Parliamo con Luca Wackermann. Vi ricorderete di lui per lo sfortunato episodio che ha caratterizzato il suo 2020, l’incauta manovra di un elicottero durante la quarta tappa del Giro d’Italia gli fece volare addosso una transenna. Quel giorno lo ha segnato, nel corpo e nello spirito. Ma ora Luca è tornato, venerdì ha concluso il Tour du Limousin, una corsa di quattro tappe che la scorsa stagione si era aggiudicato con grande caparbietà, e da martedì sarà al Tour du Poitou Charentes.
Ci facciamo raccontare proprio da lui il suo percorso di guarigione e di riavvicinamento alla bici e alle corse, con la Eolo-Kometa che ha creduto in lui e nel suo recupero. E così Luca è intenzionato a tornare ai suoi livelli.
Cosa ti ricordi di quel malcapitato evento?
Praticamente nulla, sono sempre stato cosciente, ma ho vissuto una settimana sotto shock. Il primo ricordo nitido risale a quando ero in ospedale durante le visite mediche. Poi la mia mente fa un salto alla prima settimana a casa, quando ero ancora sotto osservazione e facevo continuamente check-up.
Come sono stati i mesi successivi?
Il primo mese, mese e mezzo, mi alzavo con un terribile mal di testa, dovuto al trauma cranico, che anche prendendo antidolorifici non passava. A questo devi aggiungerci un gran mal di schiena, ho fatto un periodo di riabilitazione e rafforzamento muscolare, ma nonostante tutto ai primi di dicembre mi sono rimesso in bici.
Ecco, ora ci arriviamo, com’è andato il tuo ravvicinamento alla bicicletta?
Ho fatto un periodo di preparazione e ben due ritiri con la squadra, ma nel momento di tornare alle corse, a febbraio, mi è venuto un gran dolore al ginocchio. Mi ha fatto restare fermo per un mese e mezzo facendomi perdere la prima parte di stagione.
Da aprile hai rincominciato a correre con costanza.
Sì, il mio esordio è stato al Gran Premio Indurain, è servito a testare la gamba e la condizione. Infatti, in accordo con la squadra, non ho partecipato al Giro d’Italia, anche se ci tenevo molto. Diciamo che volevo mettermi quel capitolo alle spalle. Non direi con costanza, ho solamente 30 giorni di corsa sulle gambe, sto correndo con continuità da luglio.
Quest’anno ha corso per circa 30 giorni, da martedì sarà in Francia al Poitou Charentes Debutto in Lampre, Bardiani dal 2017, quindi Vini Zabù e ora Eolo-Kometa
Che sensazioni hai provato nel ritornare in gruppo a pedalare?
All’inizio ho avuto timore, come normale che sia. Man mano che i pedali giravano è tornata la fiducia. A livello agonistico le sensazioni sono ritornate positive solamente in questo Tour du Limousin.
A distanza di tempo cosa pensi quando la mente torna a quel giorno?
Tante cose, penso che si sarebbe potuto evitare con un po’ di attenzione in più. Fossi passato 5 secondi prima o dopo non sarebbe capitato o comunque non avrei vissuto questo trauma. E’ capitato, l’errore umano è da considerare sempre. E’ un episodio che attribuisco al fato (la voce di Luca è pesante, porta ancora il segno di questi mesi difficili, ndr). Sono abituato a combattere, in 9 anni di professionismo mi sono capitate tante cose, questa è la più difficile, ma posso superare tutto.