Luci e airbag: non c’è spettacolo senza sicurezza

06.08.2025
7 min
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Parlando con Lucio Dognini per l’intervista pubblicata lunedì mattina, il riferimento alla sua telefonata con Davide Martinelli dopo la morte di Samuele Privitera continuava a risuonarci nella mente e per questo abbiamo chiamato il giovane tecnico del team MBH Bank-Ballan. Di cosa hanno parlato? E perché le parole di Dognini hanno provocato reazioni stizzite nell’ambiente del ciclismo, anziché avviare un dibattito che potrebbe portare a una maggiore sicurezza per i corridori in allenamento?

Martinelli sta preparando le prossime corse. Fra Poggiana, campionati italiani cronosquadre, Capodarco e le gare successive tra i professionisti, agosto propone un menù sostanzioso per il quale bisogna farsi trovare pronti, ma il tema merita un approfondimento.

Sul podio dei tricolori cronosquadre del 2024, Martinelli e la sua MBH Bank vincente (photors.it)
Sul podio dei tricolori cronosquadre del 2024, Martinelli e la sua MBH Bank vincente (photors.it)
Secondo te il ciclismo può fare qualcosa per diventare più sicuro? Dognini ha detto cose giuste?

Si corre su strade dove si prova a rallentare le macchine, ma intanto le bici vanno sempre più veloci e questo va un po’ in contrapposizione. Il ciclismo diventa spettacolare quando è veloce, perché c’è più selezione. Trovo interessante la linea dell’UCI, ma non so se si riuscirà a rallentare il gruppo limitando i rapporti. Forse andrebbe messo un limite di peso anche alle ruote, invece di alleggerirle ulteriormente, perché la massa rotante è quella che ti dà la velocità. E forse abbasserei anche l’altezza dei profili. Il limite massimo sarà di 65 mm ed è raro che se ne usino di più grandi. Forse scenderei anche a ruote da 45 o da 35, però ci sono in ballo degli aspetti economici, perché già le aziende si sono lamentate per il cambio di rotta. E non basta…

Cosa?

Intervenire sulla larghezza del manubrio per me è fondamentale e l’ho sempre pensato da quando ho cominciato a vedere un po’ di estremo, come i manubri da 36. Su questo sono super d’accordo.

Sei d’accordo nel dire che sarebbe utile utilizzare il faretto anteriore sulle bici?

Penso di sì. Diventi più visibile anche nei casi in cui le macchine escono dagli stop e riescono a vederti meglio. Ormai il Varia posteriore (sistema di Garmin che segnala l’avvicinamento di autoveicoli alle spalle, ndr) lo utilizzano in tanti e c’è tanta differenza, perché inspiegabilmente vedendo la luce, le auto ti considerano come un veicolo. Io cerco di uscire quando trovo un compagno per pedalare, che di solito è un ex professionista o qualcuno che sa come stare in strada. E poi vivo in Franciacorta e non c’è tanto traffico, ma è un fatto che quando hai la luce, ti notano di più. Quando hai la luce, molte meno persone ti fanno il pelo. Non capisco perché accada e non capisco perché tanti devono passarti così vicino, pur avendo lo spazio per superare.

La luce del Varia di Garmin è abbinata a un radar che segnala al ciclista l’arrivo di veicoli: la sicurezza ne guadagna
La luce del Varia di Garmin è abbinata a un radar che segnala al ciclista l’arrivo di veicoli: la sicurezza ne guadagna
Sei stato un pro’ fino a due anni fa, nessuno dei tuoi ex colleghi pubblica foto in cui usa le luci sulla bici…

E’ il mercato che muove tutto, i corridori sono spinti dai brand e finché non viene capito quanto sia importante, la situazione resta questa. I team potrebbero fare certamente di più, anche se io sposterei il focus sull’abbigliamento. Bisognerebbe davvero inventarsi qualcosa su questo aspetto, più che sulle luci. Ancora non tutti capiscono di dover utilizzare la luce posteriore. La grande svolta c’è stata quando Garmin ha introdotto il Varia e quando le squadre hanno iniziato a darlo ai corridori. Parlo di Garmin perché sono stati i primi, ma ce ne sono anche di altri brand. Credo che per per la luce anteriore ci sarà bisogno di più tempo.

Tu utilizzi il Varia?

Sì, da quando me lo ha dato la squadra, ed è tanta roba perché ti segnala il veicolo in avvicinamento. Ho cominciato a usarlo, come me hanno cominciato a farlo altri professionisti in giro per il mondo e con il passa parola hanno iniziato a usarlo tanti altri. Ma tornando alle strade, mi sto rendendo conto di quanto sia pericoloso il ciclismo proprio da quando sono salito in ammiraglia.

Più adesso di quando correvi?

Finché corri, hai lo sguardo sul corridore davanti e non ti rendi conto di quanti spartitraffico, ringhiere laterali e paletti devi schivare. Ho corso tanto in Belgio e lassù sei sempre al limite, è una cosa incredibile. Mentre adesso in ammiraglia, anche nelle fasi più rilassate di gara, bisogna essere super concentrati perché ti accorgi di pericoli che da corridore non vedi nemmeno, perché ti senti in una bolla. Penso che correre con una maglia e un pantaloncino che insieme pesano 200 grammi non sia più sufficiente.

Il ciclismo spinge i suoi protagonisti a velocità elevate senza protezioni: un tema di sicurezza
Il ciclismo spinge i suoi protagonisti a velocità elevate senza protezioni: un tema di sicurezza
La sensazione è che stia per arrivare un però…

Però non ho la soluzione e questo è quello di cui parlavo al telefono con Lucio (Dognini, ndr). Se ci pensate, da questo punto di vista il ciclismo è lo sport più pericoloso. Non c’è un’altra disciplina in cui raggiungi certe velocità senza una protezione. E non cambia nulla fra le maglie da 30 grammi di oggi e quelle da 200 grammi di una volta. La maglia di 15 anni offriva la stessa protezione di quelle di adesso. Magari ti salvava da una mezza bruciatura, mentre adesso ti rovini di più la schiena. Io parlo proprio dei traumi, dei colpi che arrivano se finisci contro un paletto. Per fortuna gli organizzatori stanno facendo tanto. Ci sono sempre più segnalatori, sempre più persone che bloccano gli incroci. Da questo punto di vista RCS è imbattibile, nelle poche gare che ho fatto da diesse, ho visto davvero un’organizzazione super.

Perché un’intervista come quella di Dognini genera critiche e non dibattito?

Penso sia sotto gli occhi di tutti che bisogna fare qualcosa di più. Il problema secondo me è grande, ma nessuno sa bene che cosa si possa fare. Quindi tante volte quando non sai cosa fare, non fai niente e non dici niente. Lucio ha fatto bene a contattarvi, io forse non lo avrei fatto, perché non ho soluzioni da dare e in quel caso preferisco stare zitto. Ci rendiamo conto che effettivamente si va troppo forte, però non troviamo la soluzione.

Da corridore avresti accettato di correre con una maglia dotata di airbag o protezioni?

Se diventa obbligatorio, si usa e basta. Se diventa obbligatorio, magari si accorciano leggermente le tappe nelle giornate più calde. Penso che la spettacolarità del ciclismo debba essere subordinata alla sicurezza. Se anche si perde un 10 per cento di spettacolo, ma salviamo un ragazzo, penso che tutti accetterebbero. Io sono nato proprio quando fu imposto l’uso del casco e so che il gruppo si oppose. Non sarà facile introdurre l’airbag, se quella sarà la soluzione, ma sono sicuro che arriverà. Bisogna trovare qualcosa di molto efficiente, con la grandezza delle tasche piene di gel, che è già una bella dimensione. Quando abbiamo le tasche piene, contengono una decina di gel, 5-6 barrette, quindi penso che ci sia uno spazio interessante, l’equivalente di un paio di borracce. Ovviamente non rigide, ma penso che con quella ampiezza si possa fare qualcosa.

L’abbassamento dei telai fa sì che la presa bassa sia scomoda e l’assetto aero migliore sia quello con le mani sopra
L’abbassamento dei telai fa sì che la presa bassa sia scomoda e l’assetto aero migliore sia quello con le mani sopra
Dognini ha parlato anche delle mani sul manubrio e dei corridori che le tengono sempre sopra.

E’ così perché si è abbassata molto l’altezza del cannotto di sterzo, quindi il telaio davanti è molto basso e impugnare il manubrio nella parte inferiore è un po’ estremo. Si sono rubati 4-5 cm sotto l’attacco manubrio, per cui la posizione più comoda e aerodinamica è quella in presa alta. Sotto sei scomodo. Quindi la bici si guida molto bene con le mani sopra, però c’è un fattore di sicurezza quando sei in discesa. Perché un conto è perdere la presa a 40 all’ora, ma se succede quando vai a 70, allora diventa grave. In discesa serve tenerle sotto e sarebbe un aspetto facile da risolvere. Basterebbe imporre delle altezze minime del tubo di sterzo.

Dopo la morte di Privitera, i corridori sono sembrati più interessati al tema della loro sicurezza?

Nell’immediato, chiaramente no. Ero anche io in Valle d’Aosta e abbiamo cercato di tenerli tranquilli perché emotivamente erano molto provati. Per il resto, se ne parla sempre. Ma non essendoci la soluzione efficace e applicabile, si riduce tutto a delle chiacchiere. E alla fine si smette anche di parlarne.

Le funzioni Garmin, valore aggiunto per la sicurezza

06.03.2023
4 min
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Il Garmin, quasi un simbolo per il ciclista che utilizza questa parola per identificare un prodotto: una categoria, un ecosistema e sempre più lo si usa anche come strumento di supporto. Il computerino ed i suoi accessori diventano un valore aggiunto, che non azzera i rischi, ma può essere d’aiuto quando si tratta di sicurezza stradale.

Come utenti della strada, i ciclisti devono utilizzare tutto quello che la tecnologia gli mette a disposizione, per diminuire le variabili di pericolosità e per essere visibili, sempre, comunque e a lunga distanza.

Le versione RCT del Garmin Varia, con mini cam integrata registra filmati e immagini (foto Garmin)
Le versione RCT del Garmin Varia, con mini cam integrata registra filmati e immagini (foto Garmin)

Garmin e luci sempre accese

La luce posteriore dovrebbe essere uno strumento dal quale non si può e non si deve prescindere. Aumenta la visibilità del ciclista e permette allo stesso all’automobilista di vedere il ciclista, che è mediamente più lento rispetto al traffico motorizzato. Lampeggiante oppure fissa, intermittente o personalizzabile nelle modalità, il led posteriore ha degli ingombri minimi che non infastidiscono neppure il più agonista dei ciclisti. Essere avvistati in lontananza ad 1,5 chilometri non è cosa da sottovalutare (lo strumento Varia Radar attira l’attenzione dell’automobilista anche oltre questa distanza). Capire che un veicolo (o una serie di veicoli in sequenza) giunge alle nostre spalle, senza per forza voltarci perdendo di vista la strada davanti a noi, è un altro dei fattori che contribuiscono a limitare le distrazioni. Acceso e configurato, il radar rileva fino ad 8 veicoli motorizzati che dovessero eventualmente sopraggiungere.

La strada è di diversi attori e tutti sono protagonisti. Talvolta non sono sufficienti il buon senso e l’educazione, perché le variabili in gioco sono diverse e la più importante è quella umana. Così come noi ciclisti abbiamo imparato a usare il device gps, il casco ed il power meter, perché non imparare ad usare le luci su strada quando usciamo ad allenarci? La tecnologia di oggi ci aiuta, sta a noi imparare a sfruttarne le potenzialità a nostro favore. Se poi vogliamo andare oltre e fare uno step aggiuntivo, allora una luce con la mini-cam integrata può offrire un ulteriore vantaggio (e può anche essere divertente). E in caso di sinistro ci può fornire un aiuto.

Come un salvavita

L’ecosistema, che poi è quello di Garmin ed è una grande famiglia di strumenti tutti connessi tra loro, ci permette inoltre di comprendere quanto la connessione tra i vari strumenti porti dei vantaggi. Il radar posteriore è acceso e comunica con il device che avvisa quando un veicolo è in avvicinamento. La luce lampeggia e la mini-cam si attiva in loop e registra dei brevi filmati e immagini.

La funzione di rilevamento incidente è in modalità on, così a casa stanno più tranquilli. Si attiva quando viene rilevata un’avaria e ai contatti pre-impostati viene inviata la propria posizione, all’istante. Questa permette a chi è dall’altra parte di vedere esattamente dove siamo, con una risoluzione degna di nota. Il tutto avviene con un semplice messaggio.

In conclusione

Diminuire le variabili negative che si generano inevitabilmente quando siamo sulla strada e la stessa sicurezza stradale vanno ben oltre l’utilizzo di un prodotto Garmin. Ma è pur vero che se questo stesso dispositivo mi rende visibile e mi asseconda nell’attività outdoor, ben venga tutto quello che la tecnologia è in grado di offrire.

Garmin

Garmin Edge 1040 Solar e Varia RCT, l’apice dell’ecosistema

16.07.2022
8 min
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Il nuovo Garmin Edge 1040 Solar si dimostra un device completo e funzionale, non un semplice giocattolo, ma uno strumento di lavoro con un’autonomia “perpetua”. L’ultima versione del Varia invece integra una videocamera ed è un utile supporto nell’ambito della sicurezza stradale.

Insieme fanno parte dell’ecosistema Garmin, sempre più completo, facile da sfruttare e che si aggiorna in maniera costante.

Il binomio Garmin non conosce ostacoli

Il device è una sorta di icona del ciclismo moderno, al pari del power meter. “Il Garmin”, non è solo il nome del dispositivo, ma identifica una categoria di prodotti che diventano dei compagni di viaggio. Con il bike computer oggi si fa tutto: si controlla l’attività in bici, si utilizzano le funzioni mappali e ci si connette con il telefonino. Si creano dei gruppi di uscita dove nessuno (a meno che non lo voglia) è lasciato per strada (il riferimento è diretto alla funzione Group Track). Il device diventa di fatto anche uno strumento social. Il cumputerino può essere una distrazione, oppure uno strumento di prevenzione, tenendo ben presente che dipende sempre da come viene utilizzato.

La luce posteriore invece non è ancora entrata in modo ufficiale nella testa del ciclista, anche se i numeri ci dicono di un buon incremento di utilizzo. Non è considerata fondamentale soprattutto nei paesi latini, mentre nelle nazioni del centro e nord Europa è uno strumento utilizzato al pari del casco. La luce posteriore non è solo utile per essere visti, ma cattura l’attenzione dell’automobilista (o chi per esso) anche a centinaia di metri di distanza.

I due accessori messi insieme offrono dei vantaggi notevoli, soprattutto per quanto concerne la sicurezza, la prevenzione e diventano un potente deterrente.

Edge 1040 Solar, non finisce mai

Potremmo star qui delle ore a descrivere ed argomentare le decine di funzioni, che diventano centinaia se calcoliamo anche le tante possibilità di incrociare i dati forniti. Molte di queste sono mutuate dalle versioni precedenti, altre sono state migliorate ed aggiornate, alcune sono nuove. E poi c’è anche una app rinnovata e più ricca. Con quest’ultima e tramite il telefonino, ora è possibile modificare direttamente le schermate e di conseguenza i campi dati; quindi anche quando siamo in movimento e abbiamo necessità di customizzare uno o più dati.

Il gancio ora è in alluminio. E’ più robusto, se messo a confronto con il passato e offre la stessa interfaccia di alimentazione, ad esempio con una luce frontale montata sotto il supporto.

La funzione Solar, un valore aggiunto non da poco e per nulla banale, che si apprezza quando si sfrutta il Garmin al pieno delle sue potenzialità (infinite). Alcuni dati rendono l’idea del prodotto: con cinque sensori abbinati e accesi (power meter, sensore velocità e fascia cardio, Varia RCT e telefonino), in una giornata limpida e con un buon soleggiamento, dopo oltre 2 ore di attività l’Edge Solar ha consumato il 6% di batteria. Tradotto: abbiamo risparmiato più del 30% di autonomia standard ogni ora. Inoltre, se il dispositivo è spento e viene lasciato al sole, accumula energia utile ad aumentare l’autonomia.

I vantaggi

La funzione Solar limita il collegamento della batteria alla rete domestica. L’Edge 1040 Solar è un gran strumento in ottica endurance, bikepacking e viaggi in bici. Ha uno schermo grande e non è un peso piuma, ma quando c’è da guardare la mappa in movimento, da zommare e osservare i dettagli, tutto è più facile.

Grazie alla nuova app e alle funzioni di valutazione del training (pre, durante e post), il sistema è al pari di un virtual trainer di buon livello.

Le funzioni Power Guide e Stamina

La prima in particolare, che permette di avere un polso maggiore di come gestire la propria uscita, magari il classico allenamento di distanza dove vengono inserite delle ripetute. Oppure una gara endurance, dove la gestione dell’autonomia e il rispetto dei propri valori di soglia diventano fondamentali ai fini della qualità della performance.

Stamina invece dà l’idea di quanta energia stiamo consumando per mantenere il nostro motore a regime. Questo valore, combinato in modo corretto (per corretto intendiamo l’essere a conoscenza del consumo calorico che rientra nel range ottimale e soggettivo) con il consumo di calorie, diventa uno strumento eccellente, per capire quanta benzina abbiamo nelle gambe, quando alimentarsi durante l’attività e anche per migliorare il recupero.

Inoltre, queste due funzioni, combinate tra loro e con i diversi sensori esterni (power meter e fascia cardio), aumentano la qualità della valutazione dei carichi di lavoro, quelli esterni e quelli interni. I primi relativi principalmente al misuratore di potenza, i secondi connessi alla frequenza cardiaca.

Garmin Varia RCT

Rispetto al sensore Varia Radar tradizionale, la versione RCT con telecamera integrata è più spessa ed ha un ingombro maggiore. C’è sempre la luce e le sue modalità sono customizzabili. La memoria della telecamera è gestita da una MicroSD (compresa quella da 16gb), per video e foto; anche in questo caso le funzioni sono modulabili.

A cosa può servire una cam posteriore? Un occhio in più non guasta di certo, anche se, gli eventuali filmati ed immagini vengono immagazzinati e rivisti in un secondo momento. E può anche essere divertente rivedere alcuni video dopo l’uscita. Abbinata alla luce ed al radar, evita di girarsi indietro quando si pedala e aiuta a rimanere concentrati sulla strada.

Con la app, ma il controllo avviene anche tramite device
Con la app, ma il controllo avviene anche tramite device

App Varia per smartphone

E’ l’applicazione che gestisce direttamente il dispositivo Varia Radar con la telecamera (quest’ultima ha una visuale di 220° al pari di un obiettivo fisheye). Da qui si può controllare e personalizzare l’obiettivo, il radar (questa funzione si aggiunge e completa l’interfaccia radar con il Garmin), trasferisce i video e le immagini.

A nostro parere è molto interessante la modalità/funzione che attiva automaticamente la cam insieme al radar; ad esempio quando si avvicina un veicolo e rimane spenta quando il retro è libero. Per chi utilizza il verbo delle action-cam e delle app dedicate, è una sorta di app paragonabile alla famiglia Quick.

Il supporto specifico per l’utilizzo off-road
Il supporto specifico per l’utilizzo off-road

In conclusione

La luce e il radar sono strumenti dai quali non si dovrebbe prescindere, davvero importanti ai fini della sicurezza personale e utile anche a chi sopraggiunge da dietro. Il led posteriore stimola l’attenzione e permette di essere visti da lontano e oggi lo stesso traffico motorizzato condiziona in maniera negativa anche gli automobilisti. Garmin Varia Radar fa parte della sicurezza attiva che può sfruttare il ciclista e l’integrazione della cam può aiutare nel caso di incidente, magari ai fini assicurativi.

L’Edge 1040 Solar strizza l’occhio alle attività di lungo raggio, endurance e non solo, turismo e viaggio. Ha uno schermo grande, ampio e pienamente sfruttabile, con tanti campi e schermate da usare. Il dispositivo è comodo e facile da usare, molto diretto ed intuitivo. Proprio questa intuitività, mutuata anche per aggiornare la app Garmin Connect, gli permette di capire al volo anche le funzioni legate alla valutazione della performance, talvolta piene di numeri da interpretare.

Un altro passo in avanti è stato fatto nelle analisi dello stato di forma all’interno del workout, fattore che a nostro parere dovrebbe ricoprire il secondo gradino del podio, subito dopo la programmazione del training e dell’uscita. E poi non dobbiamo dimenticare che l’Edge 1040 Solar può anche essere utilizzato come un semplice bike computer gps con schermo touch.

Sicurezza e bici, le parole di Ballerini e Moscon

09.02.2022
5 min
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Quando si parla e si scrive di sicurezza, i temi sono numerosi e non sono sufficienti le ore del giorno per argomentare quanto sarebbe necessario. La sicurezza stradale è un macrotema e non è solo quella del ciclista e del “traffico lento” (la bicicletta ne fa parte), ma è questione di educazione e di relazione. Se è vero che non si possono azzerare i rischi, è altrettanto giusto scrivere che spetta anche al ciclista utilizzare alcuni strumenti che diventano una sorta di deterrente.

Sin dagli anni nel Team Bahrain, Nibali è stato uno dei primi testimonial di Garmin Varia per il progetto sicurezza stradale (foto Instagram)
Sin dagli anni nel Team Bahrain, Nibali è stato testimonial di Garmin Varia (foto Instagram)

Le luci ad esempio, che a tutti gli effetti sono un sistema di sicurezza attivo. Oppure sfruttare la tecnologia radar che oggi è disponibile. Abbiamo fatto una chiacchierata con Davide Ballerini e rubato qualche minuto a Gianni Moscon, impegnato nel ritiro dell’Astana, ricordando che Vincenzo Nibali fu uno dei primi testimonial della campagna di sicurezza promossa da Garmin e ancora oggi si spende in varie iniziative sul tema.

Davide, utilizzi il sistema Garmin Varia Radar, pensando alla sicurezza?

Sì, lo utilizzo e non solo perché è sponsor del team. E’ un’abitudine che ho preso e che ho fatto mia, faccio fatica ad uscire in bici ad allenarmi e non avere con me il sistema Garmin. Uso il computerino, la luce e anche la funzione radar. Quest’ultima la personalizzo in base alle situazioni.

Davide Ballerini, utilizzatore del sistema completo Varia Radar di Garmin (foto QuickStep- Alpha Vinyl)
Davide Ballerini, utilizzatore del sistema completo Varia Radar di Garmin (foto QuickStep- Alpha Vinyl)
Spiegaci meglio.

Quando mi alleno da solo, utilizzo principalmente la luce, quella la uso da sempre e la tengo accesa costantemente. Quando sono in compagnia, magari con altri 3 o 4 compagni di allenamento, preferisco attivare anche la funzione radar. Sapere che c’è un veicolo in arrivo alle spalle e non doversi voltare! Non è poca cosa. Inevitabilmente e comunque in base alle strade, procediamo in coppia e avere uno strumento che mi avvisa quando arrivano le macchine, è qualcosa che mi infonde una maggiore sicurezza. Diciamo che c’è da considerare anche un fattore ambientale, ovvero dove ci si allena e quanto traffico c’è. Ma vi posso dire che non di rado, anche in zone più tranquille, lo uso al massimo delle potenzialità, magari silenziando l’acustica. Adeguo le sue funzioni.

E’ la prima volta, oppure in passato avevi usato qualcosa del genere?

Le luci le ho sempre utilizzate, mentre il radar è la prima volta. L’avevo già notato tempo addietro, mi aveva incuriosito e mi erano piaciuti il funzionamento, l’approccio, la semplicità di utilizzo e anche l’ingombro ridotto. Mi sono reso conto da subito che era qualcosa di estremamente utile e ne guadagno in sicurezza.

Anche il Team Astana Qazaqstan è supportato da Garmin. I corridori utilizzano la luce ed il radar in allenamento (foto Garmin)
Anche il Team Astana Qazaqstan è supportato da Garmin (foto Garmin)
In tema di sicurezza, noti delle differenze tra Italia ed estero?

Posso dire che non c’è una differenza sostanziale, tra l’Italia e le altre Nazioni. La situazione perfetta non esiste. Volendo fare un esempio: in Belgio ci sono più ciclabili e sono tutte molto belle, ma è anche vero che è pieno di trattori e bisogna fare molta attenzione. Credo sia più che altro una questione di cultura ed educazione, ma anche di tolleranza. La strada è di tutti, noi ciclisti dobbiamo prestare attenzione e rispettarne il codice. E dobbiamo imparare ad utilizzare gli strumenti che aumentano il grado di sicurezza. Vedo ancora qualche appassionato in giro senza casco… Non va bene!».

E’ possibile fare di più a tuo parere, sempre in tema di sicurezza? Da dove si potrebbe cominciare?

Sì, si può fare di più! Non è mai abbastanza, io parto sempre da questo presupposto. Credo che ad oggi non sia mai stata fatta una campagna di sensibilizzazione vera e propria, con il soggetto della sicurezza stradale. Una buona soluzione sarebbe quella di partire dalle scuole e dai più giovani. Partire dalla cultura e sviluppare un senso di coerenza, aspetti fondamentali. E poi il buon senso da parte di tutti gli attori della strada. E’ bello vedere i cartelli che indicano la distanza di 1,5 metri: quella che la macchina dovrebbe tenere. Ma noi ciclisti dobbiamo essere coscienti che talvolta percorriamo strade che in totale sono larghe un metro e mezzo! E quindi, chi ha ragione? Anche l’educazione e il senso civico aiutano e non poco».

Il design dei prodotti non è fastidioso ed ingombrante, si integra perfettamente ai componenti della bici (foto Garmin)
Il design dei prodotti si integra perfettamente ai componenti della bici (foto Garmin)

Il punto con Moscon

«Da quando uso il pacchetto Garmin Varia – dice il trentino dell’Astana Qazaqstan – mi sento decisamente più sicuro, prima di tutto visibile. Voglio dire, visto che anche io sono automobilista, che a volte è difficile vedere i ciclisti e per questo è un sistema che consiglio a prescindere. Utilizzando la luce si diventa visibili anche a distanza e vieni notato con un anticipo maggiore. Il radar invece è uno strumento che completa l’aspetto sicurezza e ti permette di stare più attento, anticipando anche le eventuali mosse dell’automobilista».

New Cannondale Synapse, ridefinita la endurance bike

18.01.2022
7 min
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Cannondale Synapse non cambia pelle, ma ancora una volta ridefinisce gli standard del percorso evolutivo delle endurance bike. La versatilità è al centro del progetto: una sorta di all-round? In un certo senso è così. Segue il fil rouge aerodinamico, comune alla piattaforma SuperSix Evo e alla SystemSix. Ma c’è di più, perché questa bicicletta apre il segmento ad un concept di integrazione tecnologica e di sicurezza attiva, identificabile con il nome di SmartSense Technology. Luci e radar, sensori e una nuova app che aiuta a gestire il sistema. Entriamo nel dettaglio.

Telaio e forcella full carbon

Il telaio e la forcella sono completamente in carbonio e monoscocca. Il tessuto non è in alto modulo, è previsto il modulo standard, comunque con un peso specifico ridotto, in considerazione della categoria di applicazione. Per intenderci, la matrice delle pelli composite è la medesima utilizzata per la piattaforma gravel SuperSix Evo CX ed SE. Inoltre c’è da considerare la costruzione proporzionale di ogni taglia. Significa che la misura S, ad esempio rispetto alla L, pur adottando lo stesso carbonio, ha un diverso orientamento delle pezze di carbonio (ovviamente anche la quantità). Questo si traduce in un feeling equilibrato dalla misura, dalla più piccola a quella più grande.

Soluzione che dicono molto

  • La possibilità di montare coperture fino a 35 millimetri di sezione, anche con ruote dal cerchio extra wide (particolarmente largo e spanciato). Gli allestimenti prevedono le gomme da 30.
  • Il retrotreno e la forcella hanno delle asole d’ingaggio per i parafanghi ed eventuali supporti per le borse. Una piccola bag può essere montata anche sull’orizzontale.
  • Tre portaporraccia. Due classici all’interno del triangolo principale, uno “gravel style” sotto l’obliquo.
  • Rimane l’inserzione ribassata dei foderi obliqui, ma la combinazione tra questi ultimi e quelli bassi orizzontali offre dei vantaggi in termini di assorbimento e trazione, anche e soprattutto sullo sterrato. Anche la forma dei profilati influisce su questa tipologia di risposte.
  • C’è il ritorno alla scatola del movimento centrale larga 68 millimetri e con le calotte esterne, soluzione voluta per aumentare la facilità di pulizia e manutenzione. Il BB non prevede la soluzione Ai asimmetrica.
  • Il seat-post è tondo, con 27,2 millimetri di diametro.
  • I forcellini posteriori e quelli della forcella, pur supportando i perni di matrice SpeedRelease, non sono aperti nel punto di ingresso del perno.
  • Tutti gli allestimenti hanno le ruote standard da 700c, con le coperture da 30 di sezione.

E poi c’è SmartSense

Se è vero che l’argomento della sicurezza è attuale e dibattuto, è pur vero sottolineare che sviluppare un sistema attivo per il ciclista non è così semplice ed immediato. Non è solo una questione tecnica (ma anche di cultura). Se però è la bicicletta ad integrare una sorta di “safety packet”, l’approccio può cambiare. La Cannondale Synapse è dotata dello SmartSense, sviluppato sulla base (e con la collaborazione) del progetto Garmin Varia Radar, con l’aggiunta della luce frontale Lezyne da 350 Lumen. Nella sua totalità, esso è composto da un battery pack, posizionato alla base del tubo obliquo. E’ una batteria ricaricabile che all’occorrenza viene rimossa e diventa un power bank. SmartSense comunica con la luce posteriore che a sua volta integra il radar. Esso si interfaccia con il sensore del manubrio (oppure con il device) e comunica l’avvicinamento (da dietro) dei veicoli.

La nuova app

E poi c’è la nuova app di Cannondale, facile ed intuitiva, che permette di accendere e personalizzare il sistema nelle sue funzioni. Un altro dettaglio interessante da sottolineare, relativo alla sicurezza ma che esula dallo SmartSense, è la presenza della vernice rifrangente sui foderi obliqui posteriori. Qui si aggiunge anche la bandella che si illumina quando è colpita da un fascio di luce, applicata sui bordi degli pneumatici.

La schermata di apertura dell’app di Cannondale
La schermata di apertura dell’app di Cannondale

Taglie, allestimenti e prezzi

Le taglie disponibili sono 6: 48, 51 e 54, 56, 58 e 61. da notare che le prime due hanno una forcella con un rake di 55 millimetri, mentre le restati adottano una forca da 45. Dalla misura più piccola alla più grande, lo scostamento di passo è inferiore ai 3 centimetri. Addirittura la taglia 54 è quella con il passo più corto, segno di una grande ricerca nello sviluppo delle geometrie e delle loro proporzioni.

  • Cannondale Synapse Carbon 1 RLE (acronimo di Radar, Light e Electronic Shifting) che ha un prezzo di listino di 8.999 euro. Ha in dotazione la trasmissione Shimano Dura Ace a 12v, con il doppio plateau anteriore. Le ruote sono le HollowGram SL TR in carbonio, con cerchio da 45. questo allestimento ha inoltre il cockpit Cannondale SystemBar Save.
  • Synapse Carbon 2 RLE, a 5.999 euro. Il suo allestimento parte dalla trasmissione Shimano Ultegra a 12v, sempre con la doppia corona. Le ruote previste sono le Fulcrum Rapid Red.
  • L’allestimento 2 RL scende a 4.499 euro (quella che vedete nelle immagini). C’é l’Ultegra meccanico a 11 velocità, sempre con le ruote Fulcrum tubeless ready e come per la precedente le combinazioni cromatiche disponibili sono due.
  • E poi la versione 3 L a 3.499 euro. Di base prevede solo la luce anteriore, ma è possibile integrare il pacchetto SmartSense nella sua completezza. Questa Cannondale Synapse ha la trasmissione 105 e le ruote con un blend tra mozzi formula e cerchi in alluminio RD.

Le prime impressioni

Abbiamo provato la taglia 54 con l’allestimento 2 RL, ovvero con il pacchetto SmartSense completo e trasmissione meccanica. Questa nuova Synapse è vero e proprio “giocattolo”, perché ha un’agilità che non ti aspetti da una bici del genere e un comfort di marcia che oggi si trova principalmente sulle gravel. Però c’è il vantaggio di avere delle gomme radiali e una compattezza del mezzo ampiamente sfruttabile in diverse situazioni.

Sicuramente è una bicicletta votata al piacere del viaggio e pensata per la comodità, senza estremizzazioni verso la leggerezza, la briosità e la rigidità. Lo SmartSense è un valore aggiunto non da poco, semplice da usare, da customizzare e da interfacciare con la app. Inoltre è davvero facile imparare ad usare questo sistema e poterlo sfruttare al pieno delle sue funzioni e anche questo fattore non è un dettaglio.