Kuurne a Philipsen. Tanti auguri all’uomo di Sanremo

02.03.2025
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La corsa di Kuurne, la città degli asini nel ricordo dei contadini che se ne servivano per raggiungere il mercato della vicina Kortijk, finisce nuovamente in volata. Tanti ci provano, ma pochi negli anni ci sono riusciti. Questa volta gli ultimi si sono arresi al primo passaggio sul traguardo, dopo che anche Van Aert aveva provato a rientrare sulla fuga per tentare il colpo da lontano. Ma quando nel gruppo ci sono le squadre dei velocisti, non c’è fuga che tenga. Wout s’è trovato alle spalle il freddo Adrià che non gli ha dato un solo cambio e ha dovuto rialzarsi. E alla fine la vittoria è andata a un cecchino di nome Philipsen, vincitore uscente della Milano-Sanremo e di altre otto corse nel 2024.

La quiete di Philipsen

Le grandi manovre sono iniziate quando poco prima che la corsa si ricompattasse. E al netto delle strappate e dei tentativi di mettere in fila il gruppo, ciò che ha davvero sorpreso per tutto il giorno è stata la calma serafica di Jasper Philipsen.

Merlier non faceva che sfilarsi e risalire. Milan ha fatto capolino un paio di volte ottimamente scortato da Stuyven. La Decathlon sgomitava per Bennett. Invece Philipsen, forse pensando che nel giorno del suo 27° compleanno poteva prendersela con filosofia, è sempre rimasto a centro gruppo. Era ben al coperto anche a 5 chilometri dall’arrivo, mentre Merlier faceva a spallate con Olav Kooij.

«E’ incredibile vincere il giorno del mio compleanno – ha detto dopo l’arrivo – sono già tutti in ottima condizione, ma ci siamo comunque presentati qui forti e siamo riusciti a gestire la nostra corsa quando sono finite le salite. Sono contento di come sono andate le cose. Negli ultimi anni per noi il weekend di apertura non è mai stato un successo. Ieri alla Omloop Het Nieuwsblad è stata una giornata con sentimenti contrastanti, il terzo posto dietro Wærenskjold era da capire. Diciamo che questa vittoria gli dà un significato diverso. Non una sconfitta, ma il primo passo verso la vittoria».

Milan è stato ottimamente supportato dalla squadra, ma si è perso nella volata
Milan è stato ottimamente supportato dalla squadra, ma si è perso nella volata

Groves per amico

Si pensava che potesse essere proprio Philipsen il favorito, ma non vedendolo dannarsi per guadagnare posizioni, qualcuno ha pensato che oggi sarebbe toccata ad altri. Lo stesso Milan, arrivato fra squilli dal UAE Tour, sembrava un possibile predestinato. Anche se il friulano, nelle interviste al via, aveva detto saggiamente che si trattava di ben altra corsa e sarebbe stata necessaria una grande concentrazione. Invece nell’ultimo chilometro, la Alpecin-Deceuninck ha ricordato al gruppo che il suo ultimo uomo di giornata era Kaden Groves, velocista che nel 2024 ha vinto tre tappe alla Vuelta. E a quel punto forse qualcuno ha capito che non sarebbe finita bene.

«Il lead-out è ovviamente uno dei nostri punti di forza – ha raccontato Philipsen – soprattutto oggi con Rickaert e Groves, che si sono divisi i compiti. Kaden è uno che può vincere da sé degli sprint contro i più forti e per quest’anno il piano è che venga anche al Tour. Siamo una combo molto forte».

Sul podio con Philipsen, Kooij e Hofstetter
Sul podio con Philipsen, Kooij e Hofstetter

Merlier disperso

Amara la riflessione di Merlier, che non è mai contento quando perde da Philipsen. E’ stato a causa sua, in qualche modo, che ha dovuto lasciare la Alpecin-Deceuninck. E anche se da lì è approdato alla Soudal-Quick Step, il tempio dei velocisti, fra i due belgi continua a serpeggiare una discreta antipatia.

«In realtà mi ero già perso a un chilometro dal traguardo – ha dovuto ammettere Merlier ai microfoni di Sporza – eravamo un po’ troppo lontani. In uno sprint a volte dipende dai dettagli e io nel finale ho dovuto anche saltare sopra un’isola spartitraffico. Questa è un’occasione mancata. E’ stata una corsa molto nervosa e io non l’ho interpretata come avrei voluto, ma sono sempre stato lì. Sono stato chiuso più volte, è stato frustrante, ma ci ho sempre creduto. Penso di avere le gambe per vincere, ma oggi non è andata bene».

Parlando di Milan, va segnalato il sesto posto ottenuto lanciando la volata dalle retrovie. Se fosse partito alla pari degli altri, le forze che ha messo per rimontarli, lo avrebbero portato alla vittoria. Ma al Nord non è sempre e solo un fatto di forza. Bisogna sapersi disimpegnare fra curve, rotonde e avversari che non cedono un metro. Jonathan impara in fretta e ha preso nota, la prossima volta saprà anche lui come muoversi.