Se l’ex amatore Jay Vine si porta a casa, con una mega prestazione, la tappa del Pico Jano, Remco Evenepoel per la prima volta veste la maglia di leader in un grande Giro. Ma soprattutto fuga i dubbi sul suo ruolo alla Vuelta.
Nella nebbia a cavallo tra Cantabria e Paesi Baschi, quasi in un clima da Belgio, spunta guarda caso un belga! Cinque salite, tre Gpm, l’arrivo in quota, la pioggia… i primi, grandi, decisivi scossoni alla classifica generale. D’altra parte Stefano Garzelli era stato chiaro: «Occhio alla tripletta di tappe al rientro in Spagna».
Aru non è sorpreso
Lo stesso Garzelli e come lui Fabio Aru non hanno dubbi: il fuoriclasse della Quick Step-Alpha Vinyl, con una dimostrazione di forza balza in testa alla classifica generale. E se ci fosse stato qualche centinaio di metri in più chissà come sarebbe andata a finire.
«Remco – dice Fabio Aru – non lo scopriamo certo adesso. E’ andato davvero forte. Ha rifilato dei bei distacchi e proverà a tenere. E’ giovane e l’esperienza se la sta facendo. E’ vero che anche lo scorso anno al Giro d’Italia era partito molto bene nelle prime frazioni e poi si è perso. Però era al rientro dopo l’infortunio, non correva da molto tempo. Stavolta invece ha un’altra situazione, ha più gare nelle gambe e appunto un po’ di esperienza in più.
«Per la prima volta si ritrova leader in un grande Giro, ma non è la prima volta che affronta una situazione simile. Ha già gestito la squadra in corse di una settimana e per me saprà muoversi bene anche sotto questo punto di vista. E poi per come ha vinto San Sebastian…. un’azione d’altri tempi significa che ne ha».
Quick Step forte?
E da questo assunto riparte Stefano Garzelli, anche se con una sfumatura diversa.
«Per me – dice il varesino trapiantato in Spagna – Remco e la Quick Step non si danneranno per tenere la maglia adesso, ma di certo proverà a fare classifica. Poi magari salterà, perché comunque è ancora giovane, ma ci proverà.
«La sua squadra non è fortissima. E Lefevere lo sa. Nei prossimi anni dovrà senza dubbio rinforzarsi per anche per i grandi Giri. Un Evenepoel così merita uomini forti al suo fianco».
Per Garzelli l’azione di Evenepoel e della squadra era programmata. Hanno lavorato con la consapevolezza di non lasciare troppo spazio alla fuga.
«Oggi quando alla tv spagnola hanno intervistato Bramati e gli chiedevano perché avesse piazzato un uomo lì davanti, Davide ha risposto che era solo perché volevano mantenersi nelle prime posizioni per evitare rischi. Allora Purito Rodriguez, che faceva il commento tecnico, si è messo a ridere. Non ci ha creduto neanche un po’. Si trattava di un’azione programmata».
Tuttavia su questo ultimo punto Evenepoel a fine tappa confermerà quanto detto dal suo diesse.
Meteo (ormai) insolito
«Il meteo ha inciso parecchio – continua Garzelli – ci si muoveva verso la Cantabria e quelle strade con la pioggia e il “freddo” (18° gradi, ndr) cambiano molto, perché sono scivolose e molto strette. E infatti i corridori non piegavano le bici in curva. In più dopo un’estate così torrida non c’erano più abituati a quelle temperature… di certo ha inciso.
«Poi ai piedi della salita grazie al lavoro della Quick Step-Alpha Vinyl la fuga è stata ripresa. Vine è stato bravissimo perché se è vero che anticipato un po’, è pur sempre uscito dal gruppo dei leader. E a fine scalata rispetto ad Evenepoel non ha perso molti secondi».
Lo show di Remco
Ed è lì, a poco meno di 7 chilometri dal traguardo che inizia lo show di Remco. Il belga senza alzarsi sui pedali scava un solco importante su (quasi) tutti i migliori.
«Incredibile – spiega Garzelli – ha fatto come a San Sebastian. Senza neanche uno scatto, senza alzarsi sui pedali. Si è messo giù e controllava costantemente il computerino. Lo vedevi proprio in volto che era in controllo.
«Mas a parte, bravissimo a resistergli, ha rifilato distacchi importanti. Quasi un minuto e mezzo a Roglic non è poco. E penso che nella crono potrà rifilargli altri 50”, almeno a lui. E tre minuti agli altri. Uscirà da quella tappa con 4 minuti e sarà un bel vantaggio. Cambierà la corsa. Ammesso che non ci arriverà già prima, visto le tappe insidiose del fine settimana».
Per Garzelli oggi è emerso anche il livello di questa Vuelta: tanti nomi, ma poche energie.
«Siamo a fine stagione, c’è stanchezza. Ho visto tanta gente faticare parecchio. Carapaz si è staccato quasi subito. E dopo Roglic sono arrivati 20 corridori quasi tutti insieme e sfiniti. Non ci sono tante energie. E invece Ayuso: ma quanto è stato bravo?».
Parla Evenepoel
Ma forse a fugare i dubbi su questo benedetto bivio fra tappe e classifica generale è Remco stesso. Già solo per il fatto che appena dopo l’arrivo è salito sui rulli a sciogliersi. Azione che di solito fa chi punta alla classifica o che comunque ogni giorno deve essere pronto.
«Sono molto felice e orgoglioso di essere leader – ha detto il belga a fine tappa – è un sogno che si avvera. E’ uno dei miei più grandi successi. Quella fatta in salita è una prestazione solida. Siamo qui per questo».
“Siamo qui per questo”: parole che magari a caldo possono anche essere fraintese. Però poi ha continuato.
«Volevo provare qualcosa – ha aggiunto Evenepoel – perché avevo le gambe. Spero di aver sollevato i dubbi che alcuni potevano avere su di me. Ma La Vuelta è tutt’altro che finita. Cercheremo di fare in modo che domani sia una tappa più tranquilla, perché ci aspetta un weekend molto intenso… Spero di riuscire a mantenere queste belle sensazioni».