Azzurra Ballan, crescita costante e obiettivi chiari

22.06.2024
6 min
Salva

Quando si guardano le partenti ad una gara o si scorrono gli ordini d’arrivo, il suo nome non può non passare inosservato. Azzurra Ballan è l’ennesima figlia d’arte che si sta ritagliando spazio e considerazione a suon di risultati in vista del 2025.

E’ vero che siamo tra le allieve e non bisogna aggiungere pressioni, ma in un ciclismo che si evolve alla velocità della luce talvolta vale la pena conoscere meglio alcuni di questi giovani protagonisti durante la loro formazione. La veneta classe 2008 dell’U.C. Giorgione, al secondo anno nella categoria, tre giorni fa a Grosseto ha ottenuto il terzo posto nel campionato italiano a cronometro (in apertura con papà Alessandro) e lo scorso weekend aveva chiuso seconda al fotofinish in Puglia nella seconda prova della Coppa Italia per società. La stagione di Azzurra sta entrando nel vivo e lei appare determinata nel cerchiare di rosso gli appuntamenti più importanti.

Azzurra Ballan chiude terza nella crono tricolore di categoria dietro Acuti e Rapporti
Azzurra Ballan chiude terza nella crono tricolore di categoria dietro Acuti e Rapporti

Vista da papà Alessandro

Azzurra deve il suo nome di battesimo ad una maglia – quella della nazionale – che suo padre Alessandro avrebbe dovuto indossare nel 2008 all’Olimpiade di Pechino, prima di essere escluso, e che poi glorificò qualche mese dopo a Varese con quell’allungo iridato che manda ancora tutti in soglia a ripensarci. Nel mezzo Alessandro era riuscito a centrare la tappa di Andorra alla Vuelta dedicandola proprio alla figlia nata ad inizio agosto. Questi però sono ricordi che ritornano nel cassetto, adesso c’è il presente di Azzurra.

Vuelta 2008. Alessandro Ballan, padre di Azzurra da poche settimane, le dedica la vittoria di tappa ad Andorra
Vuelta 2008. Alessandro Ballan, padre di Azzurra da poche settimane, le dedica la vittoria di tappa ad Andorra

«Rispetto a quando ci eravamo sentiti a marzo – spiega Alessandro, riferendosi al suo insediamento come presidente del Giorgione – Azzurra ora mi ascolta di più, anche se devo dire che mi aspettavo che maturasse più in fretta a livello tattico. Si perde in cavolate (dice col sorriso, ndr), come in Puglia che ha preso l’ultima curva prima dell’arrivo in ultima posizione e ha dovuto fare una volata di rimonta perdendo di un niente. Tuttavia penso che serva tutto per crescere. Sta incassando le sconfitte mantenendo il morale alto e sapendo che la vittoria arriverà presto.

«A differenza dell’Alessandro ragazzino, Azzurra è più convinta nell’avvicinamento alla gara. In ogni caso, i miei sono solo consigli da genitore. Lei sa che deve seguire le indicazioni dei nostri diesse. Ad oggi ha diversi contatti per passare juniores, ma sa che può permettersi di valutare bene le proposte visto che i risultati e soprattutto le prestazioni ci sono. Vedremo più avanti cosa sceglierà».

Azzurra sappiamo che sei un po’ timida e rompiamo il ghiaccio. Quali sono le tue caratteristiche? In cosa ti senti forte e dove senti di dover migliorare?

Penso di essere una ciclista abbastanza completa. Mi piacciono tutte le tipologie di gare: da quelle in salita a quelle allo sprint, fino alle crono. Forse quelle che preferisco sono quelle più dure, con dislivelli elevati, perché mi sento forte nella gestione della fatica e nel mantenere un ritmo costante. Per la verità amo anche le discese perché mi piace sentire l’adrenalina che sale mentre affronto ostacoli o curve. Però sono ancora molto giovane e non conosco appieno i miei limiti e le mie capacità.

A parte tuo padre Alessandro, hai qualche atleta attuale di riferimento, maschio o femmina, a cui ti ispiri?

Mi ispiro a moltissimi corridori dai quali mi sforzo di imparare o applicare le loro strategie nelle mie corse. Ammiro molto Van Aert perché riesce a vincere su tutti i terreni, ma mi piace tanto anche Mohoric, che considero il più intelligente e abile del gruppo. E’ grazie a loro che trovo la motivazione per continuare a dare il meglio di me.

Una curiosità veloce. C’è qualche ex compagno o avversario di tuo padre che hai visto sul web, che conosci o che ti ha colpito in modo particolare?

A dire il vero no. Non mi è mai capitato di conoscerli personalmente. Tuttavia, ammiro molto alcuni corridori che hanno condiviso esperienze con lui e che hanno lasciato il segno nel mondo dello sport.

Azzurra preferisce le gare dure in salita, ma sa difendersi bene a crono ed anche allo sprint
Azzurra preferisce le gare dure in salita, ma sa difendersi bene a crono ed anche allo sprint
Sei una delle migliori allieve del panorama nazionale, fin dall’anno scorso. Qual è il tuo metodo per cercare di essere sempre competitivi?

Come accennavo prima, cerco di impegnarmi al massimo in ogni allenamento e in ogni gara, cercando di restare sempre concentrata nel perseguire i miei obiettivi. E poi cerco di imparare da tutte le esperienze positive o negative che siano.

Partire in gara tra le favorite ti pesa o non ci pensi?

Posso dire che inizialmente mi sentivo opprimere dal peso del cognome e di essere costantemente controllata durante le gare, Invece col passare del tempo e con l’aumentare dei piazzamenti ho realizzato che posso ottenere ottimi risultati nonostante questo marcamento stretto. E quindi ora non ci faccio più caso.

Te lo aspettavi di avere una crescita così importante nelle ultime annate? E di conseguenza, quanto ci pensi alla prossima stagione da juniores?

Onestamente no, vedendo come ero partita. Ora sono molto contenta dei risultati che sto ottenendo e fiduciosa per il futuro.

Azzurra Ballan è nata l’11 agosto 2008. Nel 2025 diventerà juniores
Azzurra Ballan è nata l’11 agosto 2008. Nel 2025 diventerà juniores
Giù dalla bici, quali sono i tuoi studi ed interessi?

Oltre al ciclismo non ho grandi interessi. La maggior parte del mio tempo la dedico all’allenamento e allo studio. Attualmente frequento un istituto alberghiero, scuola che mi appassiona molto e che mi permette di conciliare l’educazione e la mia passione

Quali sono gli obiettivi a breve e medio termine per Azzurra Ballan?

Ad oggi i miei obiettivi principali rimangono la vittoria del campionato italiano in linea di quest’anno (il 6 luglio a Capannori, ndr) e della Coppa Rosa (il 7 settembre a Borgo Valsugana, ndr), un sogno che nutro da anni.

Triveneto in trasferta: 7 ragazzine al Tmp Jugend Tour

21.05.2023
6 min
Salva

E’ già qualche anno che i comitati regionali delle regioni del Triveneto si mettono insieme per portare le proprie ragazze a gareggiare in Germania. Si dice spesso della necessità di far fare esperienze alle più giovani fuori dai confini nazionali, senza aspettare che “mamma Fci” provveda, mettendoci insomma del proprio. Al TMP Jugend Tour la presenza delle allieve italiane è ormai una tradizione e dietro la loro esperienza c’è una vecchia conoscenza del ciclismo italiano, Giovanna Troldi.

Per chi non la ricordasse, Giovanna è stata una protagonista del ciclismo femminile italiano a cavallo d’inizio secolo, rappresentando l’Italia ai mondiali di Zolder nel 2002 e chiudendo la carriera nel 2003 con all’attivo tre titoli italiani a cronometro. Poi è rimasta legata al ciclismo, anche se progressivamente sempre meno in sella e più a guidare gli altri.

«Ormai non riesco quasi più a salire in bici – racconta – il tempo manca sempre ma quando ho l’opportunità, qualche trasferta per una bella gran fondo non me la faccio mancare. E quando metto il numero sulla schiena, improvvisamente mi torna su lo spirito agonistico, evidentemente è insito in me».

Le ragazze al riscaldamento: Giovanna Troldi è davanti a loro, per gli ultimi consigli prima del via
Le ragazze al riscaldamento: Giovanna Troldi è davanti a loro, per gli ultimi consigli prima del via
Uno spirito che trasmetti alle più giovani…

Sì, sono da anni tecnico del comitato regionale veneto della Fci, occupandomi prevalentemente del settore femminile. Entrando in questo ambito, ho visto che c’era già una stretta amicizia con la Federazione tedesca, così è nata l’idea di formare una rappresentativa triveneta da portare a quella che per la Germania è una delle principali prove giovanili del calendario. Io mi occupo della parte strettamente tecnica, coadiuvata da Francesco Cecchin che cura soprattutto la parte logistica.

Com’è nata la selezione?

Da inizio stagione verifichiamo come vanno le ragazze, stiliamo una classifica a punti e le più meritevoli entrano nella rappresentativa, che comprende atlete venete, trentine, altoatesine e friulane. Erano tantissime che volevano entrare nella squadra, c’è stata una lotta serrata, alla fine abbiamo tirato le somme. Abbiamo a disposizione un’ammiraglia e un pullmino per portare su le ragazze, è una vera e propria avventura.

Proviamo allora a riviverla e raccontarla nei dettagli…

Due ragazze, Sommarini e Pegolo avevano già fatto questa esperienza lo scorso anno e hanno fatto un po’ da chiocce per le altre. Siamo partiti che era ancora notte, per affrontare un viaggio che si è rivelato lunghissimo, 14 ore abbondanti. Un po’ per il maltempo, un po’ per continui incidenti sulla strada, neanche tanto grandi, ma che rallentavano la nostra corsa. Siamo arrivati che le ragazze erano davvero stanche e il giorno dopo c’era già la prima gara.

Cena di gruppo nell’hotel del Triveneto, con telefoni messi da parte e tanta voglia di socializzare direttamente, come una volta…
A cena nell’hotel del Triveneto, con telefoni messi da parte e tanta voglia di socializzare
Chi partecipava alla corsa?

Non c’erano solo le atlete di casa. Intanto partecipava la nazionale tedesca, poi le rappresentative di Polonia, Lussemburgo e Austria, oltre a tanti club locali. Ne è venuta fuori una corsa molto qualificata, un confronto che alla fine si è rivelato molto costruttivo per le ragazze, ma più che sull’aspetto agonistico, c’è un altro aspetto che mi ha colpito.

Quale?

C’è stata una socializzazione fra le varie ragazze davvero eccezionale. Ho notato una grandissima voglia di conoscere, di scambiarsi esperienze fra italiane e straniere. Si scambiavano continuamente numeri di telefono, contatti sui social e anche quando la gara è finita, nel viaggio di ritorno erano lì a chattare e scriversi con le ragazze. Sono nate belle amicizie e questo mi sembra un aspetto importante, che va al di là del discorso sportivo.

Parlavi di telefoni e social. A questo proposito come vi regolavate fuori corsa, a cena, lasciavate libertà di utilizzo degli smartphone?

Non è nella mia natura imporre nulla, ma devo dire che erano le stesse ragazze a cercare di socializzare fra loro, tenendo il telefono da parte. La cosa che faceva ridere è che a cena si sentivano praticamente solo le nostre ragazze, le tedesche erano molto più timide e silenziose… Poi è chiaro che ci sono le più estroverse e quelle un po’ più timide, ma devo dire che si è creato un bel gruppo, sembrava che fossero amiche da sempre quando invece si erano appena conosciute.

Il bilancio delle ragazze del Triveneto è stato molto ricco, a dispetto di un’ultima giornata difficile
Il bilancio delle ragazze del Triveneto è stato molto ricco, a dispetto di un’ultima giornata difficile
Com’era strutturata la corsa e come l’avete affrontata?

Partiamo dal venerdì, che comprendeva un criterium al tardo pomeriggio che consisteva nel giro di un breve circuito. Noi al mattino abbiamo previsto una sgambata sul percorso delle gare del sabato, in modo da far imparare alle ragazze il tracciato da affrontare che era più impegnativo di quello del criterium. Tra l’altro il tracciato del sabato coincideva per larghissima parte con quello della domenica. Al sabato era in programma una cronometro al mattino, poi ho portato le ragazze in hotel per mangiare un breve riposo prima di tornare sul luogo di gara per la prova in linea del pomeriggio. Domenica stesso programma e alla fine premiazioni e poi di nuovo sulla strada.

Dal punto di vista tecnico, la corsa che cosa ti ha detto?

Che il nostro livello è più avanzato rispetto alle avversarie, ma alla fine abbiamo raccolto meno di quanto si poteva. Alla domenica le ragazze, soprattutto per stanchezza, non sono riuscite a mettere in pratica quanto avevamo stabilito e così ci sono sfuggite sia la vittoria di tappa che la classifica generale e quella a punti, che erano tutte alla nostra portata, ma abbiamo conquistato comunque la classifica a squadre. E’ stato comunque importante anche aver perso: nel pullman al ritorno abbiamo analizzato quel che era successo, le ragazze hanno detto la loro, hanno imparato. Queste esperienze servono anche per questo.

Sanarini e Pegolo, vincitrici di una tappa ciascuna e con una maglia di leader. Per il Triveneto, una tappa vinta anche dalla Rossignoli
Sanarini e Pegolo, vincitrici di una tappa ciascuna e con una maglia di leader. Una tappa vinta anche dalla Rossignoli
Il bilancio finale qual è?

Abbiamo vinto 3 tappe, Matilde Rossignoli ha chiuso terza in classifica generale e prima fra le giovani; Chantal Pegolo, settima in classifica, ha portato a casa la maglia di migliore nei Gpm. Quarta invece Linda Sanarini. Vorrei ricordare anche le altre del gruppo: Matilde Cenci, Clarissa Laghi, Linda Rapporti e Silvia Pirrone.

Ripeterete l’esperienza?

Sicuramente, ma non solo il prossimo anno. Contiamo infatti di ricevere l’invito per un’analoga prova che si svolge a fine agosto parallelamente al Giro di Germania per professionisti, nelle ultime tre giornate affrontando i tratti finali delle tappe. Sarà a ridosso del Mare del Nord, una trasferta ancora più lunga, ma le ragazze non vedono l’ora e vogliono tutte essere selezionate. Staremo a vedere, devo dire che anch’io non vedo l’ora che arrivi agosto…