Palandri tiene duro, il Gragnano resta un esempio da seguire

20.12.2023
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I migliori under 23 italiani ormai cercano all’estero l’opportunità per crescere e trovare la strada verso il WorldTour. Ora cominciano a farlo anche gli junior, con Finn che ha aperto la strada. Tutto ciò non fa che rendere la vita ancora più difficile a quei team italiani di categoria che sono sempre stati la base, l’humus del ciclismo nostrano. Carlo Palandri ne è un po’ l’emblema, con il lavoro che da tantissimi anni svolge con il suo SC Gragnano e che è risaltato in questo 2023 anche grazie alle imprese di Garibbo (nella foto di apertura).

Proprio la storia di Garibbo, l’elite rimasto a gareggiare nelle prove open eppure capace di emergere fino a trovare un’opportunità in extremis con il team Technipes, squadra continental, è lo spunto per capire come Palandri e il suo team riescano ancora a navigare in acque tumultuose, in un ciclismo che è molto cambiato rispetto a quando, tanti anni fa, il dirigente toscano intraprese il suo viaggio.

Carlo Palandri in una foto del 2005, con il compianto Franco Ballerini
Carlo Palandri in una foto del 2005, con il compianto Franco Ballerini

«Cambiato in maniera enorme – dice – ci troviamo oggi insieme a poche altre squadre in una categoria che per quello che si vede è destinata a sparire. Noi teniamo duro, ma abbiamo visto molte squadre rassegnarsi e cedere. Ci sono troppe contraddizioni, lo stesso fatto che le continental prendono corridori, fanno attività pro’ e poi vengono a competere nelle nostre gare è un controsenso che non ci aiuta».

Voi come vi siete adattati?

Sappiamo che i migliori talenti, o per meglio dire coloro che emergono subito sono accaparrati dalle squadre WT tramite i team Devo, quindi andiamo a cercare fra ciò che rimane. Potremmo parlare di quarte-quinte scelte, ma esprimeremmo un concetto sbagliato: sono corridori che non trovano spazio ma che possono crescere, recuperare, emergere. Lo stesso Garibbo aveva provato ad andare in una continental e non gli avevano dato chance, con noi ha dimostrato quel che vale. Un corridore come lui può dare tanto, eppure a 25 anni lo considerano vecchio dimenticando che c’è chi matura a 27 anni e vince grandi corse.

Una delle vittorie dell’Sc Gragnano nel 2023, con Lorenzo Cataldo al GP Poggia alla Cavalla (foto Fruzzetti)
Una delle vittorie dell’Sc Gragnano nel 2023, con Lorenzo Cataldo al GP Poggia alla Cavalla (foto Fruzzetti)
Perché allora insistere su questa strada?

Perché quando hai questa passionaccia non te la togli dalla pelle… Io penso sempre a mettere a disposizione dei ragazzi tutto quel che serve per emergere e posso dire che abbiamo a disposizione, ad esempio sono fiero del mio staff tecnico con Marcello Massini che è un autentico totem, un’enciclopedia vivente di ciclismo e un giovane come Alberto Conti che al suo fianco sta imparando tutto il possibile. Il lavoro con i ragazzi è capillare, ciò fa sì che possano crescere.

Che tipo di corridori cerchi?

Guardo innanzitutto alle storie: corridori che per qualsiasi problema nel corso della loro carriera non hanno trovato le condizioni ideali, hanno affrontato incidenti, si sono persi ma avevano dentro di sé un grande potenziale. Un esempio è Fiorelli, che con noi è rinato e ha trovato casa nel ciclismo che conta, noi abbiamo creduto in lui quando nessuno lo voleva più.

Il team nel 2024 sarà composto da una decina di corridori, tutti U23
Il team nel 2024 sarà composto da una decina di corridori, tutti U23
Voi avete nel vostro team corridori elite, oltre i 23 anni e non ce ne sono molti in giro, anche perché le occasioni per gareggiare non sono poi tante…

E’ una categoria che va rapidamente sparendo. Nel 2024 non ne avremo, punteremo invece a far maturare quegli atleti presi lo scorso anno fra gli juniores, per questo abbiamo scelto di non procedere ulteriormente sul mercato, vogliamo dar loro la possibilità di migliorare ancora e di mettere a frutto quel che hanno imparato. Il problema è dato anche dalle gare italiane: riflettevamo a bocce ferme su come esse siano sempre meno appassionanti, troppo controllate, non aiutano la crescita dei corridori. Così quelli che emergono passano troppo presto e dopo un paio d’anni, se non confermano aspettative enormi, vengono buttati via.

Quanto pesa la differenza economica con i grandi team?

La differenza c’è e ci sarà sempre, ma come si dice “si confeziona la camicia secondo la propria taglia”. Soldi ce ne vogliono e tanti, perché l’attività ormai si fa soprattutto in trasferta, all’estero, è solo lì che puoi far fare ai ragazzi il salto di qualità. Quel che manca sono i corridori, viviamo in un bacino che si è andato restringendo troppo e chi opera ai vertici non fa nulla per agire in controtendenza. Bisognerebbe dare ai ragazzi valide alternative al trasferimento all’estero, anche perché siamo di fronte a persone in formazione, che devono anche completare la scuola. Non è un mondo facile, ma non si può rimanere inerti.

Pier Giorgio Cozzani, uno degli elementi sui quali Palandri fa affidamento per la nuova stagione
Pier Giorgio Cozzani, uno degli elementi sui quali Palandri fa affidamento per la nuova stagione
Che cosa vi attendete dal 2024?

Abbiamo ridotto la squadra perché fare la doppia attività è ormai impossibile. Invece così possiamo gareggiare con 5-7 corridori a volta, dando fiducia ai nostri ragazzi. Io sono convinto che gente come Lorenzo Boschi o Alessio Ninci, per fare due nomi, potranno darci grandi soddisfazioni. Inoltre siamo anche alle prese con grandi cambiamenti burocratici imposti dalla nuova legge sullo sport che sta cambiando l’ordinamento burocratico delle società e che impone moderazione.