La BMX azzurra per i Giochi ha ancora tre carte da giocare

22.03.2024
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La rincorsa verso Parigi coinvolge anche i ragazzi della BMX azzurra. I piani del cittì Lupi prevedevano la qualificazione entro il 2023, invece il ranking si è complicato e per sperare di staccare il biglietto bisognerà fare risultato fra le Coppe del mondo e lo stesso mondiale. C’è da combattere, ma questo non desta certo preoccupazione. Ieri il tecnico azzurro era a Montichiari per fare un saluto a Ivan Quaranta, con cui negli ultimi mesi si è creato ottimo feeling, e seguire uno dei suoi che si allena con i velocisti. Stamattina invece Lupi ha fatto ritorno a Verona per seguire altri atleti (in apertura, Francesca Cingolani e Marco Radaelli, foto UEC/Sprint Cycling). Lo abbiamo intercettato per fare il punto sulla possibile qualificazione olimpica, sapendo che la missione è complicata, ma non ancora impossibile.

Qual è il punto della situazione?

Abbiamo approcciato la stagione, prima delle Coppe del mondo in Nuova Zelanda e Australia, al 13° posto con 600 punti dal 12°.  Ad oggi siamo dodicesimi a neanche 100 punti dall’undicesimo posto. Quindi si sta facendo un buon lavoro, anche se non è mai abbastanza. Abbiamo avuto qualche incertezza che non ci ha permesso di salire ancora, ma comunque abbiamo fatto un bello step in avanti con le WorldCup di febbraio. L’obiettivo adesso è entrare fra gli 11, che non significa qualificazione assicurata, ma quantomeno avere una buona posizione da cui lottare. Il mio desiderio era chiudere il 2023 e iniziare il 24 in top 10, però le cose sono andate un po’ diversamente. Quindi matematicamente siamo assolutamente in lotta, con la possibilità aggiuntiva di strappare la convocazione con la carta del mondiale 2024 di Rock Hill del 12 maggio. Siamo in piena qualifica.

Giacomo Fantoni ha corso a Tokyo, poi si sarebbe dovuto ritirare, ma è tornato sui suoi passi
Giacomo Fantoni ha corso a Tokyo, poi si sarebbe dovuto ritirare, ma è tornato sui suoi passi
E’ un problema dover lottare così tanto in primavera in termini di freschezza a Parigi, casomai arrivasse la qualificazione?

No, da questo punto di vista riusciamo a gestirci abbastanza bene. Il primo weekend di giugno, con l’europeo in casa chiudiamo il periodo preolimpico. A quel punto, c’è una settimana di tempo perché l’UCI comunichi le liste ufficiali delle Olimpiadi e da lì avremo tutto il tempo di tirare il fiato e poi, se qualificati, di lavorare per rifinire la preparazione in vista di Parigi.

Come va la collaborazione con la struttura tecnica delle nazionali?

Stavo per dirlo. Lo step più importante che abbiamo fatto in questo ultimo anno e mezzo è stato il supporto di Marco Compri. Lui è il nostro riferimento e insieme stiamo monitorando gli atleti. Proprio ieri c’è stata una carrellata di riunioni fra gli atleti e il gruppo performance FCI, per valutare tutto quanto. I recuperi, i carichi di lavoro, i picchi di forma previsti. C’è una bella macchina che lavora anche quando siamo in trasferta. La collaborazione è decollata. La mia volontà sin dall’inizio era quella di avere un gruppo di lavoro con ruoli ben definiti. Per cui tutto ciò che è performance compete a Marco Compri insieme a Sebastiano Costa, uno dei miei collaboratori. Io ricevo e monitoro dall’alto, però ho delegato molto per mantenere una qualità di lavoro generale sempre più alta.

Il gruppo BMX è sempre più integrato, insomma?

Direi di sì. Lo staff di Bragato è sempre super disponibile, non solo con Compri, ma anche gli altri suoi uomini. E devo dire anche Elisabetta Borgia, che dal lato mentale sta lavorando personalmente con diversi atleti. Non è una macchina complessa, perché segue un protocollo che usano tanti altri team e altre squadre, ma nel BMX secondo me abbiamo fatto un grosso passo avanti.

Marco Redaelli e il cittì Tommaso Lupi a Papendal 2021: l’iride juniores parla italiano
Marco Redaelli e il cittì Tommaso Lupi a Papendal 2021: l’iride juniores parla italiano
Com’è il clima in squadra, dovendo lottare per questa qualificazione?

C’è sicuramente più pressione del solito, che però io accetto molto volentieri. Stiamo puntando alle Olimpiadi, non al circuito del patrono. Quindi credo sia bello avere la pressione e bisogna essere bravi a gestirla: sia il sottoscritto, sia la squadra. C’è un’atleta come Fantoni che ha sicuramente grande esperienza e quindi sa sicuramente meglio di altri come gestirsi. E ci sono anche altri atleti più giovani che fanno gare internazionali da una vita, anche se chiaramente un’Olimpiade è sempre un’Olimpiade.

Quindi la pressione è anche funzionale…

Ribadisco che la accetto e la condivido, nel senso che se non vuoi pressione, vai a fare un’altra gara. Insomma cerco di trasmettere ai ragazzi questo tipo di mentalità. Ognuno ovviamente ha il ruolo che gli compete, però in questo momento siamo in un clima di guerra sportiva. Il livello in Coppa del mondo è altissimo, non c’è margine di errore. Per cui ora dobbiamo essere super concentrati, ma quando è il momento di tirare il fiato, è giusto farlo e farsi una risata con una birra davanti.

Lo staff performance interviene anche sui materiali come per esempio con la pista?

No, ognuno ha i propri sponsor e i suoi accordi. Però come nazionale stiamo lavorando per la prima volta con Vittoria per lo sviluppo di un prodotto che non è ancora entrato ufficialmente in uso. Volevamo farlo nelle scorse WorldCup, ma non ho avuto la situazione corretta per farlo, quindi non mi sono preso il rischio. Però è una bella cosa, non è mai successo prima ed è iniziata una bella collaborazione.

Quali sono i prossimi passaggi per arrivare all’obiettivo?

Abbiamo ancora due turni di WorldCup a Tulsa, in Oklahoma, dove bisogna concretizzare perché quelli sono punti pesanti. Dovremo anche capire chi ci sarà in gara, in questo caso i tedeschi, monitorare anche loro e cercare di andare più avanti possibile. Al rientro dagli USA cercheremo di capire in che situazione siamo. Nel mentre abbiamo avuto gare in Italia che contribuiscono al punteggio e poi ovviamente ci sarà il mondiale. Essendo in una posizione matematicamente ancora aperta, ma non tra le top 10 che ti danno una certa tranquillità, diciamo che vale tutto. Bisogna spremere tutto il possibile: «Ragazzi – gli dico – voi passate la linea d’arrivo, poi ci giriamo indietro e capiamo dove siamo».

Cosa ci fa Bennati con la nazionale di BMX? Andiamo a vedere…

14.02.2022
6 min
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Mentre arriviamo a Padova, dai finestrini, si scorge un cielo terso. Le prime montagne innevate sono lontane, cosa strana da queste parti se pensiamo che è il 12 febbraio. Il sole invita a stare senza giacca, anche se il vento non ce lo permette. L’autobus numero 10, passando sui sampietrini del centro storico, ci accompagna comodamente in via Chiesanuova. Qui si trova il centro del team Bmx Panther Boys, dove si sta allenando la nazionale Bmx guidata da Tommaso Lupi. Accompagnato, in questa due giorni da Daniele Bennati, il quale ha iniziato la sua avventura sui pedali proprio da questa disciplina quando aveva 9-10 anni.

«Avevo visto una squadra di Arezzo e mi sono incuriosito così ho provato – racconta – non c’era una pista come questa e tutte le strutture di oggi. Devo dire che mi fa piacere vedere come è cresciuto il movimento».

Una strana coppia

«La Federazione – dice Tommaso Lupi – da quest’anno ci ha aperto le porte, di conseguenza le collaborazioni e le opportunità di espansione del nostro movimento sono aumentate».

C’è anche Diego Bragato con il quale Tommaso e i suoi ragazzi avevano lavorato esattamente un anno fa in pista a Montichiari.

«La Bmx – riprende Tommaso – è un mondo in continua crescita nel nostro paese, i ragazzi sono sempre più interessati e questo ci riempie di orgoglio. L’incontro tra il nostro mondo e quello della strada in questi giorni non è legato alla preparazione, ma più al fare gruppo e portare i ragazzi al di fuori della loro zona di comfort. Con l’arrivo di Daniele (Bennati, ndr) come cittì abbiamo voluto avvicinare i nostri mondi».

Il confronto tra il cittì Lupi e i ragazzi è continuo
Il confronto tra il cittì Lupi e i ragazzi è continuo

Si lavora per Parigi

«Mancano due anni e mezzo alle prossime Olimpiadi – dice con un sorriso Tommaso – e il lavoro che voglio fare è tanto. Sono orgoglioso di dire che lavoreremo anche con un gruppo femminile, anche se con loro vedo difficile una nostra partecipazione alle prossime Olimpiadi. In questo campo lavoriamo in ottica Los Angeles 2028, sarebbe bello arrivare dove la nostra disciplina è nata con una novità così importante. Intanto, il mese prossimo a Vigevano ci sarà il raduno degli allievi e giovanissimi e sarà presente anche un gruppo femminile guidato da Gaia Tormena, che mi ha più volte chiesto di provare questa disciplina».

A disposizione della nazionale di Bmx ci sono anche i mezzi della Federazione
A disposizione della nazionale di Bmx ci sono anche i mezzi della Federazione

Gli investimenti aumentano

Notiamo che sulle bici di alcuni corridori sono presenti dei ciclocomputer e ne approfittiamo per indagare…

«Stiamo iniziando ad allenarci con più strumentazione – risponde Lupi – oltre alla fascia cardio iniziamo ad usare anche i misuratori di potenza. In quest’ultimo caso quelli che si usano su strada non possono essere utilizzati con la stessa precisione per la nostra disciplina a causa della differenza di sforzo. Il misuratore di potenza che si usa su strada per noi non va bene perché ha un leggero “ritardo” nella trasmissione dei dati. La Federazione, grazie anche a Diego Bragato, ha parlato con Srm e comprato dei misuratori di potenza studiati appositamente per la Bmx.

«Unire strada e Bmx è possibile, sono sforzi differenti, ma con un buon lavoro si potrebbero vedere delle belle novità. Lo sforzo massimale che si fa in partenza supera abbondantemente i 2.000 watt e la brevità delle gare (30-40 secondi, ndr) porta a pensare che si possano anche tirare fuori dei velocisti o ultimi uomini interessanti

Passato in comune

Daniele Bennati, neo cittì azzurro, è incuriosito dalle bici degli atleti e chiede informazioni. Mentre noi, silenziosamente, ascoltiamo.

«La sella è all’altezza minima per tutti – spiega Lupi – perché nella gara non ci si siede mai, la si utilizza nei salti per mantenere l’equilibrio. I telai sono di due materiali: carbonio e alluminio. I corridori scelgono generalmente i telai in carbonio perché sono più rigidi e scaricano meglio la potenza a terra. La particolarità sta nel carro posteriore, ci sono dei marchi che li fanno separati così che gli atleti possano trovare la misura corretta per le loro esigenze».

Le spiegazioni vengono interrotte da una rovinosa caduta di uno dei ragazzi. Una volta che ci si è assicurati che stia bene, Bennati rilancia.

«Dovrebbero inserire la Bmx – dice – in tutte le squadre giovanili. Alleni tantissimo la tecnica di base e lo fai in sicurezza, lontano dal traffico. Se metti uno di questi ragazzi in sella ad una bici da strada, mountain bike o downhill vedi che si adatta prontamente. La doppia disciplina, di qualsiasi tipo, deve essere un must per i giovani. In Italia si guarda subito alla strada, ma non tutti sono portati. Bisogna dare ai ragazzi la possibilità di provare cose nuove, divertirsi e scegliere in autonomia la propria disciplina».

Radaelli Papendal 2021

Radaelli, oro storico nella Bmx, ma dietro c’è molto altro

25.08.2021
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Di giornate storiche, lo sport italiano ne sta vivendo molte in questo anno così particolare e quella di domenica nel suo lo è stata, perché per la prima volta da quando la Bmx è diventata sport olimpico, anche l’Italia si fregia di un titolo mondiale, uno di quelli che contano davvero perché promette tantissimo e anche a breve termine: Marco Radaelli si è laureato campione del mondo junior a Papendal, in Olanda, proprio nella patria dell’attuale dominatore della specialità, quel Niek Kimmann che dopo l’oro olimpico si è preso anche quello iridato assoluto.

Un tris di autentici talenti

Radaelli, 18enne di Garlate (LC) ha già conquistato 4 titoli europei nelle varie categorie.. Quello junior non era mai stato vinto da un italiano e rappresenta un segnale di speranza già in funzione di Parigi 2024, soprattutto perché non è casuale. Manuel De Vecchi, iridato Cruiser e primo azzurro a guadagnarsi la partecipazione olimpica aveva già segnalato la presenza in Italia di una generazione impressionante di campioni e Radaelli è solo la punta di un iceberg che comprende tra gli altri anche Matteo Tugnolo, quarto e vicecampione europeo e Leonardo Cantiero, numero 1 del ranking Uci.

Radaelli Mondiali 2021
Il podio della gara junior di Papendal, con Radaelli in maglia iridata fra Louison Rousseau (FRA, 2°) e Drew Polk (USA, 3°)
Radaelli Mondiali 2021
Il podio della gara junior di Papendal, con Radaelli in maglia iridata fra Louison Rousseau (FRA, 2°) e Drew Polk (USA, 3°)

Da dove nasce una proliferazione tale considerando che a livello assoluto già la qualificazione olimpica di Giacomo Fantoni è da considerare un grande risultato? Il cittì Tommaso Lupi mette ordine: «Sono diversi anni che nelle categorie giovanili otteniamo risultati. Il segreto è un cospicuo investimento che la Fci ha fatto per far fare esperienze estere a questi ragazzi, è solo così che si cresce. Il successo di Radaelli è la ciliegina sulla torta».

A differenza di altri sport, nella Bmx si emerge già da giovanissimi, per questo i risultati degli junior sono così promettenti in ottica Parigi 2024?

Bisogna fare attenzione a non farsi prendere dai facili entusiasmi. Intanto l’anno prossimo Radaelli passerà di categoria, approdando gli Under 23 che proprio nel 2022 verrà istituita come categoria a sé stante. Vedremo in questi due anni come lui e gli altri ragazzi si adatteranno, quale sarà il cammino di qualificazione olimpica, faremo le nostre valutazioni se puntare su di loro o su elementi leggermente più grandi come ad esempio De Vecchi, Bertagnoli, Sciortino ma anche altri. Parigi 2024 è praticamente dopodomani, certamente vogliamo non accontentarci più della semplice presenza, ma andare con ambizioni.

Tugnolo 2021
Matteo Tugnolo, altro grande talento della Bmx, vicecampione europeo e quarto ai Mondiali junior
Tugnolo 2021
Matteo Tugnolo, altro grande talento della Bmx, vicecampione europeo e quarto ai Mondiali junior
E’ singolare che possiamo godere di un gruppo così promettente pur dovendo convivere con una cronica carenza di impianti, soprattutto al Centro-Sud…

Questo aspetto è fondamentale per la crescita del movimento ed è ai primissimi posti nell’agenda federale. Dobbiamo allargare il bacino d’utenza, gli impianti esistenti sono già saturi. Nel valutare i risultati dei ragazzi dobbiamo dire grazie alle società, all’impegno che ci mettono per garantire loro la necessaria esperienza all’estero: le gare italiane hanno un format diverso, privilegiano giustamente il divertimento e la promozione. Questi ragazzi vincono non grazie a una formula magica, ma al lavoro di gruppo, per questo è un oro che va condiviso in tanti.

All’estero la Bmx è da sempre considerata il punto di accesso per i bambini nel mondo delle due ruote. Quando vedremo in Italia campioni su strada che hanno iniziato a praticare il ciclismo grazie alla Bmx?

Io dico che questa cultura comincia a prendere piede anche da noi, sono tanti i bambini che si stanno avvicinando alla Bmx e poi prenderanno strade diverse, ma ci vuole tempo, proprio perché si tratta di un cambio culturale, finalmente si sta capendo che la Bmx ti dà quella capacità tecnica che sarà la base per qualsiasi altra attività.

Tommaso Lupi, tecnico della Bmx, con Marco Compri del Centro Studi
Tommaso Lupi, tecnico della Bmx, con Marco Compri del Centro Studi
Nell’espansione della Bmx secondo te non sarebbe il caso di puntare su promozione e marketing rivolti alle famiglie, sottolineando che far pedalare i figli negli impianti di Bmx è molto più sicuro che mandarli su strada?

Assolutamente, il tema della sicurezza è la leva su cui dobbiamo muoverci proprio per spingere i comuni a investire su impianti di Bmx. Dobbiamo dare la possibilità alle famiglie di far fare sport ai propri figli senza grandi rischi. Io credo che non serva poi molto per far decollare i tesseramenti.

L’Olanda ha sviluppato una stretta collaborazione fra Bmx e settore della velocità su pista e i risultati si sono visti a Tokyo, in entrambe le specialità. L’Italia seguirà questa strada?

Su questo dobbiamo fare chiarezza: l’Olanda ha investito fortemente sul settore della velocità su pista, ha seguito due strade diverse che erano parallele, solo in apparenza le stesse. Se ci sarà la possibilità di sviluppare un discorso sinergico sicuramente non ci tireremo indietro e se dei ragazzi della Bmx dimostreranno capacità su pista e vorranno seguire quell’indirizzo daremo loro il massimo del sostegno. L’importante è che, in una disciplina come nell’altra, possiamo contribuire al rilancio del ciclismo nazionale.