Anche quest’anno il Giro d’Italia attraverserà la pianura, le colline e le montagne del Friuli Venezia Giulia: due tappe in programma, Zoncolan compreso, più una terza con partenza da Sacile. E a luglio si replica: il Giro Rosa si concluderà in terra friul-giuliana, con le ultime due frazioni di gara, che probabilmente raggiungeranno il monte Matajur sulle Prealpi Giulie e le dolci colline del Collio. Il percorso della corsa femminile, però, non è stato ancora definito ufficialmente.
Patron Cainero
Se nell’ultimo ventennio la più piccola regione del Nord Est italiano ha ospitato spesso la carovana del Giro con percorsi che hanno contribuito a scrivere la storia della corsa rosa – oltre allo Zoncolan è arcinota la salita di Piancavallo – il merito dev’essere riconosciuto a Enzo Cainero, storico deus ex machina del ciclismo professionistico Fvg. Prima di approdare al mondo delle bici da corsa, ha trascorso una vita nello sport: portiere di calcio del Varese dalla fine degli anni Sessanta (ha giocato anche in seria A), dirigente dell’Udinese e del Venezia calcio, poi presidente della squadra di basket di Udine e organizzatore delle Universiadi di Tarvisio 2003 (nella foto di apertura, Cainero premia Chris Froome, vincitore sullo Zoncolan nel 2018, poi della stessa maglia rosa).
«Il ciclismo è stato sempre la mia passione. Da bambino avere una bici sportiva era un lusso e io ho avuto la fortuna di possederla», racconta Cainero. «Mi ricordo come fosse ieri la mitica tappa del Bondone nel 1956, vinta dal lussemburghese Charly Gaul. Con mio padre eravamo lì ad aiutare i ciclisti assiderati e sfiniti nella bufera di neve fuori stagione che fece entrare nella leggenda quella corsa».
Versante di Sutrio
Tornando all’oggi, Cainero illustra la tappa Cittadella-Zoncolan, quasi interamente in territorio friulano: «I ciclisti percorreranno la pedemontana pordenonese da Caneva a Maniago per poi superare la forcella di monte Rest e scendere in Carnia. Lo Zoncolan quest’anno, dopo 18 anni, sarà scalato dal versante di Sutrio, leggermente meno impegnativo di quello di Ovaro».
Passaggio in Slovenia
La salita più impegnativa del ciclismo mondiale (Ovaro-Zoncolan) può attendere. La tappa successiva, Grado-Gorizia, toccherà alcune delle meraviglie della regione – Grado, la laguna di Marano, Aquileia, il Castello di Spessa, il Collio – e renderà omaggio alle due Gorizie (Nova Gorica in Slovenia e Gorizia nella Venezia Giulia) a pochi mesi dalla scelta delle due città come capitali europee della cultura 2025.
«L’itinerario è stato proposto un anno e mezzo fa, ci ho visto lungo», ammette Cainero, che sottolinea anche l’importanza di correre a cavallo di un confine «fino a pochi anni fa armato». Era un tratto della famigerata cortina di ferro che divideva l’Europa occidentale da quella orientale e i due blocchi contrapposti ai tempi della Guerra Fredda.
Il primo Zoncolan
Con la Cittadella-Zoncolan e la Grado-Gorizia, sono ventuno le tappe del Giro in Friuli Venezia Giulia dal 2003, tutte proposte e organizzate dal manager friulano.
«Ho instaurato ottimi rapporti con Rcs, meritando la fiducia degli organizzatori nazionali della corsa rosa», si vanta, giustamente, Cainero. «Diciotto anni fa l’allora direttore Carmine Castellano mi disse: “Se sbagli questa non torneremo più sullo Zoncolan”. E’ andata bene. Da allora non mi sono più fermato e devo ringraziare gli efficientissimi volontari friulani che mi supportano in ogni edizione».
Il freno Covid
Si sa che il Giro è anche una vetrina promozionale d’eccellenza per il territorio e per il movimento cicloturistico. Da un anno a questa parte le cose non vanno proprio a gonfie vele per i motivi noti a tutti.
Enzo Cainero conclude la chiacchierata con un auspicio: «Spero che la pandemia ci lasci più liberi dello scorso anno, che possano tornare al più presto i tanti tifosi che affollano le strade della corsa. Perché l’uomo è un elemento imprescindibile in questo sport bellissimo e appassionante».