Bahrain Victorious: lo scorso anno vincevano sempre, quest’anno meno, molto meno. Come mai? La questione va analizzata a 360°, per dare un’interpretazione convincente e non limitarsi a considerazioni superficiali.
Proviamo a fare un’analisi tecnica, basata sui fatti, quelli sì reali, della stagione della Bahrain Victorious e lo facciamo con uno dei suoi direttori sportivi, Franco Pellizotti. Una disamina che parte dall’inizio della primavera… e guarda avanti.
Franco, cosa è successo alla Bahrain Victorious? Siete partiti forte con la vittoria della Sanremo, una tappa alla Tirreno. E poi vi siete fermati…
Secondo me, non ci siamo fermati. Se andiamo a guardare bene ciò che è mancato è stato il Tour. Come avete detto voi, l’inizio è stato buono. Alla Tirreno abbiamo vinto una tappa e siamo saliti sul podio con Mikel Landa. Al Giro la stessa cosa. Al Romandia abbiamo fatto secondi con Gino Mader. Al Giro di Svizzera abbiamo vinto la prima frazione, poi siamo dovuti andare a casa per il Covid, come altri team. Il Tour sì, quello in effetti è stato sottotono.
E come mai, secondo te?
Un po’ perché se paragonato all’anno scorso la differenza si nota ancora di più. E poi perché di base abbiamo visto due squadre, Jumbo-Visma e UAE Emirates, che hanno fatto man bassa. Io dico che nel complesso non siamo andati male. Siamo sempre lì. Sono mancate le vittorie. Faccio un esempio: nelle prime tre tappe del Polonia abbiamo fatto secondi, terzi, secondi. Se due di questi tre podi fossero state vittorie già sarebbe stato diverso. E’ mancata qualche vittoria.
L’assenza di un corridore importante come Colbrelli si sente…
Esatto. Sonny non lo abbiamo mai avuto e lui è un vincente. Jack Haig per un motivo o per un altro, tra salute e cadute, non è mai stato al 100%. Non è facile, ma se guardo a come andiamo non è male. E’ che lo scorso anno nella seconda metà della stagione vincevamo anche se giocavamo a freccette! E questo fa risaltare ancora di più la situazione attuale. Purtroppo o per fortuna, ci sono anche questi momenti e tutto sommato è il bello e il brutto del ciclismo.
Uno dei corridori che più è mancato e proprio al Tour (oltre a Damiano Caruso ritiratosi per Covid) è stato Matej Mohoric: cosa è successo allo sloveno?
Vero, è mancato. E infatti anche con i medici stiamo cercando di capire. Quello del Tour non era il suo livello. Probabilmente ha contratto un virus. Al Giro di Slovenia andava forte, molto forte. Si giocava le tappe. In salita non era con quei due (Majka e Pogacar, ndr) che erano fuori categoria, ma stava bene. Aveva ottimi valori, era su quelli del 2021. Poi al Tour non andava. Abbiamo iniziato ad analizzare la cosa e siamo venuti a sapere che aveva avuto dei positivi a casa. Lui non è mai risultato positivo, ma magari aveva contratto il virus anche Matej.
Non solo non ha vinto, ma neanche in fuga è andato, non si è visto…
Sì, e non è da lui. Mohoric anche se non è al 100% la fuga la prende, lotta, poi magari si stacca ma c’è. In corsa lo vedi. Non solo, ha finito il Tour molto stanco e non è da lui.
Però la stagione non è finita e la Bahrain Victorious può guardare avanti. C’è la Vuelta in vista. Come ci arrivate?
I ragazzi si sono preparati bene e vediamo come va. Landa riprende oggi alla Vuelta Burgos, non è super però ha svolto un buon avvicinamento. E’ okay con il peso che è un po’ il suo tallone d’Achille e può crescere. Mader anche ha ripreso. Ecco, lui sta bene è molto motivato ed è euforico e di solito Gino non è così. E’ un ragazzo che si espone poco. Abbiamo Buitrago: lui ha fatto un ottimo Giro, ha vinto una tappa. Gli abbiamo lasciato parecchio tempo per recuperare. Sappiamo che non possiamo chiedergli molto, anche perché è un giovane ed è al suo secondo grande Giro stagionale.
Con che obiettivi concreti partite per la Spagna?
Con Mikel alle corse si va per vincere. Non mi piace nascondermi e dire che puntiamo ad una top cinque o a un podio. Si punta molto in alto. Abbiamo strutturato un team forte intorno a lui e Mader. Poi il podio del Giro gli ha ridato fiducia.
Davvero? Credevamo che il non aver vinto la corsa rosa fosse stata più una “botta” per lui…
No, botta no! Vero, era partito per vincere però analizzandola a mente fredda erano diversi anni che non saliva sul podio di un grande Giro e il livello alla fine è stato alto. E poi la Vuelta è particolare rispetto al Giro e al Tour.
Definiamo particolare…
E’ il terzo Giro di stagione e bisogna vedere come ci si arriva. Ci sono i corridori del Tour che cercano riscatto, ma magari sono stanchi. E’ una corsa che può riservare sorprese. E può riservarle anche in virtù dei suoi percorsi. Il Giro e il Tour sono più regolari. Alla Vuelta ci sono tante salite, magari ripide ma molto meno lunghe. E’ una corsa per attaccanti.