Nuova V5Rs, genesi della Colnago più leggera di sempre

16.04.2025
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DESENZANO DEL GARDA – Colnago V5Rs toglie i veli e si presenta in modo ufficiale alla stampa internazionale. Rispetto alla V4Rs, la nuova bici di Pogacar e compagni al UAE Team Emirates ha subìto una cura dimagrante non banale e porta con sé un concetto di analisi della rigidità diverso dalla concorrenza. Se messa a confronto con la V4Rs è meno rigida durante una valutazione statica. Invece, lo è molto di più quando si analizza il valore durante la pedalata, nel corso della fase dinamica.

La nuova Colnago, che debutterà domenica all’Amstel Gold Race, è il risultato perfetto di un’equazione. Aerodinamica (grazie ad un drag paragonabile ad una aero concept) e leggera. E’ capace di trasmettere un buon feeling in ottica comfort, rigida in salita e durante gli sprint. Eccola nel dettaglio.

Anche la nostra Longo Borghini ha in dotazione la V5Rs (foto Colnago)
Anche la nostra Longo Borghini ha in dotazione la V5Rs (foto Colnago)

Parola a Davide Fumagalli, responsabile R&D Colnago

La richiesta di una nuova bicicletta è arrivata dal team, in un normale processo di evoluzione legato alla V4Rs. La squadra non ha chiesto in maniera perentoria una bici più leggera (anche se è la Colnago più leggera di sempre), quanto piuttosto, una bici con performance complete.

«Nel caso della Y1Rs – spiega Davide Fumagalli, responsabile di ricerca e sviluppo – il team ha espresso la volontà di una bici super veloce. Per quanto concerne la nuova V5Rs, le richieste sono rimaste su un delta piuttosto ampio. E’ cambiato il carbonio: la sua laminazione e l’intero processo costruttivo. A parità di taglia c’è un risparmio di 150 grammi, se messa a confronto con la V4 è costruita in cinque parti diverse. Il triangolo principale è un monoblocco, mentre il carro posteriore è diviso in quattro sezioni. Per la V5 utilizziamo dei mandrini interni che permettono di lavorare il carbonio in modo estremamente preciso, a tutto vantaggio di riduzione del peso e cura del prodotto finito.

«Abbiamo adottato dei modelli evoluti di CFD, in parte mutuati dal progetto Y1Rs – conclude Fumagalli – con geometrie dalle differenze minime rispetto alla V4Rs, per cui abbiamo creato un doppio rake della forcella in base alle taglie. E’ unico il supporto per il deragliatore, che può essere rimosso e supporta corone fino a 55 denti».

Davide Fumagalli è il responsabile ricerca e sviluppo di Colnago (foto Nicola Vettorello-Colnago)
Davide Fumagalli è il responsabile ricerca e sviluppo di Colnago (foto Nicola Vettorello-Colnago)

Le particolarità della V5Rs

Il rinnovato processo di costruzione permette di stabilizzare le fibre che, non si muovono e non cambiano direzione nelle fasi di cottura del carbonio. La scatola del movimento centrale adotta delle calotte esterne filettate ed è larga 68 millimetri. Tutta l’area frontale della V5Rs è stata ridotta del 13%. E’ da considerare anche un reggisella completamente ridisegnato (disponibile con arretramento zero, oppure 1,5 centimetri).

Rispetto ai normali canoni sono stati rialzati i foderi posteriori ed il punto di transizione del tubo verticale, verso la scatola del movimento, ha un raggio ottimizzato. La parte inferiore della scatola centrale è il naturale ingresso della batteria Shimano Di2, poi alloggiata nel profilato obliquo.

La bici tradotta in numeri

Il valore dichiarato alla bilancia è di 685 grammi, telaio non verniciato nella taglia 48,5 (342 per la forcella). Il peso totale di telaio/forcella passa da 1.173 grammi a 1.027. 32 millimetri di larghezza, la capacità di forcella e carro posteriore per il passaggio degli pneumatici.

Sette taglie: 42 e 45,5, 48,5 e 51, 53 e 55, 57. Dalla taglia 42 alla 51 il rake della forcella è di 47, dalla 53 alla 57 è di 43 millimetri. L’unico valore in comune a tutte le taglie è la lunghezza del carro posteriore di 408 millimetri. A parità di misura, in un ipotetico confronto con la V4Rs, la nuova Colnago presenta degli angoli di sterzo e piantone più dritti/verticali, a favore di un avanzamento della posizione del ciclista verso l’avantreno.

Allestimenti e prezzi

Quattro combinazioni cromatiche, spiccano le due Team Replica UAE-XRG e UAE-ADQ, la colorazione nera con scritta “quasi” olografica e la World Champion. Sono sette gli allestimenti disponibili. Allestimento completo Campagnolo SR Wireless e ruote Bora Ultra WTO a 15.400 euro.

Tre allestimenti prevedono la trasmissione Shimano Dura Ace, a 15.900, 14.350 e 12.600 euro, rispettivamente con ruote Enve SES 4.5, Shimano C50 e Vision SC45.

Il pacchetto con Sram Red e ruote Vision SC45 (quello in test e sul quale svilupperemo una prova completa) ha un listino di 11.800 euro. Si passa a due allestimenti Ultegra Di2 e Sram Force, entrambi con Vision SC45 e 10.800 euro di listino. Tutte le Colnago V5Rs menzionate hanno il manubrio integrato full carbon Colnago CC.01.

Colnago

Colnago Prototipo: dietro il mistero, un concetto innovativo

10.06.2022
5 min
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Una bici completamente nera e senza brand. Tadej Pogacar a fine maggio è stato paparazzato dal giornalista Nicolas Geay, mentre faceva la ricognizione dell’undicesima tappa del Tour (arrivo a Col du Granon) in sella ad una Colnago completamente oscurata e mai vista prima. Ora questo segreto è stato finalmente svelato e si chiama Prototipo. Un nome che è un programma ed è esplicativo più che mai di ciò che i tecnici hanno e stanno progettando per questa bici. 

La Prototipo sarà presente al prossimo Tour de France e affiancherà la V3Rs già in dotazione agli atleti del UAE Team Emirates. Quella della Grand Boucle sarà l’occasione soprattutto per testare questo nuovo modello esclusivo firmato Colnago. Proprio così. Alla base di questo concetto gli atleti sono in prima linea e saranno gli attori principali dello sviluppo della bici prima della sua commercializzazione.

La foto scattata da Nicolas Geay, giornalista sportivo di France Télévisions e pubblicata su Twitter
La foto pubblicata su Twitter da Nicolas Geay, giornalista sportivo di France Télévisions

Primo esemplare

Fino ad ora abbiamo visto la Colnago Prototipo solo in foto e senza nessun tipo di feedback apprezzabile. Tra pochi giorni però i test passeranno sul campo e saranno direttamente misurabili una tappa dopo l’altra, attraverso interviste, scatti e anche probabili vittorie, visti gli interpreti del calibro di Pogacar.

Dopo una prima fase di sviluppo i progettisti si aspettano di trovare, durante la prova in gara delle cinque diverse laminazioni della fibra di carbonio, la soluzione migliore per un telaio che dovrà essere soprattutto versatile ed eccellente su ogni tipo di terreno.

Esistono cinque differenti versioni, fra cui verrà scelta quella per la commercializzazione
Esistono cinque differenti versioni, fra cui verrà scelta quella per la commercializzazione

Design di Torgny Fjeldskaar

Due concetti determinano questa nuova creazione: risultati tecnici ed estetica. Dal punto di vista del design, i punti chiave dello sviluppo della Colnago Prototipo sono soprattutto il tubo di sterzo (sottile e scavato con venature profonde e marcate) e la zona del movimento centrale, più ampia e robusta

La matita che ha disegnato le curve e le linee del nuovo gioiello Colnago, è quella del rinomato designer del ciclismo, il norvegese Torgny Fjeldskaar, il quale vanta una lunga lista di creazioni uniche legate alle ruote strette.

«Il punto di partenza nello sviluppo della Prototipo – dice – è stato quello di creare un telaio totalmente performance-driven. Cioè con un design chiaramente orientato all’ottenimento delle migliori prestazioni tecniche. Gli obiettivi sono quelli di ottenere una maggiore rigidità verso le sollecitazioni generate dalla pedalata ed un minore drag aerodinamico. Il tutto a fronte di un peso complessivo del telaio sostanzialmente invariato se comparato a quello della V3Rs.

«Ritengo che il lavoro più importante sia stato quello di migliorare l’aerodinamica attraverso un nuovo disegno del tubo sterzo, che ha migliorato anche la rigidità, rendendolo ancora più reattivo».

Colnago ha deciso di affrontare la progettazione di questo modello direttamente sul campo
Colnago ha deciso di affrontare la progettazione di questo modello direttamente sul campo

Il progetto

Per lo sviluppo di questo innovativo progetto, gli ingegneri Colnago sono partiti da quello che conoscevano già sulla base delle gamme già in commercio. Per poi tramutarlo in un metodo completamente nuovo. In una prima fase, le caratteristiche di rigidità della Prototipo – telaio monoscocca – sono state sperimentate dal brand italiano sulle parti che compongono il nuovo telaio della serie C, formato da parti componibili e non monoscocca. 

Poter lavorare su parti di un telaio invece che su uno completo, come dovrebbe succedere per il monoscocca, ha dato la possibilità ai progettisti di studiare diverse laminazioni dei tubi di carbonio con una sequenza molto più agile e verificabile in breve tempo.

Le linee sono state progettate dal designer norvegese Torgny Fjeldskaar
Le linee sono state progettate dal designer norvegese Torgny Fjeldskaar

Cinque versioni

Dai vari test dietro le quinte sono state selezionate cinque matrici di rigidità, quindi altrettante laminazioni in prova per i telai monoscocca sulle quali lavorare durante i test Saranno infatti cinque le versioni differenti che saranno a disposizione del team nelle competizioni a partire da questo weekend. 

Una fase di sviluppo a imbuto che al suo epilogo ne consegnerà soltanto una in pasto al mercato mondiale. Un compito difficile, che Colnago ha scelto di affidare a chi su queste queste bici passa gioie e dolori, tanto sudore e sopratutto gli dedica la propria vita quotidiana: i corridori. Saranno infatti loro attraverso i feedback e le impressioni a determinare il risultato finale di questo test premium.

Rigidità e aerodinamica sono due aspetti su cui i progettisti si sono focalizzati maggiormente
Rigidità e aerodinamica sono due aspetti su cui i progettisti si sono focalizzati maggiormente

Atleti protagonisti

Dietro a questo progetto audace ma del tutto funzionale, c’è Davide Fumagalli, responsabile R&D Colnago, che spiega così il progetto.

«Per migliorare le performance di questo telaio – dice – abbiamo utilizzato un metodo totalmente nuovo. Ovvero collaborare direttamente con gli atleti della UAE Team Emirates, proponendogli di usare di volta in volta telai prodotti con laminazioni di carbonio diverse. L’obiettivo finale è di giungere alla migliore laminazione per un telaio che dovrà essere il più polivalente possibile. Quindi adatto alle esigenze dei velocisti, dei passisti e degli scalatori e di essere all’altezza nelle diverse fasi della corsa.

«D’altronde i test a computer e in galleria del vento sono importanti, ma presentano sempre dei limiti. E’ infatti difficile replicare i contesti di gara, le irregolarità del percorso, le sollecitazioni del terreno, le turbolenze aerodinamiche, le accelerazioni nei diversi momenti della competizione».

Colnago