L’Italian Bike Festival si prepara presto ad accogliere una numerosa schiera di appassionati di ciclismo. Lo spazio espositivo della commerciale Beltrami TSA (H4) sarà anche quest’anno il teatro di una serie di “clinic” tecniche gratuite pensate per elevare la conoscenza e l’efficienza di ogni singolo ciclista. Un’occasione unica per scoprire i segreti della manutenzione professionale, direttamente dagli esperti di Muc-Off e CeramicSpeed: due marchi – entrambi distribuiti in Italia da Beltrami – sinonimo di innovazione e performance.
Ogni sessione, della durata di quindici minuti, rappresenterà una vera e propria immersione pratica, focalizzandosi su trattamenti all’avanguardia per la bicicletta. CeramicSpeed, leader nell’ottimizzazione delle trasmissioni, presenterà la nuova UFO Wax, una cera specifica sviluppata per massimizzare l’efficienza e la durata della catena che promette di ridurre drasticamente l’attrito e la necessità di manutenzione. Le dimostrazioni dal vivo mostreranno come applicare al meglio il prodotto, svelando i segreti per ottenere una pedalata fluida e performante. Gli esperti CeramicSpeed saranno a disposizione per rispondere a domande tecniche e fornire consigli personalizzati.
Ogni giorno allo stand Beltrami si aprirà con una sessione dimostrativa sui prodotti di CeramicSpeedOgni giorno allo stand Beltrami si aprirà con una sessione dimostrativa sui prodotti di CeramicSpeed
Le sessioni di Muc-Off
Muc-Off, realtà inglese pioniere della pulizia e della protezione di bici e moto, metterà invece in mostra due dei suoi prodotti di punta. Sarà possibile assistere a una dimostrazione dell’Ultrasonic Tank, un sistema rivoluzionario per la pulizia profonda e la lubrificazione della catena. Questo trattamento, che sfrutta la potenza degli ultrasuoni, assicura una pulizia impeccabile, preparando la trasmissione a ricevere la lubrificazione ottimale. Inoltre, verrà presentato il Ceramic Kit Protection, un trattamento ceramico pensato per il telaio. Questa soluzione crea una barriera protettiva contro lo sporco, l’umidità e i graffi, mantenendo la bicicletta pulita più a lungo e facilitando le successive operazioni di pulizia.
Partecipare a queste “clinic” non significherà solamente acquisire nuove competenze. Sarà difatti un’opportunità importante per assistere a dimostrazioni dal vivo, ricevere consigli tecnici avanzati da professionisti del settore e, per i più fortunati, aggiudicarsi gadget esclusivi.
Muc-Off invece metterà a disposizione i suoi prodotti per la cura e la pulizia della biciMuc-Off invece metterà a disposizione i suoi prodotti per la cura e la pulizia della bici
Il programma completo
Le “clinic” si svolgeranno allo stand P28 di Beltrami TSA per tutta la durata dell’Italian Bike Festival, ovvero venerdì 5, sabato 6 e domenica 7 settembre. Non è richiesta alcuna prenotazione: basterà esclusivamente presentarsi allo stand qualche minuto prima dell’inizio delle sessioni per assicurarsi un posto.
Il programma quotidiano dettagliato è il seguente:
15:00 – Muc-Off: pulizia profonda e lubrificazione con Ultrasonic Tank e dimostrazione del trattamento ceramico del telaio.
Questa iniziativa è un’ulteriore conferma dell’impegno di Beltrami TSA nel diffondere la cultura e la conoscenza della manutenzione e dell’efficienza nel mondo del ciclismo. Un appuntamento da segnare in agenda per tutti coloro che desiderano curare la propria bicicletta come un vero professionista. Per restare aggiornati in tempo reale, suggeriamo di seguire gli account social Beltrami TSA.
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Siete pronti a vivere una bella esperienza in bicicletta con Merida? L’Italian Bike Festival 2025 di Misano Adriatico, in programma dal 5 al 7 settembre, si prepara a ospitare un evento che farà battere forte il cuore di tanti appassionati di ciclismo. Merida Italy porterà difatti sul circuito di Santa Monica una masterclass esclusiva: la Vanotti Ride Experience. Un’occasione imperdibile per salire in sella a una bici Merida di alta gamma e pedalare come un ex professionista di team WorldTour.
Il bergamasco, oggi brand ambassador Merida, sarà difatti la guida d’eccezione di questa giornata. L’obiettivo? Insegnare ai partecipanti come mantenere una velocità di 50 km/h per l’intero sviluppo del Misano World Circuit. Non si tratta di una semplice uscita in bici, ma di una vera e propria lezione di tecnica e potenza, pensata per spingere i ciclisti oltre i propri limiti.
Ecco la locandina dell’evento di Merida che si terrà a Misano nei giorni dell’Italian Bike FestivalEcco la locandina dell’evento di Merida che si terrà a Misano nei giorni dell’Italian Bike Festival
Un’opportunità per pochi fortunati
L’evento si terrà nella giornata di sabato 6 settembre, con sei sessioni in programma nell’arco della giornata. Ogni sessione accoglierà un gruppo ristretto di 12 ciclisti, garantendo a ciascuno la massima attenzione da parte di Alessandro Vanotti. I partecipanti avranno dunque l’opportunità unica di testare due modelli top di gamma di casa Merida: la bici aerodinamica Reacto e l’ultraleggera Scultura. Scegliere la compagna perfetta per questa avventura ad alta velocità non sarà facile.
Per partecipare, è richiesta la massima preparazione: i ciclisti dovranno presentarsi con il proprio abbigliamento tecnico, mentre Merida fornirà le bici e si occuperà di tutto il resto. Si raccomanda di portare i propri pedali e le proprie scarpe da bici per un’esperienza ottimale, ma in caso di necessità saranno disponibili pedali flat.
Gli appassionati e i curiosi potranno testarsi pedalando insieme a un atleta che ha militato per anni nel WorldTourGli appassionati e i curiosi potranno testarsi pedalando insieme a un atleta che ha militato per anni nel WorldTour
Gadget e ricordi indimenticabili
Questa esperienza Merida non si limiterà solo alla pista. Ogni singolo partecipante della Vanotti Ride Experience riceverà un pacchetto esclusivo che include un gadget ufficiale Merida, come una borraccia, e una serie di foto professionali per immortalare i momenti più emozionanti della giornata. Un ricordo prezioso di un’avventura che unisce la passione per il ciclismo all’adrenalina della pista.
Le iscrizioni per questa masterclass sono già aperte e totalmente gratuite. Per assicurarsi un posto in una delle sei sessioni, è necessario compilare il form online disponibile al seguente link.
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L’Italian Bike Festival, evento italiano di riferimento per il settore della bicicletta, ha scelto Agenzia YES!, membro di UNA (Aziende della Comunicazione Unite), come partner per le attività di ufficio stampa e pubbliche relazioni per la prossima edizione 2025. La collaborazione si inserisce in un accordo più ampio con Movestro, società specializzata nell’organizzazione di fiere ed eventi, in particolare nella Bike Industry.
I giorni dell’Italian Bike Festival 2025 saranno dal 5 al 7 settembreI giorni dell’Italian Bike Festival 2025 saranno dal 5 al 7 settembre
L’IBF, ideato e organizzato proprio da Movestro, si distingue come una delle manifestazioni più rilevanti del panorama ciclistico internazionale. Il festival si propone come punto d’incontro privilegiato tra aziende, appassionati e media, offrendo un’esperienza unica che va oltre la semplice esposizione. L’evento si svolge al prestigioso Misano World Circuit “Marco Simoncelli” di Misano Adriatico (Rimini) ed accoglie un pubblico eterogeneo, con un programma ricco di attività che spaziano dai test bike alle competizioni, dai talk tematici alle esposizioni.
L’edizione 2024 ha registrato numeri da record: oltre 600 brand partecipanti provenienti da tutto il mondo, distribuiti su un’area espositiva di 60.000 metri quadrati e ben 57.000 visitatori. Questi risultati straordinari pongono le basi per un ulteriore salto di qualità nell’edizione 2025, grazie al supporto strategico di Agenzia YES!.
L’IBF ha affidato a Agenzia YES! l’ufficio stampa e le PRL’IBF ha affidato a Agenzia YES! l’ufficio stampa e le PR
Ampliare la community
L’obiettivo principale di questa nuova collaborazione sarà quello di ampliare la portata mediatica dell’Italian Bike Festival, coinvolgendo un pubblico sempre più ampio e dando risalto a tematiche chiave come la mobilità sostenibile, il cicloturismo e lo sport come strumento di inclusione e aggregazione.
«Siamo entusiasti di essere stati scelti da Movestro e da Italian Bike Festival come partner strategico per le attività di comunicazione del 2025 – ha dichiarato Paolo Biffi, Amministratore Delegato di Agenzia YES! – questa partnership rappresenta per noi una grande opportunità: IBF è un evento unico che combina sport, innovazione ed entertainment. Lavoreremo per rafforzare il suo posizionamento e consolidare la community attraverso una comunicazione mirata e allineata ai suoi valori».
Grazie ad un approccio integrato e sinergico tra media specializzati e generalisti, Agenzia YES! si concentrerà sulla promozione delle molteplici iniziative proposte dall’IBF. Tra queste spiccano le attività esperienziali, le novità di settore e i progetti a favore della sostenibilità e del turismo in bicicletta. L’agenzia si pone quindi come un partner strategico per accompagnare l’IBF in una crescita sempre più significativa, consolidandone il ruolo di leader in Italia nel panorama degli eventi dedicati al mondo bike.
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MISANO – Northwave rinnova completamente la gamma media nella categoria delle calzature, con il focus principale che rimane il comfort.Revolution e Storm Carbon sono le due nuove scarpe.
La prima adotta la suola Morph Carbon con design Powershape per il sostegno dell’arco plantare e adotta la calzata Pro-Fit. Northwave Storm Carbon ha la medesima suola della sorella, ma punta ad un maggiore comfort complessivo. Vediamole nel dettaglio.
Disegno NW, ma le due scarpe sono molto differenti tra loroDisegno NW, ma le due scarpe sono molto differenti tra loro
Le NW Revolution
Per lo sviluppo e la produzione della nuova Revolution si è partiti dalla suola con disegno Powershape, ormai una garanzia in termini prestazionali. Il nome si riferisce in modo diretto al supporto dell’arco plantare, se pur con materiali diversi, quella in dotazione alla nuova calzatura ha posta in dote il medesimo concetto di quella che utilizza la Veloce Extreme. Nel complesso la Revolution è una scarpa categorizzata Pro Fit, con una calzata che si rivolge all’agonismo. Sempre in merito alla suola, ha una rigidità di livello 13 (scala Northwave) ed è un composto di carbonio.
Poi il doppio rotore X-Dial SLW3 e la tomaia in PU con fori posizionati in modo strategico e ottenuti con la tecnica laser. I passanti dove scorrono i cavi dei due rotori sono in tessuto e la linguetta presenta una rete per una ventilazione e traspirazione massimizzate. Infine la sezione interna del tallone ha degli inserti grippanti che stabilizzano il tallone. La Revolution è disponibile in taglie dalla 36 alla 50, ad un prezzo di listino di 224,99 euro.
La suola, comune ai due modelliLa Revolution, ha una vocazione più corsaiolaNorthwave Storm CarbonTallone avvolgente per entrambe, ma eccessivamente stringenteCambia il posizionamento dei foriArco plantare PowershapeLa suola, comune ai due modelliLa Revolution, ha una vocazione più corsaiolaNorthwave Storm CarbonTallone avvolgente per entrambe, ma eccessivamente stringenteCambia il posizionamento dei foriArco plantare Powershape
Northwave Storm Carbon
Diversa dalla Revolution, per costruzione e anche per il pubblico alla quale si rivolge. Punta ad offrire un maggiore comfort, pur utilizzando la medesima suola della sorella. Quest’ultima, così come la Revolution, è compatibile anche con il sistema SpeedPlay (grazie all’apposito adattatore). Ma è la tomaia e il sistema di chiusura che fanno la differenza in fatto di resa tecnica. Tessuto in TPU forato al laser, rotore singolo e cavo, con l’aggiunta di un velcro nella sezione più bassa.
Semplice e comoda anche grazie ad una forma che ha l’obiettivo di non creare pressioni. La linguetta ha un inserto in rete. Northwave Storm Carbon è disponibile con prezzo di listino di 189,90 euro. Le taglie sono comprese tra la 36 e la 50.
Approfittando della grande vetrina dell’Italian Bike Festival, Cinelli ha presentato il suo nuovo modello di punta del settore strada: Pressure II. Si tratta della più aerodinamica tra le creazioni dello storico brand milanese. Il telaio monoscocca è stato perfezionato nel peso e nelle linee per realizzare una bici che punta alla velocità e alla prestazioni, ma non solo.
Due le colorazioni, entrambe eleganti ma di carattere. Questa la Dandy’s Racing GreenQuesta è invece la Racing White PatinaDue le colorazioni, entrambe eleganti ma di carattere. Questa la Dandy’s Racing GreenQuesta è invece la Racing White Patina
Meno peso e più rigidità
Rispetto al modello precedentela Pressure II è il 5% più leggera, per la precisione di 109 grammi. Questo è stato possibile lavorando sulla lunghezza del reggisella, sul morsetto sella e sulle guide dei cavi (tutti integrati) con un’opera di ingegneria e design al 100% italiana, in pieno stile Cinelli.
Per arrivare al perfetto compromesso tra peso e rigidità – il migliore nella storia dell’azienda – il comparto R&D è partito da 4 diversi prototipi. Grazie ad uno studio sulle diverse stratificazioni della fibra di carbonio Columbus Carbon Monocoque T800 si è poi arrivati al modello definitivo, approvato sia dai test in laboratorio che dagli atleti.
La scatola del movimento centrale è il cuore della Pressure IILa scatola del movimento centrale è il cuore della Pressure II
Un’aero all-rounder
Un’altra novità è il passaggio ruote più generoso rispetto al passato. Nella Pressure II può ospitare pneumatici da 32 mm, a tutto vantaggio della resistenza al rotolamento e del comfort. Questo ne fa anche, a ben vedere, una bici all-rounder dalla spiccata vocazione aerodinamica, un mezzo totale.
Come già accennato il passaggio cavi è totalmente integrato, anche grazie al cockpit Pressure II Carbon Handlebar, altra chicca del design Cinelli. Oltre a questo i anche profili sono stati ottimizzati in chiave aero, come anche la posizione in sella, più aggressiva e votata alla massima velocità.
Il disegno del telaio nasce certo per la leggerezza, ma anche rigidità e prontezzaLa rigidità della Pressure II è stata già messa alla prova dai corridori del Team MBH ColpackForcella con andamento tradizionale e ovviamente i freni a discoIl disegno del telaio nasce certo per la leggerezza, ma anche rigidità e prontezzaLa rigidità della Pressure II è stata già messa alla prova dai corridori del Team MBH ColpackForcella con andamento tradizionale e ovviamente i freni a disco
Un frame kit e due colori
La Pressure II è presentata in 4 diversi allestimenti. Con gruppo Sram Red Etap AXS e ruote Fulcrum Wind 42 a 10.300 euro. Con gruppo Dura Ace Di2 e ruote Fulcrum Wind 42 a 9.500 euro. Quindi con gruppo Ultegra Di2 e ruote Fulcrum 600 a 6.500 euro. Infine con gruppo 105 Di2 e ruote Fulcrum 600 a 5.600 euro.
E’ anche disponibile il solo frame kit che comprende telaio, forcella, reggisella e cockpit a 4.100 euro. Il peso del telaio in taglia M è di 975 grammi, mentre la forcella si attesta sui 390 grammi.
Per la sua nuova creatura Cinelli ha scelto due colorazioni, entrambe eleganti ma di carattere: Racing White Patina e Dandy’s Racing Green.
MISANO ADRIATICO – Spesso parliamo di gravel. Su bici bici.STYLE lo facciamo più in ottica di viaggi e avventure, ma poi ci sono anche i campioni, i professionisti di questa disciplina. E uno di loro è Mattia De Marchi, del Team Enough.
Con il friulano, oggi scendiamo nel dettaglio tecnico e scopriamo com’è la bici gravel di un pro’. Come è settata. E che rapporto ha l’atleta con la sua bici. Mattia lo abbiamo incontrato all’Italian Bike Festival, ospite del suo sponsor tecnico, Basso Bikes. E questo è quel che ci ha raccontato…
Mattia De Marchi (classe 1991) durante una delle sue avventure (foto Instagram – @hrrypwll)Mattia De Marchi (classe 1991) durante una delle sue avventure (foto Instagram – @hrrypwll)
Mattia, partiamo proprio dalla tua bici. Qual è?
Ho due Basso Palta con due configurazioni diverse, principalmente nel gruppo: da una parte la monocorona, dall’altra la doppia. In particolare per la doppia sto testando il nuovo wireless di Campagnolo. Lo sto usando anche fuoristrada ed è un’evoluzione del classico Ekar. Riguardo all’elettronico ci sono pro e contro.
Cioè?
L’elettronico adesso è una necessità. In certe situazioni la sua facilità di cambiata è fondamentale: banalmente basta schiacciare un bottoncino per cambiare e tutto diventa più facile. Di contro devi essere un po’ più delicato. Mentre il cambio meccanico se ben mantenuto difficilmente ha dei problemi e si romperà, l’elettronico porta con sé sempre un filo d’incognita.
Qui la foto “da catalogo” della Basso Palta, quella che invece Mattia aveva portato all’IBF aveva i segni di tante battaglieQui la foto “da catalogo” della Basso Palta, quella che invece Mattia aveva portato all’IBF aveva i segni di tante battaglie
Dilaga la monocorona, però tu stai testando anche la doppia: perché?
Per esigenze di rapporto. Nel gravel si sta andando sempre più veloci nel settore agonistico, pertanto si ha l’esigenza di avere una gamma di rapporti molto più ampia rispetto ad un paio di anni fa. Avere rapporti con un determinato sviluppo e giro catena è fondamentale.
E poi qual è l’altro componente importante a cui dedichi parecchia attenzione?
Le gomme. La tendenza vuole sezioni più larghe. Ormai nel 90 per cento delle gare si usa una gomma da 45 millimetri. E questo succede anche in America, dove paradossalmente per noi europei non è necessario usare qualcosa di tanto largo perché il loro è un gravel molto più scorrevole, molto più veloce, meno cattivo e meno tecnico rispetto al nostro. In qualche caso negli Usa stanno usando addirittura gomme da mountain bike…
Mattia sta utilizzando sia la doppia che la monocorona: qui ecco la sua Palta con la mono (da 44 denti)Mattia sta utilizzando sia la doppia che la monocorona: qui ecco la sua Palta con la mono (da 44 denti)
Le 650b, insomma le 27,5”?
Non solo, anche le 700, le 29”, ma comunque con sezione da 45 millimetri in su. Test alla mano, sembrano essere più veloci, nonostante un peso maggiore. Nei prossimi anni secondo me, anche nel settore dei copertoni vedremo degli ibridi tra il gravel classico e la mtb. Inizialmente si pensava che la scelta migliore potesse essere un copertone veloce e leggero, adesso invece predomina l’esigenza di avere qualcosa di sicuro, che ti permetta di non avere forature a prescindere dal livello tecnico del terreno.
Perché?
Adesso se fori hai perso la gara, invece qualche anno fa se foravi avevi il tempo di riparare e magari anche di tornare davanti. Ora il gravel è più “esasperato”. Si va talmente forte che appena hai un problema sei out. Anche il livello delle gare si è alzato.
Oltre alla gomma da 45 millimetri usi anche il liner?
Dipende dalle situazioni. Quando ci sono molte feed station e c’è più possibilità di cambiare gomme non lo metto. Ma può capitare di metterlo anche se le feed zone sono tante perché il terreno è molto accidentato. In quel caso metto il liner, la mousse, per non pizzicare. Altrimenti incrocio le dita!
Le gomme Pirelli Cinturato Gravel M da 45 mm: una delle scelte più gettonate da De MarchiLe gomme Pirelli Cinturato Gravel M da 45 mm: una delle scelte più gettonate da De Marchi
Sfidi la sorte!
E’ vero che il gravel professionistico è sempre più una gara di velocità, peròio resto fedele al vecchio motto. E il mio primo obiettivo è comunque portare la bici all’arrivo. Per questo parto con tutto il necessario per certe riparazioni, mentre altri che hanno un pensiero diverso dal mio partono col minimo indispensabile. E sono in assetto super leggero.
Quindi si va verso una copertura più robusta ed unica?
Direi di sì. Con Pirelli ci sto lavorando. L’idea è proprio quella di avere un copertone un po’ meno veloce ma più sicuro e più resistente. Ma non è facile perché se lo rendi più resistente poi la guidabilità non rimane proprio la stessa. Per lavorare bene il copertone infatti si deve deformare, ma se lo si vuole più robusto automaticamente la sua carcassa diventa più rigida. Serve il giusto compromesso. Per ora lo standard che prima era il 40 millimetri è il 45 come detto. Si sta vivendo la situazione che avvenne su strada con il passaggio dal 25, al 28 e ora al 30 millimetri. Il professionista stradista che si avvicina al gravel ancora mette il 40-38 millimetri, mentre chi come me fa gravel tutto l’anno tende al 45 millimetri.
Per il resto cosa deve essere presente sulla tua bici?
Partiamo dal manubrio. C’è stata un’evoluzione pazzesca sugli accessori, rispetto ai telai forse c’è più margine per migliorare. Il manubrio integrato aiuta e l’ergonomia adesso è un fattore importante. So che Basso ci sta lavorando.
Il friulano dà importanza a componenti come il manubrio integrato: questo risponde ad esigenze di peso, di aerodinamica e comfortIl friulano dà importanza a componenti come il manubrio integrato: questo risponde ad esigenze di peso, di aerodinamica e comfort
Qual è il vantaggio dell’integrato nel gravel?
Banalmente il peso: è un po’ più leggero rispetto al classico set attacco + piega. E poi dà meno problemi con le vibrazioni. Non devi stare tutti i giorni a rivedere il serraggio delle viti e il manubrio non si sposta con un colpo. Come detto Basso sta lavorando sull’ergonomia del manubrio. Un appoggio sicuro, una campanatura ad hoc…
Passiamo alla tua posizione…
E’ una questione molto personale. A me piace pedalare molto alto di sella. Sui social sono stato persino criticato per avere la sella troppo alta, cosa che nel gravel non è usuale.
In effetti ci spiazza un po’. Alla luce di ciò che misure di pedivelle usi?
Per ora 172,5 millimetri, ma ammetto che in casa ho delle pedivelle da 165. L’idea è di provarle, però il problema è che ci vuole tempo per adattarsi, per fare dei test. Anche l’aspetto delle pedivelle è personale. Insomma: non è che Pogacar vince perché ha le pedivelle da 165. Io comunque quest’inverno vorrei fare alcuni test di questa misura.
Le velocità sono sempre più alte e di conseguenza cambiano anche le bici e gli assetti (foto @chiara_redaschi)Le velocità sono sempre più alte e di conseguenza cambiano anche le bici e gli assetti (foto @chiara_redaschi)
Cosa non deve assolutamente mai mancare sulla tua bici, Mattia?
Il borsello con il necessario per tornare a casa. Ho una borsetta di Miss Grape abbastanza grande sull’orizzontale: è aero e s’intona con la bici. Lì ci sono sempre un paio di camere d’aria, una falsamaglia, vermicelli, delle toppe… almeno in allenamento, poi in gara uno fa quel che vuole. E’ il discorso di prima. Ma anche in gara il necessario non mi manca mai.
Una o due borracce?
Sempre due e grandi. Anche qui c’è un mondo che si sta evolvendo. Oggi le feed station sono diventate numerose e in alcune gare, tipo Unbound, sono diventate quasi il clou della gara. Adesso serve assolutamente un piano di nutrizione se vuoi andare forte. Anche per questo a volte uso il camelback, che in linea di massima cerco di evitare per il suo peso. Anche questo delle borracce è un tema non da poco: cosa ci metto? Che forma devono avere?
Perché parli della forma?
Per l’aerodinamica. Oggi è importantissima nel gravel. Le velocità si sono stravolte in poco tempo e l’aerodinamica ormai conta moltissimo anche in questo settore.
Nessuna novità sulle misure imposte dall'UCI nel segno della sicurezza. In Italia si chiedono riforme senza vera unità. Chi prima arriva, meglio alloggia
MISANO ADRIATICO – C’è anche un grande ritorno dell’acciaio anche nella componentistica (non solo in ambito telai, soprattutto in ottica gravel) e i dischi per i freni sono una conferma. Deda si pone come uno dei player più importanti.
Pista frenante in acciaio e spider di supporto in alluminio, per un disco che guarda alla sostanza, alla longevità e all’efficienza. A Italian Bike Festival 2024, Deda ha presentato ufficialmente i suoi rotori.
Il nuovo disco Deda una volta montato, design essenziale e sostanziosoIl nuovo disco Deda una volta montato, design essenziale e sostanzioso
Deda, maestri nelle leghe
Quando si tratta di Deda è lecito aspettarsi un componenti di qualità. L’azienda cremasca è leader, da sempre, nella categoria dei metalli. I nuovi rotori per i freni a disco si rivolgono al mondo road ed al gravel e sono costruiti combinando l’acciaio e l’alluminio.
Il primo si riferisce alla prima parte, quella superiore della pista frenante (nella zona a contatto con le pastiglie, il disco Deda ha uno spessore di 1,8 millimetri), l’alluminio 7075 è utilizzato per il ragno di supporto e per la zona di ingaggio (CenterLock) al mozzo. Non è disponibile in versione a 6 fori.
La rivettatura flottante posterioreValore rilevato della misura 160Peso rilevato del 140 di diametroLa rivettatura flottante posterioreValore rilevato della misura 160Peso rilevato del 140 di diametro
Soluzione flottante
Le due parti del disco Deda sono unite tra loro grazie ad un sistema flottate a 5 rivetti con rondelle elastiche. Questa tecnica permette un’elevata dissipazione del calore, evita la deformazione del materiale e contribuisce ad una efficienza straordinaria anche quando le temperature salgono in modo esponenziale. Il design superiore della pista frenante è arrotondato. Anche in questo caso, oltre a questioni di sicurezza, entra in gioco la ricerca di una forma adatta a garantire le migliori performance, con un valore alla bilancia ridotto.
Il disco Deda è frutto di una ricerca con analisi FEM, acronimo di Finite Element Method. Significa che le forme e l’impiego dei materiali devono collimare in modo perfetto, tanto da essere prestazionali e garantire costantemente l’integrità del componente. I diametri disponibili sono due: 160 e 140 millimetri.
Uno dei primi campioni, soggetto di uno stress test da parte nostraUno dei primi campioni, soggetto di uno stress test da parte nostra
Provato in anteprima
I primi test da parte nostra risalgono alla fine del 2023. Oltre 7000 chilometri, su strada e nel gravel, in inverno e con le temperature estive. I primi campioni dei dischi non avevano una livrea definitiva e alcuni dettagli erano da rifinire, ma era importante capire l’efficacia, la bontà dei materiali e la qualità complessiva del componente, così come la longevità.
I primi risultati ci hanno fornito dei riscontri eccellenti, soprattutto se messi a confronto con i dischi (tutti) in alluminio. Maggiore modulabilità della frenata e capacità di sopportare frenate protratte nel tempo. Una maggiore stabilità del componente che non cambia forma e non pizzica le pastiglie anche dopo lunghe discese. Nessun problema di adattabilità con i vari impianti. Ma il ragno in alluminio cambiava colore (senza deformarsi) per via delle elevate temperature al quale abbiamo sottoposto i dischi. Da qui la scelta, poi definitiva, di usare il ragno in livrea nera.
I dischi Deda non puntano ad una leggerezza estrema (per gli amanti dei confronti e numeri, un disco da 160 Shimano Dura Ace pesa 103 grammi), lo si nota anche dal valore alla bilancia rilevato, perché l‘obiettivo principale è quello di fornire un prodotto sostanzioso e durevole nel tempo, da usare su strada e in ambito gravel.
All'Italian Bike Festival 2024, gli appassionati di ciclismo hanno avuto l'opportunità di testare i modelli top di Gusto la Duro e la Cobra.
La prima combina comfort e prestazioni grazie al telaio in fibra di carbonio T1000, manubrio aerodinamico Attaque e ruote Campagnolo Chamal Carbon DB. La seconda è invece pensata per gli amanti della velocità, con geometrie aerodinamiche e ruote Attaque Carbon da 50 mm.
Due bici che incarnano l'innovazione e l'eccellenza del marchio taiwanese!
Durante i giorni della fiera di Misano Adriatico, l’Italian Bike Festival, c’era la possibilità di provare diverse biciclette. Tutti i curiosi e gli appassionati hanno avuto modo di testare mezzi differenti e godersi un giro di pista. Tra i tanti marchi presenti non è mancato Gusto, di origine taiwanese, che ha tra le sue collaborazioni quella con il team Ljubljana Gusto Santic. Formazione slovena di categoria continental che ha avuto nella sua rosa Tadej Pogacar, che proprio su una bici Gusto vinse il Tour de l’Avenir nel 2018. Da allora il marchio è cresciuto sempre più, diventando un riferimento per chi cerca una bici dalle ottime prestazioni e dal design semplice ma efficace.
La Gusto Duro ha un’anima leggera e votata alla massima prestazioneI modelli di punta montano il gruppo Shimano Ultegra di ultima generazioneLa Gusto Duro ha un’anima leggera e votata alla massima prestazioneI modelli di punta montano il gruppo Shimano Ultegra di ultima generazione
Gusto Duro
Il primo dei due modelli disponibili per un test nei giorni di Misano era la Gusto Duro. Il telaio è realizzato con la tecnologia I.L.C. con fibra di carbonio T1000. Si tratta del modello utilizzato dai ragazzi del team Ljubljana Gusto Santic in corsa. La sua caratteristica principale è il grande comfort unito alle alte prestazioni. Anche dopo diversi chilometri e tante ore in sella la pedalata risulta sempre fluida ed efficace. Il telaio è verniciato con la tecnologia ANP (Aurora, Nano Paint) che ne aumenta la luminosità del 40 per cento ed ha una durata superiore rispetto ad altri rivestimenti. Risulta anche più duraturo nel tempo, resistendo maggiormente a graffi e macchie.
Il team di ricerca e sviluppo di Gusto ha sviluppato, in esclusiva, una tecnologia brevettata che riesce a integrare le proprietà del carbonio Innegra con i materiali ad alto modulo e le proprietà di assorbimento degli urti del Latex e del Torayca T1000. La guida risulterà quindi sempre stabile e rigida con un trasferimento di potenza ottimale.
La Gusto Duro monta una sella Prologo Dimension NDR Comfort e un manubrio integrato Attaque. Quest’ultimo è caratterizzato da angoli di presa calcolati e un design aerodinamico a forma di ala che unisce aerodinamica ed ergonomia. Le ruote, infine, sono le Shamal Carbon DB di Campagnolo, il primo modello da endurance che garantisce ai ciclisti il massimo livello di comfort.
La Duro Evo DB Pro Legend offre il massimo della tecnica di Gusto ed è in vendita al prezzo di 5.140 euro.
La Gusto Cobra ha un tubo obliquo studiato per ospitare ciclisti di diverse altezze, rimanendo sempre equilibrataLa forcella ha un design aerodinamico pronto a fendere l’ariaLa Gusto Cobra ha un tubo obliquo studiato per ospitare ciclisti di diverse altezze, rimanendo sempre equilibrataLa forcella ha un design aerodinamico pronto a fendere l’aria
Gusto Cobra
L’altra bicicletta sulla quale era possibile pedalare era la Gusto Cobra, il modello pensato e realizzato per chi è un amante della velocità. Le geometrie della Cobra permettono di avere un tubo obliquo aerodinamico e resistente, abbinato ad una forcella anteriore con un design aggressivo pronto a fendere l’aria. L’inclinazione del tubo obliquo porta il ciclista a pedalare in modo aggressivo e sicuro su qualsiasi tipo di percorso, adattandosi perfettamente all’altezza di ogni persona. Un ruolo importante lo hanno giocato, ancora una volta, i tecnici di Gusto, che hanno raggiunto il perfetto equilibrio tra bassa resistenza aerodinamica, elevata stabilità e rigidità.
Il reggisella ha tecnologia X-Tech sottile e leggera, che incorpora una funzione di assorbimento degli urti (tecnologia Flex Control), per un’esperienza di guida eccezionale. A questo si abbina la sella, di Selle Italia, la Model X. Un prodotto che presenta una superficie ricoperta da uno strato di Toal Gel, pensato per avere una migliore elasticità e molto comfort.
Le ruote, in questo caso, sono le Attaque Carbon con profilo da 50 millimetri. Riducono al minimo la resistenza aerodinamica, per avere velocità di percorrenza maggiori. Questo set di ruote, tubeless ready, monta raggi aerodinamici che migliorano la direzione dei flussi d’aria, massimizzando le prestazioni complessive e ottimizzando la potenza della pedalata.
La Cobra Evo DB Pro Legend offre il massimo della tecnica di Gusto ed è in vendita al prezzo di 4.990 euro.
Il 2024 di Guerciotti non smette di regalare sorprese e non potrebbe essere diversamente dal momento che l’azienda milanese quest’anno ha tagliato un traguardo importante come i sessant’anni dalla sua fondazione. Il recente Italian Bike Festival ne è stato ulteriore prova con la presentazione ufficiale del libro “Guerciotti, la stella di Milano”, edito dal quotidiano Tuttosport che ripercorre i “primi” sessant’anni del marchio lombardo.
Italian Bike Festival è stata anche l’occasione per ufficializzare un’importante collaborazione con una società ciclistica che nella sua ultracentenaria storia ha scritto pagine sportive davvero importanti. Si tratta della Sc Padovani 1909 che dal prossimo anno tornerà nel mondo dei dilettanti e lo farà anche grazie al supporto di Guerciotti che fornirà le proprie biciclette al team veneto.
La foto di presentazione del nuovo progetto della Sc Padovani (photors.it)La foto di presentazione del nuovo progetto della Sc Padovani (photors.it)
Si torna in gruppo
Dopo essere ripartita nel 2012 dalle categorie giovanili, la Sc Padovani 1909 ha deciso che il 2025 segnerà il suo ritorno nel gruppo dei dilettanti. Stiamo parlando di una categoria in cui la formazione veneta vanta già un incredibile palmares di successi, sia su strada che su pista. Tra il 1958 e il 1971 la Sc Padovani 1909 ha visto i suoi atleti conquistare in maglia azzurra 11 medaglie olimpiche, di cui quattro d’oro. Alle queste si aggiungono ben 14 titoli mondiali. Ora è pronta a ritornare fra i dilettanti, oggi elite-U23, grazie anche al supporto tecnico di Guerciotti che fornirà alla formazione veneta il suo modello top di gamma. Si tratta della Eclipse S che avrà una livrea speciale bianca e verde, da sempre i colori dello storico team padovano.
La voce del team
Al timone della Sc Padovani 1909 troviamo oggi Galdino Peruzzo nel ruolo di presidente. Accanto a lui Alberto Ongarato e Martino Scarso, entrambi vice presidenti. A loro spetta il difficile compito di riportare la Sc Padovani 1909 ai fasti di un tempo.
Galdino Peruzzo ha così commentato la nuova collaborazione con Guerciotti ufficializzata lo scorso fine settimana a Misano in occasione di Italian Bike Festival.
«Con la famiglia Guerciotti abbiamo trovato subito la giusta sintonia: condividiamo la passione per il ciclismo e per il lavoro. Unire la storia della Sc Padovani alla tradizione made in Italy del marchio Guerciotti è per noi un onore e un motivo di orgoglio. Abbiamo impostato il nostro team scegliendo di mettere a disposizione degli atleti i migliori tecnici e professionisti. Ora con Guerciotti, avranno anche la possibilità di correre sulle biciclette più belle e performanti del gruppo».
Tra le prime novità ufficializzate dalla dirigenza della Sc Padovani va segnalato l’arrivo di Alessandro Petacchi nel ruolo di Team Manager.
Una foto all’IBF con la famiglia Guerciotti insieme a Vittoria. Tra i due marchi è nata una importante partnership (foto Guerciotti)Una foto all’IBF con la famiglia Guerciotti insieme a Vittoria. Tra i due marchi è nata una importante partnership (foto Guerciotti)
Orgoglio Guerciotti
La chiusura non poteva che spettare a Guerciotti ed in particolare ad Alessandro Guerciotti, che insieme alla sorella Micaela e papà Paolo, è al timone dell’azienda milanese: «E’ per noi un onore essere partner di una delle squadre più storiche del panorama ciclistico italiano. La SC Padovani vanta una storia di oltre 100 anni e noi abbiamo appena festeggiato i nostri 60 anni. Due partner che rappresentano la storia del ciclismo. Con il presidente Galdino Peruzzo e tutto lo staff abbiamo trovato l’accordo in una settimana e questo rappresenta di sicuro un’ottima base di partenza, avendo già fin da subito le idee chiare in merito agli obiettivi da raggiungere. Considerata l’importanza del team, ma soprattutto i programmi previsti nel medio e lungo periodo, abbiamo deciso di fornire alla squadra il nostro top di gamma Eclipse S, nella nuova versione 2025. Noi che puntiamo molto anche sull’estetica della bicicletta, studieremo una livrea dedicata al team per valorizzare ancora di più il prodottofornito e la nostra partnership».