KUALA LUMPUR (Malesia) – Fare dieci stagioni in un team non è cosa comune nel ciclismo attuale. Ed è quello che Alberto Bettiol ha fatto con la EF Education-Easypost, prima di passare all’Astana-Qazaqstan a metà agosto. Un passaggio rapido, che ha stupito molti.
E’ chiaro che le motivazioni economiche e la brama di punti da parte del team kazako abbiano inciso non poco in questo passaggio di maglia ad effetto immediato, ma ci sono anche gli aspetti motivazionali, di cui ci parlò Bettiol, il quale rimarcò il fatto che alla EF non si trovava affatto male.
Stavolta però abbiamo analizzato anche il punto di vista opposto, quello della sua ex squadra. E lo abbiamo fatto con il il direttore sportivo Tejay Van Garderen. Un diesse giovane, classe 1988, che con Bettiol ha condiviso un bel pezzetto della sua carriera.
Tejay, secondo te cosa lo ha spinto a lasciare la squadra?
Onestamente sono rimasto piuttosto sorpreso. Voglio dire, ho corso con lui e sono stato anche suo compagno di squadra alla Bmc in quella stagione 2018 e da tre anni avevo il piacere di dirigerlo. Dunque quando ho sentito la notizia sono rimasto un po’ così. Non sapevo…
L’Astana si sta muovendo molto sul mercato: vuole restare nel WorldTour…
Sinceramente questo è qualcosa di cui non mi occupo molto. E’ più un aspetto che riguarda Jonathan (Vaughters, il team manager della EF, ndr), l’Astana e Bettiol. Immagino che Alberto abbia fatto ciò che è meglio per lui. E Jonathan ha fatto ciò che è meglio per la squadra.
Cosa ha rappresentato per la tua squadra Bettiol?
Apprezzeremo sempre i risultati che ha portato al team, l’esperienza e la leadership che ha portato agli altri ragazzi e per questo gli auguriamo solo il meglio dove andrà.
E per te, visto che ci hai corso anche insieme?
E’ un grande campione, quel Giro delle Fiandre tutti lo ricordano, ma come compagno di squadra, è sempre stato il migliore che si potesse chiedere. Era sempre felice ed era bello lavorare per lui. Per me era un ottimo regista, qualcuno a cui potevi chiedere consiglio perché sapeva vedere la gara e a capire come sarebbe andata. Insomma tatticamente è molto intelligente…
In corsa si faceva sentire?
Da direttore sportivo sapevo di poter sempre fare affidamento su di lui, anche solo nella stanza per fargli delle domande o nelle riunioni del team. Sapevo che Alberto avrebbe parlato ed esposto la sua prospettiva. Era una sorta di coperta di sicurezza.
Quindi avevate un buon rapporto anche come direttore e corridore?
Assolutamente sì. Un buon rapporto, come detto, sia come compagni di squadra che come diesse e atleta. Quando correvamo insieme ci si poteva prendere semplicemente un bicchiere di vino da buoni amici… Cosa che farò anche adesso che è in una squadra diversa!
Cosa succede adesso quando lo vedi con un’altra maglia?
E’ già successo in Canada. Un giorno mi sono seduto al suo tavolo da pranzo. Alberto era con il resto dei suoi compagni di squadra. Volevo salutarlo, alla fine dopo che se ne era andato non ci eravamo visti e volevo, come dire: recuperare il ritardo. Volevo dargli un abbraccio e dirgli che alla fine non c’era niente di strano. Che era semplicemente un business.
Chiaro…
Fa parte del lavoro. Tante persone, atleti, direttori, staff, hanno cambiato squadra o si sono ritirate, ma siamo rimasti amici.
La EF Education ora prenderà un altro corridore come Bettiol?
Sì. Penso che proveremo a rafforzare la nostra squadra per le classiche. Come ho detto prima riguardo a certe questioni, non so tutto. Io non ho a che fare con i contratti, ci pensa Vaughters. Il mio lavoro è dirigere i corridori, ma immagino che a breve uscirà qualche news.