In un bar di Palermo sta succedendo qualcosa di particolare. Seduto in un tavolino il giovane ciclista siciliano Carlo Sciortino, che prossimamente correrà in Liguria con Di Fresco, sta intervistando Filippo Fiorelli corridore della Bardiani-Csf-Faizané, mosso dalle tante curiosità che solo un professionista che parla la sua stessa lingua e vive nella sua stessa terra può suscitargli. Noi ci sediamo accanto a loro ed ascoltiamo…
SCIORTINO: Qual è la differenza tra gli allenamenti da U23 e da professionista?
FIORELLI: Sicuramente le distanze e le ore, l’intensità . Da dilettanti le corse sono massimo di 170 chilometri, da professionisti si parte da una base di 200, sino ad arrivare anche a 300 chilometri come la Milano-Sanremo. Quindi, immancabilmente, l’allenamento deve essere diverso.
SCIORTINO: Cosa pensi dei ciclisti che passano direttamente professionisti saltando la categoria U23?
FIORELLI: Beh, io ho saltato tutta la categoria giovanile (ride, ndr) quindi per me è una domanda un po’ particolare. Sicuramente, e lo dico anche per darti un consiglio, non bisogna bruciare le tappe perché il tempo c’è. Non stare dietro quelle persone che vogliono diventare subito professionisti. Fatti tutte le categorie e non pensare di saltare gli U23 passando direttamente professionista, perché poi ritorni indietro come hanno fatto tante persone. Vedo in te tanta grinta, quando ci alleniamo insieme stai a ruota mia o qualche volta provi anche a staccarmi. I fatti parlano!
SCIORTINO: Una delle corse Monumento che vorresti vincere per dedicarla ai tuoi genitori…
FIORELLI: Sicuramente la Milano-Sanremo, la gara che più mi ha emozionato, su cui già quest’anno andrò a puntare. Non sono un corridore da corse a tappe, ma voglio diventare un buon corridore da corse di più giorni e classiche Monumento.
SCIORTINO: La sconfitta che più ti ha motivato?
FIORELLI: Nel 2018, quando non sono riuscito a passare professionista dopo aver vinto un paio di gare… E’ stata questa sconfitta a darmi la motivazione per andare in cerca del riscatto. Infatti, nel 2019 ho vinto sette corse e il mio sogno di diventare un professionista è iniziato a concretizzarsi, viceversa avrei lasciato.
SCIORTINO: Quanto è stato difficile guadagnare la fiducia del direttore sportivo?
FIORELLI: Il rapporto con il mio direttore sportivo dei dilettanti Marcello Massini è molto particolare. Ancora oggi continua a darmi consigli preziosi. Ha saputo tirare fuori da me il meglio dal punto di vista ciclistico, ha sin da subito creduto in me e nelle mie potenzialità .
SCIORTINO: Da quando hai iniziato a pedalare cosa pensi sia cambiato?
FIORELLI: Poco (ride, ndr) considerando che ho iniziato a fare ciclismo appena sette anni fa. A parte le bici… non è cambiato nulla.
SCIORTINO: Giusto, perché tu hai iniziato a correre tra gli amatori e poi sei passato professionista…
FIORELLI: C’è un abisso tra i due mondi, sono due modi di fare ciclismo totalmente diversi e imparagonabili.
SCIORTINO: Cosa si prova ad essere compagno di Visconti ?
FIORELLI: La prima volta che ho corso con lui è stato quando sono stato convocato in nazionale nel 2016, ero ancora piccolo, è stata un’emozione unica. Quest’anno me lo sono ritrovato come compagno di squadra… Prima lo vedi in televisione, poi te lo ritrovi accanto. Puoi immaginare cosa significhi.
SCIORTINO: Si è messo anche a tua disposizione per aiutarti in qualche volata…
FIORELLI: Quest’anno Giovanni non è stato come negli scorsi anni, pertanto si è subito messo a disposizione della squadra e non vedo l’ora di poter ricambiare questo favore.
SCIORTINO: Hai corso il Giro di Sicilia quest’anno, cosa si prova a gareggiare nella nostra terra?
FIORELLI: Lo scorso anno è stata la prima volta con il Giro d’Italia, sicuramente un’emozione doppia, anzi tripla. Quest’anno una delle tappe del Giro di Sicilia è passata proprio da casa, sono cose che non si possono spiegare.
SCIORTINO: Hai raggiunto in gara, adesso, la sicurezza che serve?
FIORELLI: Devo ancora prendere quella giusta confidenza in questa categoria. Negli ultimi due anni da dilettante mi conoscevo bene rispetto alle tipologie di gare ed ero abbastanza sicuro. Adesso… Devo prendere le giuste misure!
Filippo e Carlo abitano dalla stessa parte dell’isola, entrambi stanno in provincia di Palermo, nella zona di Bagheria, e condividono quando possibile qualche allenamento. Diversi per certi aspetti, simili per altri. Sicuramente entrambi hanno ancora tanto tempo a disposizione per lasciare un’impronta nel mondo del ciclismo. Il 17enne, parlando con Fiorelli, ha gli occhi colmi di speranza, di voglia di fare, di sogni… che vede concretizzati nel professionista-amico.