Van Rysel è anche sinonimo di abbigliamento ad alte prestazioni

Van Rysel è anche sinonimo di abbigliamento ad alte prestazioni

22.11.2025
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Non solo biciclette. Van Rysel spinge forte anche nella categoria dei capi tecnici di alta qualità e dalla resa tecnica elevata. Il marchio francese diventa sempre più un marchio premium sotto ogni punto di vista, ma i prezzi restano al di sotto della media della categoria.

Abbiamo provato la giacca Racer2 e la calzamaglia RCR Extreme. Sono due capi davvero tecnici, ben fatti e curati nel dettaglio, minimali al primo impatto visivo, ma ricchi di soluzioni per nulla banali, votati al comfort, praticità e protezione. Ecco le nostre considerazioni.

Van Rysel è anche sinonimo di abbigliamento ad alte prestazioni
Il brand di alto livello di Decathlon
Van Rysel è anche sinonimo di abbigliamento ad alte prestazioni
Il brand di alto livello di Decathlon

Van Rysel categoria Racer

Entrambi i capi oggetto del nostro approfondimento fanno parte della categoria Racer ed è la top di gamma Van Rysel. Racer2 è la giacca ergonomica ed aderente (vestibilità ProFit) con spessori ridotti (soprattutto nelle maniche), che non rinuncia a nulla in fatto di protezione. E’ composta da una membrana anti-vento esterna che al tempo stesso ha un buon potere idrorepellente. Internamente alterna tessuti dalla struttura diversa e con spessori differenziati, applicati in modo strategico. L’obiettivo è garantire una termoregolazione costante e una veicolazione del sudore all’esterno del capo, senza accumuli.

Ha complessivamente 5 tasche posteriori, 3 classiche ed una centrale con la zip, alle quali si aggiunge un’altra tasca esterna in rete. Tanto spazio accessibile che serve sempre e non guasta mai anche nell’ottica di uscite lunghe. Il tessuto delle tasche è parecchio elastico, vantaggioso. Colletto mediamente alto, finemente e leggermente imbottito in modo da non bagnarsi con il sudore, morbido in modo da adeguarsi in modo ottimale in caso di utilizzo di scaldacollo aggiuntivi. Zip lunga e sostanziosa, arricchita con un cursore dotato di bandella facile da raggiungere sempre. Inoltre la zona delle scapole presenta delle asole (coperte e protette) che aumentano la veicolazione dell’umidità verso l’esterno. Ottima scelta, una soluzione tanto semplice quanto efficace. E poi c’è il valore aggiunto della mezzaluna posteriore che all’occorrenza si allunga sui glutei, adattabile e idrorepellente. Una gran bella idea.

La calzamaglia RCR Extreme

E’ una salopette lunga. Disegnata, sviluppata e prodotta per chi vuole allenarsi intensamente anche quando le temperature scendono in modo importante. Cosa serve quando ci si allena con il freddo e si cerca intensità? L’atleta agonista necessita di libertà nei movimenti e adattabilità del capo. Al tempo stesso ha bisogno di protezione e di una giusta termicità dei tessuti che devono essere idrorepellenti nel modo adeguato. La salopette deve integrare un fondello adatto all’agonismo.

Il tessuto posizionato su fianchi e glutei, cosce e sulle gambe, fino alle caviglie alterna spessori e densità differenziate. Sulle articolazioni c’è una maggiore elasticità, mentre sulle sezioni meno soggette a rotazione movimento il tessuto caldo è completato da una membrana che protegge dal freddo (mai goffa e troppo rigida). Sulle caviglie il tessuto è molto sottile e privo di imbottiture, per evitare accumuli di umidità. Anche il giro vita ha spessori differenziati, caldo dove serve e più leggerezza dove è fondamentale garantire quest’ultima. Le bretelle sono molto elastiche e forate. Il fondello è prodotto da Elastic Interface su specifiche Van Rysel (sempre una garanzia). E’ molto scarico al centro e nella sezione anteriore che funge come una “tasca”, pieno e sostanzioso ai lati (e punti principali di contatto). A nostro parere è un fondello che trova la giusta interfaccia con le selle moderne che presentano il foro/canale di scarico centrale.

In conclusione

Van Rysel cala un bell’asso pigliatutto con i due capi della gamma Racer. Sono belli e fatti bene, sono sfruttabili e pur avendo una vestibilità ergonomica/asciutta, non sono estremi, ovvero non fanno l’effetto sottovuoto. La giacca, in proporzione è ancora più versatile della salopette, quest’ultima maggiormente specifica per le giornate più fredde quando il vento freddo pizzica e infastidisce. A prescindere dall’utilizzo e dall’approccio soggettivo in termini di utilizzo, i due prezzi di listino valgono al 200% la tecnicità di RCR Extreme e Racer2. Rispettivamente 79,99 euro per la calzamaglia e 69,99 per la giacca, prezzi molto interessanti e abbondantemente al di sotto della categoria normalmente dedicata agli agonisti.

Van Rysel

Hardskin FormulaE, il body che veste come un guanto

31.07.2025
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Il ciclismo è già da qualche anno nell’era dei body anche per l’utilizzo quotidiano e Hardskin entra in grande stile nella categoria. L’azienda bresciana è un riferimento soprattutto nel triathlon e proprio grazie al know-how sviluppato nella triplice disciplina porta in dote delle soluzioni per nulla banali.

Abbiamo provato il body FormulaE, un capo tecnicamente superiore, un indumento che nasce anche grazie al contributo delle tante ore spese nella galleria del vento Dallara. Entriamo nel dettaglio di FormulaE e del test.

Un capo super tecnico che offre anche una bella immagine all’agonista
Un capo super tecnico che offre anche una bella immagine all’agonista

Hardskin FormulaE, tessuti diversi

E’ l’apice della ricerca in fatto di tessuti, del perfetto blend tra loro e dell’aerodinamica applicata ad un capo tecnico sviluppato per le competizioni. Anche grazie al contributo di Alessandro Fabian (12 volte campione italiano di triathlon), il body top di gamma Hardskin è stato utilizzato sul campo (e viene usato) nei diversi step di sviluppo. In origine nasce per il triathlon e vuole diventare un riferimento anche nel ciclismo. Il body FormulaE è disegnato per offrire il meglio nel comfort, libertà di movimento, efficienza aerodinamica ed ergonomia, una buona immagine dell’atleta.

Poco più di 200 grammi per un body sono pochi, un peso che rende perfettamente l’idea del posizionamento tecnico di questo indumento. Ogni sezione del corpo presenta tessuti diversi che hanno compiti differenti, non sono presenti inserti siliconici e c’è una zip lunga (che arriva fino alla sezione addominale) senza ribattiture sottostanti. Significa non avere spessori aggiunti che andrebbero a sacrificare la leggerezza e la termoregolazione, ma anche una certa difficoltà nelle gestione in caso di pit-stop.

Il design è pulito, minimale, estremamente funzionale, ci sono due tasche posteriori (nessuna tasca interna, presente invece nel modello specifico per il triathlon). Il fondello è sviluppato in collaborazione con Elastic Interface ed è posizionato abbondantemente in avanti (molto di più rispetto ad una salopette tradizionale).

Body e aerodinamica

Essere aerodinamici significa guadagnare 3 minuti su una distanza di 180 chilometri ad una potenza media di 220 watt (molto più che un marginal gain). Traducendo, un risparmio energetico ed una qualità migliore in termini di efficienza. La variabile più grande resta sempre l’atleta, ma la base tecnica può fare una grande differenza, soprattutto nel lungo periodo.

Le nostre considerazioni

FormulaE è un body dedicato agli agonisti che vogliono il massimo anche dall’abbigliamento, è super tirato e una volta indossato è come una seconda pelle. Diventa un tutt’uno con il corpo, non è un compromesso e bisogna pure saperlo indossare. Indossarlo è il punto di partenza, un aspetto banale e nel caso di prodotti come FormulaE non così scontato, perché chi non ha mai indossato un body non è detto che non si confronti con qualche difficoltà. Adattare e posizionare per bene il pantaloncino, portare verso l’alto il busto e con piccoli gesti infilare le maniche, aiutandosi anche con le spalle (e naturalmente le braccia). Il body è un guanto, deve vestire perfetto ed essere attaccato alla pelle.

Maniche tiratissime e lunghe, con quelle coste aerodinamiche che in parte irrigidiscono e stabilizzano. La pannellatura anteriore è più rigida, quella posteriore ha un tessuto leggermente più morbido, ma non è un mesh vero e proprio. Tessuto leggerissimo anche ai lati per espellere il più possibile umidità e calore, asciuga in un amen. Le due tasche posteriori sono in tessuto traspirante (ottima scelta, nell’ottica di non fermare l’umidità) e sono dotate di una sorta di aletta interna che aiuta a bloccare il contenuto. Ben fatta e ben posizionata la cerniera che scende fino sotto l’ombelico.

Fondello mutuato dal triathlon

Nella scala dei valori, oltre ad adottare qualche malizia per indossare il body nel modo corretto, c’è da considerare il posizionamento del fondello. Generalmente è più avanzato (rispetto ad una salopette classica top di gamma) ed in questo caso è estremizzato, mutua il suo posizionamento dal triathlon. Anche i body specifici per le crono adottano questa soluzione.

E’ un dettaglio vantaggioso per chi usa una posizione allungata/coricata ed aiuta a portarsi in avanti ed è giusto così. Può diventare una sorta di limite per quel corridore che non si piega molto in avanti e adotta uno stile di guida alto sul manubrio. Il tessuto compatto e “vellutato” (davvero confortevole) scelto per la sezione del pantalone si adatta perfettamente al fondello e asseconda molto bene i movimenti.

Tanto aderente, ma anche comodo
Tanto aderente, ma anche comodo

In conclusione

Hardskin entra ufficialmente nel ciclismo e bisogna considerare che FormulaE è una sorta di portone che si apre, quasi come un punto di partenza. Se questa è la base sulla quale lavorare, tanti complimenti all’azienda bresciana. Hardskin inizia dove molti arrivano dopo diversi step di sviluppo. Il prezzo di listino è alto, 399 euro è una cifra importante, ma come abbiamo scritto in altre occasioni, la tecnologia migliore è costosa.

Il body FormulaE è uno strumento, non è solo un abbigliamento ed è da mettere sullo stesso piano della migliore ruota aerodinamica, di uno pneumatico tra i più efficienti, di un trattamento ceramico specifico per la catena, al pari di quelle che erano dettagli marginali, che oggi sono alla base del miglioramento della dotazione tecnica.

Hardskin

Salopette Geko MG1 Gravel, il soggetto è sempre la stabilità

12.06.2025
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Geko MG1 Gravel è una salopette che nasce in modo specifico per il gravel, per l’off-road in genere e porta con se la soluzione degli inserti anti-scivolo che entrano in contatto con la sella. La salopette, grazie alle due tasche laterali trova nel mondo off-road il suo contesto ideale, eppure anche in ottica endurance mostra una comodità e una sfruttabilità ideale per quella tipologia di utenti che passano tante ore in bici.

Abbiamo provato la nuova salopette di Geko, ben fatta e ben confezionata, molto vantaggiosa per il rapporto qualità/prezzo. 159 euro di listino, per un capo tecnico di questa caratura, non sono molti. Entriamo nel dettaglio della nostra prova.

Gli inserti antiscivolo che vanno a contatto con la sella
Gli inserti antiscivolo che vanno a contatto con la sella

MG1 gravel, come sono fatti

Sono confezionati grazie ad un tessuto molto elastico in ogni parte della salopette, ad eccezione di tutta la zona delle bretelle, anteriore e la pannellatura posteriore. L’estrema cura del confezionamento è percepibile grazie alle bandelle che rinforzano e proteggono i punti più sensibili e soggetti ad usura, ad esempio le tasche laterali e le porzioni laterali della salopette. Le tasche laterali sono applicate e sono in rete mesh. Sono in alto, di più rispetto alla media della categoria, in modo da non creare fastidio quando al suo interno viene riposto anche un contenuto pesante. Lo stesso contenuto è ben saldo e non esce.

Il fondello è firmato Elastic Interface, non prevede cuciture e presenta diverse zone con densità differenziata. E’ giustamente scaricato nella zona più avanzata. Permette di sfruttare a pieno una posizione ribassata in avanti (magari in ottica road o nei tratti più veloci anche su sterrato), sia una posizione più alta con le tuberosità ischiatiche che appoggiano pienamente, con tutto il peso del corpo che scarica sulla sella. Non costringe e non comprime le parti intime. Ben fatto e ben applicato. La parte interna del fondo gamba presenta degli inserti soliconici con la scritta Geko, alti 4,5 centimetri, mentre il taglio del tessuto è vivo e non prevede ribattiture. Ne guadagnano la stabilità e la tenuta dell’intera salopette.

Gli inserti antiscivolo

Due inserti che entrano in contatto con la sella, una soluzione tanto semplice (così sembra), quanto immediata ed efficace, su strada e anche nell’off-road. Non hanno spessore, quindi non cambiano l’altezza di sella e hanno una sorta di micro-fori che agevolano la normale termoregolazione.

Offrono enormi vantaggi in fatto di stabilità e grip sulla sella, evitando scivolamenti, diminuendo drasticamente gli attriti, sono vantaggiosi per l’ottimale tenuta della posizione. Per qualcuno si traduce in una maggiore efficienza, per tutti è sinonimo di comfort.

La tasca laterali quasi non si nota anche con un minimo di contenuto al suo interno
La tasca laterali quasi non si nota anche con un minimo di contenuto al suo interno

Tasche laterali anche su strada

Soprattutto in ottica endurance e con l’obiettivo di passare giornate intere a pedalare, lo spazio delle sole tasche della maglietta non è sufficiente e talvolta le borse diventano ingombranti. Ecco che una salopette del genere può diventare la scelta più giusta ed adeguata, non un compromesso.

C’è la comodità ed una super qualità del prodotto, c’è il valore aggiunto delle tasche laterali che assumono le connotazioni di un “cargo” dove mettere qualche barretta, qualche gel o quel che si vuole anche in base alle preferenze, aggiungendo spazio utile e facile da sfruttare.

Tasca alta, facile da raggiungere, sempre
Tasca alta, facile da raggiungere, sempre

In conclusione

La salopette Geko è una grande idea, lo è nella versione standard, quella più stradale lo è ancora di più (a nostro parere) in questa versione che nasce principalmente per il gravel. Prima di tutto il prezzo, ovvero quei 159 euro di listino che rendono questa salopette di alta qualità alla portata di tutti. Non si vogliono utilizzare le tasche laterali? E’ sufficiente non inserire nulla al proprio interno e quasi non si notano, perché restano perfettamente aderenti alla coscia.

E poi il range di utilizzo di MG1 gravel, un bibshort che ci è piaciuto definire un 360°, per le uscite corte da sparo, su strada e nel gravel. Per le pedalate più lunghe e perché no, anche nell’ottica del viaggio e bikepacking, dove il soggetto del comfort diventa parallelo al piacere dell’esperienza in bici.

Geko

Elastic Interface lancia una campagna per la sicurezza in strada

10.02.2025
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“Non guidare d’istinto, ma distante”: con questo slogan Elastic Interface, azienda italiana specializzata nella produzione di imbottiture innovative e sostenibili per abbigliamento da ciclismo, ha avviato una nuova campagna di sensibilizzazione sulla sicurezza stradale dei ciclisti. L’iniziativa prevede la circolazione di un furgone aziendale appositamente allestito, che porta il messaggio di attenzione e rispetto per i ciclisti sulle strade della provincia di Treviso.

Dallo scorso 8 gennaio, tutti gli automobilisti della provincia di Treviso possono imbattersi in un veicolo di Elastic Interface con impresso un messaggio chiaro ed essenziale: “Non guidare d’istinto… ma distante. Rispetta la distanza di sicurezza.” Sul retro del furgone, lo slogan è accompagnato da un’immagine illustrativa che evidenzia l’importanza di mantenere almeno 1,5 metri di distanza dai ciclisti, garantendo così di conseguenza la sicurezza di tutti gli utenti della strada. L’obiettivo della campagna è chiaro, ovvero quello di sensibilizzare sia automobilisti che ciclisti sull’importanza di una convivenza rispettosa e sicura, riducendo il numero di incidenti e promuovendo una maggiore consapevolezza sui rischi della strada.

Questo il furgone di Elastic Interface che girerà in provincia di Treviso
Questo il furgone di Elastic Interface che girerà in provincia di Treviso

Necessità di cambiamento

Le statistiche confermano l’urgenza di un intervento concreto: nel 2024 si sono registrati 195 decessi causati da incidenti che hanno coinvolto ciclisti. La mancanza di infrastrutture adeguate, e la condivisione delle strade con altri veicoli, rendono particolarmente vulnerabili coloro che si spostano in bicicletta, soprattutto durante gli allenamenti. Anche un semplice spostamento d’aria generato da un veicolo può destabilizzare un ciclista, con conseguenze potenzialmente gravi.

Elastic Interface, da sempre attenta al benessere degli atleti su strada, ha inserito la promozione della sicurezza ciclistica tra gli obiettivi di beneficio comune della propria attività. L’iniziativa rientra in un impegno più ampio per favorire una maggiore sicurezza e consapevolezza nella condivisione degli spazi stradali.

Un impegno condiviso

Tra i sostenitori della campagna c’è Paola Gianotti, ciclista e ambassador del brand, che nel 2014 ha subito un grave incidente stradale durante il suo giro del mondo in bicicletta. Da allora, la stessa Gianotti si è impegnata attivamente nella sensibilizzazione sulla sicurezza dei ciclisti, promuovendo cartelli stradali e sostenendo proposte di legge per rendere obbligatoria la distanza minima di 1,5 metri in fase di sorpasso.

«Questa campagna – ha dichiarato Irene Lucarelli, responsabile marketing e comunicazione di Elastic Interface – è solo un primo passo. Abbiamo grandi aspirazioni e siamo aperti a collaborazioni per far crescere questa iniziativa. Elastic Interface ribadisce che la sicurezza su strada è una responsabilità condivisa: il rispetto delle regole e la consapevolezza reciproca sono difatti fondamentali per una convivenza più sicura tra ciclisti e automobilisti».

Elastic Interface

Extreme Pro 2: il pantaloncino che mancava alla collezione

15.06.2024
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I pantaloncini sono il capo d’abbigliamento di maggior importanza quando si pedala, soprattutto per tante ore. Devono risultare comodi, efficienti e di grande qualità tecnica, visto che devono sostenere il nostro peso e contribuire ad un movimento fluido delle gambe. Northwave, infatti, ha deciso di creare gli Extreme Pro 2. Un indumento che va a completare la collezione Extreme e che si abbinano perfettamente all’Extreme Evo Jersey. Per questi nuovi pantaloncini non ci sono limiti, sia su strada che nel fuoristrada risultano efficaci e performanti. 

Anche durante gli sforzi più intensi gli Extreme Pro 2 non perdono la posizione
Anche durante gli sforzi più intensi gli Extreme Pro 2 non perdono la posizione

Il fondello 

Se ci si vuole concentrare sulle qualità tecniche dei pantaloncini Extreme Pro 2 bisogna guardare al fondello: il Paris HP. Un prodotto sviluppato direttamente da Elastic Interface, con caratteristiche di tripla densità. Un modo per dare il giusto supporto ad ogni zona, con particolare cura di quella perineale e ischiatica.

Il tessuto scelto è l’Eit Rhombus, realizzato con una struttura innovativa che combina le naturali proprietà antisettiche e batteriostatiche del filo in carbonio con una struttura a canaletti che aiuta a eliminare il sudore. Il fondello, inoltre, ha una superficie forata che aumenta la ventilazione e il conseguente ricambio d’aria. 

Traspirante, comodo e leggero

Il tessuto con il quale sono realizzati i pantaloncini Extreme Pro 2 è il Cobra 40 Power di Sitip. Si tratta di un materiale dalle grandi qualità: resistente, coprente, traspirante e di facile manutenzione. Il sostegno offerto al ciclista è di altissimo livello, così come la compressione muscolare che aiuta ad attivare la circolazione sanguigna. Quest’ultimo particolare è dato dalla costruzione a pannello singolo. Il tessuto Cobra 40 Power ha in sé due tecnologie importanti: Microsense Soft Performance e Eclipse Sun Protection. Il risultato finale è un’ottima protezione dai raggi UV. 

Sull’estremità è stato utilizzato un taglio vivo, per una migliore efficienza aerodinamica, alla quale si aggiunge una stampa in silicone antiscivolo. Con gli Extreme Pro 2 sarà impossibile perdere la posizione in sella, anche durante gli sforzi più intensi. La parte posteriore è in tessuto traforato Sensitive di Eurojersey, ultrasottile e in morbida microfibra con il 27% di lycra, estremamente leggero e traspirante.

Prezzo al pubblico: 129,99 euro.

Northwave

Jëuf Cycling, l’abbigliamento con qualcosa in più

09.05.2024
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Nella lingua ladina Jëuf significa passo montano e questo identifica bene le origini ciclistiche di questa azienda. Prima di entrare nel dettaglio dei capi ci piace riprendere e sottolineare una frase di Vivienne Westwood e ripresa nel decalogo di Jëuf, «compra meno, scegli bene e fallo durare».

Abbiamo provato la salopette Pro Race Power e la maglietta Pro Race Carbon, capi estremamente tecnici, performanti e anche tanto confortevoli, tutti fatti in Italia e con soluzioni tecnologiche non banali legate ai tessuti.

E anche la trama, diversa e comunque integrata
E anche la trama, diversa e comunque integrata

Una collaborazione tutta italiana

La salopette e la maglia sono confezionati grazie al tessuto italiano certificato Oeko-Tex, ovvero una delle massime certificazioni in fatto di qualità. Significa inoltre che non c’è solo una lavorazione di stampo artigianale, ma i tessuti sono una garanzia in fatto di provenienza e controllo.

A questo si unisce la costruzione a navetta Kinetech (relativa alla salopette) che si presenta con elevato modulo elastico a favore della compressione, capace di migliorare la stabilità, il controllo, l’aderenza e la microcircolazione saguigna. Un capo del genere conferma che la qualità dei capi influisce sulla nostra prestazione quando pedaliamo.

Le vestibilità complessiva è di altissimo livello
Le vestibilità complessiva è di altissimo livello

La salopette Pro Race Power

Al tatto si presenta davvero sostenuta e al tempo stesso molto elastica, per nulla cedevole in nessuna parte, con una compattezza che va a favore di una elevata resistenza all’abrasione. Una volta indossata è una sorta di guanto, ma il primo fitting deve essere fatto con cura, perché tutta la salopette, soprattutto nella zona delle coscie ha bisogno di un attimo per adeguarsi alle forme del corpo. Qui mostra tutto il suo potere compressivo e cuciture che sono ridotte al minimo (ben fatte e dritte, non sporgono e non ci sono ribattiture esterne e curve a 240°). La costruzione a navetta è soluzione di pregio, che non tutti si possono permettere, ma capace di rendere il capo tecnicamente (anche per quanto concerne il fitting) superlativo.

Le bretelle hanno un’importante pannellatura posteriore con una sezione centrale alleggerita per facilitare l’espulsione di calore e umidità. Sono tanto elastiche e morbide al tempo stesso, quasi impercettibili una volta indossate, anche quando sono a contatto diretto con la pelle. Nel punto di ancoraggio verso la zona addominale si nota la particolarità del loro prolungamento esterno e verso il basso, altro dettaglio che contribuisce a stabilizzare tutta la salopette. La fascia addominale e lombare hanno un taglio medio/basso con un tessuto ad esagoni, come una sorta di rete, ma con un potere contenitivo decisamente superiore ad un tessuto mesh tradizionale. La parte interna presenta una sorta di trama garzata che non si inumidisce.

Compressione e sostegno

Tutta la parte che copre le cosce è davvero compressiva ed il fitting, la stabilità, ma anche la comodità sono eccellenti. Questa salopette Jëuf è l’esempio lampante di quanto una compressione ben fatta (complice una costruzione ottima ddel pantaloncino che sfrutta a pieno le caratteristiche del tessuto) porta dei vantaggi sotto molti aspetti. Il fondo gamba ha una trama diversa e con un inserto siliconico integrato. Non accentua gli eventuali accumuli di sudore e calore, non irrita la cute e contribuisce all’integrità/longevità del pantaloncino.

E poi c’è il fondello sviluppato da Elastic Interface della serie Joy2, una sorta di imbottitura endurance evoluta. Ha uno spessore che arriva fino a 9 millimetri, comunque con zone differenziate, per altezza, supporto e anche per quanto riguarda la finitura esterna. La stabilità (di alto livello) del fondello è influenzata dal sostegno che arriva dal tessuto del pantaloncino, che azzera la formazione di sacche e spazi vuoti nella zona inguinale, sulle cosce e anche nella parte posteriore a tutto vantaggio di stabilità e comfort anche nel lungo periodo. Di base, il fondello è disegnato per uscite fino a 5 ore.

La jersey Pro Race Carbon

E’ una di quelle magliette “tirate” ed ergonomiche capaci di offrire un’immagine moderna e anche piuttosto aggressiva. E’ leggera, è elastica e anche morbida, una morbidezza che arriva anche da uno spessore contenuto. Le maniche hanno un potere elastico maggiore e sono molto più aderenti, di sicuro aerodinamiche.

Il girovita della maglia Jëuf è differenziato tra anteriore e posteriore. La sezione frontale ha una sorta di orlo sottile e si alza in modo importante verso la parte addominale superiore, mentre la parte dietro ha una banda elastica più alta, utile a stabilizzare la maglia quando si è in presa bassa sul manubrio e quando le tasche sono piene. Infatti, la maglia non si muove. Le tasche sono 3, applicate nella parte più bassa della maglia e con una capienza adeguata, non eccessiva.

La zip è di ottimo livello ed è applicata al tessuto della maglia in modo da valorizzare il binomio. Il girocollo è ribassato e la zona di blocco del cursore presenta una sorta di patella protettiva, un dettaglio non banale che dimostra la cura di ogni singolo dettaglio.

La costruzione della jersey gli permette di essere sempre perfettamente aderente, senza sbuffi
La costruzione della jersey gli permette di essere sempre perfettamente aderente, senza sbuffi

In conclusione

La salopette Pro Race Power e la maglia Jëuf Pro Race Carbon sono due capi dedicati a chi ama sfruttare a pieno le potenzialità che arrivano dall’abbigliamento. Sono capi da agonisti. Hanno bisogno di essere utilizzati più volte per essere capiti e sfruttati al 100%, sono indumenti con delle potenzialità enormi in fatto di sostegno, comfort e capacità di stabilizzare la seduta.

Ci ha colpito il livello (elevatissimo) delle finiture e della cura di cuciture, qualità dei tessuti e della loro combinazione, ma anche delle trame che diventano funzionali alla resa del capo stesso. E poi il prezzo di listino, 149,95 per la salopette e 99,95 euro per la maglia. Questi capi Jëuf non sono economici, ma se mettiamo insieme i diversi aspetti menzionati in precedenza, abbiamo un rapporto qualità/prezzo decisamente superiore alla media.

Jëuf

Geko, la migliore interfaccia tra la bici ed il ciclista

06.05.2024
5 min
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I capi tecnici Geko sono anche un sistema brevettato. Buona parte del concetto proposto dall’azienda veneta ruota attorno al bibshort con un inserto grippante che entra in contatto con la sella.

Ma è l’abbigliamento nel suo complesso a fare la differenza, grazie ad un fondello eccellente, a finiture di altissimo livello e materiali di prim’ordine. Entriamo nel dettaglio anche grazie al contributo di Francesco Nardi, creatore del progetto Geko.

Un abbigliamento tecnico di qualità professionale
Un abbigliamento tecnico di qualità professionale

Geko amico del biomeccanico

«L’obiettivo di Geko – ci racconta Francesco Nardi – è quello di offrire un aiuto nel mantenimento della posizione ottimale quando si è sulla bicicletta. Non è solo una questione di ricercare la miglior prestazione, perché prima di tutto in sella bisogna stare bene, essere a proprio agio ed in comfort. Da qui si capisce quanto conti la potenzialità di una posizione biomeccanica corretta, che di norma è quella identificata da un biomeccanico in fase di valutazione. Ma non è solo questo: una maggiore stabilità e grip aiutano nell’esperienza migliore e di qualità proprio quando pedaliamo. Una salopette del genere con l’inserto che aumenta il grip tra il pantaloncino e la sella, stabilizzando e creando un buon feeling, contribuisce ad una migliore guida in discesa e quando è necessario spostare anche il peso del corpo.

«Aumenta la sicurezza – ci dice Nardi – anche grazie ad una confidenza maggiore e limita il rischio di arrossamenti nelle zone intime. Questo perché-conclude Nardi-lo stesso fondello rimane fermo quando si è seduti e si spinge con vigore. Abbiamo effettuato diversi test con gli interventi del biomeccanico ed i risultati confermano quanto accennato, con riflessi positivi anche sulla qualità della pedalata. Normalmente si impiegano molte energie quando si verifica un continuo slittamento verso la punta della sella».

Semplice quanto efficace

Un inserto che funge da antiscivolo è una soluzione tanto semplice quanto utile ed intuitiva. Quello applicato sui pantaloncini Geko inoltre, non è invasivo, perché è sottile e di qualità, una qualità che si riflette anche sulle finiture e sui dettagli dell’abbigliamento.

Partendo dal presupposto di una corretta posizione in sella, la fase di grip sfruttabile è percepibile quando si pedala in salita e tendenzialmente si porta il corpo verso la sezione più ampia della sella, ma anche quando si è piegati sul manubrio e l’inserto si unisce in un perfetto abbinamento con il “naso” della sella. Non è un “effetto collante” e non ci sono spessori aggiunti, il feeling è quello di avere una salopette di ottima qualità con qualcosa in più.

Dettagli che fanno la differenza

Il primo è legato al fondello Elastic Interface della famiglia Endurance. E’ morbido e non eccessivamente spesso, un fattore che crea dei vantaggi non secondari quando le temperature esterne si alzano, o si pedala per diverso tempo in salita e da seduti. Davanti è molto scaricato e crea una sorta di “sacca” protettiva.

La costruzione della salopette a contatto con la coscia è fatta con tre differenti trame del tessuto, ognuna di queste contribuisce alla stabilità e ad assecondare al meglio l’azione del brevetto Geko. Le cuciture sono abbondanti e sono al tempo stesso morbide, ben strutturate e impercettibili.

La qualità costruttiva di un capo tecnico passa anche da qui. Infine il girovita della salopette è molto scaricato verso il basso e utilizza delle bretelle potenti ed elastiche. Significa che c’è un sostegno costante e non ci sono strati aggiunti che potrebbero accumulare sudore e calore prodotti durante lo sforzo, anche e soprattutto nella zona addominale. Un abigliamento fatto dai ciclisti, per i ciclisti. La salopette ha un prezzo di listino di 249 euro, la shirt di 157.

Gekosport

Bianchi Milano Remastered: stile iconico, caldo e confortevole

25.11.2023
3 min
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La collezione Remastered di Bianchi Milano nasce con l’obiettivo di rendere piacevoli le uscite invernali, con capi che mettano il comfort al primo posto, utilizzando tessuti ad alte prestazioni sviluppati da aziende italiane. Per la creazione di Thermo Jacket, Thermo Jersey e Thermo Bibtight al centro di tutto ci sono lo stile, il comfort e la termicità. Lo stile della Capsule Remastered è riconoscibile fin da subito per l’ampia fascia celeste sul petto, un omaggio alla grande tradizione Bianchi.

Comfort e calore

La parola d’ordine della Remastered Thermo Jacket è calore. Con il suo tessuto a tre strati e la membrana idrorepellente, questa maglia garantisce una protezione ottimale da vento e pioggia, ma anche la traspirabilità che serve per conservare la giusta temperatura interna. Un’altra caratteristica chiave è l’elevata elasticità che offre la necessaria libertà di movimento. Ad impreziosire questo capo ci sono inoltre il collo risvoltabile con taglio vivo, una zip a doppio cursore con tiretto autobloccante e flap interno protettivo e l’orlo manica ergonomico per una perfetta vestibilità e compatibilità con il guanto Bianchi Milano. Disponibile in tre colori: grey-celeste, blue-sand e blue-purple, il prezzo è di 269,90 euro.

Dall’incontro fra stile e comfort è nata la Remastered Thermo Jersey. Confezionata in tessuto scuba soft-touch dalla grande elasticità, questa maglia disegna una figura sempre snella e filante, qualsiasi sia la forma fisica di chi la indossa. Il collo sagomato offre una vestibilità aderente, mentre le finiture premium con filo celeste minimizzano l’attrito con la pelle. Il capo è dotato di tre tasche posteriori per riporre l’essenziale durante le uscite invernali. La maglia Remastered Thermo è disponibile in due colori: black-celeste e blue-purple. Il prezzo è di 189,90 euro. 

Per le lunghe distanze

Pedalare accompagnati dal comfort e al caldo per molte ore grazie alla calzamaglia termica Remastered e alle sue peculiarità. Per ottenere questo, Bianchi Milano ha scelto come tessuto principale la lycra tecnica garzata, caratterizzata da fibre particolarmente elastiche che conferiscono al capo una vestibilità ergonomica. La calzamaglia si adatta in modo naturale alla forma del corpo, riducendo al minimo ogni tipo di sfregamento, garantendo al tempo stesso un ottimo isolamento termico rispetto all’ambiente circostante. 

Remastered Thermo Bibtight è stato progettato per assicurare massima comodità sulle lunghe distanze: a questo contribuiscono la speciale costruzione dei pannelli laterali, la fascia di supporto per la zona lombare e, soprattutto, il fondello di Elastic Interface, con schiuma a tripla densità, in grado di alleviare la pressione del corpo sulla sella, evitando dolorosi punti di pressione anche dopo molte ore in bici. Il prezzo è di 199,90 euro.

BianchiMilano

Problemi al soprasella: come lavorano le aziende?

30.09.2023
5 min
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Durante la Vuelta Cian Uijtdebroeks ha sofferto di problemi al soprasella, che lo hanno infastidito parecchio. Situazioni di questo genere potrebbero passare anche dai materiali utilizzati nell’abbigliamento: tutto si estremizza e anche in questo campo si sono fatti progressi e studi. Ma come lavorano i vari marchi in tema di protezione delle parti intime e più delicate? La nostra indagine parte da una curiosità e coinvolge quattro aziende: Elastic Interface, Alé Cycling, Q36.5 e Sportful

Il fondello dei pantaloncini gioca un ruolo di fondamentale importanza nella prevenzione. Tutto parte dalla scelta dei materiali per creare forme e schiume. Da qui si passa poi alla ricerca della giusta densità, per evitare dolori e sfregamenti. Quello che accomuna queste aziende è il costante lavoro con atleti professionisti: tester d’eccellenza. 

Elastic Interface parte dallo studio dei parametri antropometrici dell’anatomia maschile e femminile
Elastic Interface parte dallo studio dei parametri antropometrici dell’anatomia maschile e femminile

Il metodo Elastic Interface

Per Elastic Interface risponde Irene Lucarelli, Marketing & Communication specialist. «I materiali che utilizziamo, selezioniamo e sviluppiamo – spiega – rispondono a un mix di esigenze. In primis, la performance per il ciclista, intesa come comfort percepito durante la pedalata, ma anche come sicurezza e salubrità di un prodotto che va a contatto con zone sensibili. Garantiscono un’ottima gestione del sudore, oltre che essere morbidi al tatto. La combinazione di queste due caratteristiche permette di mantenere una sensazione di asciutto sulla pelle ed evitare sfregamenti e lesioni.

«Il design base, da cui parte lo sviluppo di tutti i fondelli, arriva dallo studio dei parametri antropometrici dell’anatomia maschile e femminile. Assieme allo studio delle varie posizioni in sella, a seconda della disciplina, abbiamo definito il giusto mix di materiali per ognuna di queste. Da sempre “giochiamo” con spessori e densità per creare la giusta ricetta, ovvero la migliore protezione per un determinato tipo di attività. Il nostro faro più potente è la massima protezione con il minimo ingombro. Tenere il ciclista il più possibile vicino alla superficie di contatto, la sella, per garantire la migliore stabilità».

L’esperienza di Alé

«In Alé i materiali usati – spiega Alessia Piccolo, CEO di Alé Cycling – sono microfibre anallergiche, traspiranti e a rapida asciugatura. Le forme anatomiche vengono sviluppate grazie ai test in bici, sono specifiche per uomo e per donna in quanto hanno conformità fisiche diverse. Le schiume hanno spessori e densità differenti a seconda del tempo di utilizzo, ad esempio le lunghe distanze, per proteggere dagli urti e dalle sollecitazioni della strada.

«Le imbottiture vengono sviluppate tenendo conto dei punti di maggior contatto con la sella. I fondelli sono testati da più persone, in più stagioni e su diverse distanze, al fine di trovare la giusta quadra tra tutte queste esigenze. Un valido alleato per evitare sfregamenti è il tipo di cucitura con cui il fondello viene applicato al pantalone. Le nostre cuciture tri-stitch donano una maggior elasticità e permettono al fondello di adattarsi al corpo durante la pedalata, senza rimanere rigido».

Per Q36.5 si inizia decidendo quale tipo di fondello inserire all’interno di ogni specifico pantaloncino
Per Q36.5 si inizia decidendo quale tipo di fondello inserire all’interno di ogni specifico pantaloncino

Q36.5 e i tanti test

«In Q36.5 – spiega Alberto Bianchi, Product Manager – il primo step è definire che tipologia di fondello intendiamo inserire in uno specifico pantalone, questo per poter ragionare in funzione dei tessuti e delle caratteristiche costruttive dello specifico pantaloncino. Partiamo sempre da un test empirico ricavando le imbottiture da dei pannelli di prova che intagliamo a mano e proviamo usando una forma base di fondello.

«Questi pannelli hanno densità e altezze diverse e determinano le effettive specifiche tecniche dei nostri modelli. Una volta stabilite quali schiume e imbottiture da utilizzare parte il processo creativo legato alla forma del fondello e alle specifiche tecniche costruttive. L’attività di studio e di posizionamento comprende dei test di laboratorio necessari a verificare punti di pressione e corretta funzionalità del prodotto.

«Le imbottiture vengono sviluppate seguendo due criteri: forme e densità. Utilizziamo tecniche di applicazione diverse in considerazione delle differenti imbottiture e testiamo differenti configurazioni di schiume e altezze fino a trovare la miglior formula di utilizzo. Sempre verificando che le tipologie utilizzate rientrino appieno dei nostri rigorosi parametri di asciugatura e deformazione.

«Qualità dei tessuti e modelleria del capo possono cambiare sostanzialmente la resa di un fondello, anche la cura del singolo dettaglio è importante. Anche solo la posizione di un’etichetta viene pensata sempre guardando all’utilizzatore finale per garantire il massimo benessere.

Ogni pantaloncino ha caratteristiche e risponde ad esigenze diverse, a seconda dell’utilizzo
Ogni pantaloncino ha caratteristiche e risponde ad esigenze diverse, a seconda dell’utilizzo

La soluzione di Sportful

«Le forme dei fondelli – ci spiegano dal centro ricerche – sono state studiate in base alla forma necessaria per avere il giusto fit con la sella. La schiuma viene iniettata all’interno di uno stampo che permette di produrre il padding che in un secondo momento sarà incollato alla parte di tessuto pre-tagliata.

«Le imbottiture e i fondelli sono il risultato di numerosi test nel corso degli anni con atleti professionisti e tester aziendali. Inoltre, grazie alla nostra collaborazione con fornitori di fiducia, siamo stati capaci di evolvere i materiali e ricercare la miglior soluzione possibile. Utilizziamo imbottiture a diversa densità e con diverso spessore. E’ molto importante cercare di fornire il miglior servizio possibile, ad oggi Sportful può contare su 5 differenti tipi di fondelli da uomo e 5 fondelli esclusivamente per donna; tutti con differenti strati di densità e diverse combinazioni di materiali. Lavorare insieme agli atleti è da sempre un plus di Manifattura Valcismon e di Sportful. Grazie ad atleti di alto livello siamo riusciti ad avere i giusti riscontri per accontentare tutte le esigenze».