Giro di ciclocross, si parte col riscatto di Ceolin

02.10.2023
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La prima maglia rosa del Giro d’Italia di ciclocross è di Federico Ceolin e per certi versi questa è una sorpresa. A Tarvisio il corridore veneziano è venuto a capo di una gara molto complicata, lunga (ben 10 giri), dura e incerta sino alla fine. Per Ceolin esserci riuscito è un risultato che va al di là del successo, perché a differenza degli altri, da quando la stagione del ciclocross era finita, le sue occasioni agonistiche erano state talmente poche che si possono contare sulle dita di una mano.

Il veneziano ha dominato la gara nella parte finale, chiudendo con 4’15” su Folcarelli e 4’40” su Pavan (foto Billiani)
Il veneziano ha dominato la gara nella parte finale, chiudendo con 4’15” su Folcarelli e 4’40” su Pavan (foto Billiani)

Il tuttofare della bici

Ciclocross a parte, Ceolin è una sorta di tuttofare della bici: corre su strada e in mtb, ora anche nel gravel, ma… «Quest’anno su strada non ho mai gareggiato, salvo alla 2 Giorni Marchigiana. Sul perché preferisco sorvolare, l’importante è che è una pagina chiusa. Ora al Bibione Cycling Team ho trovato l’ambiente giusto per ripartire e recuperare il tempo perduto».

Una stagione vissuta quindi soprattutto allenandosi perché per Ceolin il ciclismo è tutto e l’ambizione di farne il suo lavoro è sempre presente, anzi ora resa ancora più forte dalla sua voglia di riscatto: «Mentalmente non è facile rimanere sul pezzo se non hai obiettivi a breve scadenza. Sembra di allenarsi inutilmente, ma ho avuto la fortuna di avere al mio fianco Enrico Licini, preparatore della 4Performance che mi ha aiutato a rimanere concentrato, sapendo che sarebbe arrivata la stagione invernale, quella della ripartenza. Così ho proseguito a fare l’attività ciclistica… pur senza farla».

Per Ceolin un’estate difficile, priva di impegni agonistici e vissuta in un perenne allenamento (foto Billiani)
Per Ceolin un’estate difficile, priva di impegni agonistici e vissuta in un perenne allenamento (foto Billiani)

La sfida con Pavan

Per il veneto è stato un periodo davvero duro, che però non ha intaccato la sua passione per il ciclismo su strada: «So benissimo quanto sia importante anche per chi come me mette il ciclocross al primo posto. La preparazione è stata svolta principalmente lì, facendo anche lavori specifici che si attuano solo pensando alla gara. Mi è comunque servito per acquisire una certa mentalità: il prossimo anno conto di gareggiare più su strada che in mtb proprio per i vantaggi che dà».

Tornando alla gara di Tarvisio, per lui era una vera incognita: «Avevo già gareggiato in Svizzera dove avevo risentito della lunga inattività. Quella di Tarvisio è stata una gara bellissima, che non finiva più. Buon per il pubblico, per le mie gambe un po’ meno… Pavan ha lanciato la gara nei primi giri, io mi sono accodato e poi anche Folcarelli. Dopo metà gara Pavan ha portato un altro attacco, io sono tornato sotto e poi sono partito a tre giri dalla fine. Sono particolarmente contento proprio perché dopo una corsa simile ho più coscienza di me stesso e di quel che posso fare».

Il veneto seguito da Pavan, poi calato nel finale. La sfida si ripeterà domenica a Osoppo (foto Paletti)
Il veneto seguito da Pavan, poi calato nel finale. La sfida si ripeterà domenica a Osoppo (foto Paletti)

L’importanza del gravel

Ceolin però, anche se su strada non ha gareggiato, si era già fatto vedere nel gravel, prendendo parte a campionato italiano e Monsterrato: «Ho preso bastonate storiche… Il gravel è tutt’altra cosa, sembra quasi di disputare una gara su strada ma con la bici da ciclocross. Si parte fortissimo, è come essere in fuga tutto il giorno, applicando wattaggi enormi. Dopo la Monsterrato ero sconvolto, ma mi sono accorto che dà grandi benefici. Devo comunque dire grazie al cittì Pontoni che solo sulla base della conoscenza reciproca mi ha permesso di gareggiare alla Monsterrato con la nazionale, è stato molto importante per me».

Con la maglia rosa indosso, Ceolin ora deve pensare a che cosa fare nel prosieguo della stagione: «Alla prossima tappa a Osoppo ci sarò sicuramente, poi valuteremo. Quest’anno vorrei alzare l’asticella, gareggiare in Coppa del mondo, migliorare il ranking anche per raggiungere il mio obiettivo che è la convocazione per l’europeo. Darò tutto per questo, anche se so che è difficile».

Ceolin con la nazionale di gravel alla Monsterrato, chiusa al 26° posto a 16’57” da Vakoc (foto Instagram)
Ceolin con la nazionale di gravel alla Monsterrato, chiusa al 26° posto a 16’57” da Vakoc (foto Instagram)

Nessuna rinuncia alla strada

Il team è pronto a supportarlo anche se non sarà un compito semplice. Non tanto per il discorso ciclocrossistico, che pur nella sua evoluzione resta una disciplina individuale, ma su strada.

«Non mi preoccupo, – dice – so che dovrò correre da cane sciolto, ma almeno avrò la possibilità di partecipare alle prove regionali, prima essendo tesserato per una continental (l’Overall Tre Colli, ndr) non potevo farlo. D’altronde nel mio caso non è necessario essere supportato da una squadra, non cerco particolari risultati ma solo il giusto cammino di preparazione verso il ciclocross, che è il mio mondo».

Francesca Baroni seguita da Bramati e Borello. Già a Illnau si era vista la buona forma della toscana (foto Paletti)
Francesca Baroni seguita da Bramati e Borello. Già a Illnau si era vista la buona forma della toscana (foto Paletti)

Il ritorno di Baroni

A Tarvisio c’era grande attesa anche per la prova femminile, che ha avuto come protagonista assoluta Francesca Baroni, in forza al team belga Hubo-Remotive ma che quest’anno torna a avere un baricentro di attività più spostato dalle nostre parti. Neanche una foratura a inizio gara l’ha fermata, dopo un paio di tornate era già in fuga senza più essere ripresa, con la figlia d’arte Lucia Bramati a oltre mezzo minuto.

Dietro la sorpresa arriva dalla categoria junior dove la spunta l’emiliana Greta Pighi (Alé Cycling Team), anche se il pubblico ha parteggiato per Martina Montagner (DP66) che per la rottura della sella si è fatta oltre mezzo giro correndo e spingendo la bici. Tra i pari età è emerso l’atleta di casa Stefano Viezzi (DP66), accolto al traguardo da tutta la famiglia, nonni compresi…

Un giorno di fitting e Cimolai diventò perfetto sulla Look

13.01.2023
6 min
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Passare da una bici all’altra per un professionista è come cambiarsi d’abito, passando da uno stilista al successivo. Cimolai lo sa bene. Cambiano il disegno, il tessuto e la stessa vestibilità, al punto che quando si cambia bici, il primo step è affidarsi a chi sia in grado di metterti su quella nuova come o meglio che sulla precedente.

Per questo, quando a Denia vedemmo Davide armeggiare assieme al suo meccanico sulla nuova Look, con tanto di metro per sistemare le leve dei freni, ci venne la curiosità di vederci più chiaro. Quando poi sul suo profilo Instagram ci è capitato di seguire una piccola porzione del lavoro fatto con il centro che lo segue, il 4performance2.0 di Pederobba, abbiamo deciso di alzare la cornetta per farci raccontare.

Nei giorni del ritiro di Denia, Cimolai ha avuto le sue difficoltà nel sistemare la bici
Nei giorni del ritiro di Denia, Cimolai ha avuto le sue difficoltà nel sistemare la bici

Quattro giorni a Natale

Ci ha risposto Enrico Licini, titolare del centro assieme ad Alessio Camilli. Sono entrambi laureati in Scienze Motorie e dal 2009 hanno portato in Italia il metodo Retul, prima che Specialized rilevasse l’azienda, ne cambiasse la politica e ne facesse il sistema di cui ci ha raccontato Giampaolo Mondini pochi giorni fa.

Enrico e Alessio collaborano con Cimolai dal 2018, inizialmente anche per la preparazione, dato che il centro si occupa di bike fitting e allenamento. Da quest’anno tuttavia l’Equipe Cofidis gli ha chiesto di avvalersi di un preparatore interno e il friulano ha cambiato strada. Nella squadra francese, si è passati a bici Look: un ritorno che l’azienda (anch’essa francese) ha celebrato con un video.

«La nuova Look – racconta Enrico – gliel’hanno data nel ritiro in Spagna prima di Natale. Dopo i primi giorni, ci ha mandato un messaggio dicendo che non ne veniva fuori. Per cui, nonostante fossimo quasi in chiusura, lo abbiamo fatto venire qui al rientro da Denia. Era il 21 dicembre. Ci siamo messi subito al lavoro. Per come siamo abituati, penso che Retul sia un utile sistema, ma ci basiamo molto anche sull’occhio e sulle sensazioni dell’atleta. Sulla bici alla fine deve salirci lui. E io devo capire chi ho davanti e cosa stia cercando».

Dopo tre anni con De Rosa, la Cofidis passa a Look: orgoglio francese (foto Mathilde L’Azou)
Dopo tre anni con De Rosa, la Cofidis passa a Look: orgoglio francese (foto Mathilde L’Azou)

L’ottava bicicletta

Da quando è passato professionista, Cimolai ha corso con sette bici diverse: con la Look sale a quota otto. ci sono state la Cannondale della Liquigas, la Wilier e poi la Merida della Lampre, la Lapierre della FDJ. Quindi la De Rosa della Israel che poi passò alla Factor. Di nuovo De Rosa in Cofidis e ora la Look.

«Riportare le misure della vecchia bici sulla nuova – spiega Enrico – è qualcosa che non facciamo mai. L’atleta cambia e cambiano i materiali, per cui prima vengono lui e le sue esigenze e di riflesso arrivano le misure. Questa Look montata con lo Shimano a 12V, la nuova forma della leva, la telaistica molto aggiornata e il nuovo manubrio sono un bel passo in avanti. Siamo partiti da zero, andando a guardare gli angoli».

Il manubrio dal reach ridotto e le nuove leve Shimano sono stati motivo di studio. Con Cimolai, c’è qui Enrico Licini
Il manubrio dal reach ridotto e le nuove leve Shimano sono stati motivo di studio. Con Cimolai, c’è qui Enrico Licini
Il video su Instagram mostra Davide che pedala anche forte, come si fa con Retul…

Vedi come risponde l’atleta durante lo sforzo. Seduto, in piedi, il modo in cui si siede, il punto su cui si siede. Lavori a diversi wattaggi e vedi la sua risposta. Inoltre abbiamo abbinato anche una parte di lavoro con Leomo, per valutare in modo più completo la rotazione del bacino. E’ un sistema di cui si serve molto anche Adam Hansen nel suo nuovo ruolo.

Si svolge tutto nel vostro centro?

Si parte in studio, segue poi un’uscita su strada per analizzare quello che si è ottenuto. Lavoriamo sugli angoli e, cosa più importante, non abbiamo tempistiche standard. Si finisce quando si è raggiunto il risultato.

Per raggiungere il risultato occorre anche conoscere la bici su cui si lavora?

Se è già in commercio, la studio. Ma questa era un prototipo, per cui ci abbiamo messo le mani quando è arrivato Davide. Non avendo problemi di tempo, ci siamo presi tutto quello che serviva. Il manubrio Combo Aero ha un reach ridotto, quindi non è semplice montare la leva del freno. La sella è rimasta la SLR Superflow di Selle Italia, giusto più avanzata.

Come si è trovato Cimolai sulla bici nuova?

Appena salito, ha detto che è tanta roba. Davide ormai lo conosco bene, è bello da vedere in bici. Eppure negli anni anche lui è cambiato, per come si è evoluto anche il ciclismo. Ha preso peso, ha iniziato a lavorare diversamente in palestra. E’ cambiato nella parte alta del corpo e anche nella bassa.

Presso 4Performance si utilizza la strumentazione Retul, abbinata a Leomo. Nella foto Alessio Camilli
Presso 4Performance si utilizza la strumentazione Retul, abbinata a Leomo. Nella foto Alessio Camilli
Quando si finisce il fitting, la posizione è poi oggetto di modifica?

Non ci mettiamo più mano, il corridore è come se fosse avvitato sulla bici. Semmai potrò cambiare qualcosa in base al programma di gare, ma sono eventi rari.

Avete ragionato anche sulla lunghezza delle pedivelle?

L’orientamento di accorciarle era già una tendenza da anni all’estero. C’erano e ci sono studi per cui una pedivella più corta dà dei vantaggi, ma senza esagerare. Non tutti hanno convenienza a montare le 165, per capirci. Noi abbiamo sposato questa teoria, nonostante ci dessero dei pazzi. Davide è alto e ha le gambe lunghe e si tiene le sue 172,5. Anzi, le gambe così lunghe sono un problema per farlo stare basso davanti.

Cimolai è soddisfatto della sua posizione?

Il giorno dopo averla usata, mi ha mandato un vocale. Volete sentirlo? «Ciao vecchio, tutto bene? Volevo dirti una cosa. Ho sempre creduto che la perfezione non esistesse. In realtà, in sella sono praticamente perfetto!».

Bello…

Molto!