Mozzato: prima il Tour e poi il sogno olimpico

11.05.2024
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I programmi di Luca Mozzato sono cambiati per colpa di una primavera fredda e senza troppo sole. Dopo le Classiche del Nord il veneto dell’Arkea-B&B Hotels si è fermato qualche giorno e ha ricaricato le batterie. Ha ripreso a correre quasi un mese dopo, il fine settimana del 4 e 5 maggio, prima al Grand Prix du Morbihan e poi alla Tro-Bro Léon (foto apertura Ronan Caroff/Direct Velo) . Ieri, 8 maggio, era al via del Circuit de Wallonie (chiuso in sesta posizione). Una ripartenza che lo porterà fino a fine giugno, quando il team francese deciderà gli uomini per il Tour de France. 

«La ripresa per la seconda parte di stagione – racconta Mozzato – è stata più tranquilla, ma non troppo. Dopo la Roubaix mi sono concesso cinque giorni di riposo quasi completo, poi sono risalito in bici per ricostruire la condizione. Si tratta di una preparazione più corta rispetto a quella invernale ma con due periodi di allenamento distinti. Una parte è dedicata al fondo, mentre la seconda serve per alzare il ritmo, ma non eccessivamente».

Mozzato è tornato in corsa al Grand Prix du Morbihan (foto Ronan Caroff/DirectVelo)
Mozzato è tornato in corsa al Grand Prix du Morbihan (foto Ronan Caroff/DirectVelo)

Niente caldo

Il programma di Mozzato prevedeva un ritiro al caldo, poi ha pensato di spostarsi in altura ma il meteo non glielo ha permesso. Il veneto quindi è rimasto a casa, rinunciando a spostarsi e allenandosi con più calma e meno stress

«Sono risalito in bici il fine settimana dopo la Roubaix – continua – il 12 o 13 aprile. Nella prima parte di preparazione ho fatto tanto fondo con intensità bassa, da Z2, e tante salite lunghe per fare lavori con una durata compresa tra i 15 e i 20 minuti. Mentre, nella seconda parte ho inserito qualità, abbassando il numero di ore.

«Mi allenavo con blocchi di due o tre giorni – spiega Mozzato – dopo la giornata di riposo, quando ero più fresco, facevo tanti lavori esplosivi con durata massima di cinque minuti. Curavo il VO2Max con ripetute brevi e intense, oppure facevo i classici 40-20. L’ultimo allenamento del blocco di lavoro era dedicato al fondo, pedalavo parecchio ad un ritmo medio».

L’exploit di Mozzato nella prima parte di stagione è stato il secondo posto al Fiandre
L’exploit di Mozzato nella prima parte di stagione è stato il secondo posto al Fiandre
L’obiettivo della seconda parte di stagione qual è?

Essere in forma per fine giugno/inizio luglio. La speranza è di essere convocato per il Tour de France, dovrò meritarmela facendo bene alle corse che lo precedono. Per questo dico che sono partito piano ma non troppo, comunque mi devo far trovare pronto. Il Tour diventa una corsa fondamentale a cui partecipare per pensare di far bene nella seconda parte di stagione. Riuscire ad esserci ti permette di prepararti bene, essere competitivo e poi ti porti quella gamba fino alla fine dell’anno.

Come sono andate queste prima gare?

Bene, a Morbihan sapevo che avrei fatto fatica ma era quello che cercavo dopo un mese di assenza dalle gare. E’ stato più un lavoro in vista del giorno dopo, per la Tre-Bro Léon che infatti è andata bene, sono arrivato settimo. 

Primi impegni sono terminati con la Parigi-Roubaix, poi tre settimane di pausa
Primi impegni sono terminati con la Parigi-Roubaix, poi tre settimane di pausa
Il Tour diventa un crocevia per la stagione e per l’Olimpiade, ci hai pensato?

Sì, tranne che per il fatto che i posti sono limitati, si parla di due soli slot liberi (il terzo sembra essere quasi certamente di Viviani, ndr). Bennati dovrà convocare i corridori più in forma e adatti all’appuntamento.

Il percorso, duro e simile in certi sensi a quello delle Classiche, ti si addice, visto anche quanto sei andato forte al Nord. 

Parigi potrebbe essere un bell’obiettivo, ma quello più concreto credo sia l’europeo. Alle Olimpiadi i corridori saranno molti meno, 90 si dice, e potrebbe uscire una corsa pazza anche perché molte nazionali non saranno competitive. Poi il massimo di corridori per squadra è quattro, come si può controllare una corsa di oltre 200 chilometri con così pochi uomini

Il percorso olimpico si avvicina alle caratteristiche di Mozzato (foto Paris 2024)
Il percorso olimpico si avvicina alle caratteristiche di Mozzato (foto Paris 2024)
Difficile, ma il problema sorge per tutti…

Sì, vero. Io sono un corridore che ha bisogno di maggiore regolarità se la corsa esplode subito prendo atto che potrei fare più fatica. Come detto, però, tanto passa dal fatto di fare il Tour e farlo bene. Se andrò alla Grande Boucle e farò una prestazione di livello non mi tirerò indietro da un’eventuale chiamata. 

Quelle tre settimane danno tanto in più?

E’ il modo migliore per preparare l’Olimpiade ed eventualmente il finale di stagione. Fare il Tour ti dà una gamba diversa, poi dipende da tante cose.

Qui alla Tro-Bro Léon corsa il 5 maggio e chiusa in settima posizione (foto Ronan Caroff/DirectVelo)
Qui alla Tro-Bro Léon corsa il 5 maggio e chiusa in settima posizione (foto Ronan Caroff/DirectVelo)
In che senso?

Se un corridore nell’ultima settimana soffre ed è sempre lì a lottare con il tempo massimo rischia di finirsi. Io, viste le esperienze passate, ritengo di averlo portato a termine in maniera ottimale ogni volta. Nel 2023 i mesi dopo il Tour sono stati quelli in cui mi sentivo più forte.

Allora si lotterà per esserci.

L’obiettivo è di fare questi due mesi bene. Ho tante gare di un giorno tra Francia e Belgio, poi il campionato italiano e infine il Giro del Belgio. Da lì la squadra tirerà le somme e ci darà in convocati per il Tour. A fine giugno vedremo se passerò le settimane successive al mare o se sarò impegnato in lungo viaggio da Firenze a Nizza.