L’occhio di Bressan su Milan, Aleotti e Fabbro

18.01.2023
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Fra i motivi per cui è utile essere il vivaio di una squadra WorldTour c’è anche la possibilità di seguire i tuoi atleti anche dopo che sono diventati professionisti. Altrimenti, tanti saluti. Certo non mancherà l’occasione per vedersi e parlare, ma la gestione sarà in mani altrui e poco si potrà dire nel merito. Ne abbiamo avuto la riprova parlando con Roberto Bressan, team manager del Cycling Team Friuli, che negli ultimi anni ha lanciato al professionismo corridori come Fabbro, Aleotti e Milan. Dopo aver letto l’intervista a Gasparotto di qualche giorno fa sui programmi della Bora-Hansgrohe, avevamo trovato strano che Aleotti non corresse nelle Ardenne e puntasse diretto sul Giro.

In realtà la decisione era già trapelata nell’intervista di ottobre con lo stesso Aleotti (in apertura, Giovanni al Tour Down Under). La sua analisi, rileggendo le prove del 2022, aveva evidenziato che fosse arrivato al Giro troppo stanco. Per questo il programma prevede una partenza anticipata (in questi giorni l’emiliano si trova al Tour Down Under) e un periodo di riposo prima del Giro, dove aiuterà Vlasov nella lotta per la maglia rosa. Se spazio gli sarà dato, Aleotti lo avrà nella seconda parte della stagione.

Per Aleotti partenza anticipata rispetto al 2022. L’obiettivo, dopo uno stacco, è arrivare bene al Giro
Per Aleotti partenza anticipata rispetto al 2022. L’obiettivo, dopo uno stacco, è arrivare bene al Giro

Addio alle Ardenne

Il programma è chiaro. Quel che semmai potrebbe suonare strano è la rinuncia alle corse delle Ardenne che, per convinzione del team e del corridore, potrebbero diventare un giorno il suo terreno di caccia. Aleotti ha ancora 23 anni, le esperienze fatte adesso valgono oro.

«Secondo me – dice Bressan – Giovanni è ancora un po’… crudo, anche se l’anno scorso ha avuto parecchia sfortuna e non si è potuto preparare come voleva. Poi lui le cose le dice a pezzetti, quindi non so esattamente come si sia preparato. Corre alla Bora-Hansgrohe e non posso permettermi di entrare nel merito.

«Col Bahrain invece posso parlare di Milan, ad esempio, a 360 gradi. Le cose nel suo percorso stanno andando come ho sempre detto. Io parlo, Miholjevic ascolta. Poi è lui che prende le decisioni, ma sfruttiamo la conoscenza del corridore per fare il meglio».

Le classiche del pavé sembrano fatte per Milan, che è giovanissimo e ha mezzi inesplorati
Le classiche del pavé sembrano fatte per Milan, che è giovanissimo e ha mezzi inesplorati

Milan e il Nord

Il bello di essere il vivaio di una WorldTour, si diceva, è proprio la possibilità di seguire lo sviluppo dei propri atleti. E anche se sui tempi del passaggio di Milan al Bahrain ci fu da discutere, oggi Bressan sprizza orgoglio in ogni parola.

«Jonathan – dice – ha potenzialità sconosciute per tutti, ma sappiamo già quali sono le gare che può vincere. Tutte le classiche del Nord, quelle della prima parte, sembrano fatte per lui e credo che già quest’anno ci andrà vicino. Un ragazzo come lui, che ogni volta che sale in pista di avvicina ancora un po’ a Ganna, ha davvero dei mezzi non comuni».

Negli ultimi due anni, Aleotti ha vinto il Sibiu Tour. Ora è atteso a uno step successivo (foto Bora Hansgrohe)
Negli ultimi due anni, Aleotti ha vinto il Sibiu Tour. Ora è atteso a uno step successivo (foto Bora Hansgrohe)

Gli spazi giusti

Insomma, tanto si può dire su Milan e tanto lo si può ancora seguire, per quanto nel rispetto dei ruoli la carriera di Aleotti resta un film da guardare alla giusta distanza.

«Quando era con noi – dice Bressan – Giovanni era fortissimo. Mi stupisco che ancora non sia uscito, anche se ha vinto per due volte il Sibiu Tour e ha fatto delle belle prestazioni. Certo al Giro non può andare per fare classifica, forse non è maturo per vincere una grande corsa. Ma una cosa va detta. Giovanni, come Fabbro e De Marchi hanno avuto rogne con il Covid e adesso devono far vedere qualcosa. Fabbro è in scadenza di contratto, da quello che so Aleotti è tenuto in grandissima considerazione.

«Lui è molto serio, fa sempre le cose per bene. Deve avere fortuna e gli spazi giusti. Già in Australia si potrà vedere com’è la sua condizione. Fabbro invece lo spazio ha bisogno di cercarselo. E’ forte e già pronto, ma finora ha potuto fare classifica solo quando il suo capitano è caduto».

Fabbro punterà alle corse a tappe di una settimana: primo obiettivo il Catalunya (foto Instagram)
Fabbro punterà alle corse a tappe di una settimana: primo obiettivo il Catalunya (foto Instagram)

La legge degli squadroni

Sugli spazi, la chiusura spetta al loro procuratore: Raimondo Scimone, che giustamente non entra nella gestione, ma sa benissimo come vanno le cose nelle grandi squadre.

«Se ambisci ad andare in una grande squadra – dice Scimone – sai che devi lavorare per essere pronto nel momento in cui si apre la tua porta. Per Fabbro quella porta ci fu forse sull’Etna al Giro del 2020, quello di ottobre. Portava il gruppo a spasso, ma la porta non si aprì. E’ chiaro che quando vai in certe corse con Hindley, Vlasov e Higuita, la storia è questa. Il suo obiettivo sarà fare bene le corse di una settimana, come Catalunya e Tour of the Alps: facesse bene quelle, sarebbe già un bel passo».