Alaphilippe in seconda ruota all’improvviso rallenta quel tanto che basta al compagno Stybar per guadagnare i metri che, se non ci fossero stati due fenomeni come Van Aert e Van der Poel, lo avrebbero condotto alla vittoria. Il “buco di Gualdo Tadino” lancia alcune riflessioni in ottica Sanremo. In molti hanno pensato ad un colpo di quel volpone di Davide Bramati, diesse della Deceuninck-Quick Step.
Il buco di Bramati
Il buco infatti è un segno distintivo del Brama. Lo scorso anno assistemmo dal vivo proprio ad un’azione simile in Argentina, alla Vuelta a San Juan. Si arrivava in circuito e Stybar partì sul rettilineo opposto a 700 metri all’arrivo. Deceuninck schierata, il ceco che dà una fucilata ai 600 metri e i compagni che lo lasciano scappare. Un vero colpo da maestri, un’azione tecnico-tattica di una bellezza unica. E a fine tappa il diesse lombardo ammise che l’avevano studiata. Come non pensare che anche alla Tirreno ci fosse il suo zampino?
«Ma no, a Gualdo Tadino ha fatto tutto Julian, è stata una sua fantasia», dice Bramati lasciando il merito ai suoi ragazzi.
E c’è anche Bennett
Adesso con la Sanremo in vista e due favoritissimi sul piatto, Van Aert e Van der Poel, cosa sta escogitando Davide? Quando si tratta di classiche la sua squadra è da anni la numero uno, sia per i corridori, sia per l’interpretazione della corsa. Alaphilippe, ma anche Stybar e Ballerini: la Deceuninck può contare su più punte.
«Se è per questo c’è anche Sam Bennett – dice Bramati – abbiamo una buona squadra, ma per una volta non partiamo da favoriti. Vediamo se possiamo inventare qualcosa. A Gualdo Tadino, ma in generale alla Tirreno, abbiamo assistito a gare molto incerte, la Sanremo invece sarà sicuramente più lineare. Non avremo il Van der Poel che attacca a 50-60 chilometri dall’arrivo. E poi bisognerà vedere bene il meteo. Già abbiamo controllato più volte e più volte è cambiato. Dovrebbe esserci freddo, vento… e da qui a domenica cambierà ancora».
Poggio meno… affollato?
Senza dubbio la Sanremo avrà uno svolgimento più regolare, ma forse proprio perché sulla carta si annuncia così, chissà che quel “folle” di VdP non tenti il colpaccio a sorpresa. Vero, stavolta appare molto più complicato, ma anche nella frazione dei muri alla Tirreno nessuno si aspettava un suo attacco solitario a quella distanza dall’arrivo.
«Proprio perché ci sono quei due, io non credo che quest’anno in tanti vogliano arrivare con 50 corridori sotto al Poggio. Per questo sono molto curioso di vedere cosa faranno le altre squadre».
Alaphilippe sul Poggio, Bennett per la volata. E se l’irlandese non dovesse superare il Poggio, c’è anche Ballerini: la Deceuninck ne ha di soluzioni. Andare via di sola e pura forza è l’azione che tutti si aspettano da Van der Poel. Sembra tutto troppo scontato.
«I ragazzi stanno bene – riprende Bramati – ma ripeto non siamo i favoriti. Guardiamo Van Aert per esempio. Ieri ha vinto a crono, nella prima frazione ha vinto in volata, nella tappa dei muri è arrivato terzo ed è il campione uscente. Se capiterà di arrivare insieme in via Roma vedremo il da farsi e con chi».
Favoriti e pressione
Il fatto di non partire da super favorito sembra quasi far piacere a Bramati. Davide dice che in qualche modo saranno altre squadre a dover prendere in mano la corsa. Di solito quando si è super favoriti, la pressione aumenta.
«Non penso che Van der Poel senta la pressione. Questo ragazzo è uno che non molla mai. Guardiamo cosa ha fatto l’altro giorno nel vento tra i muri, o lo stesso nel mondiale di ciclocross. Era dietro ha forato, ma non ha fatto una piega. O ancora al Fiandre l’anno scorso. Per me non gli pesa sicuramente. Io sono contento di non partire da favorito, non spetta a noi la responsabilità della corsa… E magari si torna a vincere la Sanremo!».
Dai Capi, l’inferno…
Bramati non lascia nulla al caso, sembra un generale in battaglia quando prepara le corse. Meticoloso, fantasioso, motivatore, ma senza mai dare troppo nell’occhio… Il Brama sa tirare fuori il massimo dai suoi atleti. E quando è così serve anche un riferimento di fiducia in corsa. Noi pensiamo possa essere proprio Stybar, tra i più esperti, ma il diesse glissa.
«Giovedì (domani, ndr) faremo una riunione – dice Bramati – anche perché ci sono altri tre corridori che vengono dalla Parigi-Nizza e vogliamo parlarne tutti insieme. In ogni caso qualsiasi sarà il riferimento non ci saranno problemi.
«Ci saranno sei o sette squadre che cercheranno di controllare la gara. Mi aspetto una di loro che tirerà per prima per chiudere la fuga, chi lo farà dopo, chi non lo farà per niente. La salita che sostituisce il Turchino è più o meno uguale, forse anche meno dura, semmai bisognerà stare attenti alla discesa in caso di pioggia. Ma la corsa inizierà dai Capi, quando ci sarà la gara per prenderli in testa. Sono curioso di vedere come sarà affrontata la Cipressa perché per me qualcuno si muoverà. Ripeto, non vedo un gruppo di 50-60 corridori che imbocca il Poggio».