Mediterraneo in Rosa, si pensa di crescere ancora

26.04.2024
5 min
Salva

Oltre le aspettative. A cinque giorni di distanza dalla sua conclusione, ancora si parla del Giro del Mediterraneo in Rosa, la corsa a tappe femminile che ha anticipato il Gran Premio Liberazione. Cinque tappe fra Campania e Puglia dove, rispetto allo scorso anno, è emersa una notevole crescita generale e non sono mancati spunti tecnici interessanti.

Il primo è legato sicuramente a Lara Gillespie, la campionessa nazionale irlandese che ha fatto il vuoto nella seconda tappa chiudendo di fatto subito la lotta per la vittoria finale, prendendosi però anche la soddisfazione di vincere la frazione successiva con il simbolo del primato indosso. Il secondo investe Federica Venturelli (in apertura nella foto Ossola) protagonista assoluta con due vittorie di tappa facendo praticamente da scudiera alla Gillespie e realizzando la doppietta del team devo Uae, mentre il terzo posto è andato a una sempre più convincente Giada Borghesi.

Federica Venturelli con il patron della corsa Francesco Vitiello, già al lavoro per l’edizione del 2025 (foto Ossola)
Federica Venturelli con il patron della corsa Francesco Vitiello, già al lavoro per l’edizione del 2025 (foto Ossola)

Francesco Vitiello, l’organizzatore, è già proiettato verso il prossimo anno, sulla base dei riscontri ricevuti: «Abbiamo avuto attestazioni di stima un po’ dappertutto – dice – ma quel che ci rincuora di più è la relazione finale dei giudici Uci. Mi hanno detto che sono rimasti stupefatti dal livello di organizzazione, di sicurezza, di pulizia delle strade e questo è un dato importante. Come avevamo anticipato è nostra intenzione salire di grado il prossimo anno per avere più squadre al via, soprattutto straniere e soprattutto legate al mondo del WorldTour».

C’è stata attenzione anche dall’estero?

Sì, me l’ha confermato anche Alessandra Cappellotto che ha seguito le prime due tappe come delegata Uci e che mi ha detto di aver visto cose surreali per una prova italiana. Una qualità inedita con tanto personale sulle strade e tutto quel che serve per una gara che meriterebbe a suo dire una qualifica ben più alta. Tra l’altro la corsa ha avuto grande risalto anche a prescindere dai risultati tecnici per la presenza di due ragazze afghane del WCC Team, la squadra voluta dall’Uci. C’era anche una troupe televisiva che è venuta apposta per loro.

Gillespie e Venturelli, per loro ben 4 vittorie e doppietta finale in classifica (foto Ossola)
Gillespie e Venturelli, per loro ben 4 vittorie e doppietta finale in classifica (foto Ossola)
Tra l’altro, l’aspetto organizzativo è stato reso ancora più complicato dal cattivo tempo…

Le prime due tappe, quelle in Campania sono state caratterizzate da pioggia intensa e questo ha dimostrato come fossimo pronti ad affrontare anche le condizioni più difficili. Abbiamo tenuto botta, ma d’altronde avevamo previsto anche le condizioni peggiori. Con noi c’erano ben 12 scorte tecniche della Stradale e altre 12 direttamente dell’organizzazione.

Dal punto di vista tecnico, il dominio assoluto della Uae non è stato uno svantaggio, considerando l’enorme divario tecnico fra loro e le altre?

Io sono abituato ad accettare sempre il responso della strada. La Uae ha vinto perché ha dimostrato di avere un’intelaiatura superiore, una preparazione tale da poter affrontare al meglio ogni tipologia di tappe. La corsa ha confermato i pronostici della vigilia, ma quando una squadra ha atlete di spessore si vede la differenza. Gillespie e Venturelli hanno corso con grande sapienza tattica.

Il team Uae Adq ha fatto la differenza, tenendo fede al suo ruolo di unica squadra WorldTour al via (foto Ossola)
Il team Uae Adq ha fatto la differenza, tenendo fede al suo ruolo di unica squadra WorldTour al via (foto Ossola)
Pensi che la presenza della Uae spingerà altri team WT a seguire le loro orme?

Ne sono sicuro perché tra squadre si parla e l’effetto passaparola sarà a nostro favore. Ho sentito un po’ i pareri dei vari team presenti ed erano tutti entusiasti: non solo per le gare, ma anche per tutto il contorno, a cominciare dalle scelte degli alberghi, dai tempi limitati di trasferimento e altro. Un aspetto spesso poco considerato sono anche i posti dove si è pedalato. E’ vero che l’agonismo prevale, la concentrazione è per la gara, ma c’è anche chi ha notato la bellezza dei paesaggi proposti, anche questo conta.

Quanto influisce quest’aspetto?

E’ fondante per noi, la gara deve essere un volano per far conoscere i territori, la cultura del posto. E’ chiaro che l’aspetto tecnico ha la prevalenza, ma anche quello spettacolare ha la sua importanza. A Torre del Greco, ad esempio, potevamo far passare le ragazze per la città ma abbiamo preferito privilegiare il lungomare sia per rendere più facile il passaggio della carovana, per permettere una gestione più semplice di tutti gli aspetti legati alla sicurezza, ma anche per far vedere un pezzo di territorio davvero eccezionale. Le atlete pensano sì a correre, ma so che guardano e notano.

Per Giada Borghesi vittoria nella prima tappa e podio finale. La sua crescita continua (foto Ossola)
Per Giada Borghesi vittoria nella prima tappa e podio finale. La sua crescita continua (foto Ossola)
Ci saranno altre regioni che si aggiungeranno?

Abbiamo già avuto richieste da Calabria e Abruzzo, senza contare che chi ha ospitato il Mediterraneo in Rosa in questa stagione vuole il nostro ritorno. I sindaci di Torre del Greco e Terzigno erano entusiasti, vogliono assolutamente rifarlo, ma non possiamo garantire nulla, è anche nostro dovere far girare la corsa attraverso luoghi sempre nuovi.

E fra questi ci sarà anche spazio per una cronometro?

Ci stiamo pensando, sarà un ulteriore gradino da salire. Serve un Comune che ospiti la corsa offrendo tutto quel che serve. Come detto non è un impegno facile, ma penso proprio che il prossimo anno ci sarà una cronoscalata per accrescere il livello tecnico della manifestazione.

Mediterraneo in Rosa, 5 tappe per far appassionare il Sud

13.04.2024
5 min
Salva

Ci saranno 22 squadre e 15 nazioni presenti alla Mediterraneo in Rosa, la corsa a tappe femminile che si disputerà dal 19 al 23 aprile. E’ la seconda edizione della manifestazione e, rispetto allo scorso anno, c’è un evidente salto in avanti. Non solo dal punto di vista qualitativo, ma anche come impostazione stessa di un evento che vuole crescere, essere un riferimento, quasi un contraltare al Giro Donne.

Francesco Vitiello, l’ambizioso organizzatore del Giro Mediterraneo in Rosa
Francesco Vitiello, l’ambizioso organizzatore del Giro Mediterraneo in Rosa

Lo sa bene il suo deus ex machina, Francesco Vitiello, che ammette come allestire un grande evento ciclistico sia diventato sempre più difficile soprattutto se, come nel suo caso, l’evoluzione della corsa vada a cambiarne quasi completamente la sua struttura.

«Io dico sempre che organizzare una corsa ciclistica è come andare in guerra. Si va avanti sulla base delle esperienze che ci si porta dietro e che si acquisiscono. Io ad esempio mi sto muovendo cercando di raccogliere l’appoggio dei territori per cambiare fisionomia alla corsa, che è nata come Giro di Campania e che ancora lo scorso anno, quando già aveva cambiato nome, era comunque ancora tutta allestita nella stessa regione. Ora abbiamo coinvolto anche la Puglia, ma so già che anche la Calabria ha bussato alla porta e sarà coinvolta il prossimo anno. Le potenzialità di questa corsa sono enormi, può diventare davvero un riferimento che unisce il Sud».

Quest’anno saranno al via 22 team con atlete di 15 nazioni (foto Flaviano Ossola)
Quest’anno saranno al via 22 team con atlete di 15 nazioni (foto Flaviano Ossola)
Una crescita che però deve passare anche per scalare le gerarchie del calendario Uci…

Stiamo pensando anche a quello. Lo scorso anno, per noi un’edizione di passaggio, la giuria ci ha dato un punteggio molto alto per essere una gara nazionale. Abbiamo allora fatto richiesta all’Uci, avendo avuto atlete di 4 nazioni al via, di poter avere lo status di internazionale e questo è arrivato. Non solo: noi quest’anno siamo categoria 2.2, nel prossimo contiamo di passare a 2.1 e questo dovrebbe favorire una partecipazione qualitativamente ancor più qualificata.

Quanto conta la vicinanza con il Liberazione? Molte squadre, in previsione della classica romana, chiedevano di potervi abbinare un’altra prova per contenere le spese. Questo può essere un aiuto?

Sicuramente, con il gruppo di Terenzi viene a formarsi una sinergia che giova a entrambi. Anche a noi i team, nei contatti per le iscrizioni, ci chiedevano se si poteva sfruttare meglio la trasferta e questo abbinamento permette di far venire molte squadre estere. Io credo che questo in futuro possa permetterci di avere formazioni ancora più qualificate, anche del WorldTour come ad esempio quest’anno la Uae che sarà presente con le sue ragazze.

Che corsa andremo a vedere?

Saranno 5 tappe. La prima è impegnativa con gli strappi di Monteforte Irpino e Forino, piuttosto lontani dal traguardo ma anche con un finale non facile. Stesso discorso per la seconda, ancora con Monteforte Irpino e poi Taurano, il finale verso Torre del Greco potrebbe dare adito a qualche colpo di mano. Con la terza si entra in Puglia con partenza e arrivo a Barletta non semplice, anzi forse decisiva per la classifica. Poi altro circuito a Castelnuovo della Daunia, questa volta di 50 chilometri da ripetere due volte. Infine la tappa finale con la doppia ascesa a Motta Montecorvino, la seconda posta come arrivo. Insomma, un giro per specialiste delle corse a tappe e soprattutto della montagna.

Perché non c’è una cronometro?

Ci avevamo pensato, a Barletta avevamo anche posto l’eventualità, ma allestire una cronometro è difficile perché richiede uno sforzo notevole per la città. Devi bloccare le strade per molte ore, in un circuito cittadino non te lo puoi permettere facilmente. Nel nostro taccuino delle cose da fare abbiamo comunque preso in considerazione l’idea d’inserire una cronoscalata il prossimo anno, per dare sempre qualcosa in più.

NEl 2023 ha vinto Carlotta Cipressi, prima anche nella tappa finale (sopra) davanti a Mul e Plosaj
NEl 2023 ha vinto Carlotta Cipressi, prima anche nella tappa finale (sopra) davanti a Mul e Plosaj
Che cosa ti aspetti dal 19 al 23 aprile?

Mi aspetto una gara molto combattuta e un’occasione per tante ragazze per mettersi in evidenza. Il nostro calendario ha bisogno di occasioni di confronto con le cicliste che vengono da fuori, ha bisogna anche di dare occasioni ai nostri team. Io credo che questa gara possa avere un grande futuro.