Vingegaard da solo, dietro il vuoto. La Tirreno è chiusa?

08.03.2024
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VALLE CASTELLANA – A 5,6 chilometri dalla vetta di San Giacomo, dopo il lavoro tirato e duro della Visma-Lease a Bike, Jonas Vingegaard attacca da solo. Mancano 29,5 chilometri al traguardo, di cui 14 in discesa. Una discesa insidiosa, appena riasfaltata, con ghiaino scuro a tenere alta l’attenzione. Si scende meglio da soli che in un gruppetto all’inseguimento: forse anche per questo il danese continuerà a guadagnare su Ayuso e Del Toro, Hindley, O’Connor, Uijtdebroeks e Arensman.

Monocorona vincente

Vingegaard si fa largo sulla montagna che divide Teramo da Ascoli con una bella pedalata potente e fluida. Quando stamattina lo abbiamo visto partire da Torricella Sicura con il monocorona (52 denti) e un pacco pignoni quasi da gravel (10-36), qualcuno ha storto il naso, ma alla prova dei fatti non sembra che la trasmissione Sram lo rallenti. Il danese vola e se dietro non ci fosse Del Toro, forse Ayuso sprofonderebbe ben di più. C’è in giro una generazione di corridori che non ha paura di prendersi dei rischi. Come Evenepoel e Pogacar nelle ultime settimane, anche Vinegaard scopre le carte, prendendosi la tappa e la maglia.

«Avevamo fatto un piano – spiega – e lo abbiamo eseguito alla perfezione. Van Baarle e Kruijswijk hanno tirato fin dalla partenza e hanno reso la gara davvero dura. Finché in salita sono passato davanti e ho chiesto che si facesse il ritmo più duro. Ammetto che non mi è dispiaciuto affatto andare da solo. E’ stato molto bello e sono felice di averli ripagati tutti. Ovviamente non è stato facile, non lo è mai. Per staccare tutti sono dovuto andare molto in profondità e lo stesso ho fatto per mantenere il vantaggio. Quindi alla fine è stata una giornata molto calda (sorride, ndr)».

Lo stupore di Cian

Il primo ad abbracciarlo è stato Cian Uijtdebroeks, che ha marcato il gruppetto alle spalle e ha provato a fare la volata, ma Ayuso è stato più forte. Il giovane belga si ritrova all’accademia del grande ciclismo e per ora non sembra soffrire il ruolo di supporto che gli è stato affidato. Anzi, ogni giorno impara qualcosa.

«Oggi per me è stata un’esperienza – racconta in fiammingo – far parte della squadra di Jonas in giorni così è una scuola. Il piano era di lanciarlo, il mio compito era rimanere nel gruppo di testa e poi semmai in quello alle sue spalle. Il suo attacco è stato super intelligente e ha fatto un finale fantastico, ha funzionato tutto alla grande. Ha corso un rischio, perché c’erano ancora tanti chilometri e ancora due salite. L’anno scorso ero in una squadra avversaria, potevo giocare le mie possibilità. Qui invece sto sperimentando che cosa significhi prendere davvero il controllo della corsa e questo mi dà una grande spinta per crescere. Sto iniziando ad abituarmi…».

Piano ben riuscito

Il rischio e il coraggio di prenderlo: è questo che rende questi corridori così speciali. E’ chiaro che non si tratti soltanto di fantasia, perché altrimenti non andrebbero lontano. Ed è stato per questo impressionante rendersi conto che il gruppetto alle spalle non riusciva a guadagnare. Si potrebbe sottilizzare sul fatto che a tirare ci fosse un ragazzino come Del Toro, ma se gli altri avessero avuto più gambe, siate certi che lo avrebbero staccato. Ayuso in persona ha ammesso di non essersi sentito nella sua giornata migliore. «Altrimenti non sarei stato con Vingegaard – ha detto – ma non avrei neppure perso così tanto».

«Il rischio va bene – prosegue Vingegaard – ma sapevo cosa avevo fatto prima e che la mia forma era buona. Quindi mi sono sempre fidato di me stesso e del livello che avevo. Ci abbiamo creduto, altrimenti non ci saremmo gestiti così. Volevamo provarci e ancora una volta il team ha fatto un lavoro fantastico. Si sarebbe potuto concentrare tutto su domani, che probabilmente sarà il grande giorno, ma anche oggi era un’opportunità e penso che quando si può, si debbano cogliere. Intanto ho una vittoria di tappa e la maglia blu e sono davvero felice di essere in testa alla corsa».

Morkov e Cavendish, già affaticati ieri, arrivano fuori tempo massimo: la stagione si complica
Morkov e Cavendish, già affaticati ieri, arrivano fuori tempo massimo: la stagione si complica

Scambio di… carezze

Mentre arriva la notizia che Cavendish e Morkov sono finiti fuori tempo massimo (bruttissimo colpo per l’Astana), ascoltando Vingegaard si ha la sensazione che il rischio in realtà fosse tutto calcolato. Al pari dei 22 secondi subiti nella crono, come un tributo pagato senza troppo affanno, viste le montagne in arrivo. Chissà se ha davvero ragione Pogacar ad aver detto che il danese sia il miglior scalatore del mondo.

«Nella cronometro – ammette – ho fatto buoni numeri come potenza. Quindi, invece di prenderla per una cosa negativa, l’ho presa come un segnale positivo. Ero consapevole della mia condizione, quindi perché non provarci? Oggi era un’occasione, la prima di due. E’ difficile dire se sia lo scalatore più forte al mondo, penso di essere fra i primi, ma è difficile dire chi sia il migliore. Non voglio infilarmi in questo discorso, perché anche Tadej è uno dei più forti ed è anche un ragazzo eccezionale. Penso (ride, ndr) che avremo di certo molti scontri amichevoli in cui ci scambieremo tanti complimenti».

Il gusto dell’impresa

Mentre il gruppo ha preso la via della discesa per raggiungere i pullman parcheggiati a 21 chilometri nel piazzale dello stadio di Ascoli, Vingegaard prende tempo, perché sa che scenderà sull’ammiraglia. Per questo, nel giorno di tutte le donne dedica la vittoria a sua moglie, che definisce un punto fondamentale della sua riuscita come corridore e più ancora come uomo. Conferma che la prossima settimana andrà a provare le tappe italiane del Tour de France. E poi, proprio parlando del Tour, parla della squadra, che sarà forte, anche se non avrà Uijtdebroeks e Attila Valter che faranno il Giro. Infine prima di salutare, torna brevemente sulla vittoria.

«Anche se sei sicuro di te stesso – dice – puoi comunque avere delle brutte sorprese. Domani sarà difficile, ma sono anche consapevole del fatto che questo tipo di vittorie mi facciano davvero bene. E’ più bello vincere quando vai via da solo, è divertente rilanciare scatto dopo scatto. Mi piace correre così, oggi sono proprio felice».