StormChaser: il casco che unisce aerodinamica e sicurezza

27.05.2022
3 min
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L’ultimo prodotto nato in casa Abus è il casco StormChaser, un prodotto che fa di leggerezza ed aerazione le sue caratteristiche principali. I corridori del team Movistar ne sanno qualcosa visto che usufruiscono dei prodotti Abus. La cura del dettaglio è alla base del nuovo casco StormChaser, per permettergli di adattarsi a qualsiasi tipo di percorso: dalla strada all’off road. 

Caratteristiche tecniche

Il casco Abus è costruito con la tecnologia In-mold che combina il materiale EPS e la calotta in policarbonato, una combinazione leggera ma molto resistente. L’aerazione è fondamentale in bici e il casco StormChaser è equipaggiato con ben 7 prese d’aria e 16 di estrazione. Questo consente un continuo ricambio ed una regolazione della temperatura interna della calotta impeccabile.

Per un supporto impeccabile in qualsiasi situazione di corsa il casco StormChaser è dotato del sistema AirPort. Si tratta di supporti aerodinamici per gli occhiali che offrono alloggiamenti per le asticelle, così da riporli quando la strada sale e l’andatura diminuisce. E’ dotato, inoltre, di un profilo ribassato, per una protezione incrementata verso eventi esterni lesivi.

Regolazioni al millimetro

Il sistema di regolazione micrometrico è studiato per consentire un utilizzo confortevole anche per le cicliste che portano i capelli raccolti a coda. Anche la sicurezza è fondamentale in bici, così Abus ha aggiunto degli inserti riflettenti che consentono di essere visti anche in condizioni di scarsa visibilità. StormChaser è disponibile in 4 taglie (S 51-55cm,M 54–58cm,L 59–61cm,XL 61–63cm) e ben 14 colorazioni.

Prezzo di vendita: 145,55 euro.

Abus

Abus AirBreaker vs StormChaser: qualità a confronto

14.04.2022
6 min
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Da una parte abbiamo un casco top di gamma, dall’altra un casco che fa parte di una fascia media, ma con delle soluzioni degne di un top level. Entrambi hanno qualità costruttiva che supera gli standard delle rispettive categorie. Abus AirBreaker e StormChaser sono anche i caschi utilizzati dai pro’.

Valverde indossa il modello AirBreaker
Valverde indossa il modello AirBreaker

Con Movistar e Alpecin

Il modello AirBreaker è adoperato da entrambi i team, mentre lo StormChaser lo abbiamo visto indossato dai ragazzi del sodalizio Alpecin-Fenix in più di un’occasione. A questi si aggiunge anche il più aerodinamico Abus GameChanger. Il nostro confronto si focalizza sui due modelli citati in precedenza, che rappresentano un riferimento anche per il consumatore finale. AirBreaker e StormChaser sono diversi tra loro, per tecnica, design e anche posizionamento nel mercato, fattore rappresentato da un costo diverso. Il primo ha un prezzo di listino di 249 euro, il secondo di 149.

Lo StormChaser, spesso utilizzato dai corridori del Team Alpecin-Fenix
Lo StormChaser, spesso utilizzato dai corridori del Team Alpecin-Fenix

AirBreaker, come è fatto?

E’ prima di tutto un casco leggero, che fa collimare una ventilazione ottimale e un’efficacia aerodinamica di altissimo livello. Il disegno arrotondato, combinato con la coda tronca, prende il nome di Multi Position Design e permette di sfruttare un’esposizione ridotta nei confronti dello spazio, frontalmente, lateralmente e con la testa curvata verso il basso. Questo spiega anche la struttura a nido d’ape della parte superiore/posteriore della calotta. L’AirBreaker ha una struttura In-Mold con dei canali interni che distribuiscono l’aria in entrata e agevolano quella calda verso il posteriore. Rappresentano una rastrematura del mold. La calotta EPS è un blocco unico che ricopre anche il perimetro del casco.

Abus AirBreaker a sinistra, più tondeggiante nelle forme
Abus AirBreaker a sinistra, più tondeggiante nelle forme

Uno scheletro all’interno

La struttura ha un rinforzo interno, una sorta di scheletro (ActiCage Lite) che aumenta la resistenza agli impatti e stabilizza il composto In-Mold. Questa gabbia non è integrata nel modello StormChaser. Il sistema di chiusura si sviluppa grazie alla gabbia posteriore regolabile in altezza e da un rotore micrometrico che agisce sui filler laterali.

Inoltre ci sono le fibbie, piatte, morbide a anti-sfarfallamento. Questo non è un dettaglio secondario che genera anche un maggiore comfort quando ci sono temperature da canicola. Le imbottiture interne hanno gli spessori differenziati e sono più scaricate nella parte superiore dove l’accumulo di sudore e calore sono maggiori.

StormChaser, come è fatto?

In un certo senso è il casco che non ti aspetti. Il suo comfort, il fitting e la cura dei dettagli, la qualità del prodotto in genere, vanno ben oltre la media della categoria e riprende alcune soluzioni di pregio adottate per l’AirBreaker. Rispetto al precedente è leggermente più spigoloso nelle forme, con delle linee più marcate. Mantiene comunque una sorta di fil rouge aerodinamico che lo accosta al fratello maggiore.

Non presenta la struttura micro-forata sulla calotta, ma ha 7 asole di entrata dell’aria, allungate a ben disposte e 16 totali in uscita, tra laterali e posteriori. Inoltre le asole frontali agevolano l’asciugatura delle imbottiture, proprio grazie alla loro disposizione. I canali laterali danno modo di inserire le aste degli occhiali. Nonostante una calzata tonda e profonda, il casco non scende eccessivamente sopra le orecchie e non copre l’orizzonte; anche la sicurezza ne guadagna. Il sistema di ritenzione è il medesimo e trovare le fibbie piatte in un casco di questo segmento non è cosa scontata.

StormChaser a destra, AirBreaker a sinistra (foto Sara Carena)
StormChaser a destra, AirBreaker a sinistra (foto Sara Carena)

Le nostre considerazioni

Le performances elevate da parte di un casco come AirBreaker è un qualcosa che ci si aspetta, perché è un top di gamma ed è un casco che si presenta con una elevata tecnicità. E poi è davvero confortevole. Colpisce in modo positivo Abus StormChaser, superiore alla media sotto ogni punto di vista. Per finiture, perché il sistema di chiusura è comune ai top di gamma Abus. La calotta EPS copre il mold anche nella zona del perimetro. La longevità del casco si dilata. Per la qualità della calzata, che nella zona interna non presenta protuberanze e zone di pressione, oltre a collimare con la chiusura perimetrale che non da mai la sensazione di schiacciare sulla testa. E poi c’è quel design moderno, più schiacciato verso l’anteriore, rialzato sopra e con la coda tronca, sempre bello da vedere indossato.

Le fibbie antisfarfallamento

Quante volte ci siamo infastiditi per le fibbie che stringono troppo, o troppo poco. Sono dure e non troviamo la giusta regolazione, oppure troppo morbide e si allentano continuamente, oppure continuano a sbacchettare contro il viso. Oppure hai dei divisori in plastica grandi e fastidiosi. Abus AirBraker, StormChaser e anche GameChanger hanno le fibbie piatte e morbide. Non ci sono inserti in plastica nel mezzo, solo il terminale per la chiusura. Lo sfarfallio è pari a zero, comunque minimo e impercettibile quando si pedala anche ad alta velocità. Inoltre il materiale non accumula sudore e umidità.

AirBreaker, una volta indossato è compatto e comodo, con un fit profondo (@chiara_redaschi)
AirBreaker, una volta indossato è compatto e comodo, con un fit profondo (@chiara_redaschi)

In conclusione

Il rapporto tra la qualità ed il prezzo dei due caschi Abus è ottimale. AirBreaker è un casco race top di gamma e per questo motivo deve trovare la corretta interpretazione ed approccio. Potremmo dire che rispetto a molti pari categoria è più leggero, perché 210 grammi nella taglia M sono pochi e nulla è lasciato al caso. StormChaser è un gran bel prodotto, che grazie al suo design aggressivo va ad accontentare una schiera più ampia di potenziali utenti che vogliono spendere qualcosa in meno ed avere un casco qualitativamente eccellente. Inoltre il valore alla bilancia, a parità di taglia è praticamente il medesimo, pochissimi i grammi di differenza.

Abus

Abus non si ferma e acquisisce Maxi Studio

14.06.2021
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Abus non smette di crescere e di stupire. Il brand tedesco, legato in generale settore della sicurezza, sia domestica che nelle attività outdoor, un marchio ben conosciuto dagli appassionati di ciclismo anche per la solida partnership con il Team Movistar al quale fornisce i caschi, ha annunciato una rilevante acquisizione industriale.
La realtà italiana e produttrice di caschi Maxi Studio è integralmente entrata a far parte del gruppo Abus che realizza così un ulteriore passo in avanti per il brand.

Anche un’azienda italiana

Creata nel 1993 a Camisano Vicentino per diretta volontà dei fratelli Oliver e Massimo Simonaggio, Maxi Studio ha avviato la propria attività concentrandosi in modo particolare sia nella personalizzazione di articoli promozionali che nella produzione di adesivi e targhe industriali in diversi materiali. L’azienda ha nel tempo velocemente mutato le proprie lavorazioni passando alle decorazione di lastre termoplastiche, e l’evoluzione successiva è stata quella di passare alla termoformatura e al taglio al CNC delle lastre prodotte internamente. A distanza di quasi trent’anni, Maxi Studio ha saputo affermarsi quale una realtà solida nel proprio campo impiegando al proprio interno circa 40 persone e concentrandosi principalmente sullo sviluppo e sulla produzione di caschi per ciclismo di alta qualità.

Abus Security Center in Germania
Abus Security Center in Germania
Abus Security Center in Germania
La sede di Abus Security Center in Germania

Christian Bremicker, il CEO del Gruppo Abus

«Questa acquisizione – ha dichiarato Christian Bremicker, managing partner e CEO del Gruppo Abus – rappresenta una pietra miliare molto speciale nella storia della nostra azienda. Dopo aver iniziato a vendere caschi da bicicletta nel 1994, abbiamo col tempo affrontato sia alti che bassi. E’ stato un bene essere costanti nella nostra crescita, così da essere in grado di espandere continuamente il segmento di business, e questo anche in seguito alle dinamiche degli ultimi anni che hanno visto aumentare l’accettazione dei caschi da bicicletta in generale e soprattutto nel settore delle eBike».

Abus Aventor Quin
Una novità in arrivo è il casco Aventor QUIN con sistema di allerta dei propri contatti in caso di caduta
Abus Aventor Quin
Una novità in arrivo è il casco Abus Aventor QUIN dotato di sistema di rintracciamento e allerta dei propri contatti in caso di caduta

Caschi e campioni

Abus garantisce un senso di sicurezza dal 1924. Il produttore tedesco è specializzato in prodotti di alta qualità caratterizzati da affidabilità, durata e facilità d’uso. Per soddisfare le crescenti esigenze dei clienti privati e aziendali, Abus offre una vasta gamma di soluzioni innovative per la sicurezza domestica, commerciale e mobile. Il Gruppo comprende Abus August Bremicker figli KG, ABUS Security Center GmbH & Co. KG e Abus Pfaffenhain GmbH. Il gruppo indipendente di società ha sede a Wetter an der Ruhr ed opera in tutto il mondo.
I caschi “premium” GameChanger, AirBreaker e StormChaser, sono quelli con cui gareggiano professionisti del Team Movistar, oltre al fenomeno Mathieu van der Poel. Oltre ai caschi più propriamente “race”, Abus offre una vasta gamma di articoli dedicati espressamente ai più piccoli, all’Urban, all’eBike, alla Mtb e al Triathlon.

abus.com

Abus AirBreaker, leggero e ventilato, studiato per i pro’

04.06.2021
2 min
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L’AirBreaker è il modello di Abus pensato per i professionisti, che anche nel 2021 è la prima scelta dei corridori del Movistar Team. Nato per l’agonismo di alto livello, esso è studiato per soddisfare ogni esigenza tecnica, al fine di mettere il corridore nelle migliori condizioni di sicurezza e comfort.

Tra le sue caratteristiche principali si segnala il Multi Speed Design con la struttura a nido d’ape. Grazie ad esso, è possibile espellere il calore in maniera efficiente, anche a bassa velocità. Tra i vantaggi connessi, il flusso d’aria all’interno del casco risulta stabilizzato, con il conseguente miglioramento dell’aerodinamica. Per ottenere tale effetto, l’AirBreaker è dotato di 11 convogliatori d’aria e 13 estrattori, collegati tramite i canali di flusso. Il Multi Speed Design fornisce la ventilazione necessaria: massima aerazione per le tappe più lunghe e montuose, aerodinamica ottimale per le tappe pianeggianti e veloci.

Abus AirBreaker, forma aerodinamica e confortevole
Abus AirBreaker, forma aerodinamica e confortevole

Leggero e affidabile

Per rendere l’AirBreaker ancora più sicuro, Abus ha optato per l’ActiCage Lite, sistema di rinforzo integrato nell’EPS (ossia il materiale dissipante del casco). A sua volta, esso è tutt’uno con la calotta, grazie alla tecnologia in-mold, che migliora la stabilità e non appesantisce il casco. Tanto è vero che il suo peso è di soli 200 grammi.

Osservando bene la parte superiore, si notano dei supporti aerodinamici, chiamati Airport, ideati per infilare le astine degli occhiali senza che la loro presenza incida sull’aerodinamica.

Doppia chiusura

La chiusura avviene grazie a due elementi complementari fra loro. I FlowStraps, cinghietti aerodinamici, stabili e non irritanti per la pelle grazie al profilo studiato appositamente, cui si aggiunge lo Zoom Ace: sistema di regolazione a rotella semplice e preciso per dare la necessaria stabilità.

L’AirBreaker è disponibile in venti colorazioni diverse, nelle misure: S – M – L.

abus.com

Eurobike

Eurobike 2020, cosa dicono le aziende?

16.10.2020
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In questo 2020 segnato dall’emergenza Covid, il mondo delle fiere sembra essere uno di quelli maggiormente colpiti. Non potevano fare eccezione le fiere dedicate al mondo ciclo. Noi di bici.PRO abbiamo voluto vedere a che punto si trova Eurobike, la più grande esposizione di settore in Europa.
Partiamo con il dire che gli organizzatori tedeschi hanno programmato la fiera nei giorni 24-26 novembre, ritardandola di molto rispetto al solito periodo posto a cavallo fra fine agosto e inizio settembre. Ma su quali presenze potrà contare? Abbiamo chiesto ad alcune aziende se andranno o meno e il perché della loro scelta.

Cambiano gli interlocutori

Siamo partiti da Paolo Graziani, titolare di Sixs, nota azienda di abbigliamento tecnico.
«Quest’anno non andremo ad Eurobike e non è per il Covid. Dal 2014 fino al 2019 ci siamo sempre andati, ma dal 2018 – aggiunge l’imprenditore romagnolo – ho iniziato ad avere dei dubbi. Negli ultimi due anni l’interesse verso il prodotto si è ridotto e sono cambiati gli interlocutori commerciali. Prima c’erano più distributori, che a noi servono per raggiungere nuovi mercati, ultimamente passavano sempre di più i singoli negozianti. Puoi immaginare che noi non possiamo distribuire in tutto il mondo tramite i singoli negozianti, quindi l’interesse per la fiera è calata». Oltre al cambio degli interlocutori Graziani sottolinea un altro aspetto «I costi sono alti, oltre allo spazio devi pensare al viaggio e al personale. Rispetto ai benefici non vale più la pena».

Costi elevati

L’aspetto dei costi/benefici è quello che ha spinto anche Scott a non aderire, come ci ha confermato Nicola Gavardi, Responsabile Marketing di Scott Italia.
«La scelta di andare o meno ad Eurobike non dipende da Scott Italia, ma è una scelta della casa madre, che ormai da qualche anno ha deciso che per i costi elevati non vale più la pena».

Stesso discorso anche per Giant, colosso del ciclismo mondiale. Lo dice Fabio Arcardini, Responsabile Marketing di Giant Italia: «La casa madre ha deciso da cinque anni di non partecipare più alle Fiere tipo Eurobike. Alla base c’è un cambio di strategia, preferiscono organizzare più eventi per essere maggiormente a contatto con i dealer. Si ottengono risultati migliori a un costo inferiore».

Troppo tardi

Fra le aziende italiane anche Santini non parteciperà ad Eurobike come dichiarato da Paola Santini, Marketing Director di Santini Cycling Wear
«Una delle principali motivazioni della non partecipazione di Santini alla fiera Eurobike 2020 è legata alla data: per noi novembre è troppo tardi perché abbiamo presentato tutte le collezioni 2021 ai nostri clienti mesi fa. In generale, abbiamo smesso di partecipare alla fiera già da qualche anno perché per noi non è più un’occasione per trovare nuovi clienti, ma solo per incontrare quelli già consolidati. Inoltre, dato che solitamente i nostri clienti e distributori li incontriamo già a gennaio presso la nostra azienda, la relazione costi/benefici in merito alla partecipazione alla fiera, è per noi scemata negli anni».

Forfait Selle Italia

Un altro marchio italiano famoso nel mondo, Selle Italia ha dichiarato attraverso Federico Mele, Marketing e Communication Manager dell’azienda veneta.
«Il “gruppo” Selle Italia ha deciso di non prendere parte a questa edizione, molto particolare, di Eurobike 2020 per le motivazioni che tutti sappiamo e che sono strettamente legate all’emergenza sanitaria dovuta alla diffusione del Covid-19. Inoltre, la data proposta risulta essere un pò troppo avanti nella stagione e poco si collima con le esigenze commerciali e di marketing dei vari brand Selle Italia, Selle San Marco e idmatch. Sicuramente, per l’edizione 2021, valuteremo con grande piacere e serietà il nostro ritorno in fiera a Friedichshafen»

Ridimensionamento

Per finire una testimonianza molto interessante ci è arrivata da Stefano Montroni, Responsabile Marketing di Abus Italia.
«Per noi Eurobike è sempre stato l’appuntamento più importante dell’anno, in quanto Abus è un marchio tedesco, ma quest’anno noi di Abus Italia non andremo. La casa madre tedesca ci ha detto che per loro Eurobike è diventata una fiera nazionale e non più internazionale, quindi le varie filiali nazionali non saranno fatte venire. La tendenza anche per i tedeschi è quella di partecipare ad eventi che si svolgono all’aperto, tipo l’Italian Bike Festival che si è svolto a Rimini»

In definitiva si può affermare che lo stato di salute di Eurobike non sembra buonissimo, e questo non è dovuto solo al fattore Covid, ma sembra più un cambio di strategie aziendali. Queste preferiscono eventi mirati con i loro dealer nei singoli paesi, oppure eventi all’aperto dove c’è anche la possibilità di far provare i prodotti ai consumatori finali.

Abus StormChaser

Lo StormChaser completa la gamma di Abus

07.10.2020
< 1 min
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La sicurezza è un must di Abus, il marchio tedesco che produce caschi e sistemi di antifurto per il mondo delle biciclette e non solo. Da alcune stagione i caschi Abus accompagnano le imprese dei corridori del Team Movistar. Fra i caschi in dotazione al team professionistico c’è anche lo StormChaser.

Dopo il GameChanger e l’AirBreaker la gamma dei caschi di punta di Abus si completa con lo StormChaser. Grazie alle sue caratteristiche questo nuovo casco, si presta a diversi utilizzi, dalla strada fino al ciclocross. La ventilazione è assicurata dalle 7 aperture presenti sul casco, coadiuvate dai 16 punti di estrazione dell’aria. La tecnologia Forced Air Cooling è un sistema di aerazione basato su una serie di canali interni disposti in maniera intelligente. In questo modo si garantisce un’adeguata aerazione interna anche in giornate molto calde.

Il sistema di regolazione micrometrico è stato studiato per consentire un utilizzo confortevole anche alle cicliste che portano i capelli raccolti a coda o treccia. La regolazione avviene con il sistema Zoom Ace Urban di Abus, che si concretizza con una rotella semplice da usare e precisa.

Proprio la grande attenzione per la sicurezza ha portato Abus realizzare degli inserti riflettenti. In questo modo il ciclista può essere visto dagli automobilisti anche in condizioni di scarsa visibilità. Lo StormChaser presenta un profilo ribassato per proteggere ulteriormente da eventuali ostacoli esterni, che si possono incontrare quando si pedala. Per chi apprezza togliere gli occhiali e riporli sul casco mentre pedala, lo StormChaser è dotato di AirPort. Si tratta di supporti aerodinamici per gli occhiali con alloggiamenti per le asticelle.
Per finire sottolineiamo che lo StormChaser è Made in Italy ed è disponibile in quattro taglie e in quattordici colorazioni.


Prezzo di euro 129,95

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