Mohoric lampo sui Carpazi. E quella passione per le corse

31.07.2023
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KARPACZ – «Adesso so come si sente Pogacar… e quanto è brutto per gli altri!». Matej Mohoric ci regala questa perla in attesa di salire sul palco. «E’ bello correre così… perché non ho il mal di gambe che ho di solito.

«Oggi avevo un’ottima gamba. Quasi non mi sembrava la mia! Stavo bene. Bene davvero. Sono uscito in buone condizioni dal Tour e già mercoledì in allenamento avevo delle sensazioni incredibili. Non vedevo l’ora di correre».

La voglia di correre. Il piacere di gareggiare. C’è tutto questo nella vittoria di Matej Mohoric e della sua squadra in questa seconda frazione del Tour de Pologne, corsa ieri da Lesno a Karpacz. Il corridore della Bahrain-Victorious si è davvero divertito e come lui i suoi compagni.

Divertimento Bahrain

Damiano Caruso è il primo che lo raggiunge dopo il traguardo sui verdissimi versanti dei Carpazi. L’abbraccio di rito, e tra un sorriso e l’altro, i due attaccano subito a parlare. «Te lo dicevo – gli spiega Damiano – che dovevi aspettare. Mettiti dietro… Vabbé dai ne parliamo dopo».

Poi il siciliano si rivolge a noi: «Vero, ci siamo divertiti. Ma quando si vince è sempre divertente. Lui aveva una gran gamba perché è uscito bene dal Tour. Io sono sceso dalla montagna ed è giusto che la corsa la facesse lui».

Al via erano entrambi accanto ad Andrea Pasqualon. Gli avevamo fatto una battuta: «Dicono che in questo terzetto ci sia gente che va forte». E Damiano, rivolgendosi agli altri due, aveva risposto subito: «Cosa ha detto?». «Che andiamo forte – chiariva Mohoric – ma lo vedremo all’arrivo».

A un certo punto sembrava che Majka (seguito dal boato del pubblico) e Van Eetvelt potessero farcela. Sono stati ripresi ai 400 metri
A un certo punto sembrava che Majka (seguito dal boato del pubblico) e Van Eetvelt potessero farcela. Sono stati ripresi ai 400 metri

“Race passion”

Tornando seri, davvero Mohoric si è divertito. Lo sloveno ama correre. Se poi sta bene, chiaramente è anche meglio. Alla vigilia del Polonia lo avevamo incalzato: «Matej, ma dopo questa ti fermi?». E lui invece, di tutto contro, ci aveva snocciolato un lungo programma di corse, pur senza la Vuelta.

«Mi piace correre. Non è la prima volta che faccio così. Lo avevamo previsto sin da questo inverno. Non farò la Vuelta, ma farò altre gare, tra cui quelle in Canada».

Tante corse però non sono facili da gestire, specie al giorno di oggi con i ritmi indiavolati che ci sono. Anche nella tappa odierna le ultime due ore sono state affrontate a ritmo folle.

«Vero – chiarisce Mohoric – non è facile ma io adesso in gara sono abbastanza tranquillo, spreco meno energie. So quello che devo fare, la squadra ci supporta al massimo, ci dà tutto ciò che serve e noi dobbiamo solo pedalare».

Almeida rivede l’arrivo della tappa. La classifica ora recita: Mohoric, il portoghese a 4″ e Kwiatkowski a 10″
Almeida rivede l’arrivo della tappa. La classifica ora recita: Mohoric, il portoghese a 4″ e Kwiatkowski a 10″

Matej e la generale

E questa lucidità l’ha mostra anche salendo verso Karpacz. Il racconto del suo finale è il ritratto della lucidità. Quando Matej è partito aveva alla ruota Almeida, che su certi arrivi è un ” vero cagnaccio”.

«Il finale – racconta – era tecnico, duro e veloce. In certi punti era buio (cosa che ha detto anche Caruso, ndr). Damiano ha svolto un grande lavoro. Mi ha detto di seguirlo perché stavo tirando troppo. Poi nel finale quando ero davanti ho cominciato a chiedermi: “Ma quando arrivano gli altri?”. Non passava nessuno. A quel punto per paura che arrivasse qualcuno l’ultima curva, l’ho presa strettissima e ho spinto ancora un po’».

E’ lecito pensare anche alla generale per lo sloveno. Specie se ha questa freschezza mentale e queste gambe.

«Eh – ride – sì, ci penso ma non è facile con la crono finale. Non vado male contro il tempo, ma non sono come “Kwiato” o Almeida». Poi con un sorrisetto malizioso, proprio mentre sta per salire sul podio per vestire la maglia di leader aggiunge: «Semmai attaccherò domani in discesa!». E non sarebbe la prima volta: il Poggio insegna!

Un po’ d’Italia

Ma prima di chiudere questo racconto, meritano un plauso Jacopo Mosca e Lorenzo Milesi. I due italiani sono stati protagonisti della fuga di giornata.

«Pensate – racconta Mosca – che ho visto Lorenzo la mattina al via. Mi ha detto che voleva andare in fuga. Allora gli ho fatto: “Vengo anche io!”. Io anche volevo andarci… Tutto sommato qui non abbiamo il super leader. E’ una delle poche gare in cui possiamo avere tutti un po’ di spazio e puntare alla maglia dei Gpm era un mio obiettivo. Non so ancora se l’ho presa, magari me la daranno per la simpatia!».

Alla fine, per questioni di posizionamento nella generale, la maglia l’ha presa Lucas Hamilton, ma i due sono alla pari.

«Con Lorenzo – prosegue l’atleta della Lidl-Trek – siamo andati sempre alla stessa velocità. Il computerino segnava sempre 43-43,5 chilometri orari. E’ un po’ calata quando abbiamo trovato vento contro, ma sempre a 42 andavamo. Il gruppo ci ha lasciato 10′. Poi ha iniziato a tirare fortissimo… Vabbé. A quel punto abbiamo pensato di arrivare almeno al Gpm».