Nizzolo resta dov’era. La notizia era nell’aria, ma la firma è arrivata solo ieri e fra i motivi della scelta, la mission del team non è stata certo secondaria.
«Mi sono sempre sentito parte di questo progetto – dice il campione d’Italia e d’Europa – sin da quando ho firmato con loro nel 2019. Andai in Sudafrica e vidi la consegna delle biciclette a questi ragazzini da parte di Qhubeka Charity e questa cosa mi è rimasta dentro. Molto forte e molto chiara».
Nel primo lunedì della nuova stagione nel Team Qhubeka-Assos, Nizzolo è uscito in bicicletta. Il 2020 è stato trionfale. Vittorie al Tour Down Under, alla Parigi-Nizza, nel campionato italiano e in quello d’Europa. La ripresa dopo lo strappo muscolare che lo ha costretto al ritiro dal Tour è completa e si può guardare con fiducia al prossimo anno.
Quindi scriviamo strappo muscolare?
Ecco, bravi, bisogna sottolinearlo. Un banale strappo muscolare al polpaccio destro nella tappa di Loudenvielle, che ha i suoi tempi di ripresa e mi ha impedito di rientrare a fine stagione. Non so da dove sia partita la bufala che fosse il ginocchio. Ma il ginocchio, che pure mi ha fatto tribolare a lungo, questa volta non c’entra niente.
Torniamo alla squadra, perché aspettare così a lungo?
Perché ho fatto una scelta che si basa sul fatto che il progetto ruota attorno a me. Questo mi motiva molto, mi mette addosso un senso di responsabilità che mi carica. L’arrivo di Assos è cruciale. Siamo molto legati, hanno la sede a un chilometro da casa mia.
Essere al centro del progetto significa che finalmente avrai un treno tutto tuo?
Anche se il treno non si inventa da oggi a domani, l’intento è proprio quello. E senza girarci troppo attorno, è un’idea che mi piace.
Avevi altre offerte?
Ne avevo e sono parse subito interessanti. Questo mi ha fatto piacere, perché è la conferma della stima nei miei confronti. Ma la squadra mi ha dimostrato fiducia e io ho sempre avuto in testa di rimanere.
Come prosegue la tua preparazione?
Ho iniziato a fare la solita base di tutti gli anni, in attesa che vengano tirati fuori i calendari. Credo che useremo la stessa bici, per cui sono già un passo avanti.
Ti pesa un po’ coprire la maglia tricolore con quella di campione europeo?
Un po’ sì, lo ammetto e non mi sono abituato. Per questo stiamo studiando il modo di far vedere il tricolore. Ma ancora non so bene come. Adesso però esco in bici. Ho dei buoni motivi in più per darci dentro.