In Turchia si è rivisto Cavendish. Manzoni: «Leader motivato»

23.10.2023
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Durante il Giro d’Italia aveva annunciato il ritiro, non prima di andare al Tour de France per accaparrarsi il record assoluto di vittorie di tappa. Poi dopo la caduta e il conseguente ritiro, Mark Cavendish è tornato sui suoi passi. Non c’è stato un ritorno ufficiale. Anzi…

Fatto sta che all’ultimo Giro di Turchia, Cav è arrivato ultimo. Che il corridore dell’Astana-Qazaqstan abbia concluso la sua prova in “maglia nera” poco conta. Conta che c’era. Conta che dopo il Tour sia tornato a mettere il numero sulla schiena.

Mario Manzoni (classe 1969) è stato pro’ per 14 stagioni. Oggi è uno dei diesse dell’Astana
Mario Manzoni (classe 1969) è stato pro’ per 14 stagioni. Oggi è uno dei diesse dell’Astana

In quei giorni turchi a dirigerlo dall’ammiraglia c’era Mario Manzoni, grande ex velocista, e oggi diesse del team kazako. Team che in Turchia la classifica non solo l’ha chiusa, appunto con Cavendish, ma l’ha anche aperta con Lutsenko. 

Quando lo intercettiamo, Manzoni è di ritorno da Dalmine. Anche l’Astana-Qazaqstan ha concluso il suo ritro “senza bici”, un breve raid nel bergamasco. «Solo che noi – dice il direttore sportivo lombardo – non eravamo tutti. C’erano i nuovi arrivati e qualche senatore, come Cav appunto, e Lutsenko che hanno accolto i nuovi innesti e le giovani leve. Mark è un personaggio vero. Ce ne rendiamo conto e per questi eventi ci deve essere. E’ un riferimento per i campioni in gruppo, figuriamoci per i nuovi del nostro team». Tra i nuovi arrivati, tanto per ricordarne uno, c’è anche Michael Morkov.

Cav al lavoro per la squadra durante il Giro di Turchia
Cav al lavoro per la squadra durante il Giro di Turchia
Mario, partiamo dal Giro di Turchia. Ti sei ritrovato Cavendish. Un ritorno importante…

Secondo me è stato importante che Mark sia rientrato in corsa. Aveva preso questo accordo con la squadra e sono convinto che gli abbia fatto bene, visto come è andata la sua stagione e vista quella che verrà.

Ci puoi raccontare del suo “non ritiro”?

La caduta al Tour l’aveva lasciato con l’amaro in bocca. Lui era, ed è, molto motivato nell’inseguire questo record di vittorie, ma anche per le altre gare. Vinokourov gli ha lanciato subito la proposta di continuare dopo l’abbandono della Grande Boucle. Ma abbiamo avuto subito il sentore che la cosa non sarebbe finita lì. E’ una mia sensazione.

Hai parlato positivamente della gara in Turchia di Cav, nonostante sia arrivato ultimo. Su che basi giudichi dunque la sua prestazione?

La giudico nel complesso e nel lavoro che ha svolto. Le prime tappe erano impegnative e lui era un po’ che non correva, di fatto dal ritiro al Tour, okay si è allenato, ma la corsa è un’altra cosa. Nel frattempo abbiamo vinto la tappa e preso la maglia con Lutsenko, a quel punto dovevamo controllare la gara. Ebbene, Mark ha svolto un grande lavoro nei primi 100, anche 150 chilometri, facendoci risparmiare degli uomini per il finale. Quindi il suo è stato un supporto vero, concreto. E si è mostrato un vero leader, sia in corsa che fuori.

Cavendish e Lutsenko, leader veri. In particolare Cav è parso sereno nella trasferta turca
Cavendish e Lutsenko, leader veri. In particolare Cav è parso sereno nella trasferta turca
Cavendish è da voi solo da un anno e tu sei il secondo direttore sportivo dopo Zanini a dirci del suo essere leader anche al di fuori della corsa…

E’ così. Cavendish in gruppo è sereno. Ha dato messaggi forti alla squadra. Con Lutsenko è stato un vero leader. Si è ambientato bene.

Insomma il suo è un ritorno vero. Non è il campione che si trascina e che non accetta l’idea del fine carriera…

Se uno come lui corre ancora di certo non lo fa per soldi o perché non sa cosa fare nella vita, ma lo fa perché ha una super motivazione. Come ho detto si è trovato bene in squadra. C’è gente che gli vuole bene e che lo ha accolto alla grande. Mark è un personaggio costruttivo, anche nelle critiche. Ogni volta che l’ho diretto, ho trovato un professionista serio e motivato. Allo ZLM Tour in Olanda, ricordo che era molto attento, guardingo… ma solo perché aveva paura di cadere prima del Tour.

Mario tu sei stato un velocista e sappiamo che col passare degli anni è sempre più difficile per uno sprinter primeggiare, tanto più oggi che ci sono dei ragazzini subito vincenti. Che idea ti sei fatto? Davvero Cav ce la può fare?

E’ vero, è sempre più difficile e si sa che con il passare degli anni si perde esplosività, ma è anche vero che lui è Cav… e non è uno normale! Vuole questo record, è consapevole che ha a che fare con velocisti molto forti. Li rispetta, ma non li teme. Il fatto che sia riuscito a vincere al Giro è stato importantissimo. Sa che ci può credere. Non è facile, ma se ci crede allora è sul pezzo.

Un buon clima in squadra. Poche volte si era visto il britannico (a destra) tanto sorridente e disponibile
Un buon clima in squadra. Poche volte si era visto il britannico (a destra) tanto sorridente e disponibile
Talmente sul pezzo che è riuscito non solo a non far smettere Morkov, ma anche a farlo arrivare da voi. Il danese si aggiunge così a Ces Bol e forse anche a Michele Gazzoli che abbiamo visto molto attivo nei finali veloci per Syritsa.

Lo scorso anno Bol, come Cav, era rimasto coinvolto nel caso B&B Hotels. Abbiamo trovato l’accordo anche con lui e posso dire che sono molto contento di averlo in squadra, a prescindere da Cav perché Ces è un corridore vero. Sarebbe stato un peccato perderlo. Ora è arrivato anche Morkov e abbiamo visto in questi anni le sue qualità di apripista. Da quel che ho visto alla tv il feeling con Jakobsen non è più lo stesso. Da ex velocista ho notato piccoli dettagli, movimenti, dai quali si capisce che forse Jakobsen non si fida più ciecamente di lui. Forse lui stesso ha perso un po’ di sicurezza dopo l’incidente. E spesso avevano avuto i presupposti per primeggiare.

Il ritorno alle corse di Cav dunque non è stato fine a se stesso, gli ha consentito di finire l’anno un po’ come tutti gli altri, di riprendere l’inverno con una certa routine e magari anche di controllare il peso?

Esatto. Pensate se non avesse più corso dal Tour. Sarebbero passati 6-7 mesi prima della gara successiva. Avrebbe fatto più fatica con il ritmo gara, con certi automatismi con la squadra e certe sensazioni. Col peso non era messo male. Certo, non era super tirato, ma aveva fatto la BIA (bioimpedenziometria, ndr) ed era in linea con il periodo.