Il 10 ottobre scorso, sette giorni prima che bici.PRO andasse online, Daniel Oss alla vigilia del Fiandre ci raccontò quanto sarebbe stato strano correrlo senza Peter Sagan, che nel frattempo stava partecipando al Giro. Il piano pre Covid prevedeva che i due avrebbero corso insieme la campagna del Nord e poi a maggio sarebbero venuti in Italia. Quest’anno l’inizio di stagione presenta gli stessi problemi, solo che non è una corsa ad aver fatto sparire Peter, bensì il Covid stesso, che lo ha inchiodato a Gran Canaria fino ad oggi e lo ha costretto a rimandare il debutto. La cui data è ancora da stabilire. E così Oss è ancora una volta il portabandiera della Bora-Hansgrohe. Ha cominciato in Belgio e prosegue alla Strade Bianche.
Hai chiuso senza Peter e ricominci allo stesso modo, insomma…
In effetti manca un po’, la squadra lo sente. Ma cerchiamo di approcciarci alle corse nel miglior modo possibile. Abbiamo Politt, questo ragazzo nuovo che comunque ha già fatto vedere grandi cose e per noi è già un bel punto di riferimento. E poi, proviamo. Sappiamo di non essere i favoriti e poi queste gare di inizio stagione sono sempre un po’ strane.
Proviamo significa che anche Oss avrà il suo spazio?
Se avessi le gambe di Van der Poel, direi di sì. Scherzi a parte, l’ambizione è quella, ma la realtà poi è sempre un po’ diversa. Ho debuttato all’Het Nieuwsblad senza avere alcun riferimento e c’è stato da soffrire.
Che inverno hai trascorso?
Molto regolare e molto più a casa del solito. Abbiamo saltato il solito dicembre e abbiamo fatto un ritiro a gennaio che comunque è stato strano, perché invece della solita Spagna eravamo a Peschiera, quindi dall’altra parte del mio lago. E a parte l’incidente di Kelderman, è andato molto bene. E poi ho fatto un po’ di allenamento in più a Sierra Nevada.
In tanti hanno sostituito le corse saltate con l’altura.
Vero, ma nel mio caso più che cercare i benefici dell’altura, è stata l’occasione di fare un po’ di ritmo prima del debutto. Sono arrivato in Belgio che non sapevo quanto avrei potuto reggere.
Rispetto al team che ha corso in Belgio nello scorso weekend, per la Strade Bianche la Bora-Hansgrohe ha scelto di cambiare tutti gli effettivi ad eccezione del trentino e di Burghardt. E sarà proprio Daniel il miglior maestro di strada per Aleotti. Da balia del campione a guida per il giovane italiano: la vita, se ti chiami Oss, non può proprio essere banale.