Il super fuorigiri, quando il cuore schizza (troppo) in alto

15.07.2023
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Durante questo Tour de France spesso si è sentito parlare di corridori a tutta. E quando si è a tutto gas, i battiti sono alti, a volte troppo e si fanno dei super fuorigiri, nonostante il potenziometro. Ma quando c’è la verve agonistica – e per fortuna consentiteci di dire – tutto salta e il cuore schizza in alto e il cardiofrequenzimetro (nella foto di apertura) registra cifre incredibili.

Emblematico il caso di Tobias Johannessen che proprio nella prima tappa avrebbe toccato le 210 pulsazioni.

Cosa succede al fisico quando si verifica un caso simile? Ne parliamo con il dottor Andrea Giorgi, in forza alla Green Project-Bardiani. Avvenimenti simili sono parecchio al limite e vanno analizzati con referenti esperti.

Il dottor Andrea Giorgi, dello staff del team Green Project-Bardiani CSF Faizanè
Il dottor Andrea Giorgi, dello staff del team Green Project-Bardiani CSF Faizanè
Dottor Giorgi, i super fuorigiri, chiamiamoli così, quando il cuore va oltre i 195-200 battiti al minuto: cosa succede?

Parliamo di frequenze cardiache massime, quindi molto alte. Per la gente comune la frequenza cardiaca massima si stima con la semplice formula 220 meno l’età. Oppure un altro metodo è quello di moltiplicare la propria età per un coefficiente fisso di 0,7, ma sono tutte approssimative. Per gli atleti si esegue un test massimale. Però di base mi sentirei di dire che al di sopra dei 195-200 battiti al minuto è molto difficile andare, non è qualcosa di normalmente fisiologico.

Cioè?

Posto che molto dipende dal soggetto, quando si va al di sopra delle 200 pulsazioni ci deve essere una forma patologica o comunque un disturbo… Però, ripeto, molto dipende dal soggetto, dalla sua età, dalla freschezza, dalla temperatura esterna. Quei 210 battiti sono davvero tanti, anche per un atleta di 25-30 anni. Sono più normali i 195 a 18-20 anni.

Quanto incide il soggetto, visto che lo ha rimarcato?

Parecchio. Senza fare nomi, durante i test massimali in passato avevo chi arrivava a 195 pulsazioni e chi a 147. Il limite delle 200 pulsazioni è molto alto, raro e può essere causato da patologie. E’ importante valutare l’ambiente circostante.

Tobias Johannessen dovrebbe aver toccato le 210 pulsazioni nella prima tappa. Anche sul Puy de Dome c’è chi ha superato i 195
Tobias Johannessen dovrebbe aver toccato le 210 pulsazioni nella prima tappa. Anche sul Puy de Dome c’è chi ha superato i 195
Johannessen ha detto che sul Pike c’era una grande calore dato dal folto pubblico, poca areazione. Mettiamoci anche che lui era fresco in quanto era la prima tappa. Ma altri hanno detto di aver sfiorato quei battiti sul Puy de Dome…

La temperatura ambientale influisce molto e la temperatura corporea interna ancora di più. Quando quest’ultima tocca i 40 gradi le pulsazioni aumentano di 10-15 battiti al minuto. E se questa sale è facile disidratarsi. Se ci si disidrata diminuisce il volume del sangue e per mantenere la gittata cardiaca il battito aumenta. In pratica il cuore deve battere più forte, deve pompare più sangue, per mantenere quello standard. 

Magari questi atleti che si sono ritrovati ad avere battiti alti erano anche un po’ disidratati…

Quando si superano certi limiti di temperatura e quindi salgono molto i battiti, si arriva a parlare di tachicardia sopraventricolare parossistica ed è una patologia infatti.

Ci sono magari degli integratori che associati al contesto ambientale possono portare a questa situazione?

La caffeina può essere uno stimolante per i battiti, ma non in questa misura. Questi battiti sono difficili da toccare, anche volendolo. Oggi che le prestazioni sono sempre più alte ci si allena a far salire il cuore. Si lavora molto anche con l’interval training: con i 30”-15” o i 40”-30”. Questi lavori si usano ormai di più dei 3′-4′ a tutta proprio perché stimolano di più il cuore a battere forte. Ti portano a lavorare al 110% della loro frequenza massima. Oggi i ragazzi che seguo e fanno questi lavori, mi dicono che in corsa si trovano meglio. Nel caso specifico poi, i norvegesi, grazie anche allo sci di fondo, hanno fatto degli studi importanti sul Vo2Max. Hanno un’ampia letteratura e di certo anche Johannessen si allenerà con battiti alti. Ma comunque quando si toccano i 200 battiti c’è sempre qualcosa che non quadra.

Secondo Giorgi è molto importante analizzare i file post gara, per verificare che non ci sia stato un errore di rilevazione. Il cuore non deve battere così forte
Secondo Giorgi è molto importante analizzare i file post gara, per verificare che non ci sia stato un errore di rilevazione. Il cuore non deve battere così forte
E quando succede il dottore cosa fa?

Innanzi tutto analizzo il file del ragazzo. Verifico se c’è stato un solo picco o se si è trattato di una fase prolungata. Poi contestualmente in quel momento gli chiedo come stava, cosa provava, se aveva il battito in gola… Se c’è stato un errore del cardio, okay: finisce lì. Ma se invece la cosa è vera o si ripete allora vado avanti. Quanto era caldo? Era disidratato? Come si è alimentato? Inizia tutta una serie di esami… tanto più per noi italiani che su questo aspetto siamo severi. Giusto per fare un esempio attuale, Vanmarcke da noi avrebbe smesso già da un po’.

Prima ha detto che ci si allena ad alzare i battiti, ma al tempo stesso che sono frequenze pericolose. Quindi?

I ragazzi devono stimolare il cuore a salire, ma a quel livello non ci devono arrivare. Proprio a Bilbao, prima del Tour, c’è stata una riunione dei medici sportivi e si parlava di un’indice, di matrice australiana, che metteva in relazioni dei fattori come la temperatura esterna, quella corporea interna e altri parametri alle prestazioni… Potrebbe essere proprio quel che si è verificato in quella prima tappa di questo Tour.

Il cardio: cartina tornasole del ciclismo moderno

07.12.2021
4 min
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Erano i primi anni Ottanta quando il cardiofrequenzimetro ha fatto il suo esordio nel ciclismo. In questi quarant’anni sono nati strumenti nuovi e sempre più precisi ed accurati. Il misuratore di potenza è uno di questi, il suo successo sembrava potesse relegare in cantina il “vecchio” cardiofrequenzimetro…

Invece è ancora qui, anzi i corridori, ad eccezione di rari casi, lo usano tutt’ora e anche i preparatori non lo hanno abbandonato. Il suo ruolo è diventato più di appoggio, quasi secondario. Abbiamo voluto chiedere a Claudio Cucinotta, dal 2019 preparatore atletico del team Astana, come viene utilizzato e se ha ancora senso saper usare questo strumento.

Claudio Cucinotta è oggi uno dei preparatori dell’Astana
Claudio Cucinotta è oggi uno dei preparatori dell’Astana
Claudio, com’è cambiato il ruolo del cardiofrequenzimetro negli anni?

Fino a 10 anni fa era lo strumento più usato per monitorare le performance durante gli allenamenti. C’era già il misuratore di potenza ma non era così utilizzato come ora.

E ora?

Sono pochissimi i corridori che non lo usano più, personalmente non ne conosco. Anche se lo strumento principale su cui basare gli allenamenti è il misuratore di potenza.

Allora come si usa?

Mettiamola così: il misuratore di potenza è uno strumento di monitoraggio esterno, il cardiofrequenzimetro è uno strumento per il monitoraggio interno.

La fascia cardio trasmette i dati in tempo reale al ciclocomputer
La fascia cardio trasmette i dati in tempo reale al ciclocomputer
Spiegati meglio…

Se ti dico di fare una ripetuta a 300 watt ti do un valore che è uguale per tutti. Ma come risponde il tuo cuore a quello sforzo è soggettivo, puoi fare quella ripetuta a 150 pulsazioni o 170… E’ una cartina tornasole.

Non tutti hanno le stesse pulsazioni però.

Come detto è un dato soggettivo che serve per conoscere come risponde il proprio corpo a determinati sforzi.

Quindi è importante usarlo già da ragazzi?

Assolutamente, già negli juniores deve essere parte integrante dell’allenamento…

Come si impara a conoscere il cuore?

Ci sono tanti modi e tanti fattori da considerare: l’allenamento, la stanchezza, il riposo, la disidratazione…

Manteniamo l’esempio dei 300 watt di prima, un cuore riposato come reagisce?

Ora gli atleti sperimentano il cuore che “sale” all’impazzata. Dopo un periodo di inattività non sono allenati a livello cardiovascolare e quindi i battiti salgono subito. Invece, se l’atleta è in un picco di forma lavora al massimo della sua capacità cardiaca e riesce a sostenere potenze maggiori con la stessa frequenza cardiaca.

Come mai quando il fisico è stanco il cuore rimane più basso di battiti?

E’ una questione di range cardiaco. Prendiamo un corridore in forma ottimale: ha una frequenza cardiaca a riposo di 50 battiti e massimale di 190. Il suo range cardiaco è 140 battiti. Se, al contrario, questo corridore è stanco i suoi battiti a riposo saranno 60, mentre quelli massimali 180. Il suo range cardiaco si è abbassato a 120 battiti.

Questo perché il cuore è un muscolo e si stanca?

Esattamente, se il mio cuore è stanco per mantenere le funzioni vitali farà più fatica, ecco spiegata la frequenza cardiaca a riposo che si alza. Ugualmente non potrà fornirmi la sua massima efficienza e per questo non arriverà al massimo delle pulsazioni.

Il cardiofrequenzimetro è uno strumento utile se usato in supporto ad altri dispositivi, come il misuratore di potenza
Il misuratore di potenza fornisce dati utili se relazionati a quelli del cardiofrequenzimetro
Essendo uno strumento di monitoraggio è più utile nelle gare a tappe o in quelle di un giorno?

Nelle gare a tappe è importante perché tieni sotto controllo giorno dopo giorno la frequenza cardiaca. Capisci dai valori se hai riposato bene, se sei in forma. Alla terza settimana si è stanchi ed il cuore fa fatica, ma non è uguale per tutti. C’è chi risponde meglio e chi soffre di più.

Può essere un modo per capire se un corridore è da grandi giri o da corse di un giorno?

Certo, se un corridore si accorge che il suo range cardiaco rimane pressoché uguale, vuol dire che ha un fisico predisposto a supportare determinati sforzi.

E per le gare di un giorno?

Quando si affrontano queste corse, è magari più utile all’inizio per capire se quel giorno sei nei valori corretti. Poi quando la corsa si accende non guardi più nulla, neanche la potenza, altrimenti ti verrebbe da rallentare, sei quasi sempre fuori soglia.

In conclusione?

Se mi chiedessero di scegliere il dispositivo migliore con cui allenarsi direi il misuratore di potenza. Ma allo stesso tempo vi direi che non bisogna scegliere, si deve imparare a conoscere il proprio fisico. E il cardiofrequenzimetro aiuta a farlo.