Cominelli Cristian

Cominelli in rosa si prende la 6ª tappa del Giro

13.12.2020
4 min
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A Ferentino il momento clou è stata la partenza degli elite. Tutti si chiedevano cosa potessero combinare i “cavalli pesanti” su quel fango, tanto più dopo che c’erano passate centinaia e centinaia di bici sin dal mattino. Quando sono partiti, la temperatura iniziava a calare e le ombre ad allungarsi sul percorso. C’erano tutti gli elementi per assistere ad uno spettacolo… che non è mancato. Dorigoni, Cominelli, Samparisi, Bertolini… fremevano!

fango
I meccanici nella zona box, tra fango e irdopulitrici
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I meccanici nella zona box, tra fango e irdopulitrici

Cominelli podista

Dorigoni nel riscaldamento sembrava il più serio. Il campione italiano era concentratissimo, silenzioso si scaldava al sole e sui rulli. Altri preferivano sgambettare nella campagna ciociara. Chi invece già si fregava le mani era Cristian Cominelli. Il biker della Scott rideva sotto i baffi dopo aver visto il percorso e le donne che avevano sempre la bici in spalla.

«Io ragazzi – ci ha detto dieci secondi appena dopo aver finito la sua cavalcata – vengo dal podismo e mi trovo bene in queste condizioni. Lo sapevo, me lo sentivo. E vi dico questa, non ho neanche fatto un giro di prova del percorso.

«Sono partiti fortissimo e per certi aspetti questo mi ha tranquillizzato perché sapevo che non avrebbero potuto tenere quel ritmo. Io sono rimasto con un ritmo costante e infatti ho visto che già dopo un giro non scappavano più e che poi risalivo bene. Non per fare lo spaccone, ma nell’ultimo giro sarei potuto andare ancora più forte».

La maglia rosa è raggiante. Finalmente è riuscito a vincere una tappa. Adesso questa maglia la sente più sua, più vicina.

Jakob Dorigoni
Jakob Dorigoni (secondo) in azione nel circuito delle Molazzete
Jakob Dorigoni
Jakob Dorigoni (secondo) in azione nel circuito delle Molazzete

Dorigoni secondo ma…

Dorigoni, ha un po’ rincorso gli avversari. Il forte altoatesino si è visto scappare via Folcarelli e il giovane Luciano Rota a lungo in testa. Forse si è lasciato trasportare un po’ dal ritmo degli altri e ha pensato più a loro che a se stesso. O forse davvero questo era il giorno di grazia di Cominelli.

Una cosa è certa: era dura. I tecnici dicevano come gli atleti si fossero lamentati della sabbia di Jesolo, ma qui sono andati ben oltre i minuti di corsa a piedi del cross veneziano. Anche loro sono stati per tre/quarti di giro a spingere la bici.

Si poteva fare anche qualche tratto in più, commentavano due tecnici del team di Pontoni, ma bisognava prendere coraggio e saltare in sella prima dei lunghi tratti fangosi, altrimenti non si saliva più. Inoltre gli uomini hanno gareggiato a fine evento e anche i lati sotto le fettucce, parti di terreno che di solito tengono un po’ di più, erano compromessi.

La pressione delle gomme era per tutti al di sotto dei 2 bar. Cominelli, per esempio, ce l’aveva addirittura 1.4 all’anteriore e 1.5 al posteriore. Chiaramente gomme da fango.

Gioele Bertolini
Gioele Bertolini, il Bullo ha chiuso al quinto posto
Gioele Bertolini
Gioele Bertolini, il Bullo ha chiuso al quinto posto

Bertolini in ripresa

A fine gara non gioiva di certo, ma neanche si disperava il Bullo. Alla fine la sua gara, un po’ come quella della Teocchi, è stata di rimonta e gestita con costanza.

«Poche volte in carriera mi è toccato un cross così – ha detto il valtellinese – Un cross d’altri tempi. Credo che forse avremmo pedalato per 500 metri a giro, e 200 di questi erano del rettilineo finale in asfalto. Io in questo periodo non sto curando molto l’allenamento a piedi. Oggi contavano le gambe, nel vero senso senso della parola. Ha vinto chi tiene meglio la corsa, perché la differenza si faceva tutta là. Il manico? No, in queste condizioni così estreme conta meno di quel che si possa immaginare. Però va bene dai. Alla fine ho visto che Dorigoni non è arrivato tanto prima di me».

Marco Pavan, Osoppo, Giro d'Italia Ciclocross 2020

A Osoppo, il Pavan che non ti aspetti

26.10.2020
3 min
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Quel che il ciclocross insegna è che non c’è mai nulla di scontato, soprattutto se si parla di Pavan. A Osoppo tutti si attendevano una nuova sfida fra Dorigoni e Cominelli, dominatori delle prime tre tappe del Giro d’Italia, invece i protagonisti sono stati tutt’altri.

Il campione d’Italia Dorigoni (Selle Italia Guerciotti Elite) è presto uscito di scena per la rottura della catena lontano dal box, cosa che l’ha costretto a una lunga corsa a piedi per la sostituzione della bici, ma la gara era ormai andata.

Jakob Dorigoni, Giro d'Italia Ciclocross 2020
Jakob Dorigoni, la vittoria sfuggita per guasto meccanico (foto Billiani)
Jakob Dorigoni, Giro d'Italia Ciclocross 2020
Dorigoni, catena rotta e addio… (foto Billiani)

La sfortuna

Sfortuna anche per il laziale Antonio Folcarelli (Folcarelli Race Mountain), che ha scollato entrambi i tubolari pressoché nello stesso momento.

Cominelli (Scott) a quel punto ha badato più alla classifica generale che alla gara vera e propria, sapendo che poteva così appropriarsi della maglia rosa. Ecco perché sono emersi altri protagonisti come il leader della classifica Under 23 Marco Pavan (D’Amico UM Tools) e Filippo Fontana (Carabinieri) alla sua prima uscita nel ciclocross dopo la stagione in Mtb, con Cominelli terzo e felice per il primato generale.

Cristian Cominelli, Giro d'Italia Ciclocross 2020
Cominelli inizia a prendere il passo: obiettivo maglia rosa (foto Billiani)
Cristian Cominelli, Giro d'Italia Ciclocross 2020
Cominelli a Osoppo punta classifica (foto Billiani)

Tutti amici

Alla fine l’ha spuntata Pavan che d’altronde Fontana conosce bene, allenandosi insieme: «E pensare che all’inizio ho perso molto terreno e credevo che la gara fosse già finita lì – ha affermato il vincitore – ma poi ho recuperato e man mano ho visto che ero davanti a tutti. D’altronde ormai ci conosciamo tutti, ogni gara fa storia a sé ma siamo insieme nelle vittorie come nelle sconfitte».

Riecco Fruet

Per il resto da sottolineare la quinta piazza di Martino Fruet (Lapierre Trentino Alé): il trentino che sulla soglia dei 40 anni non ha ancora perso la voglia di lottare, che sia nel ciclocross come nel cross country di Mtb o sulle E-Bike (quarto al mondiale).

Si ricomincia

Certe volte però la sfortuna può servire. Sicuramente quel che è successo in Friuli fa comodo all’evoluzione della challenge, ridandole quell’incertezza che il dominio di Dorigoni aveva un po’ tolto. Ora al campione italiano tocca ricominciare tutto e contro la costanza del lombardo non sarà semplice ribaltare le sorti del circuito. Diverso il discorso fra gli under 23 dove contro questo Pavan non sembra esserci storia.