Dalla corsa al ciclismo, la metamorfosi della Venerucci

30.09.2025
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Un podio inatteso, ma che racconta tante cose. E’ quello di Valentina Venerucci all’ultimo Giro Mediterraneo in Rosa. Portacolori sanmarinese dell’Aromitalia 3T Vaiano, già precedentemente nel corso della stagione si era messa in bella evidenza, ma la particolarità è data dalla sua storia. Perché Valentina va in bici solo dallo scorso anno, e facendo balzi da triplista ha saltato a pié pari tutta la gavetta, approdando al suo primo anno già alle gare contro le WorldTour.

D’altro canto allo sport di vertice la Venerucci è abituata, perché viene dall’atletica, o meglio dalla corsa in montagna dove anno dopo anno era diventata un riferimento assoluto, capace di mettersi in luce anche a livello internazionale. Poi la folgorazione, come racconta lei…

Valentina Venerucci, nata nel settembre 1993, è entrata nel mondo del ciclismo solo quest’anno (foto Instagram)
Valentina Venerucci, nata nel settembre 1993, è entrata nel mondo del ciclismo solo quest’anno (foto Instagram)

«Ho preso la bici da corsa in mano l’anno scorso, a seguito di un infortunio che ho subìto correndo un trail. Per la riabilitazione e il recupero mi hanno consigliato di praticare un po’ di bicicletta alternandola alla corsa in modo da non aver troppe sollecitazioni. E’ stato un colpo di fulmine, mi sono appassionata alla bici da corsa. Mi piaceva tanto, mi divertivo, ma andavo anche abbastanza bene, diciamo che ero portata. Per cui mi hanno proposto di fare una prima gara amatoriale che è andata bene, ne ho fatta una seconda ed è andata anche meglio».

E come sei arrivata al ciclismo agonistico?

Visti i piazzamenti grazie alla Federazione Ciclismo sammarinese, quindi al Presidente e al mio allenatore, mi hanno fatto entrare nella squadra di A.R. Monex Pro Cycling, la formazione messicana di stanza nel nostro Paese, ma ben presto mi sono arrivate altre offerte tra cui quella di Aromitalia che mi permetteva di alzare il livello dell’attività. E’ stato tutto molto veloce, accelerato al massimo.

In nazionale nella corsa in montagna, difenderà i colori di San Marino agli europei di sabato prossimo (foto Masini)
In nazionale nella corsa in montagna, difenderà i colori di San Marino agli europei di sabato prossimo (foto Masini)
Tu hai un passato importante nella corsa in montagna, quando avevi iniziato e quali sono stati i tuoi risultati più importanti?

Ho fatto diverse gare, prima nelle mie zone tra San Marino e la parte di Romagna sul Rubicone, progredendo via via fino a arrivare anche ai campionati mondiali ad Innsbruck, dove nella vertical, ossia percorsi non troppo lunghi ma con alto dislivello, mi sono piazzata piuttosto bene. Lo scorso anno ho fatto gli europei di corsa in montagna, poi sono passata al ciclismo.

Ti è servita l’esperienza che hai accumulato nella corsa in montagna per il ciclismo?

Sì, perché comunque la corsa in montagna aiuta a migliorare a livello fisico, nella forza, nella potenza ma anche nella resistenza. Perché comunque fare pochi chilometri, ma con tanto dislivello implica incentivare la muscolatura, specialmente degli arti inferiori, delle gambe e anche il fiato, perché si passa appunto da pochi metri a un’elevata altitudine, per cui il fiato lo si migliora tanto. La corsa è molto simile e vicina alla bicicletta.

Nella corsa in montagna Venerucci ha partecipato a mondiali ed europei correndo il Vertical (foto Instagram)
Nella corsa in montagna Venerucci ha partecipato a mondiali ed europei correndo il Vertical (foto Instagram)
Quest’anno hai mostrato una predilezione per le corse a tappe, sia al Tour de Pyrénées che al Mediterraneo in Rosa. E’ un po’ quella la tua dimensione?

Sì, diciamo che le gare a tappe sono abbastanza nelle mie corde. Non è tanto che pratico il ciclismo, quindi non ho avuto ancora la possibilità e l’opportunità di fare tante gare, però ho notato che riesco a resistere e a portare a termine anche competizioni che prevedono più tappe in giorni consecutivi, quindi probabilmente ho la fortuna di migliorare col passare dei giorni e dei chilometri.

Come riesci a coniugare la tua attività con il lavoro di farmacista?

Non è certamente facile perché non ho mai mollato la professione. E devo dire grazie ai miei colleghi di lavoro che mi danno la possibilità di allenarmi attraverso la turnazione. Faccio molti pomeriggi, affinché io la mattina possa poi allenarmi.

Quest’anno la sanmarinese ha colto 6 Top 3 con il podio finale al Giro Mediterraneo in Rosa (foto Instagram)
Quest’anno la sanmarinese ha colto 6 Top 3 con il podio finale al Giro Mediterraneo in Rosa (foto Instagram)
E’ più facile conciliare il tuo lavoro con il ciclismo o prima con l’atletica?

Sono due mondi un po’ diversi. Il ciclismo richiede molto più tempo, era più semplice con l’atletica, perché comunque l’atletica prevede allenamenti più corti e quindi incastrarli era più semplice. Il ciclismo prevede tante ore in bicicletta e anche in palestra, porta via tanto tempo, ma riempie di soddisfazioni. Quindi è un sacrificio che faccio molto volentieri, non mi pesa farlo.

Tu guardi un po’ il mondo del ciclismo con gli occhi della neofita, avendo iniziato quest’anno. Quali sono le cose che noti di più nel mondo del ciclismo femminile?

Il livello delle ragazze, avendo potuto anche partecipare al Giro d’Italia Women, è altissimo. Ho incontrato atlete che sono di un livello straordinario, non solo delle persone fantastiche, perché alla fine sono molto umili e non hanno problemi ad aiutarti se hai necessità. Io dico che ho incontrato campionesse sia in gara che fuori. C’è tanto da lavorare e non posso sicuramente equipararmi a loro che sono anni che lo fanno, quindi a me manca tanto la pratica, ma spero che con l’impegno e probabilmente anche con le persone che credono in me e che ho accanto, andrò lontano divertendomi.

Sesta ai Giochi dei Piccoli Stati, dove aveva colto un bronzo nei 5000 nella sua fase atletica
Sesta ai Giochi dei Piccoli Stati, dove aveva colto un bronzo nei 5000 nella sua fase atletica
Si dice sempre che chi non ha esperienza giovanile, ha difficoltà nello stare in gruppo. Tu come ti sei trovata con questo particolare tecnico?

Hanno ragione! Non avendo esperienza, il gruppo intimorisce. Diciamo che ci sto lavorando. Quello forse è il punto in cui sono molto più carente rispetto anche alle mie compagne di squadra. Ho più difficoltà nel muovermi in gruppo, nel risalire, magari anche più timore. Non so fino a che punto si potrà sopperire alla mancanza del non averlo fatto prima, però sicuramente un passettino alla volta magari si riesce a prendere confidenza.

Continuerai con il ciclismo, ma pensi anche di fare qualche rentrée nella corsa in montagna?

No, attualmente mi dedicherò al ciclismo, perché preferisco fare bene una cosa e cercare di lavorare su quella per il momento. Poi si vedrà anche quali saranno le prospettive future, ma per ora voglio dedicarmi a questa nuova e grande passione.

Mediterraneo in Rosa, si pensa di crescere ancora

26.04.2024
5 min
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Oltre le aspettative. A cinque giorni di distanza dalla sua conclusione, ancora si parla del Giro del Mediterraneo in Rosa, la corsa a tappe femminile che ha anticipato il Gran Premio Liberazione. Cinque tappe fra Campania e Puglia dove, rispetto allo scorso anno, è emersa una notevole crescita generale e non sono mancati spunti tecnici interessanti.

Il primo è legato sicuramente a Lara Gillespie, la campionessa nazionale irlandese che ha fatto il vuoto nella seconda tappa chiudendo di fatto subito la lotta per la vittoria finale, prendendosi però anche la soddisfazione di vincere la frazione successiva con il simbolo del primato indosso. Il secondo investe Federica Venturelli (in apertura nella foto Ossola) protagonista assoluta con due vittorie di tappa facendo praticamente da scudiera alla Gillespie e realizzando la doppietta del team devo Uae, mentre il terzo posto è andato a una sempre più convincente Giada Borghesi.

Federica Venturelli con il patron della corsa Francesco Vitiello, già al lavoro per l’edizione del 2025 (foto Ossola)
Federica Venturelli con il patron della corsa Francesco Vitiello, già al lavoro per l’edizione del 2025 (foto Ossola)

Francesco Vitiello, l’organizzatore, è già proiettato verso il prossimo anno, sulla base dei riscontri ricevuti: «Abbiamo avuto attestazioni di stima un po’ dappertutto – dice – ma quel che ci rincuora di più è la relazione finale dei giudici Uci. Mi hanno detto che sono rimasti stupefatti dal livello di organizzazione, di sicurezza, di pulizia delle strade e questo è un dato importante. Come avevamo anticipato è nostra intenzione salire di grado il prossimo anno per avere più squadre al via, soprattutto straniere e soprattutto legate al mondo del WorldTour».

C’è stata attenzione anche dall’estero?

Sì, me l’ha confermato anche Alessandra Cappellotto che ha seguito le prime due tappe come delegata Uci e che mi ha detto di aver visto cose surreali per una prova italiana. Una qualità inedita con tanto personale sulle strade e tutto quel che serve per una gara che meriterebbe a suo dire una qualifica ben più alta. Tra l’altro la corsa ha avuto grande risalto anche a prescindere dai risultati tecnici per la presenza di due ragazze afghane del WCC Team, la squadra voluta dall’Uci. C’era anche una troupe televisiva che è venuta apposta per loro.

Gillespie e Venturelli, per loro ben 4 vittorie e doppietta finale in classifica (foto Ossola)
Gillespie e Venturelli, per loro ben 4 vittorie e doppietta finale in classifica (foto Ossola)
Tra l’altro, l’aspetto organizzativo è stato reso ancora più complicato dal cattivo tempo…

Le prime due tappe, quelle in Campania sono state caratterizzate da pioggia intensa e questo ha dimostrato come fossimo pronti ad affrontare anche le condizioni più difficili. Abbiamo tenuto botta, ma d’altronde avevamo previsto anche le condizioni peggiori. Con noi c’erano ben 12 scorte tecniche della Stradale e altre 12 direttamente dell’organizzazione.

Dal punto di vista tecnico, il dominio assoluto della Uae non è stato uno svantaggio, considerando l’enorme divario tecnico fra loro e le altre?

Io sono abituato ad accettare sempre il responso della strada. La Uae ha vinto perché ha dimostrato di avere un’intelaiatura superiore, una preparazione tale da poter affrontare al meglio ogni tipologia di tappe. La corsa ha confermato i pronostici della vigilia, ma quando una squadra ha atlete di spessore si vede la differenza. Gillespie e Venturelli hanno corso con grande sapienza tattica.

Il team Uae Adq ha fatto la differenza, tenendo fede al suo ruolo di unica squadra WorldTour al via (foto Ossola)
Il team Uae Adq ha fatto la differenza, tenendo fede al suo ruolo di unica squadra WorldTour al via (foto Ossola)
Pensi che la presenza della Uae spingerà altri team WT a seguire le loro orme?

Ne sono sicuro perché tra squadre si parla e l’effetto passaparola sarà a nostro favore. Ho sentito un po’ i pareri dei vari team presenti ed erano tutti entusiasti: non solo per le gare, ma anche per tutto il contorno, a cominciare dalle scelte degli alberghi, dai tempi limitati di trasferimento e altro. Un aspetto spesso poco considerato sono anche i posti dove si è pedalato. E’ vero che l’agonismo prevale, la concentrazione è per la gara, ma c’è anche chi ha notato la bellezza dei paesaggi proposti, anche questo conta.

Quanto influisce quest’aspetto?

E’ fondante per noi, la gara deve essere un volano per far conoscere i territori, la cultura del posto. E’ chiaro che l’aspetto tecnico ha la prevalenza, ma anche quello spettacolare ha la sua importanza. A Torre del Greco, ad esempio, potevamo far passare le ragazze per la città ma abbiamo preferito privilegiare il lungomare sia per rendere più facile il passaggio della carovana, per permettere una gestione più semplice di tutti gli aspetti legati alla sicurezza, ma anche per far vedere un pezzo di territorio davvero eccezionale. Le atlete pensano sì a correre, ma so che guardano e notano.

Per Giada Borghesi vittoria nella prima tappa e podio finale. La sua crescita continua (foto Ossola)
Per Giada Borghesi vittoria nella prima tappa e podio finale. La sua crescita continua (foto Ossola)
Ci saranno altre regioni che si aggiungeranno?

Abbiamo già avuto richieste da Calabria e Abruzzo, senza contare che chi ha ospitato il Mediterraneo in Rosa in questa stagione vuole il nostro ritorno. I sindaci di Torre del Greco e Terzigno erano entusiasti, vogliono assolutamente rifarlo, ma non possiamo garantire nulla, è anche nostro dovere far girare la corsa attraverso luoghi sempre nuovi.

E fra questi ci sarà anche spazio per una cronometro?

Ci stiamo pensando, sarà un ulteriore gradino da salire. Serve un Comune che ospiti la corsa offrendo tutto quel che serve. Come detto non è un impegno facile, ma penso proprio che il prossimo anno ci sarà una cronoscalata per accrescere il livello tecnico della manifestazione.

Mediterraneo in Rosa, 5 tappe per far appassionare il Sud

13.04.2024
5 min
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Ci saranno 22 squadre e 15 nazioni presenti alla Mediterraneo in Rosa, la corsa a tappe femminile che si disputerà dal 19 al 23 aprile. E’ la seconda edizione della manifestazione e, rispetto allo scorso anno, c’è un evidente salto in avanti. Non solo dal punto di vista qualitativo, ma anche come impostazione stessa di un evento che vuole crescere, essere un riferimento, quasi un contraltare al Giro Donne.

Francesco Vitiello, l’ambizioso organizzatore del Giro Mediterraneo in Rosa
Francesco Vitiello, l’ambizioso organizzatore del Giro Mediterraneo in Rosa

Lo sa bene il suo deus ex machina, Francesco Vitiello, che ammette come allestire un grande evento ciclistico sia diventato sempre più difficile soprattutto se, come nel suo caso, l’evoluzione della corsa vada a cambiarne quasi completamente la sua struttura.

«Io dico sempre che organizzare una corsa ciclistica è come andare in guerra. Si va avanti sulla base delle esperienze che ci si porta dietro e che si acquisiscono. Io ad esempio mi sto muovendo cercando di raccogliere l’appoggio dei territori per cambiare fisionomia alla corsa, che è nata come Giro di Campania e che ancora lo scorso anno, quando già aveva cambiato nome, era comunque ancora tutta allestita nella stessa regione. Ora abbiamo coinvolto anche la Puglia, ma so già che anche la Calabria ha bussato alla porta e sarà coinvolta il prossimo anno. Le potenzialità di questa corsa sono enormi, può diventare davvero un riferimento che unisce il Sud».

Quest’anno saranno al via 22 team con atlete di 15 nazioni (foto Flaviano Ossola)
Quest’anno saranno al via 22 team con atlete di 15 nazioni (foto Flaviano Ossola)
Una crescita che però deve passare anche per scalare le gerarchie del calendario Uci…

Stiamo pensando anche a quello. Lo scorso anno, per noi un’edizione di passaggio, la giuria ci ha dato un punteggio molto alto per essere una gara nazionale. Abbiamo allora fatto richiesta all’Uci, avendo avuto atlete di 4 nazioni al via, di poter avere lo status di internazionale e questo è arrivato. Non solo: noi quest’anno siamo categoria 2.2, nel prossimo contiamo di passare a 2.1 e questo dovrebbe favorire una partecipazione qualitativamente ancor più qualificata.

Quanto conta la vicinanza con il Liberazione? Molte squadre, in previsione della classica romana, chiedevano di potervi abbinare un’altra prova per contenere le spese. Questo può essere un aiuto?

Sicuramente, con il gruppo di Terenzi viene a formarsi una sinergia che giova a entrambi. Anche a noi i team, nei contatti per le iscrizioni, ci chiedevano se si poteva sfruttare meglio la trasferta e questo abbinamento permette di far venire molte squadre estere. Io credo che questo in futuro possa permetterci di avere formazioni ancora più qualificate, anche del WorldTour come ad esempio quest’anno la Uae che sarà presente con le sue ragazze.

Che corsa andremo a vedere?

Saranno 5 tappe. La prima è impegnativa con gli strappi di Monteforte Irpino e Forino, piuttosto lontani dal traguardo ma anche con un finale non facile. Stesso discorso per la seconda, ancora con Monteforte Irpino e poi Taurano, il finale verso Torre del Greco potrebbe dare adito a qualche colpo di mano. Con la terza si entra in Puglia con partenza e arrivo a Barletta non semplice, anzi forse decisiva per la classifica. Poi altro circuito a Castelnuovo della Daunia, questa volta di 50 chilometri da ripetere due volte. Infine la tappa finale con la doppia ascesa a Motta Montecorvino, la seconda posta come arrivo. Insomma, un giro per specialiste delle corse a tappe e soprattutto della montagna.

Perché non c’è una cronometro?

Ci avevamo pensato, a Barletta avevamo anche posto l’eventualità, ma allestire una cronometro è difficile perché richiede uno sforzo notevole per la città. Devi bloccare le strade per molte ore, in un circuito cittadino non te lo puoi permettere facilmente. Nel nostro taccuino delle cose da fare abbiamo comunque preso in considerazione l’idea d’inserire una cronoscalata il prossimo anno, per dare sempre qualcosa in più.

NEl 2023 ha vinto Carlotta Cipressi, prima anche nella tappa finale (sopra) davanti a Mul e Plosaj
NEl 2023 ha vinto Carlotta Cipressi, prima anche nella tappa finale (sopra) davanti a Mul e Plosaj
Che cosa ti aspetti dal 19 al 23 aprile?

Mi aspetto una gara molto combattuta e un’occasione per tante ragazze per mettersi in evidenza. Il nostro calendario ha bisogno di occasioni di confronto con le cicliste che vengono da fuori, ha bisogna anche di dare occasioni ai nostri team. Io credo che questa gara possa avere un grande futuro.

D’Aniello veste (alla grande) il prossimo Giro Mediterraneo in Rosa

03.04.2024
4 min
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Saranno firmate D’Aniello le maglie ufficiali indossate dalle leader delle diverse classifiche generali in occasione della seconda edizione del Giro Mediterraneo in Rosa. L’evento, organizzato dall’associazione Black Panthers di Francesco Vitiello in collaborazione con il Gruppo Biesse di Salvatore Belardo, è stato recentemente presentato a Napoli. Un evento che può contare sulla prestigiosa presenza sia della campionessa del mondo 2007, e campionessa europea 2018 in linea elite Marta Bastianelli, quanto del commissario tecnico della nazionale femminile su strada Paolo Sangalli.

Il Giro Mediterraneo in Rosa, in programma dal 18 al 23 aprile prossimi (cinque complessivamente le tappe lungo le strade di Campania e Puglia) è ad oggi la seconda gara ciclistica femminile a tappe più importante in Italia.

Paolo D’Aniello con Marta Bastianelli
Paolo D’Aniello con Marta Bastianelli

Quattro maglie, quattro classifiche

Le maglie D’Aniello per il Giro Mediterraneo in Rosa sono complessivamente quattro. Quella Amaranto rappresenterà il simbolo del primato e sarà indossata dalla leader della classifica generale. Il colore amaranto rappresenta il sogno di chi sale in bicicletta, oltre alla speranza che si rinnova, ogni primavera, sulle strade del Giro Mediterraneo in Rosa.

La maglia Bianca sarà invece quella che come tradizione verrà riservata alla Classifica delle Under 23: un riconoscimento e al contempo un auspicio per la miglior giovane in gara.

La leader della classifica a punti verrà riconosciuta con una bellissima maglia blu, andando ad identificare il colore di un fiore che sboccia proprio in primavera, simbolo della tenacia che occorre per essere sempre lì davanti al gruppo ed in ogni singolo sprint.

E come spesso accade, sarà invece il verde a caratterizzate la maglia indossata dalla migliore scalatrice del Giro Mediterraneo in Rosa 2024.

La festa del ciclismo

«Il risultato più evidente di questa edizione 2024 – hanno dichiarato all’unisono gli organizzatori – risiede proprio nella copertura geografica della corsa. Toccheremo due regioni e di fatto idealmente abbracceremo sia il Tirreno che il Mare Adriatico, dando così pieno valore a quella che fu l’intuizione dello scorso anno, quando fu scelto di indicare proprio il Mediterraneo nel nome della nostra manifestazione. Il ciclismo femminile ha fatto registrare negli ultimi anni il maggiore incremento in termini di ascolti televisivi e di appassionati. Prova ne sono i recenti, eccellenti riscontri di share fatti registrare dalle tappe del Giro d’Italia Donne trasmesse della Rai».

Le maglie del Giro Mediterraneo in Rosa sono realizzate da D’Aniello Sportswear
Le maglie del Giro Mediterraneo in Rosa sono realizzate da D’Aniello Sportswear

«Nel Meridione d’Italia – continuano gli organizzatori – la tradizione ciclistica è estremamente radicata. Una passione che porta ogni anno sulle strade delle competizioni ciclistiche che si svolgono nel Mezzogiorno migliaia di sportivi, che partecipano con il loro calore e il loro colore alla festa dell’unico sport in cui per vedere e applaudire i campioni e le campionesse non c’è bisogno di alcun biglietto».

D’Aniello Sportwear

Giro Mediterraneo in Rosa