essere in grado di intervenire in ogni situazione. Per questo è fondamentale fare subito un’analisi del problema che si ha davanti per risolverlo.
Assistere chi ha bucato è l’intervento più ricorrenteAssistere chi ha bucato è l’intervento più ricorrente
«Cerchiamo di avere tutti gli standard possibili – aggiunge Daniele mentre è alla guida – e ad esempio usiamo il sistema Switch per il cambio della cassetta della ruota posteriore, cosicché in un attimo riusciamo a montare sulla stessa ruota pacchi pignoni da 11 o 12 velocità».
Il tubeless è un problema?
In realtà no, perché se si hanno avuto accortezza iniziale nel montaggio, quando si fora e si vuole passare alla camera d’aria, è un ritorno alle origini, con un procedimento collaudato. Al massimo ti sporchi un po’ le mani. Diverso è il caso se il tubeless è molto vecchio…
Veri angeli custodi
Fa abbastanza caldo e lo scenario impareggiabile delle colline toscane bilancia la sofferenza di chi pedala. Prima del duro tratto di Monte Sante Marie, Claudio Graziano di Reggio Emilia ha rovinato la pedivella e l’unico modo per andare avanti è cambiare bici. Edoardo tira giù dall’ammiraglia l’unica a disposizione, regola l’altezza della sella a 79 cm e l’avventura può proseguire.
«Mi avete salvato la vita», dice Graziano. Esagerando, certo, ma il rapporto che si crea tra gli assistiti e Vittoria è questo qui, con un bel ritorno di immagine per l’azienda.
Tra i mezzi in dotazione al Servizio Corse Vittoria, anche auto vintage in stile Eroica
Vittoria è l’assistenza ufficiale di Eroica, tutto è brandizzato col suo nome
Gli uomini Vittoria come angeli custodi permettono sempre di ripartire
Presso il pullman Vittoria, anche una piccola area expo
Tra i mezzi in dotazione al Servizio Corse Vittoria, anche auto vintage in stile Eroica
Vittoria è l’assistenza ufficiale di Eroica, tutto è brandizzato col suo nome
Gli uomini Vittoria come angeli custodi permettono sempre di ripartire
Presso il pullman Vittoria, anche una piccola area expo
Discorso pressioni: qual è quella giusta?
Bassa (risponde secco Daniele, ndr), nel senso che la pressione oggettivamente ideale non esiste, dato che dipende da vari fattori (peso, cerchi, bici, sezione pneumatici, tubeless o camera d’aria…) ma in genere si ha timore di scendere con le pressioni, quando in realtà una pressione più bassa consente di “copiare” le asperità e stressare meno il battistrada in caso di buche e contraccolpi.
Anche Giancarlo Brocci, l’ideatore di questo “mondo eroico”, è vittima di una foratura nei pressi del bivio per Pociano.
A un certo punto fra coloro che sono rimasti a piedi salta fuori Giancarlo Brocci, patron dell’evento
Cristina da Milano con il perno posteriore svitato: risolto il mistero. Grazie Edoardo!
A un certo punto fra coloro che sono rimasti a piedi salta fuori Giancarlo Brocci, patron dell’evento
Cristina da Milano con il perno posteriore svitato: risolto il mistero. Grazie Edoardo!
Cristina da Milano
Poi, in cima ad un severo strappo sterrato, arriva Cristina di Milano, quasi senza fiato, preceduta da suo marito: «E’ dura, mi fa paura lo sterrato in discesa perché non sono abituata e sento che mi va via la bici in frenata. Non riesco a cambiare rapporti: le ho provate tutte, cambiavo in continuazione…».
Interviene Edoardo: «Hai il perno posteriore svitato, per questo la ruota non cambia più».
Una serrata ad entrambi i perni passanti e anche per lei la Nova Eroica tra cipressi e strade bianche può continuare…
Abbiamo scambiato quattro chiacchiere con Nicolas Roche subito dopo la Nova Eroica, la “gravelfondo” organizzata a Buonconvento (Siena) dove l’ex pro’ irlandese (ha chiuso la carriera lo scorso anno dopo 17 stagioni) si è divertito non poco tra la polvere degli sterrati toscani.
Tempo di mandare giù una fetta di cocomero dopo l’arrivo e ci sediamo per chiedergli com’è andata.
«Proprio bella! Ho fatto tre-quattro Strade Bianche in carriera – risponde – ma devo dire che farle con le gravel che ora vanno di moda è una nuova sfida. E poi i quattro tratti cronometrati si fanno a tutta come se fossero quattro crono. Molto intensi».
Discorsi da ex fra Roche e Visconti, entrambi freschissimi di ritiro
Al via di Nova Eroica c’è ovviamente anche l’organizzatore Brocci
La passione per la gravel è esplosa: Roche correrà in coppa del mondo nel 2023?
Discorsi da ex fra Roche e Visconti, entrambi freschissimi di ritiro
Al via di Nova Eroica c’è ovviamente anche l’organizzatore Brocci
La passione per la gravel è esplosa: Roche correrà in coppa del mondo nel 2023?
Pensi che il gravel sia una moda?
In realtà no. E’ un nuovo piacere che sta aprendo nuove porte. Non c’è bisogno della tecnica della mtb e secondo me siamo solo all’inizio del mondo gravel.
Da quest’anno sei un ex professionista. Ti manca lo stare in gruppo o era arrivato il momento di dire basta?
Era arrivato il momento di dire basta, non rimpiango la mia decisione, ma se sei uno competitivo questa caratteristica ti rimane nell’anima. Ad esempio quest’inverno ho partecipato alla versione irlandese di Ballando con le Stelle e allenandomi sei-sette ore al giorno.
Da dove è saltata fuori questa opportunità di Dancing with the Stars?
Me lo hanno proposto loro lo scorso ottobre. Ho chiesto: Quando è? A gennaio. Gennaio? Non c’è nulla in gennaio, andiamo! Non sapevo a cosa andavo incontro. Senza saper ballare. Ma avevo bisogno di una sfida fuori dal ciclismo che rappresentasse uno stacco col passato, con l’abitudine di andare ogni giorno in bici, fare la dieta…
Ballando con le Stelle assieme a Karen Byrne è stata una scuola di disciplina e duro lavoro (foto Instagram)Ballando con le Stelle assieme a Karen Byrne è stata una scuola di disciplina e duro lavoro (foto Instagram)
In qualche filmato si vede che avevi una coach tosta…
Sì, Karen è molto dura e spesso volevamo dare cazzotti al muro tutti e due o urlare dalla finestra. Si arrabbiava con me perché io alle sei di mattina cercavo di ritagliarmi un’ora di rulli, ma lei mi diceva che quest’esperienza era unica e che la bici avrei potuto riprenderla a marzo. Più di una volta mi ha mandato nella stanza accanto per cinque minuti a… farmi due passi. Però ho capito che aveva ragione e per un mese e mezzo non mi sono allenato con la bici. Un’ora al giorno non aveva senso e non volevo avere rimpianti di non allenarmi al top per il ballo.
Da quest’anno sei anche ct della nazionale irlandese. Come la vivi?
E’ una missione finalizzata ad europeo e mondiale. A differenza di quello che succede qui in Italia, noi non corriamo da altre parti.
L’anno scorso ha smesso anche Daniel Martin. Su quali corridori puntate?
Vediamo come va Sam (Bennet, ndr). Nel 2021 ha avuto un anno catastrofico e ora va al Tour sperando di ritrovare la gamba di due anni fa. Poi abbiamo Eddie Dunbar che ha vinto alla Coppi e Bartali e sta crescendo e Ben Healy della EF che è giovane e secondo me ha del talento.
Durante il Giro d’Italia, Nicolas Roche ha raccontato la corsa rosa in Giro Reflections con BianchiNicolas Roche ha raccontato il Giro d’Italia in Giro Reflections con Bianchi
Poi c’è stata la mini serie “Giro Reflections” girata da Bianchi Media House durante l’ultimo Giro d’Italia. Quattro puntate tra Ungheria, Sicilia, Napoli e, infine, le Alpi fino a Verona. Tra gulasch ungherese, arancine siciliane e pizza napoletana cosa ti è piaciuto di più?
Direi la pizza napoletana, ma sul Mortirolo è successo un fatto imcredibile. Abbiamo fatto la scalata in notturna (a parte il fatto che negli ultimi tre chilometri mi si è scaricata la luce e ho dovuto seguire a vista la luce del cameramen che mi precedeva in auto) ed abbiamo finito alle 22,30. Tutti i posti chiusi per mangiare. Alla fine ci siamo salvati chiamando un rifugio due chilometri dopo il valico e la signora ci ha preparato i pizzoccheri alle undici di sera.
E sull’Etna hai pedalato con l’e-bike. Che impressioni hai avuto?
Bellissimo, era la prima volta che la provavo ed ho capito perché sta avendo questo boom. La verità è che puoi scegliere il tuo grado di sofferenza.
Suo padre Stephen Roche vinse Giro, Tour e mondiale nello stesso 1987. Qui sono insieme nel 2020Suo padre Stephen Roche vinse Giro, Tour e mondiale nello stesso 1987. Qui sono insieme nel 2020
Infine, a Verona hai preso in mano il trofeo del Giro indicando, tra i nomi dei vincitori incisi, quello di tuo papà nel 1987.
Sì, quel trofeo (la sua voce scende di un tono, più rispettosa, ndr) è a casa dei miei nonni in Irlanda ed ha un significato molto profondo per me, da quasi 35 anni. Non esistono nello sport tanti trofei così simbolici come quello. E’ come la Coppa del mondo di calcio. Nemmeno il trofeo del Tour è cosi iconico.
A proposito di Tour, fra pochi giorni si parte. Pogacar è davvero imbattibile?
Fisicamente è molto forte. Ma come si dice in gruppo, il Tour è il Tour, nel senso che è una corsa talmente intensa che ogni curva può rappresentare un pericolo o una sorpresa. Quindi non basta essere il più forte. E poi ci sono gli avversari, primo fra tutti metto Roglic che ha fatto vedere di avere forse la squadra migliore e di essere nella condizione di giocarsela.
Alla Vuelta del 2015, Roche batte Zubeldia sul traguardo di Riaza
Nel 2019, invece, Roche in maglia di leader per tre giorni
Alla Vuelta del 2015, Roche batte Zubeldia sul traguardo di Riaza
Nel 2019, invece, Roche in maglia di leader per tre giorni
Per concludere, progetti futuri?
Ho un’idea un po’ folle che mi gira in testa da un paio di settimane: l’anno prossimo potrei allenarmi un po’ di più e fare sei-sette gare della Coppa del mondo di gravel. Un po’ perché mi sono innamorato di questa disciplina, un po’ perché sono “addicted”, dipendente, dal viaggiare.
E un po’ perché, aggiungiamo noi, l’agonismo non sparisce dall’oggi al domani.
Era già successo l’anno scorso tra la Val d’Arbia e la Val d’Orcia, fra le colline e le strade bianche di Buonconvento. Il primo campionato italiano gravel di ACSI era andato così bene, che più d’uno ha iniziato a chiedere una seconda edizione che facesse da rivincita e così sarà. Il 25 giugno si replica, per un evento che sarà agonistico limitatamente ai tratti cronometrati e avrà poi tutti i tratti dell’evento Eroico.
Il tricolore si disputerà sul percorso “Terra di Siena“ di 130 km ed è aperto solo agli Italiani (foto Nova Eroica)
Emiliano Borgna, a destra, ha partecipato all’edizione 2021 di Nova Eroica Buonconvento
Il tricolore si disputerà sul percorso “Terra di Siena“ di 130 km ed è aperto solo agli Italiani (foto Nova Eroica)
Emiliano Borgna, a destra, ha partecipato all’edizione 2021 di Nova Eroica Buonconvento
Evento per famiglie
Quel che infatti rende interessante tutto il pacchetto, inserito anche nel Nalini Road Series, è il taglio turistico dell’evento. Con il ritiro dei pacchi gara che si aprirà il giovedì, la gara il sabato e la conclusione per famiglie di domenica, si capisce che il viaggio non si esaurirà nei 130 chilometri della sfida sul percorso lungo “Terra di Siena”.
«Nova Eroica – racconta Emiliano Borgna, presidente di ACSI ciclismo – fu la prima a cogliere la portata del gravel. Avremo una manifestazione che permette ai partecipanti di vivere con bici moderne il fascino delle strade bianche e di godere in maniera nuova delle bellezze di un territorio che sembra fatto apposta per essere scoperto pedalando con questa modalità».
Gli scenari del Chianti, teatro del tricolore gravel di Acsi (foto Nova Eroica)
L’assistenza tecnica garantita dal Servizio Corse Vittoria (foto Nova Eroica Buonconvento)
Gli scenari del Chianti, teatro del tricolore gravel di Acsi (foto Nova Eroica)
L’assistenza tecnica garantita dal Servizio Corse Vittoria (foto Nova Eroica Buonconvento)
Presidente, torniamo sul concetto di campionato nazionale…
Nasce proprio dalla spinta del movimento e dalle aziende che stanno andando tutte in questa direzione. Negli altri eventi in giro, non ci sono grossi numeri. Questo invece è stato il precursore del mondo gravel e quindi mi sembrava giusto concedere l’assegnazione. A Buonconvento avremo una platea e numeri interessanti. L’anno scorso furono circa 1.200, altrove se va bene ne metti insieme qualche centinaio.
Si può dire che il gravel si stia facendo strada?
Decisamente ed è un mondo completamente diverso da quello delle gran fondo a cui siamo abituati. Quindi niente stress per andare in griglia. Gente che la sera prima resta a mangiare e bere alla festa del paese. C’è un bello spirito aggregativo e di divertimento. Poi per carità c’è anche quel pizzico di agonismo, dato dai tratti cronometrati, ma diciamo che sono poche le persone che vanno proprio per quello. Il resto va per godersi il territorio.
Ci si ferma ai ristori: l’agonismo è circorscritto ai tratti cronometrati (foto Nova Eroica)
Porchetta e magari un calice di rosso: il rifornimento si fa così (foto Nova Eroica)
Succhi, panini, frutta secca: non manca quel che serve davvero (foto Nova Eroica)
Il tricolore non fa dimenticare lo spirito avventuroso e goliardico (foto Nova Eroica Buonconvento)
Il pacco gara richiama da sempre tutti i valori del ciclismo eroico (foto Nova Eroica)
Ci si ferma ai ristori: l’agonismo è circorscritto ai tratti cronometrati (foto Nova Eroica)
Porchetta e magari un calice di rosso: il rifornimento si fa così (foto Nova Eroica)
Succhi, panini, frutta secca: non manca quel che serve davvero (foto Nova Eroica)
Il tricolore non fa dimenticare lo spirito avventuroso e goliardico (foto Nova Eroica Buonconvento)
Il pacco gara richiama da sempre tutti i valori del ciclismo eroico (foto Nova Eroica)
Uno spirito più vicino alla mountain bike che alla strada, insomma?
Poi vedremo se rimarrà un segmento autonomo, se si posizionerà con un target proprio. Il bello è che si parte, ci sono tanti ristori, quindi la gente si può aspettare e ricompattarsi. Soprattutto quelli cui del tempo non importa nulla. Trovano il loro passo e vanno sino al traguardo. Io ci sono già stato l’anno scorso e il fatto che sia una manifestazione eroica è già sinonimo di qualità organizzativa. Anche questo fa veramente piacere, unito al villaggio all’americana con molti stand, la zona expo e poi il fatto che la domenica venga dedicata ai bambini e le famiglie. Diversa dal solito della gran fondo.
Si corre il sabato, mentre la domenica ci sarà spazio per bambini e famiglie (foto Nova Eroica)Si corre il sabato, mentre la domenica ci sarà spazio per bambini e famiglie (foto Nova Eroica)
Il 18 settembre ci sarà il campionato italiano gravel della FCI.
E’ tutta un’altra cosa. Il loro è stato normato dall’UCI e quindi è una manifestazione agonistica. Qua invece diciamo che all’agonismo si pensa meno. E’ più che altro una promozione del territorio e lo stare insieme. E tutto sommato va bene così, sono due eventi diversi e penso che facciano felici un po’ tutti.
“Indice di luminosa virtù e di fermezza irremovibile, degno d’un eroe.” Questa è la definizione che si trova sul dizionario sotto la voce “eroica”. Questa parola però rappresenta molto di più. Un movimento, un evento che è stato ed è tutt’ora in grado di riportare il ciclismo fuori dall’asfalto, di nuovo sulle strade bianche. Un ritorno al ciclismo degli Eroi, con la lettera maiuscola, che hanno forgiato la disciplina delle due ruote con imprese e storie che ancora oggi segnano questo sport.
L’Eroica intesa come il gruppo di eventi, racchiude tutti i valori che il ciclismo di una volta era in grado di trasmettere. Con le rievocazioni e la sua continua evoluzione, è diventato oggi un concetto che definisce un modo di interpretare il ciclismo. Giancarlo Brocci, fondatore di Eroica, ci ha accompagnato nella storia di questo evento che ha influenzato il mondo e ora è presente in molti angoli del pianeta.
Giancarlo Brocci, ideatore e fondatore di Eroica (foto Facebook/Eroica)Giancarlo Brocci, ideatore e fondatore di Eroica (foto Facebook/Eroica)
Atti d’amore
Parlando con Giancarlo Brocci si capisce fin da subito che questo concetto sia nato e cresciuto da una sua voglia di valorizzare ciò che gli stava intorno e che lo appassionava di più, il ciclismo di una volta.
«Eroica è nata – dice Brocci – per due atti d’amore. Il primo, per come lo sport del ciclismo si andava perdendo. Stava diventando una produzione di spettacolo in mano ai manager che seguendo l’avvento dei diritti televisivi hanno indirizzato gli sport in una direzione volta alla spettacolarizzazione, in un cinema. Si stava perdendo quella che era l’essenza del ciclismo e che ha rappresentato per l’Italia.
«Il secondo atto d’amore era per il territorio. Il mio territorio. Il rischio era che tutto diventasse periferia e che le campagne si spopolassero. L’ambizione di alcune autorità era solo quella di di rimpolpare le città per portare più linfa al commercio cittadino. Uno degli input più genuini fu quello della salvaguardia delle strade bianche, che a quel tempo rappresentava per assurdo, un parametro di zona repressa».
La rievocazione è fedele e ha come prerogativa l’utilizzo di materiali antecedenti al 1987 (foto Facebook/Eroica)La rievocazione è fedele e ha come prerogativa l’utilizzo di materiali antecedenti al 1987 (foto Facebook/Eroica)
La storia
Per capirne l’evoluzione e lo sviluppo della filosofia che oggi viene esportata nel mondo, bisogna fare un passo indietro e capire da dove è nata questa manifestazione.
«La prima edizione – racconta Brocci – è del 1997. Era un gadget gratuito della Gran Fondo Gino Bartali. La risposta fu di 92 partecipanti contro i 520 della GF. Alla prima edizione si poteva partecipare con qualsiasi bicicletta».
«Fatta il 5 ottobre. Andò sulla rivista a novembre. A quel tempo non poteva competere di certo con le Gran Fondo più affermate. Pian piano però fece notizia e si conquistò le pagine di carta stampata. Poi le copertine, perché era un’immagine particolare e unica.
«L’anno successivo – dice Brocci – si replicò e si aumentò di poco a 140 iscritti. Alla terza edizione però si incrementarono i partecipanti e si dovette resistere alla quasi normalizzazione, con l’evento che riscuoteva successo, ma senza una vera e propria esplosione. Io lo facevo per pura passione e divertimento. Non avevo in mente un progetto rivolto al puro guadagno».
Le strade bianche sono una motivazione in più per la riqualificazione e la conservazione di questi tratti distintivi (foto Facebook/Eroica)Le strade bianche sono una motivazione in più per la riqualificazione de la conservazione di questi tratti distintivi (foto Facebook/Eroica)
Passo dopo passo
La crescita costante dell’evento dovuto alla sua unicità fece si che fosse costante ma senza un vero e proprio exploit. Ci sono però tre passaggi importanti che ne hanno determinato la sua affermazione a livello prima nazionale e poi internazionale.
«Il primo step – spiega Brocci – fu una fase personale, in un periodo della mia vita dove potevo permettermi di sperimentare. Nel mio paese Gaiole in Chianti. Al tempo era una corsa in ottobre, che si preparava in due mesi. Conregole nostre, non competitive e con un’organizzazione semplice. La direttrice dell’Apt di Siena, Fiorenza Guerranti, aprì le porte del territorio che promuoveva e decidemmo di far passare parte degli itinerari anche per le strade intorno a Siena.
«Il secondo step fu nel 2004, quando arrivò il primo sponsor internazionale. Selle Royal che acquistò lo storico marchio inglese Selle Brooks. Per rilanciare il brand ci contattarono, e ci dissero che una manifestazione di quel tipo sembrava creata ad hoc per rilanciare il marchio. Così si presentarono con giornalisti europei e del Nord America e le prime foto e articoli iniziarono a fare il giro del mondo».
L’intuizione di Giancarlo Brocci di portare l’arrivo della prova riservata i pro’ in Piazza del Campo a Siena (foto Facebook/Eroica)L’intuizione di Giancarlo Brocci di portare l’arrivo della prova riservata i pro’ in Piazza del Campo a Siena (foto Facebook/Eroica)
Eroica dei pro’
A chiudere il cerchio delle intuizioni che hanno portato Eroica ad essere quella che è diventata oggi, c’è la gara dei pro’. «Una mia idea – racconta Brocci – che prese forma nel 2005.Claudio Martini l’allora Presidente della Regione Toscana, mi dimostrò totale appoggio e mi spronò a fare dei progetti ancora più ambiziosi. I messaggi di supporto erano positivi e la Toscana in occasione dell’evento diventava un palcoscenico senza tempo.
«Così il 9 ottobre 2007 – dice – quell’idea prese forma e si partì da Gaiole in Chianti direzione Piazza del Campo di Siena con la Monte Paschi Eroica. Fu vinta da Aleksandr Kolobnev, con entusiasmo generale e condiviso da tutti i tifosi. A meno di cinque mesi ci fu la seconda edizione, il 7 marzo del 2008. Venne vinta da Fabian Cancellara davanti ad Alessandro Ballan. Un ordine d’arrivo che parlava da solo con il vincitore della Parigi-Roubaix davanti al vincitore del Fiandre.
«Questa immagine fece il giro del mondo e l’Eroica prese forma e il giusto palcoscenico. Da allora ci siamo potuti permettere di escludere nel 2009 le bici moderne. Questo ci fece passare da 3.300 iscritti a 2.200. La regola del partecipare con una bici antecedente al 1987 fu un limite iniziale che però già dall’anno successivo fece tornare i numeri a 3400 partecipanti, facendo partire una crescita costante fino agli 8.710 iscritti del 2021».
L’evento è presente anche sulle Dolomiti e sfrutta le strade bianche per evitare il traffico sui passi (foto Facebook/Eroica)L’evento è presente anche sulle Dolomiti e sfrutta le strade bianche per evitare il traffico sui passi (foto Facebook/Eroica)
Eroica nel mondo
Eroica è quindi diventata sinonimo di valorizzazione del territorio e ritorno alle origini, ai valori di un ciclismo che si stava per dimenticare. Dall’estero questo messaggio è stato percepito e la voglia di replicarlo ha fatto sì che il brand Eroica venga continuamente esportato in tutto il mondo.
«Siamo in Giappone e Sud Africa – afferma Brocci –e abbiamo successi clamorosi in Inghilterra. Per esempio a Goodwood i primi di agosto faremo la rievocazione della vittoria mondiale di Giuseppe Saronni del 1982. E ancora Germania, Spagna, Svizzera, Stati Uniti. Inoltre abbiamo creato la formula Nova Eroica che ha aperto un nuovo filone e piace molto. Consiste nella possibilità di utilizzare bici gravel e ha segmenti cronometrati.
«Siamo riusciti – conclude – a riportare la bici da corsa di nuovo fuori dall’asfalto. La necessità di trovare un contesto più tranquillo dovuto a un traffico sempre più arrogate. Un’altra motivazione è quella di recuperare strade che da inaccessibili possono tornare amiche delle due ruote. Per esempio noi faremo una Nova Eroica sul Gran Sasso. Abbiamo individuato insieme alla regione Abruzzo 53 km di strade, sistemate e recuperate. Io le chiamo “piste ciclabili naturali“. Allo stesso modo abbiamo lavorato per Eroica Dolomiti».
Il libro “Bartali, l’ultimo eroico. L’uomo di ferro nato per il Tour”, Minerva Edizioni (foto Facebook/Eroica)Il libro “Bartali, l’ultimo eroico. L’uomo di ferro nato per il Tour”, Minerva Edizioni (foto Facebook/Eroica)
Gli eroi del passato
I concetti che Giancarlo Brocci snocciola sono ricchi di passione e si comprende il perché una manifestazione così caratteristica, riesca a riscuotere così tanto successo nel mondo.
La sua ispirazione deriva dal ciclismo degli eroi e alla domanda: perché si chiama Eroica? La risposta è stata questa: «A suo tempo quel tipo di ciclismo era considerato ciclismo da eroi. Il mio ultimo libro “Bartali, l’ultimo eroico”, parla di un ciclismo che dal mio punto di vista è finito con lui (Gino Bartali,ndr) che poi è cambiato definitivamente con Fausto Coppi. Henri Desgrange al Tour de France voleva non solo il campione ma l’eroe. Ci sono stati campioni che riuscivano ad eccellere solo in quella competizione. Come Ottavio Bottecchia che vinse quasi solo in quella competizione.
«Henri Pélissier disse a Desgrange quando si ritirò dal Tour vinto da Bottecchia del 1924: “Voi non volete il purosangue, ma il mulo. Non volete i muscoli ma il callo”. Erano corse di resistenza. Il Tour che vinse Lucien Buysse fu il più lungo della storia del 1926 e contava 5745 chilometri. Erano corse da Eroi.
«Io ho fatto – conclude Brocci – tutti i lunghi delle corse più famose al mondo. Sono convinto che il lungo della Terra Eroica sia il più duro di tutti. Con i suoi 112 chilometri e quasi 4.000 metri di dislivello di strade bianche, con quelle bici, è una vera prova da eroi. Ci sono ciclisti che partono alle quattro del mattino e arrivano a notte inoltrata. Per questo, “La bellezza della fatica e il gusto dell’impresa”. Non a caso l’ho chiamata Eroica, non placida…».
Alberto Dainese alla Tudor Pro Cycling per trovare la continuità. Parte tutto dal rapporto umano e dal programma. Si lavora per vincere il più possibile
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Sportful, Campagnolo, Fulcrum, Pirelli, Met, Elite, f’izi:k, Alba Optics, Komoot, 3T, Miss Grape, Milkit, Scavezzon e Tony Spray. Eccoli, sono loro i partner tecnici – e che partner tecnici – che affiancano e supportano il progetto enough cycling collective.
E per comprendere cosa significhi essere parte del “collettivo” enough cycling, ovvero cosa voglia dire far parte di questo gruppo ciclistico che in poco tempo ha fatto molto parlare di sé, è senz’altro indicativo leggere il “manifesto” del team pubblicato sul sito ufficiale.
Si viaggia, si esplora, si gareggia
«Siamo un gruppo di persone matte – è chiaramente e orgogliosamente riportato – con alcune cose in comune, e la più importante è che ci piace pedalare! Alcuni di noi hanno viaggiato attraverso l’Italia con un cane nel carrello, altri hanno vinto gare tra i professionisti in passato. Alcuni di noi sono pazzi abbastanza da partecipare a gare di endurance, altri a delle Gran Fondo. Poi ci sono quelli che di gare non ne hanno mai fatte… Andiamo in bici perché pensiamo sia abbastanza per sentirci appagati. Esploriamo e gareggiamo. Ci divertiamo e soffriamo. Ci spingiamo oltre ai nostri limiti e ce la prendiamo comoda. Pedaliamo in gruppo e da soli. Pedaliamo su strada e pedaliamo off-road. Viaggiamo nelle aree più remote ed esploriamo i dintorni di casa.
«Crediamo che pedalare sia il miglior modo per esplorare il mondo e allo stesso tempo guardarsi dentro. Pensiamo che il ciclismo non sia molto ma sia già abbastanza per sentirsi vivi e in pace con se stessi. enough cycling collective è iniziato con otto persone ma non è di nessuno. Anzi, è di tutti. Ognuno ha il suo concetto di abbastanza e quello di limite. Ognuno ha quelle cose di cui vorrebbe dire che ne ha abbastanza e altre di cui invece non ha mai abbastanza. Tutti sono enough, nessuno escluso».
Si pedala in compagnia… il modo più semplice per condividere la passione
Maglie e prodotti di alta qualità…
E anche i mezzi non sono da meno
Si pedala in compagnia… il modo più semplice per condividere la passione
Maglie e prodotti di alta qualità…
E anche i mezzi non sono da meno
Un nuovo modo di condividere la passione
Il gruppo di enough cycling collective si ritrova per pedalare assieme e per vivere assieme moltissime esperienze da condividere su due ruote – ma anche sui profili social ufficiali dove sono molto attivi – come avvenuto ad esempio in occasione della recente NOVA Eroica a metà luglio a Buonconvento (Siena).
«Il nostro collettivo può contare sul supporto di molte aziende partner, pressoché tutte italiane e di primissima fascia. Noi, come loro, pensiamo al ciclismo nello stesso modo, ma soprattutto ogni tanto pedaliamo con loro e magari ci beviamo una birra insieme. Ecco perché ci piace chiamarli amici più che partner… Non conta molto quello che ci forniscono. Quello che ci importa è quanto siano convinti di un nuovo approccio al ciclismo. E di come credono che possiamo fare cose semplici ma grandi. Insieme. Alcuni sono nuovi amici, altre vecchie conoscenze. Non vediamo l’ora di vedere cosa ci proporranno prossimamente. Possiamo dire che abbiamo un gruppo di amici abbastanza incredibile per andare là fuori a divertirci?».
Vittoria ha recentemente siglato un rilevante “deal” in chiave promozione del brand, divenendo partner degli eventi Eroica e Nova Eroica in tutto il mondo. Attraverso questa collaborazione, lo storico marchio italiano intende contribuire al successo planetario di Eroica fornendo al tempo stesso un supporto a tutti i partecipanti.
Passione per il ciclismo autentico
Il ciclismo autentico, quello puro e intimo, è probabilmente l’unico sport in grado di regalare emozioni così estreme e contrastanti: fatica, gioia, dolore e pace interiore tutte insieme. Eroica è una serie di eventi unica nel suo genere perché porta magnificamente in vita l’autenticità del ciclismo. E l’obiettivo, lo scopo di questi appuntamenti non è solo portare migliaia di cicloturisti in alcuni dei luoghi più belli del mondo in sella ad una bici, ma è anche quello di promuovere il ciclismo come mezzo di scoperta, di meraviglia, di turismo. Correre l’Eroica significa contemplare i paesaggi e la bellezza della natura, fare nuove amicizie mentre si scoprono le delizie dei luoghi di cui si è ospiti.
L’Eroica è una serie di eventi con lo scopo di scoprire il territorioL’Eroica è una serie di eventi che vuole promuovere e scoprire le bellezze del territorio
Tra storia e innovazione
Eroica e Vittoria condividono la stessa identica passione per la storia del ciclismo. Vittoria è stata la prima a realizzare i tubolari in cotone, e tante imprese epiche che fanno parte della storia di questo meraviglioso sport sono state compiute proprio utilizzando tali coperture. Vittoria è sinonimo di innovazione fin da quando è nata, negli anni ’50, in un piccolo stabile della provincia bergamasca. Ed è proprio grazie alla costante voglia di innovare che l’azienda è diventata oggi il maggior produttore di copertoni per biciclette al mondo: la sola ad avere speciali mescole che impiegano il grafene, la scelta dei professionisti. Vittoria offre ancora oggi una gamma di tubolari in cotone di altissima qualità e per ogni condizione.
Ernesto Garcia Domingo, Direttore commerciale di VittoriaErnesto Garcia Domingo, Direttore commerciale di Vittoria
Obiettivo: supportare i ciclisti
«Essere partner di Eroica – ci ha confessato Ernesto Garcia Domingo, il Direttore Commerciale di Vittoria – ha un significato molto profondo. Significa supportare persone che condividono il nostro stesso modo di intendere il ciclismo. Non vedevamo l’ora di collaborare con Eroica. Siamo pronti a lavorare insieme per regalare nuove esperienze e nuove scoperte a tutti gli appassionati di ciclismo e di ciclismo eroico».
«Siamo orgogliosi – ha ribattuto Nicola Rosin, il Presidente di Eroica – di aggiungere tra i nostri partner un’azienda e un marchio così importante e storico del mondo del ciclismo. Vittoria negli anni ha dimostrato di saper ben interpretare le necessità delle diverse tipologie di ciclisti. Siamo certi che la collaborazione sarà di mutua soddisfazione sia nel mondo Classic che nel mondo, oggi così importante per Eroica, di Nova».