L’incredibile odissea turca di Nieri. Presto si riparte…

08.11.2023
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Tredici ottobre. Sesta tappa del Giro di Turchia. La più lunga, la più severa, decisiva per la classifica. La Green Project-Bardiani-CSF-Faizané è ben messa, Pellizzari lotta per le posizioni di vertice ma anche Santaromita e Nieri sono nei primi 20. Quest’ultimo è rimasto staccato sulla penultima salita, ma in discesa sta rinvenendo. Si è messo alle spalle del sudafricano Gibbons, segue le sue traiettorie.

Il corridore della Uae sbaglia però una curva, scivola. Nieri prova a frenare, ma non c’è spazio sufficiente. Il resto glielo racconteranno alla sera, in ospedale, all’inizio di una vera odissea.

«Non ricordo nulla della caduta – racconta il toscano – so solo che ho sbattuto contro il guardrail e sono volato via, mi hanno detto che sono caduto di testa e infatti il caschetto è distrutto. Ho ripreso i sensi che ero seduto, ricordo vagamente che mi stavano prestando i primi soccorsi e intanto sentivo in bocca quell’acre sapore di sangue. Mi ero morso la lingua, avevo sbattuto da più parti».

Sul viso di Alessio tutti i segni della terribile caduta. Ma i danni maggiori erano ai polmoni (foto Instagram)
Sul viso di Alessio tutti i segni della terribile caduta. Ma i danni maggiori erano ai polmoni (foto Instagram)
Che danni hai riportato?

La cosa peggiore è stato il pneumotorace, piuttosto serio che ha imposto il ricovero in ospedale. Temevano anche che mi fossi rotto qualcosa e sinceramente non capisco come sia riuscito a rimanere con la struttura ossea integra, salvo qualche microfrattura. Mi hanno messo un drenaggio al polmone e per i primi giorni sono rimasto quasi paralizzato, non riuscivo a fare il benché minimo movimento.

Quanto sei rimasto ricoverato e dove?

Ero all’Ospedale Universitario di Izmir. Sono rimasto dieci giorni lì ed è stata dura, non posso negarlo. I miei genitori volevano raggiungermi ma ho detto loro di non farlo, si sarebbero impressionati inutilmente. Ero completamente solo, con i dottori che almeno parlavano inglese, ma con gli infermieri e il personale dovevo utilizzare il traduttore dello smartphone. Per fortuna gli ultimi giorni mi ha raggiunto una mia cara amica, per me come una seconda mamma, che ha reso la permanenza un po’ più sopportabile. Almeno avevo una voce amica, in italiano…

Il toscano con Santaromita. Entrambi stavano facendo bene in classifica
Il toscano con Santaromita. Entrambi stavano facendo bene in classifica
Ed ora come va?

Almeno mi muovo. Ho però avuto una piccola recidiva al pneumotorace perché quando mi hanno tolto il drenaggio è entrata aria, quindi devo stare ancora molto accorto. Ho ancora dolori alla schiena e al polso, ma ogni giorno è un piccolo passo verso la ripresa. Il problema è che mi accorgo che l’incidente ha avuto conseguenze sulla mia impostazione fisica e questo si potrebbe tradurre in problemi una volta in bici.

Quando potrai tornarci a salire?

Per ora non se ne parla, spero entro dicembre di poter ricominciare molto piano, ma sicuramente dovrò affrontare non solo la fisioterapia, bisognerà soprattutto ritrovare il giusto assetto in bici. Sono convinto che se ci salissi ora, spingerei con una sola gamba…

Per Nieri 53 giorni di gara quest’anno, la maggior parte all’estero in un vero giro del mondo
Per Nieri 53 giorni di gara quest’anno, la maggior parte all’estero in un vero giro del mondo
Finora abbiamo parlato dell’aspetto fisico, ma quello morale?

Cerco di tirarmi su come posso. Mi è dispiaciuto molto perché la gara stava andando bene, mancava l’ultima salita e contavo non solo di dare una mano a Pellizzari ma anche di risalire ancora in classifica e sarebbe stato un bel modo per chiudere una stagione di alti e bassi. Questa insieme al Tour of Qinghai Lake in Cina era la gara a tappe più lunga, ci tenevo a chiuderla bene per mettere alle spalle due anni non fortunati, dai quali mi attendevo molto di più.

Magari un esito più fortunato avrebbe cambiato anche il tuo futuro…

Forse. Comunque sapevo già che la Bardiani non mi avrebbe confermato e avevo trovato un nuovo approdo in una continental che non posso ancora annunciare. Il team comunque mi è stato molto vicino, Amoriello che era il diesse che ci seguiva è stato con me nel giorno dell’incidente e non è mai mancato un contatto quotidiano, anche i medici hanno continuato a seguirmi anche se a distanza. Lo stesso dicasi per la nuova squadra.

Il 22enne ha mostrato il meglio al Tour of Qinghai Lake, vincendo la classifica per scalatori (foto organizzatori)
Il 22enne ha mostrato il meglio al Tour of Qinghai Lake, vincendo la classifica per scalatori (foto organizzatori)
Che ti aveva ingaggiato prima di tutto questo problema…

Esatto, ma devo dire che si sono mostrati estremamente sensibili, mi hanno lasciato tranquillo, sanno che forse non sarò già pronto per l’inizio di stagione, che ci vorrà tempo e tanto lavoro. Anche questo mi dà forza per andare avanti.

A tal proposito, il morale com’è?

Alterno giorni dove ho una grande voglia di riprendere in mano la bici ad altri dove mi chiedo se faccio bene ad andare avanti. Non nego che anche prima dell’incidente mi sono chiesto se fosse il caso di insistere, ma se mi guardo indietro mi dico che devo provarci perché in questi due anni non si è visto il vero Alessio Nieri e so che invece c’è ancora. Voglio soprattutto tornare a divertirmi, cosa che non avveniva più…

Quella in Turchia era l’ultima gara del toscano con la Green Project Bardiani
Quella in Turchia era l’ultima gara del toscano con la Green Project Bardiani
Cambierà il tuo calendario.

Indubbiamente, approdando in una squadra continental ma so che ci saranno occasioni per correre con i pro’, occasioni per andare all’estero. Si gareggerà molto in Italia, molto con gli under 23 e il fatto che la squadra sia equilibrata tra giovani ed elementi un po’ più “scafati” come il sottoscritto mi piace, se potrò accompagnare chi è più giovane di me e dare qualche consiglio. Anche questo mi spinge a rimettermi in sella quanto prima…