L’Eroica Juniores si ferma, tra “scioperi” e indicazioni sbagliate

20.04.2024
5 min
Salva

MONTEVARCHI – Le nuvole nere che hanno coperto Siena al nostro risveglio si sono aperte come un sipario giusto per la partenza. Il sole si è affacciato giallo e chiaro, ma orfano del suo solito calore primaverile. La corsa è partita in tempo per godersi il panorama di Siena e delle colline, ma poco dopo il sipario nero si è richiuso, sputando freddo e acqua in testa ai corridori. Al passaggio iconico di Gaiole in Chianti, centro nevralgico de L’Eroica, la grandine ha ricoperto la strada. Nello scendere a Montevarchi l’acqua scorreva nelle canaline come un fiume in piena. Il risultato è l’annullamento della terza tappa.

Il dispiacere di Brocci

A Montevarchi tutto era già pronto per accogliere l’Eroica Juniores Nations Cup, una festa organizzata ma mai celebrata. Appena arrivati nel parcheggio delle ammiraglie abbiamo visto i primi corridori passare tra le macchine infreddoliti e tremanti. Al momento non si era ancora al corrente dell’annullamento della tappa

A parlare dopo l’annullamento della corsa è stato Giancarlo Brocci: «La decisione è come l’arbitro nel calcio – ci spiega – la prendono la giuria e la direzione di corsa. Le condizioni vanno valutate chilometro per chilometro, sapendo che il primo bene da salvaguardare è il benessere dei ragazzi. Questo è il criterio, la giuria è andata in quella direzione, ma anche per il contatto con i corridori. Dopo il traguardo volante di Gaiole sono andato direttamente in cima a Monte Luco, al GPM di giornata. Ho visto che c’erano tre centimetri di grandine che dal versante gaiolese del Monte Luco non mi permettevano di andare avanti. L’ultima discesa, quella che avrebbe portato a Montevarchi, sarebbe stata comunque impossibile da affrontare». 

La giuria 

In gruppo si vocifera di un errore di comunicazione e che i corridori abbiano sbagliato strada nei pressi di Cavriglia. Nel tratto che avrebbe portato ad attraversare il centro di questo paesino il lastricato non permetteva il passaggio in sicurezza dei corridori. Alcuni hanno tirato dritto, evitando il pericolo, altri, invece, sono entrati nel centro storico costringendo la giuria ad una decisione. 

Il comunicato ufficiale della Giuria recita così: “Per ragioni di sicurezza e di condizioni meteo avverse, la tappa è stata inizialmente neutralizzata dopo 56,1 chilometri e successivamente è stato deciso dall’organizzazione e dalla giuria di cancellare la terza tappa in quel punto. I risultati restano quelli acquisiti dopo la seconda tappa”. 

Sciopero

Il volto dei ragazzi e di qualche direttore sportivo era scuro, quasi come il cielo che copriva le loro teste. La decisione finale è stata quella di annullare la tappa, anche se non tutto è stato chiaro. 

«Il problema – ci spiega il direttore di corsa Paolo Maraffon – è che la corsa doveva entrare dentro Cavriglia, ma non c’erano le condizioni di sicurezza per il traguardo volante. In corsa avevamo deciso di andare dritto e saltare il centro storico. Dove dovevamo girare era presidiato da una persona, se non che qualcuno ha letto Traguardo Volante a un chilometro e alcuni corridori, non i primi, sono entrati in paese. Insieme alla giuria non siamo riusciti nemmeno a trovare i numeri e quindi siamo stati costretti a neutralizzare la corsa».

«Fino a quel momento – prosegue Maraffon – non era stato deciso di neutralizzare la corsa per il meteo. Probabilmente si sarebbe potuto fare l’arrivo in cima a Monte Luco. Solo che a Levane, dove c’è stata l’effettiva neutralizzazione, i corridori sono andati dritti alle macchine. Quindi alla fine la decisione è stata quella di non ripartire, i ragazzi hanno praticamente fatto sciopero. Per carità, tutto legittimo, anche perché avevo quattro ragazzi in macchina e tutti tremavano dal freddo. Uno di loro lo abbiamo dovuto accompagnare in due tenendolo per le braccia».