Vlasov si trova a Monaco, dove ha spostato la residenza da Andorra. Per il russo, che ha lasciato l’Astana-Premiertech con quattro vittorie e il quarto posto all’ultimo Giro d’Italia (a un minuto e mezzo dal podio), il 2022 sarà l’anno dei grandi cambiamenti. Dalla squadra kazaka è infatti approdato alla Bora-Hansgrohe ed è una delle pedine fondamentali su cui il team tedesco ha scelto di rifondarsi dopo gli anni di Sagan.
La scelta è evidente: da team per le grandi classiche, il cambio di pelle punta dritto sui Giri. Undici nuovi corridori, tutti o quasi (fanno eccezione Bennett, Archbold e Haller, dedicati alle volate) con il taglio del grande scalatore. Da Higuita a Hindley, passando appunto per Vlasov e il promettentissimo (e altrettanto impronunciabile) neoprofessionista belga Cian Uijtdebroeks.
«Si può dire che sia un’altra squadra – conferma il russo – undici corridori nuovi sono proprio tanti. Ragazzi di tante Nazioni diverse. Ci siamo visti in Austria per un primo ritiro a ottobre. La sensazione è quella di un team molto organizzato, in cui non si parla italiano come all’Astana. Mi sono trovato bene, ci sono direttori sportivi con cui non ho mai lavorato. Io faccio parte del gruppo di Christian Pomer (ex professionista austriaco classe 1977, ndr)».
Un mondo nuovo
Il cambio di squadra, come il cambio di scuola o di posto di lavoro, porta con sé adrenalina e tante incognite. Soprattutto in questi ultimi anni, in cui non si tratta di avere una bici e una maglia diverse, ma di adattarsi a un nuovo mondo, metodi diversi e figure professionali con cui entrare in sintonia.
«Da quello che ho visto a ottobre – dice Vlasov – si cerca di programmare tutto, dalla logistica alle esigenze dei corridori. Abbiamo fatto dei colloqui individuali con i vari specialisti. Io ad esempio ho parlato con il fisioterapista, che mi ha dato esercizi per migliorare negli aspetti in cui mi sento più debole. Normale ginnastica, ma già pianificata. Abbiamo un gruppo di nutrizionisti e per fortuna uno lo conosco perché arriva anche lui dall’Astana. Si chiama Aitor e penso che lavoreremo insieme. Anche il preparatore parla italiano. Piano piano si troverà l’equilibrio, mentre per il programma delle corse si dovrà aspettare il ritiro di dicembre».
Leader destinato
Vlasov sarà leader, lo hanno preso per quello. Servirà magari del tempo per arrivare ai livelli dei primi, ma il contratto triennale (come già detto dal nuovo diesse Gasparotto) fa capire che il progetto su di lui è ambizioso.
«Non mi hanno detto direttamente che farò il capitano – riconosce il russo – ma mi hanno fatto capire che punteranno su di me per la classifica generale di una grande corsa a tappe. D’altra parte ho scelto Bora proprio per essere leader, dopo i bei risultati di quest’anno. Ho fatto progressi importanti. Ho dimostrato che posso lottare per il podio, con alcuni punti su cui devo migliorare. In salita sto con i migliori, ma al dunque mi manca il cambio di ritmo. E’ un fatto di potenza e sviluppo fisico, per il quale si tratta di lavorare. E poi c’è la crono, che è molto importante e sui cui devo migliorare tanto».
America proibita
Su questo aspetto si è messa di traverso la burocrazia. Anche Vlasov sarebbe dovuto volare in California con Aleotti, ma l’ingresso negli Usa per un cittadino russo non è così agevole.
«Alcuni sono già andati in galleria del vento – conferma – sarei dovuto andare anche io, ma quando ho fatto la richiesta di appuntamento per il visto, le prime date utili erano troppo avanti. In Russia non ci sono ambasciate americane aperte, per cui si sta studiando per trovare una galleria del vento in Europa o in alternativa un velodromo in cui fare i test necessari. Intanto mi alleno su strada con la nuova bici e mi trovo benissimo».
Esploratore Vlasov
E poi c’è il cambio di strade. La differenza fra Andorra e Monaco è di clima e di scenari, ma per questo Vlasov ha l’atteggiamento dell’esploratore tipica di ogni ciclista che si rispetti.
«Ho ripreso la bici da poco – dice – e nonostante ci siano tanti corridori, per ora sono sempre uscito da solo. Più avanti magari scriverò a qualcuno che conosco e andremo insieme. Però mi piace andare alla scoperta di nuove strade. Se esci tutti i giorni, piano piano ti spingi su strade nuove e componi la geografia per gli allenamenti. E’ interessante spostarsi verso posti che non si conoscono. Magari d’estate rimpiangerò il fresco di Andorra, ma per adesso qui il clima è ideale per pedalare».