Giù dal Lussari, in cabinovia con Prodhomme

01.06.2023
4 min
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MONTE LUSSARI – Incontri in cabinovia. Le ombre sono lunghe ormai sul Lussari. Nicolas Prodhomme è avvolto nella sua mantellina a maniche lunghe mentre sta per scendere dalla vetta. Cammina in una corsia preferenziale che l’organizzazione ha lasciato agli addetti ai lavori per scendere a valle sull’impianto a fune.

E noi siamo con lui e il suo massaggiatore e osteopata, Ugo Demaria. La discesa diventa l’occasione per fare una chiacchierata.

Per il francese delle buone prestazioni, tanto più se si considera che ad inizio stagione si era fermato un mese per un infortunio
Per il francese delle buone prestazioni, tanto più se si considera che ad inizio stagione si era fermato un mese per un infortunio

Ag2r promossa

Nicolas si è attardato. Sorteggiato per l’antidoping, la pipì proprio non voleva uscire. Mentre cammina verso la telecabina, il francese si gode qualche applauso del pubblico ancora inebriato dalla vittoria di Primoz Roglic. Noi lo aiutiamo a scendere una rampa sui sassi per raggiungere la stazione a monte: camminare sul quel terreno con scarpini e tacchette non è affatto facile. Prodhomme si appoggia al nostro braccio. È un simpatico modo per rompere il ghiaccio.

«Sono contento del mio e del nostro Giro d’Italia – racconta il corridore dell’Ag2R-Citroen – abbiamo disputato una corsa sempre all’attacco. E soprattutto abbiamo ottenuto un’ottima vittoria con Aurelien Paret-Peintre a Lago Laceno. In qualche modo abbiamo cercato di sostenerlo per la classifica (prima che ne uscisse dopo il Bondone, ndr), ma abbiamo sempre avuto la nostra libertà».

Intanto Ugo Demaria seduto di fronte a noi ammette e che in effetti questo Giro d’Italia è stato davvero buono per la loro squadra.

«In tanti anni che veniamo – dice il massaggiatore – forse è stato il migliore dei nostri Giri. Ci siamo presentati con una squadra giovane e i ragazzi sono sempre stati protagonisti. Dispiace tanto, ma proprio tanto per Andrea Vendrame».

Nicolas Prodhomme (classe 1997) e il suo massaggiatore Ugo Demaria durante il ritorno a valle in cabinovia

Prodhomme l’attaccante 

Prodhomme viene dal Nord della Francia. Ha iniziato a correre da bambino. Ha vinto la prima gara cui ha partecipato.

«Me la ricordo bene: l’ho vinta – aggiunge con quel suo sorriso un po’ timido – ma poco dopo mi hanno squalificato per una manovra non corretta col manubrio. Avevo alzato le braccia troppo presto… e io non lo sapevo».

Che tipo di corridore sia oggi Prodhomme, parecchi anni dopo quel primo successo, forse non lo sa bene neanche lui. Scalatore? Passista? Di certo quando la strada sale se la cava molto bene ed è un attaccante, come molti suoi connazionali del resto. Nel 2019 ha vinto la Piccola Sanremo di Sovizzo e sempre in quell’anno il Gp delle Nazioni. In questo Giro è stato in avanscoperta nel diluvio di Cassano Magnago e anche verso le Tre Cime di Lavaredo.

Intanto il viaggio in cabinovia scorre veloce e più che un’intervista si tratta di una chiacchierata. Si parla della sua BMC, di cui Prodhomme esalta le doti e l’equilibrio del telaio, del gruppo. Della pioggia presa.

Prodhomme è arrivato a Roma con quattro compagni. Per lui era il quarto grande Giro: nel sacco due Giri e due Vuelta (foto Instagram)
Prodhomme è arrivato a Roma con quattro compagni. Per lui era il quarto grande Giro: nel sacco due Giri e due Vuelta (foto Instagram)

Basta pasta!

Nicolas racconta che in gruppo tra di loro i pro’ parlano spesso di telai, di materiali… E che l’aspetto tecnico in generale è un tema molto sentito. Dice che questo era il suo secondo Giro d’Italia e che venire da noi è sempre un piacere.

«Bei percorsi in Italia. C’è tanto pubblico… Quest’anno il Giro è stato particolare. Il momento più favorevole per me è stato il finale. Mi sono sentito bene col sole su queste salite. Gli ultimi giorni da quando è migliorato il meteo è stato bello. Mentre i momenti più duri ci sono stati nella parte centrale con tutta quella pioggia».

Ecco Tarvisio. Le porte della cabinovia si aprono. Nicolas si prende di nuovo gli applausi dei tifosi nella stazione a valle. Cammina tra due ali di folla. Adesso un’ammiraglia porterà lui e Demaria in hotel, in attesa del volo verso Roma di domattina. 

«Sarà bello pedalare a Roma – dice il francese – ho il volo di ritorno lunedì alle 16». Nicolas avrà quindi un po’ di tempo per fare il turista. Gli consigliamo dunque una pasta all’amatriciana o una cacio e pepe, tipiche della cucina romana. Ma lui replica: «No, no… basta pasta, ne abbiamo mangiata sin troppa in questo Giro. Meglio una pizza!».