La giornata della Auto Eder: iniziata sul podio e finita all’ospedale

18.04.2024
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CASTIGLIONE DELLA PESCAIA – La giornata della Grenke Auto Eder si divide in due momenti. Il primo è al mattino, quando fin da subito si era capito che la cronometro a squadre sarebbe stata affare loro. I ragazzi di Christian Schrot hanno imposto la loro legge sulla strada che ha portato i corridori da Punta Ala a Castiglione della Pescaia. 

Uniti, veloci e sicuri, appena tagliato il traguardo avevano già la testa alla semitappa del pomeriggio. Avevamo parlato con Lorenzo Mark Finn nel parcheggio delle ammiraglie. Il focus della squadra era recuperare le energie e presentarsi pronti al pomeriggio, per continuare il lavoro iniziato in mattinata. Ma tutto ha preso un verso inaspettato.

La volata ristretta a Castiglione della Pescaia la vince l’olandese Remijn
La volata ristretta a Castiglione della Pescaia la vince l’olandese Remijn

Tutto sotto sopra

Meno di tre ore dopo tutto si è ribaltato, segnando indelebilmente l’avventura della Grenke Auto Eder. Il coraggio non è mancato e la voglia era quella di tenere in mano la corsa. Una volta però imboccato il primo tratto di strada bianca sono iniziati i problemi. Lorenzo Finn, che si trovava in seconda posizione alle spalle del compagno Patrick Casey, scivola e si ritrova ad inseguire. 

La presenza delle radioline permette a Christian Schrot di comandare i suoi ragazzi dall’ammiraglia. I corridori della Grenke rallentano, aspettano Finn e il male sembra alle spalle, ma è solo l’inizio del declino. Pochi chilometri dopo, prima dell’imbocco del secondo tratto di strada bianca, una maxi caduta mette gran parte del gruppo a terra. I danni sembrano subito gravi, la strada in quel tratto invitava ad accelerare e la foga di stare davanti ha chiuso gli occhi ai corridori. 

Attesa e confusione

Dopo la linea del traguardo la vittoria dell’olandese Remijn Senna passa quasi in secondo piano. Il sentimento generale è quello dello sconforto, soprattutto in casa Grenke Auto Eder. Ma non solo, sono molti i corridori che riportano danni fisici dopo questa seconda semitappa. Chi passa con la divisa sporca di sangue, altri hanno segni su gambe e braccia

Quello messo peggio, degli atleti arrivati al traguardo, è Lorenzo Finn. Il genovese raggiunge la zona della ammiraglie in netto ritardo e mentre tutti si assicurano sulle sue condizioni lo sconforto ha preso il sopravvento. Le lacrime gli rigano il volto e dal ginocchio destro il sangue continua a scendere. Il peggio, però, sembra averlo subito la spalla destra, e mentre lo aiutiamo a vestirsi ci racconta…

«Sono caduto due volte – racconta Finn con il dolore attaccato alle ossa e i segni di una caduta che probabilmente lo metterà fuori corsa – la prima è stata una scivolata banale. La seconda caduta, invece, è arrivata mentre stavo rimontando il gruppo e sono finito in un fosso. Andremo a fare i raggi X in ospedale e vediamo cosa è successo».

Racconta Casey

Sotto al palco delle premiazioni per la Grenke Auto Eder c’è Patrick Casey. Massaggiatori e staff del team tedesco gli lasciano una barretta e una banana e si dirigono ad assicurarsi delle condizioni degli altri ragazzi. 

«Della seconda caduta non ho visto nulla – dice – ho seguito due ragazzi e ci siamo avvantaggiati. Non so se fosse un tratto pericoloso o meno. Ogni anno succedono cadute del genere, si va sempre più forte. Non è una questione di percorso, sarebbe potuto accadere anche domani o venerdì. Il problema non sono nemmeno i settori di strada bianca, ma i tratti che li precedono, dove si va forte e tutti vogliono stare davanti». 

«Stamattina tutto andava per il verso giusto – conclude – pomeriggio l’atmosfera nel team è completamente diversa. Eravamo partiti con Finn, Friedl e Fietzke come leader e ora tutti e tre sono caduti e due sono all’ospedale. La corsa è ancora lunga, abbiamo la maglia di leader, vedremo domani cosa accadrà».

Intanto la maglia di leader della classifica dei GPM, conquistata da Finn, viene ritirata dal diesse Schrot. Domani se il giovane italiano sarà al via potrà indossarla, altrimenti passerà di mano, senza possibilità alcuna di difenderla. 

Eroica Juniores: la Nations’ Cup torna sulle strade bianche

15.04.2024
4 min
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A breve, giovedì prossimo, scatterà la seconda edizione dell’Eroica Juniores Nations Cup. Una gara a tappe di quattro giorni, con cinque frazioni, tra le strade bianche delle terre del Chianti e non solo. Viene replicato quello che l’anno scorso è stato un successo. Anzi, a testimoniare la buona riuscita dell’edizione passata, la corsa è stata rivisitata. Nel 2023 le tappe erano state tre, distribuite in due giorni, dove a vincere fu Jorgen Nordhagen, talento norvegese passato nel Visma-Lease a Bike Development Team. 

La Nation’s Cup degli juniores si è aperta il 7 aprile con la Parigi-Roubaix e per il 2024 propone 11 tappe: L’Eroica Juniores e il G.P. F.W.R Baron sono le sole due prove italiane.

Per il territorio

Il successo e l’apprezzamento dell’Eroica Juniores Nations Cup ha portato gli organizzatori, a capo dei quali troviamo Franco Rossi, a spingere e promuovere l’evento. 

«E’ una gara – ci racconta – nata per rafforzare il messaggio valoriale del territorio. Si è capito subito che la manifestazione potesse avere un buon sviluppo, anche perché è stata apprezzata da tutti: corridori, cittì e addetti ai lavori. L’invito ad allargarla, anzi direi anche la voglia, è venuta da sé e così quest’anno abbiamo raddoppiato i giorni e i chilometri. Ci siamo rivolti agli juniores perché è diventata una categoria fondamentale nel ciclismo moderno, che può decretare già chi saranno i corridori del futuro. Poi c’è anche la parte valoriale, legata al voler trasmettere ai giovani il piacere delle strade bianche. Il nostro evento madre, la ciclostorica L’Eroica, vede avvicinarsi, piano piano tanti ragazzi, e questo ci fa un immenso piacere».

L’edizione 2024 si aprirà con una cronometro a squadre di 22,5 chilometri
L’edizione 2024 si aprirà con una cronometro a squadre di 22,5 chilometri

Da tutto il mondo

L’edizione 2024 dell’Eroica Juniores Nations Cup supera di poco i 400 chilometri, una fatica non da poco se si pensa alla categoria e al fatto che è tutto racchiuso in cinque giorni. Il Giro della Lunigiana, giusto per fare un esempio, viaggia sugli stessi numeri in quanto a giorni e chilometri di gara. 

«C’è stata una grande adesione – continua Rossi – con la presenza di ben 18 team nazionali. Ai quali si aggiungono i team satellite del WorldTour come Decathlon AG2R La Mondiale U19, JEGG-Dir Academy U19-Visma e la Grenke Auto Eder-Bora. Ci saranno anche quattro rappresentative regionali italiane: Veneto, Lombardia, Sicilia e Toscana. Infine Team Veleka, Fensam Hoves, Team Alta Austria e la Vangi Pirata.

«Avere così tante Nazioni rappresentate – continua – è un modo per far capire quanto il brand Eroica si sia esportato nel mondo. Già portiamo il valore del ciclismo eroico e del nostro territorio in nove Paesi del mondo con eventi organizzati».

Entriamo nel dettaglio di questi 400 e passa chilometri con la presentazione delle cinque tappe. Ogni frazione prevede almeno un passaggio su una strada bianca il vero filo conduttore della manifestazione.

«Il primo giorno – spiega Rossi – ci saranno due tappe: una cronometro a squadre da 22 chilometri con partenza da Punta Ala e arrivo a Castiglione della Pescaia. Il pomeriggio, invece, una frazione da 68 chilometri. Volevamo fare una prima tappa in linea pianeggiante, ma da noi in Toscana non ce n’è molta e già il primo giorno ci saranno 500 metri di dislivello. Nella seconda giornata ci sarà l’arrivo a Siena, in Piazza del Campo, dopo 110 chilometri e cinque tratti di strade bianche. Si passano i luoghi iconici della Strade Bianche, la gara dei professionisti. Penso che far arrivare i ragazzi dove pochi mesi fa ha trionfato Pogacar sia un motivo di orgoglio per noi e per loro.

«La terza tappa – conclude – sarà quella che probabilmente scaverà i veri distacchi in classifica generale. Si parte da Siena e si arriva a Montevarchi, con un doppio passaggio sull’arrivo e un traguardo volante a Gaiole in Chianti, dove è nata L’Eroica. Qui ci sarà il passaggio su una salita di 7 chilometri, tutta di strada bianca, il Passo di Monte Luco, che collega il Chianti alla Valdarno. L’ultima fatica prevede 102 chilometri, da Siena a Chiusdino e attraversa tutta la provincia di Siena e la Val d’Elsa. Dopo un duplice passaggio sotto l’arrivo festeggeremo il successore di Nordhagen».