Sembra essere questa la stagione buona per tornare a vedere un grande Thibaut Pinot. Il campione francese della Groupama-FDJ finalmente sembra aver ritrovato la sua costanza di allenamento, i suoi problemi alla schiena sono alle spalle e chi gli è vicino, come il suo diesse Philippe Mauduit, parla di un Thibaut sereno.
«Thibaut sta bene. Il suo stato fisico è buono… non come il meteo da voi in Italia, ma quasi! Anche su di lui splende un bel sole».
Alla ricerca del sole
Il francese ha passato davvero un terribile 2021. E anche una brutta fetta di 2020. Ogni volta i dolori alla schiena lo fermavano. Lui si allenava, neanche bene, e ogni volta doveva alzare bandiera bianca. Alla fine solo un lungo stop durante la scorsa primavera lo ha rimesso in piedi.
«Pinot – spiega Mauduit – ha fatto un buon inverno nonostante il freddo e la pioggia che c’è nella sua regione (Vosgi, Borgogna, ndr). Ogni tanto gli tornava il mal di schiena e così più di qualche volta ha preso l’aereo ed è andato alla ricerca del sole che sicuramente lo agevola per quanto riguarda i dolori e il recupero. Grazie a questa costanza di allenamento sta tornando al suo livello. Che dire, sta, e stiamo, solo aspettando le prime gare per giudicare finalmente il suo reale stato fisico».
«Thibaut farà la prima gara al Tour des Alpes Maritimes et du Var (18-20 febbraio, ndr), ma proprio negli ultimi giorni del ritiro a Tenerife, abbiamo deciso di lasciare una porta aperta: se ci sarà la possibilità infatti potrebbe iniziare anche un po’ prima (sembra a Besseges, ndr)».
E questo è certamente un buon segnale per Pinot. Di solito le porte aperte si tengono per posticipare, in questo caso invece c’è voglia di mettersi subito in gioco.
Nel segno della continuità
Mauduit parla di un lavoro svolto nel segno della continuità. Di solito quando le cose non vanno bene si va a ritoccare la preparazione e persino la posizione in bici, tanto più che i problemi di Pinot riguardavano la schiena.
«Grossi cambiamenti – dice Mauduit – non ce ne sono stati. Chiaramente come tutti i corridori che invecchiano anche Pinot deve fare qualcosa in più per essere al suo livello. I corridori esperti e di classe come lui sanno cosa è giusto per loro e cosa no. Tendono a riprodurre quelle cose che gli hanno fatto bene, che gli hanno permesso di ottenere risultati. Quindi nessuna rivoluzione francese!».
«La cosa più importante per Thibaut è che la sua infiammazione passasse, che non tornasse più: così è stata strutturata la sua preparazione e per questo l’unica cosa che ha cambiato e che ha fatto un po’ più di esercizi senza bici (il core zone)».
«Neanche sulla bici abbiamo cambiato nulla. Abbiamo sentito tanti pareri, tanti dibattiti, tante opinioni… Oggi ognuno può dire la sua pur bevendo una birra sul divano. Noi abbiamo un gruppo di esperti con i quali abbiamo fatto delle valutazioni.
«Sì, qualche piccolo aggiustamento c’è stato, ma sono stati aggiustamenti dettati anche dalle sensazioni del corridore sul momento. E, come ho detto, un corridore di alto livello, un campione come Pinot, ha le sue abitudini, ha la sua “base”».
E sul concetto di base Mauduit insiste parecchio. Quando un corridore, un atleta, ha dei problemi deve tornare sempre alla sua base, alle sue certezze. E da lì ripartire.
«Le sue qualità – riprende Mauduit – non spariscono, magari non riesce a tirarle fuori in quel momento, ma ci sono.
«Guardiamo al calcio, pensiamo ai grandi allenatori, non so Wenger, Ancelotti, Guardiola… Ecco, proprio di Pep leggevo un’intervista in cui diceva: “Quando le cose non vanno guardo i miei giocatori negli occhi e dico loro di stare tranquilli, di fare un passo indietro verso le loro certezze, che le cose torneranno a posto. Di fare ciò che sono capaci di fare”. Ed è la stessa cosa che abbiamo detto a Pinot».
Tour sì, ma il Giro…
Quando si parla poi di Pinot, è impossibile non tirare in ballo anche il Giro d’Italia. Il francese ama molto il nostro Paese ed è innamorato del Giro. Più volte ha detto che la corsa rosa per lui è la più bella e che se potesse farebbe ogni anno il Giro e il Tour.
Però è anche vero che ci sono le scelte del team e quest’anno la Groupama-FDJ vuole presentarsi con una squadra di grandi scalatori alla Grande Boucle.
«Se tutto confermato – continua Mauduit – Pinot dovrebbe andare al Tour e non fare il Giro. Non possiamo prendere dei rischi con la sua salute. Per lui abbiamo previsto un programma di gare ben studiato, un programma fatto di periodi molto intensi, nei quali crescere, e di altri molto più tranquilli per recuperare: il tutto in vista proprio del Tour».
Il francese ha in lista tra le altre gare anche: Tirreno, Tour of The Alps, Romandia e Giro di Svizzera.
Tra Gaudu e Valter
E a proposito di scalatori, alla Groupama-FDJ questi proprio non mancano. In particolare ce n’è uno, David Gaudu, con il quale c’è una bella rivalità. Davvero si aiuteranno al Tour? I due hanno legato?
«Thibaut è molto legato davvero alla squadra, è parte integrante di questo team. Fa gruppo. In Spagna c’era davvero un bell’ambiente. La cosa che mi ha colpito è stato vedere come corridori che non si incontrano molto spesso durante la stagione delle gare, penso a Valter, Van den Berg, Reichenbach… si sono trovati bene. Vederli scherzare a tavola è stato bello».
Qualche giorno fa abbiamo scritto che Pinot non era proprio felicissimo di non aver dimostrato di essere il migliore in ritiro. E che proprio Gaudu lo ha messo in difficoltà.
«Questo però è successo a dicembre – conclude Mauduit – nel ritiro di gennaio le cose sono cambiate un po’! Io ho visto un Pinot davvero forte. Sta tornando al suo livello. Con David c’è una stimolazione continua.
«Il primo anno che David era in Groupama-FDJ, io facevo ancora il direttore sportivo in Italia, ma ho sentito che il “piccolo” gli faceva sempre la “mezza ruota”. E Pinot rispondeva. Questo gioco è rimasto tra loro due. Questa competizione fa crescere entrambi. Posso garantire che sono amici e che amano correre insieme».