Weider conquista il mondiale gravel

27.09.2022
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Il marchio di integratori Weider prosegue spedito nel suo cammino iniziato qualche mese fa in Italia e finalizzato a farsi sempre più conoscere fra gli appassionati di ciclismo. 

A luglio abbiamo avuto modo di dare l’annuncio della partnership con Ride The Dreamland, la quattro giorni di gare organizzate a ottobre da Filippo Pozzato. Pochi giorni fa ecco arrivare una nuova notizia che conferma ancora di più come Weider creda fortemente nel ciclismo ed in particolare nel gravel. Il marchio di integratori nordamericano sarà infatti tra gli sponsor della prima edizione dell’UCI Gravel World Championship. Stiamo parlando dei campionati del mondo gravel in programma sabato 8 e domenica 9 tra le provincie di Vicenza e Padova. Una prima edizione che farà sicuramente parlare di sé. 

Così come avvenuto per Ride The Dreamland, la regia organizzativa sarà a cura di Filippo Pozzato e della sua PP Sport Events

Partneship di prestigio

Per farci raccontare qualcosa di più su questa partnership prestigiosa abbiamo deciso di sentire Marco Bettazzi, Sales & Marketing Manager di Bf Pharma, azienda che si occupa della distribuzione di Weider per il mercato italiano.

«La sponsorizzazione della prima edizione dei campionati del mondo gravel – esordisce – in un certo senso “chiude il cerchio” di una collaborazione iniziata qualche mese fa con Filippo Pozzato, quando ci siamo legati alle gare di Ride The Dreamland. Il mondiale è naturalmente qualcosa di più importante. Per Weider sarà sicuramente un appuntamento di grande prestigio».

L’essere già partner di Ride The Dreamland ha in qualche modo facilitato la conclusione dell’accordo di sponsorizzazione. Tuttavia non è stato semplice siglarlo, come ci racconta lo stesso Marco Bettazzi. 

«I tempi erano strettissimi e dovevamo anche interfacciarci con l’UCI, cosa non semplice. Alla fine siamo riusciti a chiudere il nostro accordo e ora siamo davvero contenti e orgogliosi. La stessa filiale spagnola di Weider, che funge da casa madre in Europa per i settori endurance e food, ci ha fornito il suo importante supporto e sarà presente all’evento».

Grande visibilità

In questi giorni lo staff di Weider sta lavorando intensamente per organizzare al meglio la propria presenza all’evento. A Vicenza, nell’area riservata al briefing pre-gara e al ritiro dei pettorali, saranno installati dei gonfiabili ed esposti degli striscioni brandizzati Weider. Sarà inoltre allestito uno spazio riservato alla vendita degli stessi integratori. In fase di partenza sarà messo a disposizione un desk dove i professionisti potranno prendere gratuitamente degli integratori da utilizzare poi in gara. La filiale italiana di Weider in questi giorni si sta inoltre attivando per riuscire ad inserire nei pacchi gara di tutti gli iscritti, quindi anche per i non professionisti, un kit con i loro prodotti.

Weider è all’avanguardia per la produzione e lo studio degli alimenti per attività sportiva
Weider è all’avanguardia per la produzione e lo studio degli alimenti per attività sportiva

Ecco il programma

La prima edizione dei campionati del mondo gravel vedrà sfidarsi atleti professionisti assieme ai migliori ciclisti amatoriali qualificatisi durante le 11 tappe dell’UCI World Series.

Le gare partiranno da Vicenza e termineranno a Cittadella dopo avere lambito la città di Padova. Tre i percorsi. Uno da 194 chilometri(riservato alla categoria uomini elite). Uno da 166 chilometri (per le categorie uomini 19-34; uomini 35-39; uomini 40-44; uomini 45-49). Uno da 140 chilometri (per le categorie Élite femminile; donne 19-34; donne 35-39; donne 40-44; donne 45-50; donne 50+ e uomini 50+). Per disegnare i percorsi PP Sport Events si è affidata all’esperienza di Angelo Furlan e Marco Menin. 

La chiusura finale la lasciamo alle parole di Marco Bettazzi: «Il gravel è una disciplina che sta prendendo sempre più piede e la prima edizione dei campionati mondiali rappresenta uno step importantissimo in questo percorso di crescita. Siamo orgogliosi di essere partner del primo mondiale UCI gravel, e felici di proseguire nella collaborazione con PP Sport Events, società giovane e intraprendente, decisa a trasmettere un approccio innovativo al ciclismo nel quale noi ci rispecchiamo pienamente».

Weider

Ristori, assistenza e percorso: il mondiale gravel con Furlan

19.09.2022
6 min
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Non si è ancora sopito l’entusiasmo per il campionato italiano gravel che si è concluso ieri ad Argenta, che è già tempo di spostare lo sguardo verso il nuovo obiettivo: il mondiale. Sempre gravel, sempre il primo della storia.

L’appetito vien mangiando si dice. E forse, visti i volti dei corridori ieri all’arrivo, è così anche per loro. Lentamente l’interesse cresce. E, a dispetto di come dice qualcuno, non è solo questione di marketing.

Filippo Pozzato (a destra) e Angelo Furlan che ha disegnato il percorso iridato
Filippo Pozzato (a destra) e Angelo Furlan che ha disegnato il percorso iridato

Agli albori…

Ovviamente c’è ancora molto da mettere a punto. Bisogna capire bene la deriva che deve prendere il gravel. C’è chi dice che i percorsi devono essere filanti e il più possibile con bici sì gravel, ma di filosofia stradistica. E chi invece sostiene che dovrebbero essere più tecnici. Chi dice che bisogna affrontarlo in autonomia totale e chi invece con più assistenza.

A definire il tutto sarà il tempo, ma noi intanto ci rivolgiamo ad Angelo Furlan, braccio di destro di Filippo Pozzato nell’organizzazione del mondiale gravel di Cittadella del prossimo 8-9 ottobre. 

La volta scorsa proprio con Pippo e Furlan eravamo andati alla scoperta del percorso che appunto assegnerà la prima maglia iridata di questa specialità. Stavolta torniamo sì ad analizzare il tracciato, ma con un occhio lungo anche sulla questione dell’assistenza e delle feed zone.

Uno dei primi single track in discesa nella zona dei Colli Berici
Uno dei primi single track in discesa nella zona dei Colli Berici

La creatura di Furlan

Il percorso, tutto sommato veloce, da Vicenza porta a Cittadella, toccando prima i Colli Berici, per un totale di 194 chilometri.

«Questa – racconta Furlan, ex pro’ e anche ex praticante di bmx e mtb – è la mia creatura e lo dico con orgoglio. Alle spalle ci sono state 800 ore di lavoro per tracciarlo. Ma ogni volta era un’emozione. Sono le mie strade, quelle di casa. Quelle che battevo sin da quando ero un corridore.

«In qualche modo, non me ne vogliano i puristi, ma io il gravel lo facevo già 15 anni fa. A metà stagione iniziavo ad annoiarmi e così per trovare stimoli montavo cerchi a basso profilo, copertoni un po’ più larghi e mi buttavo con la bici da strada sugli sterrati.

«Quando Pippo (Pozzato, ndr) mi ha detto di questa opportunità non ci ho pensato due volte e mi sono subito messo a lavoro. E’ il nostro territorio e abbiamo l’opportunità di mostrarlo al mondo».

E il risultato si è visto e si vedrà. Il fatto che a disegnare il percorso sia stato uno stradista che però aveva l’offroad dentro è significativo. Il tasso tecnico, specie nella parte iniziale, 15-20 chilometri, verso i Colli Berici non manca. Nulla d’impossibile chiaramente, ma si parla pur sempre di single track. Di sentieri più stretti. 

«Tra Vicenza, Padova e Cittadella trovare certe strade non è stato facile. Non siamo nel deserto dell’Arizona, è un’area fortemente urbanizzata. Però alla fine abbiamo il 70% del percorso su sterrato. Ma per me è di più questa percentuale, in quanto l’UCI considera i tratti cementati o di stradine rovinate come asfalto. Vi assicuro che si fanno sentire anche quelle, pertanto è oltre l’80-85%».

Per Furlan il fondo della Foresta di Arenberg alla Roubaix (viste anche le alte velocità) è più sconnesso di molti tratti tecnici del mondiale
Per Furlan il fondo della Foresta di Arenberg alla Roubaix è più sconnesso di molti tratti tecnici del mondiale

Corsa dura

Sentieri che tra l’altro arrivando all’inizio potranno subito incidere sull’andamento tattico della corsa e spezzettare il gruppo.

«Chiaro – riprende Furlan – che rispetto al ciclocross o alla mtb ci sono meno curve e parecchi drittoni, ma il gravel è questo, è anche un viaggio. E’ un’altra cosa. Però io sono convinto che uscirà ugualmente una corsa molto dura. Guardate ieri ad Argenta: il quarto ha preso quasi dieci minuti e il settimo un quarto d’ora. Anche per questo il tracciato che inizialmente doveva misurare 220 chilometri è stato accorciato un po’.

«Potranno emergere corridori con diverse caratteristiche metaboliche e questo è un aspetto curioso. Noi in Italia siamo legati alla figura dello scalatore e pensiamo che per fare una corsa dura bisogna mettere salite. In realtà non è solo così.

«Qui conta la resistenza: potrebbe vincere un uomo del Nord, per esempio una Foresta di Areneberg è ben più sconnessa dei tratti sterrati che s’incontreranno al mondiale, oppure un uomo da grandi Giri. Un cronoman che sa tenere alti wattaggi per lungo tempo. Se mi chiedeste su chi punterei tra un biker e uno stradista, risponderei sullo stradista».

Ieri all’italiano gravel Fontana (in foto) e altri sono partiti con le tasche piene per affrontare l’intero tracciato (foto @mario.pierguidi)
Ieri all’italiano gravel Fontana (in foto) e altri sono partiti con le tasche piene per affrontare l’intero tracciato (foto @mario.pierguidi)

Discorso ristori

Prima Furlan ha parlato di viaggio. In effetti il gravel nasce come avventura, come viaggio. Non è un caso che sulle bici ci siano le predisposizioni per l’alloggiamento delle borse. In questo caso è una gara e le borse non servono. Però resta centrale il discorso sull’autonomia. O semi-autonomia che si riscontra negli eventi gravel agonistici. Anche alla Monsterrato, unica prova di qualificazione per l’Italia, erano presenti dei punti di ristoro.

Il tutto legato ad un regolamento che si sta scrivendo (nel vero senso della parola) e che si dovrà definire col tempo a “suon d’esperienza”, se così possiamo dire.

«Il discorso dell’assistenza – dice Furlan – è in via di definizione. E’ una pagina bianca se vogliamo, perché l’UCI sta scrivendo il regolamento in questi giorni. Posso dire che di tanto in tanto (all’italiano era massimo ogni 25 chilometri, ndr) ci saranno delle zone di ristoro e di assistenza (feed zone). Ma di base i corridori dovranno essere autonomi. Pertanto dovranno partire con il necessario per i rifornimenti e il necessario per una prima assistenza tecnica».

«In più noi dell’organizzazione metteremo a disposizione delle moto e ci stiamo mettendo d’accordo con l’UCI per stabilirne il numero e le modalità. In apertura ci sarà invece un quad. Non ci potranno essere moto delle nazionali. Mentre è da definire chi allestirà il “tavolo” del ristoro, se l’organizzazione o la nazionale stessa». 

Ancora da definire nei dettagli, ma al mondiale saranno presenti delle moto assistenza. Qui la Serenissima Gravel dello scorso anno
Ancora da definire nei dettagli, ma al mondiale saranno presenti delle moto assistenza. Qui la Serenissima Gravel dello scorso anno

La sicurezza

Un aspetto che non è affatto secondario in questo mondiale gravel è la sicurezza. Sulla falsariga di quel che accade nel cross country e ancora di più nella downhill, tutto il percorso dovrà essere a vista d’occhio, almeno nei passaggi più tecnici o “pericolosi” come un single track, o il transito vicino ad un fiume.

«In pratica – spiega Furlan – dove finisce il campo visivo di un assistente del percorso, deve iniziare quello dell’assistente successivo. Questo implica un grande dispiegamento di forze, molto più di una gara su strada. In questo modo i ciclisti non sono mai da soli e l’assistente può intervenire in caso di caduta.

«E poi presumo ci sarà da “fermare” tutti gli utenti che nel weekend sono abituali fruitori delle ciclabili e dei lungo fiume per passeggiare. E non sarà così facile!».