Sul rettilineo di Opole, Kooij distrugge e Thomas costruisce

01.08.2023
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OPOLE – Il rettilineo finale di questa cittadina del Sud della Polonia tira un po’. Ai lati ci sono due ali di folli, sembra che l’intera popolazione di Opole, 126.000 abitanti, si sia riversata sulle strade. Ed è bello. Di questo gruppo che sfreccia fanno parte anche Olaf Kooij e Geraint Thomas.

Il giovane della Jumbo-Visma si porta a casa la tappa distruggendo i muscoli degli sprinter avversari. Il “vecchio” della Ineos-Grenadiers invece i suoi muscoli li “costruisce”. Lui continua a mettere chilometri di gara nelle gambe in vista della Vuelta.

E di gambe ne servivano davvero tante per questo sprint. Gli ultimi 500 metri avevano quell’infida pendenza (1,7 per cento), che se non sei del tutto in spinta ti massacrano. L’acido l’attico arriva alle stelle e perdi per distacco, non sulla linea d’arrivo.

Olav Kooij (classe 2001) è al settimo sigillo stagionale. Ad Opole ha preceduto Van den Berg e Moschetti

Il ritorno di Thomas

Muscoli che, come detto, non poteva certo massacrare Thomas. Al contrario lui è qui per costruire. Il gallese ha riattaccato il numero sulla schiena, cosa che non faceva dal Giro d’Italia. La gamba è subito buona, ma non è al top.

“G”, come lo chiamano in squadra, pedala spesso in testa gruppo, prende aria quando c’è da portare avanti Michal Kwiatkowski, colui che sembra lo abbia convinto a venire al Tour de Pologne. Nella seconda frazione in particolare, Thomas ha allungato il gruppo in vista della rampa finale e i compagni lo hanno seguito alla lettera nel lavoro per il leader polacco.

Geraint è stato secondo al Giro e dopo aver ben recuperato è pronto a fare rotta sulla Vuelta. Prima però passerà dalla cronometro iridata.

Quello che stiamo vedendo in questi giorni è un corridore più rilassato rispetto a quello lasciato al Giro, forse perché ancora deve entrare nella modalità “race”.

«Sì sono tranquillo, sereno – dice con tono squillante Thomas – rientro alle corse dopo il Giro. Sto bene. Ho fatto un buon lavoro e sono qui per mettere intensità nelle gambe.

«Voglio completare la preparazione ed aiutare i miei compagni. Voglio arrivare nel modo migliore possibile alla Vuelta. Nelle ultime settimane mi sono anche allenato in quota per questo».

Geraint Thomas (classe 1986) è pronto per la sfida della Vuelta
Geraint Thomas (classe 1986) è pronto per la sfida della Vuelta

Verso la Vuelta

Thomas viene dal ritiro ad Andorra. Con il team c’è stato grande affiatamento. E non vede l’ora di andare alla Vuelta. La sensazione è che sia molto più interessato alla sfida spagnola che non all’altro grande appuntamento che lo attende prima, vale a dire la prova iridata contro il tempo.

Eppure sulla Vuelta, lo stesso Thomas ha cercato di nascondersi un po’. Lascia che i riflettori illumino i Roglic, gli Evenepoel…  «Io penso a me – ci ha detto – voglio fare bene. Chiaramente la classifica generale è un obiettivo, ma intanto penso a vincere una tappa».

Noi abbiamo avuto la sensazione che Thomas abbia voluto gettare acqua sul fuoco più del necessario e tutto sommato Salvatore Puccio, che conosce Geraint come pochi altri, ci conferma che non è proprio così. Uno come lui, specie dopo un Giro d’Italia corso a quel livello, in Spagna punta a fare bene. Molto bene.

«Forse – spiega Puccio – Thomas ha detto così perché alla fine lui la Vuelta l’ha fatta una sola volta e magari non la conosce benissimo. Ma è stato in altura con i ragazzi che andranno Spagna e so che ha lavorato bene. Qui in Polonia, nelle tappe più impegnative nel finale si è staccato ma è normale. Gli manca un po’ di ritmo. Anche De Plus ha fatto lo stesso, ma è così quando si viene da un grande blocco di lavoro».

Il gallese si è visto poco, come per il Giro del resto. In Polonia si è messo a disposizione della squadra
Il gallese si è visto poco, come per il Giro del resto. In Polonia si è messo a disposizione della squadra

Seconda giovinezza

L’atleta della Ineos-Grenadiers sta vivendo una seconda giovinezza. Lo si vede anche dal contorno, non solo da come si muove in gruppo (tra l’altro si vocifera di un suo rinnovo per altri due anni). Sembra più sereno e più spigliato adesso che non qualche anno fa. Questione di pressioni? Probabile. Si sente più consapevole? Sicuro.

«Ma sì – conferma il gallese – in generale mi sento molto bene. Vado ancora forte perché mi piace il mio lavoro. Mi diverto a pedalare e a correre». 

Alla tv polacca Thomas ha detto una cosa per noi affatto secondaria e cioè che il Giro d’Italia gli ha dato nuove motivazioni. Che è stata una bella spinta.

Tutto sommato Geraint era arrivato al Giro con un basso profilo. Nessun risultato di riferimento prima della corsa rosa e alla fine ha agguantato il podio. Magari riuscirà a fare la stessa cosa alla Vuelta.

L’abbraccio di Opole

Intanto Opole torna alla sua normalità. Questa cittadina dell’Alta Slesia ha regalato un grande abbraccio al Tour de Pologne. C’era davvero tanta gente. Mentre scriviamo, dalla sala stampa “open view”, vediamo il pubblico lasciare la piazza centrale. Anche qui come al Tour, il ciclismo sta richiamando un pubblico sempre maggiore e sempre più giovane.

Per quanto riguarda la corsa, domani c’è forse la frazione decisiva. O almeno quella che ci dirà chi non vincerà questo Polonia. Mohoric dice che l’obiettivo non è quello della classifica generale ma di portarsi a casa un’altra tappa. Kwiato ha il dente avvelenato per lo “sgarbo” – a suo dire – che ieri gli ha riservato Majka, reo di averlo portato fuori traiettoria.

Il polacco potrà contare proprio su Thomas e sulla crono con finale che gli sorride. E in tutto ciò Almeida è in agguato. Lui e il compagno della UAE Emirates, Majka, inseguono lo sloveno a 10″, mentre lo stesso Kwiato è a 12″.