Nuova BMC Kaius, gravel race senza mezzi termini

06.09.2022
7 min
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I primi feedback fanno accostare questa bicicletta a una road da gara di alto livello. Kaius non è la gravel adatta a tutti, non è la bicicletta per le scampagnate e per le passeggiate, ma è una bici spinta nelle soluzioni e che invita ad aprire il gas. Non è una bicicletta per il bike packing. E' una bici da gara...

BMC Kaius è la bicicletta sviluppata e dedicata alle competizioni gravel. Non è una rivisitazione ed un compromesso. E’ un progetto tutto nuovo.

Il layup del carbonio è tutto nuovo e di fatto apre il nuovo corso legato all’applicazione della fibra composita nel contesto off-road racing. Ci sono diversi elementi che collimano tra loro e ognuno di questi è votato a massimizzare la performance. La geometria, la rigidità e il peso ridotto, ma anche l’integrazione e l’aerodinamica. Entriamo nel dettaglio della BMC Kaius.

L’agonismo è il suo ambiente ideale (foto BMC/Jérémie Reuiller)
L’agonismo è il suo ambiente ideale (foto BMC/Jérémie Reuiller)

Gravel Performance Series

E’ la nuova categoria dell’azienda svizzera e la Kaius è la prima bicicletta a farne parte. La bicicletta nasce per essere veloce, ma senza sacrificare la stabilità e la trazione sui terreni sconnessi.

L’applicazione della fibra è stata sviluppata in modo specifico, facendo collimare diverse tipologie di tessuto composito Premium ad alto modulo. Il risultato è una frame-kit molto leggero (910 grammi dichiarati nella taglia 54, molto ridotto se contestualizzato nel segmento gravel) che si posiziona nella fascia media della tecnologia TCC (acronimo di Race Tuned Concept). Il livello superiore è rappresentato dalla stradale Teammachine SLR.

C’è una forcella da 400 grammi con un rake di 68 millimetri, un seat-post con D-Shape design da 160 e un cockpit aero da 315. La somma? 1785 grammi per il kit telaio.

I punti chiave del progetto

BMC Kaius si sviluppa attorno al nuovo layup del tessuto composito, ma ci sono anche una geometria dedicata, l’integrazione, l’aerodinamica e la versatilità.

La geometria prevede un reach allungato che, combinato con il rake della forcella, permette di spostare la ruota in avanti. Tradotto, stabilità e facilità di guida, ma anche la possibilità di sfruttare degli stem corti, in modo da mantenere la bicicletta agile anche negli spazi stretti. C’è un carro di 42 centimetri di lunghezza (valore comune a tutte le taglie), garantendo una trazione ottimale.

L’integrazione assume una forma rinnovata grazie al cockpit integrato full carbon (di serie sulla 01 One), alla forcella e al seat-post. Il cockpit Aero Carbon ha un flare (svasatura) particolare di 12,5° e che si sviluppa su tre misure. La parte dove ci sono le leve è larga 360 millimetri e ha una superficie piatta. La sezione centrale della curva è larga 400 millimetri, mentre la parte terminale della curva è di 420. Lo stem ha un’inclinazione negativa di 15°.

Anche lo stem ammortizzato

Le sedi della serie sterzo e lo stelo della forcella rendono la bicicletta compatibile con gli stem (attacchi manubrio) della famiglia ICS di BMC. Infatti, per gli allestimenti Two e Three sono previsti gli attacchi manubrio ICS2. Entra a fare parte di questa categoria anche uno stem con capacità ammortizzante, ovvero l’attacco manubrio MTT con elastomero interno.

Lo stelo della forcella non è tondo, per facilitare il passaggio delle guaine e senza limitare il raggio di apertura dello sterzo. Al suo interno è inserita una schiuma di rinforzo, proprio come per la Teamachine SLR.

Il concetto di integrazione ed aerodinamica si completa con i due portaborraccia (Aerocore design), che fanno parte del frame e dal reggisella full carbon con profilo posteriore tronco.

Gli altri dettagli

La BMC Kaius supporta le trasmissioni con con corona singola e/o doppia corona; il supporto del deragliatore può essere rimosso a piacere.

E’ possibile montare un dropper-post con diametro da 27,2 millimetri, ma è necessario utilizzare l’apposito adattatore per il reggisella D-Shape.

La forcella e il retrotreno hanno una luce che permette il passaggio di pneumatici fino a 44 millimetri di larghezza. La larghezza effettiva dello pneumatico è soggetta a tante variabili, una su tutte l’ampiezza del canale interno del cerchio, ecco perché viene fornito il dato relativo alla larghezza della gomma.

Gli spacers della serie sterzo sono specifici per il design ICS, ma si possono montare anche degli attacchi manubrio standard.

BMC Kaius non è una bicicletta che nasce e viene mutuata da una piattaforma bikepacking. Non prevede dei supporti per parafanghi e borse. L’unica borsa prevista è quella sulla tubazione orizzontale.

L’altezza da terra del movimento centrale è di 80 millimetri. E’ molto se consideriamo la media della categoria ed è una soluzione voluta per facilitare il passaggio su sassi, drop e terreni particolarmente difficili da approcciare. Questa altezza aumentata è parallela al fatto che il fodero lato drive non è ribassato.

Allestimenti e taglie

Gli allestimenti sono tre (One, Two e Three) e si sviluppano sul medesimo modulo di telaio e forcella, BMC Kaius 01. Le taglie sono sei: 47, 51 e 54, 56, 58 e 61.

One è il top di gamma con il frame-kit BMC al completo (quella con la livrea a base bianca), ruote Zipp 303 Firecrest gommate Pirelli (Cinturato Gravel H da 40) e trasmissione Sram Red eTap AXS 1×12. Il prezzo di listino è di 11.499 euro, per una bicicletta che ha un peso dichiarato di 7,4 chilogrammi (taglia 54).

Two, è meno costosa rispetto alla precedente e porta in dote il doppio plateau della trasmissione. Ha le ruote Zipp 303S, con i medesimi pneumatici della One, ma ha la trasmissione Sram Force eTap AXS 2×12. Il suo prezzo di listino è di 8.499 euro, con un valore alla bilancia dichiarato di 8,2 chilogrammi.

BMC Kaius 01 Three, non è una entry level, non lo è per il prezzo e non lo è per l’allestimento. Ha la trasmissione Sram Rival eTap AXS 2×12 e le ruote CRD40 gommate Pirelli. Il prezzo di listino è di 8.499 euro, con un peso dichiarato di 8,9 chilogrammi.

Abbiamo provato la versione 01 One (foto BMC/Jérémie Reuiller)
Abbiamo provato la versione 01 One (foto BMC/Jérémie Reuiller)

Le prime impressioni

Partendo dal presupposto che dedicheremo uno spazio (in seguito) al test approfondito della Kaius, i primi feedback ci fanno accostare questa bicicletta ad una bici road da gara di alto livello.

Kaius non è la bicicletta adatta a tutti quelli che vogliono fare gravel, non è la bicicletta per le scampagnate e per le passeggiate, ma è una bici spinta nelle soluzioni e che invita ad aprire il gas. Non è una bicicletta per il bikepacking.

Uno dei suoi vantaggi più grandi è la geometria, che invita a distribuire il peso del corpo in maniera ottimale e quasi naturale, fin dalle prime pedalate, fattore che collima alla perfezione con una grande sfruttabilità del mezzo e delle sue potenzialità. La posizione in sella fa la differenza. E’ una bici velocissima sui terreni compatti, sull’asfalto e permette di cambiare ritmo in un amen.

C’è una tubazione dello sterzo corta e raccolta, un manubrio rigido. La bicicletta però, non è un cavallo impazzito e non lo diventa neppure in quelle sezioni al limite del singletrack da xc. Ci vuole un po’ di manico. Si sente che ha il DNA da competizione, eppure è divertente in modo quasi inaspettato.

Pirelli Cinturato Gravel RC, quello per le gare

17.08.2022
3 min
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Chi pensava che l’agonismo e le competizioni non sarebbero approdate nel gravel si deve ricredere. Proprio le gare gravel crescono di numero, cresce l’interesse nei loro confronti e anche le aziende investono nella tecnica, nella ricerca e sviluppo.

Pirelli Cinturato Gravel RC è lo pneumatico tubeless con un battistrada aggressivo di derivazione mtb, veloce e resistente alle forature. Dopo averlo presentato ad inizio Luglio, lo abbiamo visto e toccato ad Eurobike e vediamo le sue peculiarità.

I tasselli centrali e mediani
I tasselli centrali e mediani

Forte richiamo alla mtb

Il disegno del battistrada arriva in modo diretto dalla gamma Scorpion XC RC ed è destinato alle competizioni. E’ caratterizzato da tasselli laterali pronunciati, spaziati, quasi squadrati e votati ad arpionare il terreno, creando grip e tenuta nelle fasi di cornering anche ad alta velocità. Questi tasselli non sono eccessivamente duri, quasi pastosi e proprio per questo lasciano anche spazio ad una versatilità ottimale.

La parte centrale invece ha dei ramponi più bassi, sono numerosi e fitti. Sembrano divisi in due zone, quella centrale dove la forma che assumono ricorda una freccia, quella mediana dove sono sfalsati. Vogliono creare scorrevolezza, grip e stabilità, ma al tempo stesso vogliono proteggere. Non limitano la scorrevolezza, ne sullo sterrato compatto, ne sull’asfalto. Pirelli Cinturato Gravel RC è una gomma veloce da gara e da smanettoni corsaioli.

Come è costruito

Ha una carcassa in nylon da 60Tpi (60 fili per pollice quadrato) che avvolge completamente i cerchietti flessibili e presenta una bandella protettiva TechWall. Questa avvolge tutta la struttura, da tallone a tallone. La mescola è SpeedGrip e a prescindere dalla tassellatura si adatta al meglio anche quando il terreno è umido e l’ambiente esterno varia di temperatura.

Pirelli Cinturato Gravel RC è disponibile in tre larghezze, 35-40 e 45×622, rispettivamente con un valore alla bilancia dichiarato di: 510, 540 e 590 grammi.

Pirelli

Schwalbe G-One RS, la gomma da competizione per il gravel

26.06.2022
4 min
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L’azienda tedesca continua nel suo percorso di sviluppo in ambito gravel race. Arriva un nuovo pneumatico tubeless, lo Schwalbe G-One RS, che prende forma grazie alla carcassa Super Race, all’inserto protettivo V-Guard e alla mescola Addix Race.

E poi c’è quel battistrada con un design creato per la velocità. Entriamo nel dettaglio del prodotto, che abbiamo avuto l’opportunità di testare in anteprima.

I tasselli laterali differenziati per forma, struttura e posizionamento
I tasselli laterali differenziati per forma, struttura e posizionamento

Schwalbe, esordio con vittoria

Il suo banco di prova definitivo è stata la massacrante Unbound, quella che una volta si chiamava Dirty Kanza, una delle competizioni gravel più amate e frequentate che si svolge nel Kansas. L’esordio con la vittoria, anche grazie ad Ivar Slik (che abbiamo intervistato di recente), che si è imposto nella prova 200. Schwalbe G-One RS è stata definita la copertura veloce come un copertoncino da strada di alto livello, con un grip laterale degno di una copertura da cx.

I punti chiave

Il primo si riferisce alla carcassa Super Race, capace di combinare velocità ed elasticità. Ha facilità di adattamento che si riflette positivamente sul grip dello pneumatico e anche una protezione ottimale. La carcassa ha tre strati sovrapposti, che avvolgono anche il tallone in aramide. In fatto di protezione, entra in gioco anche l’inserto V-Guard, che influisce in minima parte sul peso della gomma (che è anche piuttosto ridotto, tra i più bassi della categoria) e aumenta il fattore robustezza.

E’ tubeless TLE e come tutte le gomme Schwalbe è facile montare, tallonare e gonfiare. Ha la mescola Addix Race e il battistrada è caratterizzato da una sorta di semi-slik squamato nella sezione centrale. I tasselli differenziati e pronunciati ai lati aumentano il grip e la stabilità in curva e nelle fasi di cornering. Inoltre G-One RS ha un doppio senso di rotazione, tra anteriore e posteriore.

I numeri di G-One RS

La gomma è disponibile in tre sezioni, 622×35-40 e 45, con un valore alla bilancia dichiarato di 410, 445 e 505 grammi. Noi abbiamo provato la versione da 40 e abbiamo rilevato un peso di 469 grammi. Il prezzo di listino è di 72,90 euro.

Le nostre considerazioni

Fa parte della categoria gravel race di Schwalbe, dove troviamo anche la versione R, presentata nel 2021. Il modello RS, nonostante sia un vero e proprio semi-slik, per lo meno in fatto di impatto visivo, è sorprendente per la sicurezza che offre in curva, fin dalle prime battute, anche se è necessario prendere un po’ di confidenza. Questo perché è uno pneumatico estremamente veloce e invita a far correre la bici, portando anche oltre il limite soggettivo di guida nei tratti più tecnici.

Trova il suo contesto ideale sui terreni compatti, duri e secchi, polverosi e anche dove la ghiaia è fine, ma non disdegna i terreni con roccia liscia (ad esempio l’ardesia). Il grip che offre in curva è inaspettato, in particolare sulla ruota davanti, anche se è necessario calibrare a dovere le pressioni di esercizio. Talvolta è facilmente accostabile ad uno pneumatico specifico per il ciclocross, malleabile e che sfrutta lo scivolamento per artigliare il terreno quando si va in appoggio, ma anche in questo caso è necessario prendersi del tempo per sfruttare al massimo la confidenza.

Lo Schwalbe G-One RS è di sicuro una gomma tecnica e di alto livello, dedicata a chi piace far correre e scorrere la bicicletta, molto versatile e ampiamente sfruttabile con differenti range di pressioni.

Schwalbe

Gravel, disciplina tecnica che punta all’agonismo

01.06.2022
5 min
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Chi ha detto che il gravel non è competizione? Le gare in Europa stanno nascendo poco alla volta, negli USA tornano alla ribalta dopo lo stop obbligato, causa Covid-19. In America le gare gravel sono una vera a propria istituzione. Vogliamo approfondire alcuni aspetti della tecnica e per questo abbiamo intervistato il vincitore della Traka 200, Ivar Slik, secondo alla Gravel Locos, con l’ambizione di primeggiare alla Unbound del 4 giugno.

Slik è un corridore olandese classe 1993, che ha corso su strada dal 2012 al 2017, vestendo anche la maglia della Rabobank Continental e del Team Rompoot, con una serie di interessanti piazzamenti. Fino allo scorso febbraio ha corso invece su strada nella continental ABLOC.

Ivar Slik vince la Traka 200 a Girona (foto Wilier)
Ivar Slik vince la Traka 200 a Girona (foto Wilier)
Quali sono gli aspetti tecnici da tenere in considerazione quando si prepara la bici per una competizione gravel?

Il primo fattore da considerare è proprio la bicicletta e questa deve offrire un feeling ottimale. Ho il privilegio di guidare una delle migliori bici gravel della scena, la Wilier Rave SLR e nel gravel il mezzo tecnico fa la differenza. La mia bicicletta combina una geometria moderna, ampi spazi per il passaggio degli pneumatici ed un peso ridotto. Soprattuto i primi due dettagli mi permettono di non avere particolari problemi nelle sezioni più complicate dei percorsi, lasciando ampio spazio alle varietà di setting. Il secondo aspetto in ordine di importanza sono le gomme.

Il forte corridore olandese, davanti a una gravel da… vestire (foto Wilier)
Il forte corridore olandese, davanti a una gravel da… vestire (foto Wilier)
Rimaniamo sugli pneumatici, quali sono i tuoi riferimenti?

Devono essere veloci, ma anche resistenti alle forature. Quindi devi trovare un equilibrio tra scorrevolezza e affidabilità. Io ho il supporto di Schwalbe. Ho sempre pensato che solo le gomme larghe potessero offrire dei vantaggi tangibili. Non è così, perché anche gli pneumatici più stretti, ad esempio da 40 millimetri, offrono delle performances eccellenti. Bisogna capire quale è il compromesso migliore e il prodotto che si adatta allo stile di guida.

E qual è questo compromesso?

Nelle parti veloci e con sezioni di ghiaia, nelle gare come Gravel Locos e Unbound, preferisco le gomme semi-slick da 40 mm. In occasione di competizioni molto tecniche, abbino due pneumatici con sezioni diverse, 45 per l’anteriore e 40 per il posteriore. Sempre i tubeless e con un buon sigillante al loro interno. Porto sempre con me le bombolette Co2 e i piccoli tamponi per chiudere la foratura.

Meglio una bici rigida, oppure una più confortevole?

Si tratta di trovare il giusto compromesso. Il giusto setting della bicicletta offre dei vantaggi notevoli. Personalmente quando devo scegliere preferisco il rigido. Sui tratti difficili ti obbliga a stare più attento, ma sulle parti veloci si può andare davvero forte.

Slik ha uno stile da stradista puro (foto Wilier)
Slik ha uno stile da stradista puro (foto Wilier)
A Girona non hai usato un manubrio specifico per il gravel? Come mai?

A Girona il percorso era piuttosto tecnico senza lunghi rettilinei e con tanti cambi di traiettoria. A mio parere la piega tradizionale offriva dei vantaggi. Ma anche in questo caso, quando si ha la possibilità, è necessario capire quale sia il compromesso ottimale. Quando la competizione prevede dei lunghi rettilinei, si può azzardare l’impiego anche di un manubrio aerodinamico e rigido.

E poi utilizzi i pedali road e non quelli mtb. Come mai?

Per me i pedali da strada sono migliori, perché ho un gioco laterale contenuto e una migliore trasmissione della potenza. L’unico svantaggio è quando devi riagganciare mentre si attraversa un tratto molto sconnesso.

Slik utilizza i pedali e le scarpe road (foto Wilier)
Slik utilizza i pedali e le scarpe road (foto Wilier)
Come ti alimenti per questa tipologia di gare che hanno dei chilometraggi davvero importanti?

L’alimentazione è fondamentale. La Unbound è di 330 km e Gravel Locos era di 255 km. In genere calcolo di assumere 90 grammi di carboidrati/ora, combinando bevande con barrette e gel. Per le bevande uso il marchio SupQ, perché hanno un buon betafuel e bevande isotoniche di qualità. Bisogna fare attenzione a combinare i betafuel in genere e le bevande isotoniche, con le giuste quantità di acqua.

Attenzione in che senso?

Si rischia di non bere abbastanza e avere troppi carboidrati in circolo. Per le gare più lunghe è bene usare un camelback con acqua e sali minerali. Le gare gravel sono condotte in autosufficienza e questo conta molto nella programmazione di una corretta strategia di integrazione, anche nelle fasi pre gara.

Utilizzi dei riferimenti, come ad esempio il tempo di corsa, consumo di calorie e battiti cardiaci, oppure ascolti le tue sensazioni?

Ascolto le mie sensazioni e non utilizzo molto i dati. Ho iniziato ad usare un power meter solo da quest’anno e cerco di usarlo per il training, ma anche in gara. Dopo le uscite guardo i miei file di potenza e cerco di capire i margini di miglioramento. Non uso un cardiofrequenzimetro, magari in questo potrei migliorare.

La posizione in sella: bici road e bici gravel, usi la stessa posizione?

Ho due modelli di biciclette, la Wilier Rave SLR gravel e la Filante SLR. Utilizzo la stessa posizione per entrambe.

Ivar Slik su strada, al Giro di Turchia 2021
Ivar Slik su strada, al Giro di Turchia 2021
Che rapporti usi sulla gravel?

Una corona doppia anteriore, 50-34 e una scala 11-30 per la cassetta posteriore. La trasmissione è Shimano GRX Di2.

L’uso della gravel e la tecnica di guida di questa disciplina ti aiuta anche su strada?

Sì certo. Le capacità di guida migliorano quando si utilizza la bici gravel sistematicamente, specialmente quando si affrontano i percorsi tecnici.