Magnier domina la volata e fa contenti mamma e papà

07.08.2025
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CIESZYN (Polonia) – Un ruggito da T-Rex risuona sul viale del traguardo della quarta tappa del Tour de Pologne. Paul Magnier agguanta la vittoria dominando la volata quasi per distacco su Turner e Teutenberg, grazie ad una potente zampata partita a 150 metri col finale in leggera ascesa. Il tipico arrivo che preferisce il 21enne della Soudal Quick-Step.

La sua esultanza con mani e voce va ad imitare il verso del dinosauro comparso sulle maglie della squadra (oltre che come mascotte il giorno della team presentation) per rendere omaggio ad un prodotto dello sponsor principale. Magnier però è tutt’altro che un dinosauro, lui è uno dei talenti più cristallini del panorama internazionale. Dopo il secondo posto al fotofinish della prima tappa alle spalle di Kooij, il francese voleva rifarsi e sapeva che a Cieszyn c’era l’altra ed unica occasione. Per lui quello odierno è il decimo successo in carriera ed il primo nel WorldTour.

Nel retropalco, Paul Magnier parla della gara e della vittoria con mamma Sabine e papà Laurent
Nel retropalco, Paul Magnier parla della gara e della vittoria con mamma Sabine e papà Laurent

Davanti a mamma e papà

In queste prime tappe, l’arrivo dei pro’ è stato anticipato dal Tour de Pologne Junior, ovvero ragazzini tra gli 11 e 14 anni che corrono accompagnati dai propri genitori. Oggi Paul ha fatto qualcosa di simile davanti a mamma Sabine e papà Laurent.

«Siamo davvero tanto felici – ci dicono nel retro podio con grande cortesia e grandi sorrisi – perché sapevamo che ci teneva a vincere per noi. Siamo arrivati in Polonia lunedì per seguire Paul in tutte le tappe, ma senza assillarlo. E’ anche un’opportunità per noi per viaggiare e vedere una bella gara».

Infatti Paul rimane sorpreso nel vedere la madre nella bolgia dopo lo sprint. La abbraccia e il padre farà altrettanto con lui poco prima di salire sul podio. E’ un piccolo ritrovo di famiglia, loro chiacchierano e gli lasciamo il giusto spazio.

Milesi ci ha riprovato anche nel finale della quarta tappa. La gamba c’è, manca solo il grande risultato
Milesi ci ha riprovato anche nel finale della quarta tappa. La gamba c’è, manca solo il grande risultato

Volata anticipata

Anche il finale della quarta frazione è un piccolo braccio di ferro tra fuggitivi e gruppo. Verso l’arrivo bisogna affrontare per 4 volte un circuito cittadino di poco più di 6 chilometri. Appena ci si entra un Milesi indomabile evade dal gruppo ripiombando su Maciejuk, ultimo della fuga di giornata. Il bergamasco della Movistar vuole completare l’opera sfumata il giorno prima per una discussa neutralizzazione. Si dà i cambi col polacco della Bahrain Victorious e sembrano guadagnare. A 2,3 chilometri dalla fine vengono inghiottiti dal plotone tirato dagli uomini della Ineos-Grenadiers.

Piccolo inciso. Visto che (così si vociferava) l’UCI in mattinata aveva messo sotto indagine la volata di ieri di Turner, che era staccato al momento della neutralizzazione, forse il team inglese vuole conquistare una vittoria indiscutibile.

«E’ stata una tappa dura – spiega Magnier – con salite dure a metà, in cui ho sofferto un po’. Tuttavia ero fiducioso di fare bene perché ho continuato a spingere, poi nel circuito finale ho mantenuto una buona posizione. Questo mi ha permesso di risparmiare energie per lo sprint. Ho sentito di avere grandi gambe. Sono contento di questa vittoria così importante».

Lapeira è uscito indenne dalla grossa caduta della terza tappa e mantiene la maglia gialla di leader della generale
Lapeira è uscito indenne dalla grossa caduta della terza tappa e mantiene la maglia gialla di leader della generale

Caratteristiche e futuro

Paul è nato in Texas a Laredo, città di 270 mila abitanti esattamente sul confine col Messico, tanto da essere divisa in due. Suo padre è un ingegnere, nel 2004 era già negli Stati Uniti come dipendente di una grossa industria e la moglie lo aveva seguito. Ecco spiegata questo luogo di nascita così esotico, ma la famiglia Magnier vive a Grenoble. Terreno e percorsi per affinare le proprie caratteristiche da corridore non mancano. Paul ha un contratto con la squadra fino al 2027 e fino ad allora sarà certamente un pezzo forte della Soudal.

«Non so se sono il futuro della squadra – ci dice in mixed zone – però so che loro credono in me, come io in loro. Sicuramente penso in futuro di poter ottenere buoni risultati in corse che hanno un finale come le grandi classiche. Sono contento che la squadra voglia costruire qualcosa attorno a me dopo che Remco ci lascerà, anche se per le mie caratteristiche cambia poco. Gli obiettivi saranno le classiche e fare il meglio possibile.

«L’anno prossimo saremo tanti velocisti – ci risponde riferendosi all’arrivo di Stuyven e al probabile ingaggio di Dainese nel treno di Merlier – e sarà un po’ come in passato. La Soudal ha già dei velocisti leader ed io credo che spingerò forte per capire i miei limiti, ma sono certo anche che loro mi aiuteranno tanto a crescere in grande gare. E’ difficile dirlo, ma penso che ci aiuteremo l’uno con gli altri per ottenere più vittorie possibile».

Paul firma le nuove maglie della Soudal indossate anche dalla mascotte T-Rex durante la team presentation
Paul firma le nuove maglie della Soudal indossate anche dalla mascotte T-Rex durante la team presentation

Il prossimo Boonen?

Dopo il Pologne, tra le tante corse dovrebbe correre il Deutschland Tour, il Renewi e a Plouay. Paul Magnier intanto vuole diventare un corridore da classiche, lo dice senza problemi, sfruttando le sue doti di passista-veloce o di velocista moderno, se preferite.

«Il mio idolo è sempre stato Tom Boonen – conclude con un sorriso – e magari potessi fare anche solo una parte della sua carriera. Ora però penso a migliorare step by step e divertirmi correndo. Non penso che correrò l’europeo in Ardeche perché forse è troppo duro per me e non ne ho parlato col nostro cittì. Ho altri programmi per il resto della stagione e l’obiettivo resta sempre quello di conquistare altre vittorie».

La quinta tappa del Tour de Pologne sarà quella più lunga. Una cavalcata di 206 chilometri con partenza da Katowice ed arrivo a Zakopane. E’ una frazione che potrebbe vedere arrivare la fuga, ma che dovrebbe smuovere la generale, sempre comandata da Lapeira (uscito indenne dalla grande caduta di ieri). Le salite lunghe non mancano e a 10 chilometri dalla fine si scollina oltre i 1.100 metri. Potrebbe essere un trampolino di lancio per qualche attaccante.

Finale neutralizzato al Pologne. Milesi racconta l’occasione sfumata

06.08.2025
4 min
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WALBRZYCH (Polonia) – Succede di tutto negli ultimi 25 chilometri della terza tappa del Tour de Pologne, quella col maggior dislivello e per questo temuta dalla maggior parte del gruppo, leader compresi. Vince Ben Turner allo sprint, però i tempi vengono azzerati a causa di una grossa caduta.

Riviviamo il finale

Prima attaccano Ulissi e Milesi che si riportano sull’australiano O’Brien della Jayco-Alula, unico reduce della fuga di giornata. Qualche istante dopo finisce a terra la prima parte del gruppo che coinvolge tra i tanti Baroncini (che stava tirando), Vacek, la maglia gialla Lapeira e Haig. I primi due dovranno abbandonare la corsa.

Nel frattempo, i tre fuggitivi guadagnano subito un minuto di vantaggio, quando a 15 chilometri dalla fine la giuria decide di neutralizzare la corsa. La mancanza delle ambulanze necessarie già impegnate nel soccorrere i corridori contusi obbligano gli organizzatori a fermare tutto, come ci viene confermato in mixed zone da Czeslaw Lang, direttore del Tour de Pologne. Dopo un quarto d’ora di sosta, spiegazioni e mugugni, Ulissi, Milesi e O’Brien ripartono con lo stesso vantaggio, come vuole il regolamento, sul gruppo o ciò che ne resta.

I tre battistrada ci credono, anche se il loro margine cala vistosamente. Vengono ripresi in vista del triangolo rosso quando viene lanciata una volata molto anomala. L’inglese della Ineos Grenadiers esulta battendo Pello Bilbao e Bagioli, però dopo il traguardo gli umori dei due italiani in fuga non sono granché. Ulissi preferisce andare via subito, comprensibilmente, Milesi ci concede qualche minuto nonostante la delusione del mancato possibile risultato.

Ulissi e Milesi si riportano su O’Brien guadagnando subito sul gruppo. Ci credono, ma arriva la neutralizzazione
Ulissi e Milesi si riportano su O’Brien guadagnando subito sul gruppo. Ci credono, ma arriva la neutralizzazione

Sogno accarezzato

Lorenzo Milesi arriva al bus della Movistar col volto corrucciato, ma forse sapendo di essere sulla strada giusta per ritrovare un buon morale. Bisogna dire che già al termine della prima tappa era stato coinvolto in una caduta che lo aveva condizionato nella pedalata alla caviglia sinistra. Con lui ritorniamo in questi ultimi concitati chilometri.

«Nel finale abbiamo provato Diego ed io – racconta con rammarico – ed eravamo molto fiduciosi di arrivare in fondo. Poi hanno neutralizzato la gara. Dietro hanno potuto recuperare, con gente che si era staccata e poi ha iniziato a tirare quando siamo ripartiti. E’ diventato impossibile pensare di arrivare al traguardo. Comunque io ci ho creduto lo stesso, tirando forte, anche quando siamo ripartiti, perché sapevo di potermela giocare con Diego, ma alla fine è andata così. Sento che la gamba sinistra mi fa ancora male, ma almeno questa azione è stata una iniezione di fiducia mentale».

Turner vince la terza tappa del Pologne battendo Pello Bilbao e Bagioli. L’altra sua unica vittoria l’aveva ottenuta a febbraio 2023
Turner vince la terza tappa del Pologne battendo Pello Bilbao e Bagioli. L’altra sua unica vittoria l’aveva ottenuta a febbraio 2023

Forma in crescita

Milesi verso il traguardo di Walbrzych ha tentato l’azione giusta come già aveva fatto al Tour de Wallonie una settimana fa.

«Dopo un mese di altura – riprende il 23enne bergamasco – avevo trovato una buona condizione nella gara belga, dove è mancata solo la vittoria (un secondo e un terzo posto di tappa, ndr). Anche qua in Polonia sento di avere iniziato comunque col piede giusto, malgrado tutto. Ecco, diciamo che con queste botte muscolari, non c’è tempo di poter avere una giornata tranquilla perché ormai si è sempre a tutta, ovunque. Qua l’obiettivo era proprio quello di centrare una tappa e poi cercare di fare molto bene nella crono conclusiva.

«In squadra – sottolinea Milesi – mi trovo benissimo e lo immaginavo. Forse si aspettava qualcosa in più da me, però ora voglio rimediare. Come dicevo prima, sono proprio mancati i risultati. Ho iniziato la stagione tra cadute e influenze. Mi sono ritrovato ad inseguire la condizione minima per correre».

A 15 km dall’arrivo, dopo un quarto d’ora di sosta, si ripartirà con lo stesso vantaggio, ma l’azione dei tre verrà vanificata ai mille metri
A 15 km dall’arrivo, dopo un quarto d’ora di sosta, si ripartirà con lo stesso vantaggio, ma l’azione dei tre verrà vanificata ai mille metri

Mirino puntato

Contestualizzando tutto, Milesi può essere soddisfatto di come le gambe gli stiano girando in questo periodo. Con un pizzico di buona sorte in più può programmare ancora meglio i prossimi obiettivi.

«Diciamo che mi sto ritrovando – chiude – e mi piacerebbe vincere qualche gara in Italia, visto che farò quasi tutto il calendario delle nostre classiche fino al Lombardia. Vediamo di fare bene. Anche perché alla fine tutti gli anni si cresce in qualche fondamentale e scopri che devi migliore in qualcos’altro. Quindi viviamo giorno per giorno, scoprendo cosa dovrò fare anche in funzione del 2026».

La quarta tappa del Tour de Pologne dovrebbe essere la rivincita per i velocisti. Si parte da Rybnik e arriva a Cieszyn dopo 201 chilometri con l’ultimo “gpm” molto lontano dal traguardo. Mentre si chiude il truck della sala stampa, giungono notizie incoraggianti sui corridori caduti. Ne avevamo bisogno tutti.