Una lettera dalla Androni per rispondere a Vegni

15.03.2021
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La storia è ormai ben nota. Il 10 febbraio Rcs Sport dirama l’elenco delle squadre invitate al Giro d’Italia e fra queste, sebbene si aspettasse di esserci, non è inclusa la Androni Giocattoli-Sidermec. La notizia stupisce, in effetti, perché probabilmente nella valutazione tecnica delle squadre in lista, quella di Savio non è l’ultima. Il colpo è duro. A Savio lo dice bici.PRO, dato che nessuna comunicazione è stata fatta preventivamente e già questo fa pensare che si siano volute evitare polemiche. Ma le polemiche esplodono lo stesso.

Savio va già duro e parla di «infamia sportiva». Mauro Vegni si chiude a riccio e non risponde, ma quando lo chiama bici.PRO risponde e non risparmia colpi. Durezza contro durezza e questa volta il messaggio contiene parole pesanti.

La Androni legge. Metabolizza. Analizza. Riflette. E poi ci manda una lettera di commento, che pubblichiamo a seguire.

Non avremmo voluto continuare una inutile polemica con Rcs Sport in merito all’assegnazione delle wild card, ma non possiamo non replicare alle dichiarazioni rilasciate da Mauro Vegni.

Il direttore del Giro d’Italia dice di non aver preso in considerazione la nostra squadra per il Giro poiché – pur essendo la prima Professional italiana – nel ranking mondiale Uci occupava la 29ª posizione. Consideravamo che, vista la concessione dell’Uci di una terza wild card agli organizzatori per favorire i team nazionali, uno degli inviti stessi spettasse alla squadra con i migliori risultati. A proposito dell’appunto per aver invitato due squadre italiane in posizione più arretrata della nostra, Vegni, in mancanza di argomenti validi, giustifica la sua scelta con un secco: «Ho le wild card e faccio come voglio». Ed è proprio per questo che ci siamo rivolti alle Istituzioni ciclistiche, con la nostra lettera aperta per chiedere che l’assegnazione delle wild card dovesse tenere conto anche e soprattutto dei meriti sportivi.

Noi comprendiamo che un organizzatore debba tener conto anche dell’aspetto commerciale, ma riteniamo non si possa escludere totalmente il profilo etico-sportivo. Invitare team che hanno ottenuto risultati assolutamente inferiori ad altri è una palese discriminazione sportiva.

Riteniamo inoltre antisportivo e addirittura offensivo verso i corridori che il direttore del Giro d’Italia dichiari che non gli «importa di squadre che vanno in fuga». Evidentemente non prende in considerazione che le nostre fughe ci hanno consentito – dall’avvento del World Tour – di vincere ben 14 tappe dei Giri d’Italia. Due anni fa, sempre grazie alle fughe, abbiamo vinto con Fausto Masnada la tappa di San Giovanni Rotondo e abbiamo sfiorato nuovamente il successo con Mattia Cattaneo e Andrea Vendrame, entrambi secondi classificati in altre frazioni. Lo scorso anno, abbiamo sempre mandato all’attacco i nostri corridori cercando la vittoria come in passato. Non ci siamo riusciti ma la conseguenza è stata che Simon Pellaud e Mattia Bais, sono saliti sul podio finale di Milano quali vincitori dei Traguardi Volanti e dei Chilometri in Fuga, due delle sette classifiche ideate dagli organizzatori stessi proprio per premiare i corridori che vanno ripetutamente all’attacco.

Vegni oggi dice che la classifica della Ciclismo Cup – ideata dalla Lega del Ciclismo Professionistico del cui direttivo Vegni stesso fa parte – «non conta nulla». Fino al 2018 la Ciclismo Cup rappresentava quanto meno per le squadre italiane l’unica ancora di salvezza con criteri meritocratici al fine delle assegnazioni delle wild card. Viene da pensare che non si sia rinnovato l’accordo con la Lega proprio per rendere irrilevanti i risultati sportivi al fine di disporre come meglio si crede delle wild card. 

Vegni conclude minacciando che, se ci lamentiamo, il prossimo anno non saremo invitati neppure alle altre corse della Rcs. Affermazioni che generano in noi profondo sconcerto. Abbiamo sempre dato il massimo per onorare il Giro d’Italia e tutte le corse di Rcs. Siamo convinti di esserci riusciti con risultati e protagonismo.

Lotteremo con tutti i mezzi a nostra disposizione per far prendere coscienza al mondo dello sport intero che servono regole uguali per tutti: è necessario cambiare questo sistema che non tiene in alcun conto la meritocrazia sportiva.

Gianni Savio, Team manager

Marco Bellini, Responsabile marketing e sponsor